Giudizio abbreviato e continuazione: diminuzione di pena unica o differenziata tra delitti e contravvenzioni

21 Novembre 2024

In tema di giudizio abbreviato, l'art. 442, comma 2, c.p.p., come novellato dalla legge 23 giugno 2017, n. 103, nella parte in cui prevede che, in caso di condanna per una contravvenzione, la pena che il giudice determina tenendo conto di tutte le circostanze è diminuita della metà, anziché di un terzo come previsto dalla previgente disciplina, costituisce norma penale di favore e impone che, in caso di continuazione tra delitti e contravvenzioni, la riduzione per il rito vada effettuata distintamente sugli aumenti di pena disposti per le contravvenzioni, nella misura della metà, e su quelli disposti per i delitti (oltre che sulla pena base), nella misura di un terzo.

Il caso e la questione controversa

La Corte di appello di Napoli confermava sostanzialmente la sentenza di primo grado, emessa all'esito del giudizio abbreviato, con cui l'imputato era stato condannato per il reato di cui all'art. 73, comma 5, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e per la contravvenzione di cui all'art. 116, commi 15 e 17, Codice della Strada.

Il tema oggetto della sentenza in commento è se, nel caso di giudizio abbreviato per delitti e contravvenzioni posti in continuazione, la diminuente per il rito vada calcolata nella misura complessiva ed esaustiva di un terzo, una volta determinata la pena unica ex art. 81, comma 2, c.p., ovvero se detta riduzione vada operata sulla pena inflitta per i delitti nella misura di un terzo e, sulla pena applicata per le contravvenzioni, nella misura della metà, ex art. 442, comma 2, c.p.p., come novellato dalla legge 23 giugno 2017, n. 103.

Il principio di diritto
Cass. pen., sez. VI, 18 gennaio 2024, n. 17842

«In tema di giudizio abbreviato, l'art. 442, comma 2, c.p.p., come novellato dalla legge 23 maggio 2017, n. 103, nella parte in cui prevede che, in caso di condanna per una contravvenzione, la pena che il giudice determina tenendo conto di tutte le circostanze è diminuita della metà, anziché di un terzo come previsto dalla previgente disciplina, costituisce norma penale di favore e impone che, in caso di continuazione tra delitti e contravvenzioni, la riduzione per il rito vada effettuata distintamente sugli aumenti di pena disposti per le contravvenzioni, nella misura della metà, e su quelli disposti per i delitti (oltre che sulla pena base), nella misura di un terzo.».

Il contrasto

Il principio del favor rei tra valore assoluto e relativo

  • Secondo un primo orientamento, a cui aderisce la sentenza in commento, il differente trattamento sanzionatorio di cui all'art. 442 c.p.p. – secondo cui, quando si procede per una contravvenzione la pena è diminuita della metà e non di un terzo – costituisce norma penale di favore ed impone che, in caso di continuazione tra delitti e contravvenzioni, la riduzione per il rito sia effettuata distintamente sugli aumenti di pena disposti per le contravvenzioni (nella misura della metà) e su quelli per i delitti (nella misura di un terzo). I n questo senso, v. anche Cass. pen., sezII, n. 33454/2023, Rv. 285023; Cass. pen., sez. VI, n. 4199/2022, n. mass; Cass. pen., sez. I, n. 39087/2019, Rv. 276869; Cass. pen., sez. II, n. 14068/2019, Rv. 275772).
  • Sebbene la determinazione della pena in caso di continuazione presupponga la perdita di “autonomia” dei reati satellite e la riduzione di pena conseguente alla scelta del rito abbreviato vada applicata dopo la determinazione del trattamento sanzionatorio, nondimeno il trattamento sanzionatorio più favorevole ex art. 442, comma 2, seconda parte, c.p.p. costituisce espressione di un principio che prevale sul dato formale dell'incidenza della riduzione premiale sulla pena di cui all'art. 81 c.p.
  • A sostegno di tale ordine di idee si osserva, tra l'altro, che, per un verso, la diminuzione di pena di cui all'art. 81 c.p. è discrezionale, seppur entro certi limiti, invece in ipotesi di rito abbreviato l'ammontare della decurtazione è sottratta a tale discrezionalità; per altro verso, una differente esegesi condurrebbe alla parziale abrogazione di una norma che produce effetti sostanziali favorevoli.
  • Di converso, per altro orientamento, la riduzione di cui all'art. 442, comma 2, c.p.p., deve essere applicata, nel caso di continuazione tra delitti e contravvenzioni, nella misura unitaria di un terzo prevista per i delitti, essendo la pena del reato continuato parametrata su quella stabilita per il delitto in applicazione della regola del cumulo delle pene concorrenti di cui all'art. 76 c.p. (tra le altre, Cass. pen., sezII, n. 40079/2023, Rv. 285218; Cass. pen., sez. VI, n. 48834/2022, Rv. 284076; Cass. pen., sez. III, n. 41755/2021, Rv. 282670).
  • In particolare, le pene originariamente contemplate per le violazioni minori non conservano efficacia e, pertanto, si deve esclusivamente procedere con l'aumento per la violazione più grave, prescindendo da quella dei reati-satellite perché la nuova unità di pena disancora questi ultimi dalle rispettive specifiche sanzioni edittali.
  • Inoltre, si rileva che al principio del favor rei, già sotteso all'istituto della continuazione, non può attribuirsi una valenza assoluta: ed invero, questo va bilanciato con quanto disposto ex art. 81, comma 2, c.p. al fine di riunire le diverse violazioni, tenendo conto del tenore delle disposizioni e delle loro rationes che contemplano già in senso favorevole al reo un doppio limite all'aumento di pena di cui all'art. 81, commi 3 e 4, c.p. 
  • In data 7 novembre 2024 l'Ufficio Spoglio della Sezione Quinta penale ha segnalato la questione ai fini della eventuale rimessione alle Sezioni Unite ai sensi dell'art. 610, comma 2, c.p.p. 

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