Violazione del diritto di prova: quando ricorre?
04 Dicembre 2024
Un uomo conveniva il Comune di M. davanti al Tribunale di Ascoli Piceno per vedersi riconoscere il diritto alla percezione del contributo di autonoma sistemazione previsto dall'ordinanza n. 388 del 26 agosto 2016 del Capo del Dipartimento della Protezione Civile («Primi interventi urgenti di protezione civile conseguenti all'eccezionale evento sismico che ha colpito il territorio delle Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo il 24 agosto 2016»). All'esito dell'istruttoria, il Tribunale rigettava la domanda attorea, ritenendo non adeguatamente comprovato che l'uomo, al momento del sisma, avesse la propria dimora abituale nell'immobile dichiarato inagibile dal Comune convenuto. Tale decisione veniva confermata in sede d'appello. L'uomo ricorreva in Cassazione, denunciando – con un unico motivo – che la Corte d'appello non avesse vagliato alcun elemento a favore del ricorrente riguardo al fatto che la sua dimora fosse in quel Comune; inoltre, il giudice di merito non aveva accolto l'offerta di prova testimoniale, volta proprio a dimostrare la sua dimora presso il Comune convenuto. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, rimarcando che «la mancata ammissione di un mezzo istruttorio (nella specie, prova testimoniale) si traduce in un vizio della sentenza se il giudice pone a fondamento della propria decisione l'inosservanza dell'onere probatorio ex art. 2697 c.c., benché la parte abbia offerto di adempierlo» (cfr. Cass. civ., sez. III, 25 giugno 2021, n. 18285). Infatti, la Cassazione non ha rinvenuto nella sentenza impugnata alcuna motivazione sulla mancata ammissione della prova testimoniale, ritualmente riproposta dall'odierno ricorrente nelle conclusioni rassegnate in appello, nonostante tale mezzo istruttorio fosse astrattamente dotato di decisività, poiché diretto a dimostrare il fatto che l'uomo dimorava stabilmente ed abitualmente nell'immobile sito nel Comune di M. alla data del sisma. Inoltre, la Corte d'Appello aveva valutato il compendio probatorio ed aveva ricostruito i fatti basandosi solo su elementi presuntivi ai sensi dell'art. 2729 c.c., mentre la parte ne aveva offerto la dimostrazione con prova diretta (cfr. Cass. civ., sez. III, 1 settembre 2023, n. 25635). Di conseguenza, la Suprema Corte ha riconosciuto il lamentato vizio di violazione del diritto alla prova, rinviando la causa alla Corte d'appello di Ancona in diversa composizione per una nuova valutazione. |