Disp. Att. Trans. Codice Procedura Civile - 18/12/1941 - n. 1368 art. 36 - Fascicoli di cancelleria.

Nicola Gargano
Luca Sileni
Giuseppe Vitrani

Fascicoli di cancelleria.

[I]. Il cancelliere deve formare un fascicolo per ogni affare del proprio ufficio, anche quando la formazione di esso non è prevista espressamente dalla legge.

[II]. Ogni fascicolo riceve la numerazione del ruolo generale sotto la quale è iscritto l'affare.

[III]. Ogni fascicolo contiene l'indicazione dell'ufficio, della sezione alla quale appartiene il giudice incaricato dell'affare e del giudice stesso, delle parti, dei rispettivi difensori muniti di procura e dell'oggetto e l'indice degli atti inseriti nel fascicolo con l'indicazione della natura e della data di ciascuno di essi. Gli atti sono inseriti nel fascicolo in ordine cronologico123.

 

[IV]. La tenuta e conservazione del fascicolo informatico equivale alla tenuta e conservazione del fascicolo d'ufficio su supporto cartaceo, fermi restando gli obblighi di conservazione dei documenti originali unici su supporto cartaceo previsti dal codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e dalla disciplina processuale vigente4.

[V]. Il terzo pignorato può accedere al fascicolo senza necessità di autorizzazione del giudice5.

[1] Comma sostituito dall'art. 4, comma 3, lett. a), numero 1), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale) di cui si riporta il testo anteriore alla sostituzione: «Sulla copertina di ogni fascicolo sono indicati l'ufficio, la sezione alla quale appartiene il giudice incaricato dell'affare e il giudice stesso, le parti, i rispettivi difensori muniti di procura e l'oggetto.». Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che: "Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti."

[2] Seguiva un quarto comma abrogato dall'art. 4, comma 3, lett. a), numero 2), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito  dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che: "Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti." Il testo del comma era il seguente: "Nella facciata interna della copertina è contenuto l'indice degli atti inseriti nel fascicolo con l'indicazione della natura e della data di ciascuno di essi".

[3] Seguiva un quinto comma abrogato dall'art. 4, comma 3, lett. a), numero 2), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che: "Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti." Il testo del comma era il seguente: "Gli atti sono inseriti nel fascicolo in ordine cronologico e muniti di un numero progressivo corrispondente a quello risultante dall'indice."

[4] Comma aggiunto dall'art. 4, comma 3, lett. a), numero 3), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come sostituito  dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che: "Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti."

[5] Comma aggiunto dall'art. 25, comma 2, lett. a), d.l. 2 marzo 2024, n. 19, in corso di conversione in legge.

Commento

L'articolo in commento è stato profondamente modificato dalla riforma Cartabia nell'ottica di eliminare quelle disposizioni divenute incompatibili con un processo interamente telematico.

Nel caso di specie sono stati eliminati tutti i riferimenti al fascicolo cartaceo e il comma cinque istituzionalizza la tenuta del fascicolo informatico finora normato solo dalle regole e specifiche tecniche del processo civile telematico. Per un'analisi più approfondita delle problematiche del fascicolo informatico si rimanda al commento in calce agli articoli 2, 9 e 10 delle regole tecniche di cui al DM 44 del 2011.

È interessante evidenziare il riferimento alla conservazione digitale del fascicolo poiché tale operazione deve essere effettuata nel rispetto delle disposizioni del codice dell'amministrazione digitale e delle linee guida attuative dello stesso.

Poiché peraltro allo stato gli archivi digitali degli uffici giudiziari non rispettano a pieno tali previsioni, appare necessario che si conduca un'operazione di adeguamento anche al fine di garantire la leggibilità e l'integrità dei fascicoli nel tempo.

Un recentissimo e importante arresto giurisprudenziale consente un'ulteriore riflessione sul ruolo che il fascicolo digitale può assumere all'interno del processo. Con sentenza n. 4835 del 16 febbraio 2023, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno infatti affermato che il principio di "non dispersione (o di acquisizione) della prova", operante anche per i documenti - prodotti sia con modalità telematiche che in formato cartaceo -, comporta che il fatto storico in essi rappresentato si ha per dimostrato nel processo, costituendo fonte di conoscenza per il giudice e spiegando un'efficacia che non si esaurisce nel singolo grado di giudizio, né può dipendere dalle successive scelte difensive della parte che li abbia inizialmente offerti in comunicazione.

Il giudice d'appello ha il potere-dovere di esaminare un documento ritualmente prodotto in primo grado nel caso in cui la parte interessata ne faccia specifica istanza nei propri scritti difensivi, mediante richiamo di esso nella parte argomentativa dei motivi formulati o delle domande ed eccezioni riproposte, illustrando le ragioni, trascurate dal primo giudice, per le quali il contenuto del documento acquisito giustifichi le rispettive deduzioni. Affinché il giudice di appello possa procedere all'autonomo e diretto esame del documento già prodotto in formato cartaceo nel giudizio di primo grado, onde dare risposta ai motivi di impugnazione o alle domande ed eccezioni riproposte su di esso fondati, il documento può essere sottoposto alla sua attenzione, ove non più disponibile nel fascicolo della parte che lo aveva offerto in comunicazione (perché ritirato e non restituito, o perché questa è rimasta contumace in secondo grado), mediante deposito della copia rilasciata alle altre parti a norma dell'art. 76 disp. att. c.p.c. Il giudice di appello può inoltre porre a fondamento della propria decisione il documento prodotto in formato cartaceo non rinvenibile nei fascicoli di parte apprezzandone il contenuto che sia trascritto o indicato nella decisione impugnata, o in altro provvedimento o atto del processo, ovvero, se lo ritiene necessario, può ordinare alla parte interessata di produrre, in copia o in originale, determinati documenti acquisiti in primo grado. Allorché la parte abbia ottemperato all'onere processuale di compiere nell'atto di appello o nella comparsa di costituzione una puntuale allegazione del fatto rappresentato dal documento cartaceo prodotto in primo grado, del quale invochi il riesame in sede di gravame, e la controparte neppure abbia provveduto ad offrire in comunicazione lo stesso nel giudizio di secondo grado, sarà quest'ultima a subire le conseguenze di tale comportamento processuale, potendo il giudice, il quale ha comunque il dovere di ricomporre il contenuto di una rappresentazione già stabilmente acquisita al processo, ritenere provato il fatto storico rappresentato dal documento nei termini specificamente allegati nell'atto difensivo.

L'importanza di tale pronuncia è evidente, soprattutto se posta in relazione al contenuto del fascicolo digitale e alle sue vicende processuali. Si ricorda infatti che, in caso di impugnazione, esso viene trasmesso al grado successivo nella sua interezza, completo di atti e documenti; in conseguenza di ciò il principio di non dispersione della prova teorizzato dalla Suprema Corte può essere valorizzato a pieno: tutti i documenti saranno visibili dal nuovo Giudice e potranno essere presi in considerazione anche laddove formalmente non riprodotti dalla parte che li aveva depositati nei gradi precedenti.

Dovrebbe essere così superato il differente orientamento secondo il quale l'appellante, laddove assumesse che l'errore del primo giudice consistesse nell'interpretazione o valutazione di un documento, il cui preciso contenuto testuale non risultasse dalla sentenza impugnata, ovvero, pacificamente, dagli atti delle parti, dovrebbe metterlo a disposizione del giudice di appello, perché possa procedere al richiesto riesame anche nei casi in cui lo stesso sia stato in precedenza prodotto dalla controparte, risultata vincitrice in primo grado (così Cass. 8 febbraio 2013, n. 3033).

A dir la verità tale orientamento, di dubbia giustizia al tempo dei fascicoli analogici che potevano essere ritirati e depositati a discrezione delle parti processuali, era diventato anacronistico in presenza di fascicoli digitali contenenti sempre tutti i documenti depositati dalle parti. Una sua rigida applicazione avrebbe infatti portato alla conseguenza, certamente poco rispondente ai principi del giusto processo, che un documento perfettamente visibile per il Giudice a seguito della trasmissione del fascicolo digitale del grado inferiore, non avrebbe potuto essere preso in considerazione solo perché formalmente non riprodotto dalla parte interessata!

Sembra, dunque, che ora si sia stabilito un assetto più conforme ai principi costituzionali.

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