Nullità della sentenza depositata prima della memoria di replica della parte
02 Dicembre 2024
La CARROZZERIA F.LLI BA. Srl, in qualità di cessionaria del credito da indennizzo assicurativo spettante a Tizio per i danni cagionati all'auto di sua proprietà da una grandinata, domandava giudizialmente la condanna della Unipol Assicurazioni Spa, compagnia prestante garanzia per "eventi atmosferici", al pagamento del residuo indennizzo ancora non corrisposto; la domanda, accolta in prime cure dal Giudice di pace, veniva disattesa dalla sentenza resa su appello dell'assicuratrice. Ricorreva in Cassazione la CARROZZERIA F.LLI BA. Srl, lamentando – per ciò che qui rileva - la nullità della sentenza impugnata poiché emessa prima che fosse visibile nel fascicolo telematico la memoria di replica depositata ex art. 190 c.p.c. dall'odierna ricorrente. La Suprema Corte ha accolto il motivo di ricorso individuato dalla ricorrente, sottolineando che il diritto alla difesa ed il diritto al contraddittorio costituiscono diritti processuali essenziali, presidiati da norme di massimo grado del nostro ordinamento: anzi, più precisamente, «il diritto al contraddittorio è insito nel diritto di difesa e il diritto di difesa richiede che il processo si strutturi, nelle varie fasi, secondo il principio del contraddittorio. In ciò si realizza la più elementare concretizzazione della garanzia del giusto processo» (Cass. civ., sez. un., 25 novembre 2021, n. 36596); la lesione di siffatti diritti, verificatasi nell'arco del processo ed in un qualsiasi momento, cagiona dunque la nullità della sentenza resa a definizione dello stesso, per diretta ed immediata trasgressione dei principi sanciti dagli artt. 24 e 111 Cost., senza necessità di allegare o dimostrare alcun pregiudizio specifico o ulteriore rispetto al vulnus arrecato a difesa e contraddittorio. Nel caso di specie, il giudice d'appello ha sì emesso la sentenza dopo la scadenza del termine per le memorie di replica, ma prima che una di esse (quella tempestivamente depositata dall'odierno ricorrente) fosse visibile dal giudice, come dimostra l'accettazione della Cancelleria della PEC di deposito della memoria, avvenuta successivamente rispetto al deposito della sentenza. Quindi, deve ritenersi concretato un vulnus al diritto di difesa della parte, il quale postula non soltanto il rispetto del termine per il deposito degli scritti conclusionali, ma anche l'effettivo ingresso degli stessi nella sfera di conoscibilità del giudice investito della decisione. Di conseguenza, la sentenza è nulla. |