Comunicazione del commissario giudiziale di accettazione dell'incarico

Antonio Picardi

inquadramento

L'art. 92 c.c.i.i. definisce espressamente il commissario giudiziale come pubblico ufficiale (a differenza del liquidatore giudiziale). È, inoltre, presente un rinvio, nei limiti di compatibilità, agli artt. 125 (“nomina del Curatore”), 126 (“accettazione del curatore”), 133 (“reclamo contro gli atti e le omissioni del curatore”) 134 (“revoca del curatore”), 136 (“responsabilità del curatore”), 137 (“compenso del curatore”), sul modello dell'art. 165 l.fall. (che rinvia agli omologhi artt. 36, 37, 38 e 39). Da evidenziare è il richiamo, da parte dell'art. 92 c.c.i.i., alle disposizioni di cui all'art. 35, comma 4-bis, 35.1 e 35.2, del d.lgs. n. 159/2011 (c.d. codice antimafia), recanti le ipotesi di incompatibilità per l'assunzione e l'esercizio dell'ufficio di amministratore giudiziario che vengono così estese anche al commissario giudiziale.

Formula

TRIBUNALE ORDINARIO DI ....

SEZ. ....

ACCETTAZIONE DELL'INCARICO DI COMMISSARIO GIUDIZIALE (ART. 92 c.c.i.i.)

N. .... Registro dei concordati preventivi

Giudice Delegato Dott. ....

Ill.mo Giudice Delegato al concordato preventivo ....

Il sottoscritto .... C.F. .... con Studio in .... Via/Piazza .... Telefono .... Fax .... E-mail .... nominato Commissario giudiziale

in data .... G.D. Dott. ....

COMUNICA

di accettare l'incarico.

Visto l'art. 92 [1]c.c.i.i.

DICHIARA:

– di non essere stato interdetto né inabilitato né dichiarato fallito né condannato ad una pena che importi l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici.

– di non essere mai stato alle dipendenze e di non aver mai prestato la sua opera professionale a favore della società debitrice, di non essersi ingerito nell'impresa e di non aver con i componenti della stessa, rapporti di parentela o di affinità.

Ai sensi dell'art. 35.1 [2] ed art. 35 comma 4-bis[3] del d.lgs. n. 159/2011 modificato con d.lgs. n. 54/2018

DICHIARA

– di non essere legato da rapporti di coniugio, unione civile o convivenza di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016 n. 76, parentela entro il terzo grado o affinità entro il secondo grado con magistrati addetti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il magistrato che conferisce l'incarico, di non avere con tali magistrati un rapporto di assidua frequentazione. Si intende per frequentazione assidua quella derivante da una relazione sentimentale o da un rapporto di amicizia stabilmente protrattosi nel tempo e connotato da reciproca confidenza, nonché il rapporto di frequentazione tra commensali abituali;

IMPEGNANDOSI ALTRESÌ

a comunicare in via riservata al Presidente della Sezione e/o al G.D. eventuali azioni di responsabilità o procedimenti penali o disciplinari pendenti o che fossero instaurati nel corso della procedura.

Luogo e data ....

Il Commissario Giudiziale ....

[1]L'art. 92 c.c.i.i., come modificato a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce: «1. Il commissario giudiziale è, per quanto attiene all'esercizio delle sue funzioni, pubblico ufficiale. 2. Si applicano al commissario giudiziale gli articoli 125, 126, 133, 134, 135, 136 e 137, in quanto compatibili, nonché le disposizioni di cui agli articoli 35, comma 4-bis, e 35.1 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159; si osservano altresì le disposizioni di cui all'articolo 35.2 del predetto decreto. 3. Il commissario giudiziale vigila sull'attività del debitore e fornisce ai creditori che ne fanno richiesta, valutata la congruità della stessa e previa assunzione di opportuni obblighi di riservatezza, le informazioni utili per la presentazione di proposte concorrenti, sulla base delle scritture contabili e fiscali obbligatorie del debitore, nonché ogni altra informazione rilevante in suo possesso. Nel concordato in continuità aziendale, nel termine concesso ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera a), il commissario giudiziale, se richiesto o in caso di concessione delle misure protettive di cui all'articolo 54, comma 2, affianca il debitore e i creditori nella negoziazione del piano formulando, ove occorra, suggerimenti per la sua redazione. Nel concordato in continuità aziendale il commissario giudiziale può affiancare il debitore e i creditori anche nella negoziazione di eventuali modifiche del piano o della proposta. 4. La disciplina di cui al comma 3 si applica anche in caso di richieste, da parte di creditori o di terzi, di informazioni utili per la presentazione di offerte concorrenti. 5. Il commissario giudiziale comunica senza ritardo al pubblico ministero i fatti che possono interessare ai fini delle indagini preliminari in sede penale e dei quali viene a conoscenza nello svolgimento delle sue funzioni».

[2]La norma così recita: «L'amministratore giudiziario, al momento dell'accettazione dell'incarico e comunque entro due giorni dalla comunicazione della nomina, deposita presso la cancelleria dell'ufficio giudiziario conferente l'incarico una dichiarazione attestante l'insussistenza delle cause di incompatibilità di cui all'articolo 35, comma 4-bis. In caso di violazione della disposizione di cui al periodo precedente il tribunale provvede d'urgenza alla sostituzione del soggetto nominato. Il tribunale provvede allo stesso modo nel caso in cui, dalla dichiarazione depositata, emerga la sussistenza di una causa di incompatibilità. In caso di dichiarazione di circostanze non corrispondenti al vero effettuata da un soggetto iscritto ad un albo professionale, il tribunale lo segnala all'organo competente dell'ordine o del collegio professionale ai fini della valutazione di competenza in ordine all'esercizio dell'azione disciplinare e al presidente della Corte di appello affinché dia notizia della segnalazione a tutti i magistrati del distretto. 2. Nella dichiarazione il soggetto incaricato deve comunque indicare, ai fini di cui all'art. 35.2, l'esistenza di rapporti di coniugio, unione civile o convivenza di fatto ai sensi della l. n. 76/2016, parentela entro il terzo grado o affinità entro il secondo grado o frequentazione assidua con magistrati, giudicanti o requirenti, del distretto di Corte di appello nel quale ha sede l'ufficio giudiziario presso il quale è pendente il procedimento. 3. Il coadiutore nominato dall'amministratore giudiziario a norma dell'art. 35, comma 4, redige la dichiarazione disciplinata ai commi 1 e 2 e la consegna all'amministratore giudiziario entro due giorni dal momento in cui ha avuto conoscenza della nomina e, in ogni caso, prima di dare inizio alla sua attività. L'amministratore giudiziario entro i due giorni successivi provvede a depositare in cancelleria la dichiarazione del coadiutore. Se il coadiutore non consegna la dichiarazione o se dalla dichiarazione emerge la sussistenza di una causa di incompatibilità, l'amministratore giudiziario non può avvalersi del coadiutore nominato. 4. A decorrere dal trentesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del provvedimento con cui il responsabile dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia attesta la piena funzionalità dei sistemi in relazione a quanto previsto dai commi 1, 2 e 3, il deposito della dichiarazione prevista dai predetti commi ha luogo esclusivamente con modalità telematiche, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici».

[3]Secondo tale norma: «Non possono assumere l'ufficio di amministratore giudiziario, né quello di suo coadiutore, coloro i quali sono legati da rapporto di coniugio, unione civile o convivenza di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, parentela entro il terzo grado o affinità entro il secondo grado con magistrati addetti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il magistrato che conferisce l'incarico, nonché coloro i quali hanno con tali magistrati un rapporto di assidua frequentazione. Si intende per frequentazione assidua quella derivante da una relazione sentimentale o da un rapporto di amicizia stabilmente protrattosi nel tempo e connotato da reciproca confidenza, nonché il rapporto di frequentazione tra commensali abituali».

commento

Con il d.lgs. n. 54/2018 (in vigore dal 25 giugno 2018) sono state apportate modifiche al c.d. codice antimafia (d.lgs. n. 159/2011) e introdotte nuove ipotesi di incompatibilità per l'assunzione e l'esercizio dell'ufficio di amministratore giudiziario.

Ai sensi dell'art. 2 del decreto, le nuove disposizioni, recepite dall'art. 92, comma 2 c.c.i.i., trovano applicazione anche nei confronti del commissario giudiziale.

Orbene, l'art. 35, comma 4-bis del “codice antimafia”, dispone l'incompatibilità all'assunzione dell'incarico di coloro che «sono legati da rapporto di coniugio, unione civile o convivenza di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, parentela entro il terzo grado o affinità entro il secondo grado con magistrati addetti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il magistrato che conferisce l'incarico, nonché coloro i quali hanno con tali magistrati un rapporto di assidua frequentazione. Si intende per frequentazione assidua quella derivante da una relazione sentimentale o da un rapporto di amicizia stabilmente protrattosi nel tempo e connotato da reciproca confidenza, nonché il rapporto di frequentazione tra commensali abituali».

Si evidenzia che, ai sensi dell'art. 35, comma 1, d.lgs. n. 159/2011, «in caso di dichiarazione di circostanze non corrispondenti al vero effettuata da un soggetto iscritto ad un albo professionale, il tribunale lo segnala all'organo competente dell'ordine o del collegio professionale ai fini della valutazione di competenza in ordine all'esercizio dell'azione disciplinare e al presidente della Corte di appello affinché dia notizia della segnalazione a tutti i magistrati del distretto». Il mancato adempimento all'obbligo dichiarativo, nei termini indicati dall'art. 35, comma 1, così come l'eventuale sussistenza di cause di incompatibilità emerse dalla dichiarazione depositata, sarà motivo di sostituzione del soggetto nominato.

Considerato il tenore dell'art. 35, comma 4-bis, d.lgs. n. 159/2011 – al di là dei rapporti di parentela e affinità, che sono oggettivamente individuabili – il «rapporto di assidua frequentazione», per la quale deve intendersi «quella derivante da una relazione sentimentale o da un rapporto di amicizia stabilmente protrattosi nel tempo e connotato da reciproca confidenza» implica una valutazione soggettiva che è rimessa alla ragionevole discrezionalità di chi deve rilasciare la dichiarazione, ma che potrà essere successivamente sindacata nel merito da chi è preposto alla vigilanza sul rispetto della legge (in primis i magistrati che conferiscono gli incarichi e che presiedono le procedure nell'ambito delle quali gli incarichi vengono conferiti).

È da ritenere, infine, che per “Ufficio Giudiziario” debba intendersi l'intero Tribunale (con esclusione della Procura della Repubblica in quanto costituente, in effetti, altro ufficio giudiziario) e non soltanto la sezione fallimentare.

Va segnalata la modifica apportata all'art. 92, comma 3 c.c.i.i. dal decreto correttivo-ter, per cui nel concordato in continuità aziendale, all'evidente fine di favorire il successo della procedura, il commissario giudiziale affianca il debitore ed i creditori anche nella negoziazione di eventuali modifiche del piano o della proposta.

Si sottolinea, poi, anche la modifica dell'art. 126 c.c.i.i., sempre da parte del correttivo-ter, che, nella prospettiva della celere gestione della procedura, responsabilizza il curatore (e, attraverso il richiamo di cui agli artt. 92 e 114, anche il commissario giudiziale e i liquidatori) ad accettare l'incarico, previa verifica della disponibilità di tempo e di risorse professionali e organizzative adeguate al tempestivo svolgimento di tutti i compiti connessi all'espletamento della funzione e dandone atto nell'accettazione.

Infine, la modifica dell'art. 358 c.c.i.i., sempre da parte del correttivo-ter, chiarisce che per la nomina agli incarichi nelle procedure, l'iscrizione all'elenco è requisito indefettibile che concorre con quelli ulteriori ivi disciplinati e rafforza i requisiti di professionalità, allargando la scelta anche al di fuori del circondario al quale appartiene il singolo ufficio giudiziario, ma dando, altresì, rilievo all'attività pregressa.

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