Notificazioni al domicilio digitale: i chiarimenti della Suprema Corte

La Redazione
08 Novembre 2024

In materia di domicilio digitale, è stato chiarito che le parti possono continuare a prediligere il domicilio fisico nonostante l'introduzione del domicilio digitale, sottolineando che l'indicazione di quest'ultimo comporta notifiche telematiche obbligatorie, a meno che non sia eletto esclusivamente per le comunicazioni. Se l'elezione di domicilio digitale dell’indirizzo di posta elettronica certificata è effettuata ai soli fini delle comunicazioni di cancelleria, bisogna considerare prevalente per la decorrenza del termine breve ex art. 325 c.p.c. il domicilio fisico.

La controversia in esame nasceva dalla richiesta di risarcimento danni da parte di due proprietari di terreni agricoli nei confronti di una società di prodotti fitosanitari biologici per l'inefficacia dell'antiparassitario posto in commercio. Dopo il rigetto nel merito in primo grado, la Corte d'appello aveva accolto l'eccezione della decadenza degli appellanti dall'impugnazione per notifica tardiva, secondo le disposizioni normative sulla notifica a mezzo PEC. Avverso tale decisione i due proprietari proponevano ricorso per cassazione.

La Suprema Corte, ritenendo fondati i motivi alla base del ricorso, ha chiarito che l'introduzione della normativa sul domicilio digitale non ha eliminato la prerogativa della parte di individuare in via elettiva, come nel caso di specie, uno specifico luogo fisico. Tuttavia, in tutti i casi in cui la parte indichi il domicilio digitale, senza circoscrivere la portata di tale indicazione alle sole comunicazioni, vi è l'obbligo di notificazione in via telematica.

Orbene, nella sentenza impugnata, per i giudici, la corte di merito non aveva rispettato i suddetti principi, in quanto aveva omesso di considerare che l'elezione di domicilio digitale dell'indirizzo di posta elettronica certificata dell'avvocato era stata effettuata ai soli fini delle comunicazioni di cancelleria e che, di conseguenza, bisognava considerare prevalente il domicilio fisico rispetto a quello digitale per la decorrenza del termine breve ex art. 325 c.p.c.

Alla luce di tali considerazioni, la Corte ha, pertanto, cassato con rinvio la pronuncia impugnata.

(fonte: dirittoegiustizia.it)

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