Istanza di autorizzazione per il pagamento di crediti pregressi ex art. 100 c.c.i.i.inquadramentoIl debitore che presenta la domanda di concordato preventivo, anche “in bianco”, quando è prevista la continuazione dell'attività aziendale, può chiedere al tribunale di essere autorizzato, assunte se del caso sommarie informazioni, a pagare crediti anteriori per prestazioni di beni o servizi, se un professionista indipendente attesta che tali prestazioni sono essenziali per la prosecuzione dell'attività di impresa e funzionali ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori. L'attestazione non è necessaria per pagamenti effettuati fino a concorrenza della finanza esterna apportata al debitore, senza obbligo di restituzione o con obbligo di restituzione postergato alla soddisfazione dei creditori. Regole particolari sono fissate per il contratto di lavoro, nel senso che il tribunale può autorizzare, alle suddette condizioni, il pagamento di retribuzioni anteriori e per il contratto di mutuo (con garanzia reale gravante su beni strumentali all'esercizio dell'impresa), potendo il tribunale autorizzare il rimborso, alla scadenza convenuta, delle rate a scadere, se il debitore, alla data della presentazione della domanda di concordato preventivo, è in regola con i pagamenti; è necessario, tuttavia, che il professionista indipendente attesti che il credito garantito potrebbe essere soddisfatto integralmente con il ricavato della liquidazione del bene effettuata a valore di mercato e che il rimborso delle rate a scadere non lede i diritti degli altri creditori. FormulaTRIBUNALE DI .... SEZ. .... ISTANZA PER L'AUTORIZZAZIONE AL PAGAMENTO DI CREDITI ANTERIORI EX ART. 100 c.c.i.i.[1] Nell'interesse della Società ...., con sede legale in .... (P.I., C.F. ....; numero R.E.A.: ....), di seguito anche “società ricorrente”, capitale sociale sottoscritto e versato per Euro: ...., indirizzo PEC .... in persona del legale rappresentante .... nato/a a .... residente .... C.F. ...., autorizzato al presente atto in virtù dei poteri che gli derivano dalla legge, rappresentata e difesa, ai fini della presente procedura, dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ...., che dichiara di voler ricevere le comunicazioni al seguente indirizzo PEC .... PREMESSO che la società ricorrente ha depositato, in data ...., domanda per l'accesso ad una delle procedure di regolazione concordata della crisi di impresa; che il Tribunale, con decreto depositato in data ...., ha accolto la domanda, concedendo alla ricorrente termine fino al .... e nominando come Commissario Giudiziale il Dott. ....; che, in data ...., la società istante ha provveduto ad integrare la domanda di concordato, depositando la proposta, il piano e la documentazione prescritta dall'art. 39, comma 1, c.c.i.i.; che il piano prevede la continuazione dell'attività aziendale in forma diretta; Con la presente istanza si chiede all'Ecc.mo Tribunale l'autorizzazione al pagamento del debito concorsuale contratto nei confronti di ...., per i seguenti motivi: 1. Descrizione del rapporto da cui deriva il credito anteriore che si intende pagare [2]; [ .... ] 2. Descrizione dell'essenzialità [3] del pagamento per la prosecuzione della attività di impresa; [ .... ] 3. Descrizione della funzionalità del pagamento ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori [ .... ]. Eppertanto, la società ricorrente, come sopra rappresentata, difesa, domiciliata CHIEDE che l'Ecc.mo Tribunale adito, assunte se del caso sommarie informazioni, voglia autorizzare la società ricorrente a pagare il credito maturato da ...., ai sensi dell'art. 100 c.c.i.i. Si allega: relazione del professionista indipendente ex art. 100, comma 1, c.c.i.i. Luogo e data .... Firma Avv. .... Firma legale rappresentante della Società istante .... [1]L'art. 100 c.c.i.i., come modificato a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce: «1. Con la domanda di accesso, anche nell'ipotesi di cui all'articolo 44, comma 1, lettera a), o successivamente, il debitore, quando è prevista la continuazione dell'attività aziendale, può chiedere al tribunale di essere autorizzato, assunte se del caso sommarie informazioni, a pagare crediti anteriori per prestazioni di beni o servizi, se un professionista indipendente attesta che tali prestazioni sono essenziali per la prosecuzione dell'attività di impresa e funzionali ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori. L'attestazione del professionista non è necessaria per pagamenti effettuati fino a concorrenza dell'ammontare di nuove risorse finanziarie che vengano apportate al debitore senza obbligo di restituzione o con obbligo di restituzione postergato alla soddisfazione dei creditori. Il tribunale può autorizzare, alle medesime condizioni, il pagamento delle retribuzioni dovute per le mensilità antecedenti il deposito del ricorso ai lavoratori addetti all'attività di cui è prevista la continuazione. 2. Quando è prevista la continuazione dell'attività aziendale, la disciplina di cui al comma 1 si applica, in deroga al disposto dell'art. 154, comma 2, al rimborso, alla scadenza convenuta, delle rate a scadere del contratto di mutuo con garanzia reale gravante su beni strumentali all'esercizio dell'impresa se il debitore, alla data della presentazione della domanda di concordato, anche nell'ipotesi di cui all'art. 44, comma 1, lettera a), ha adempiuto le proprie obbligazioni o se il tribunale lo autorizza al pagamento del debito per capitale ed interessi scaduto a tale data. Il professionista indipendente attesta anche che il credito garantito potrebbe essere soddisfatto integralmente con il ricavato della liquidazione del bene e che il rimborso delle rate a scadere non lede i diritti degli altri creditori». [2]Cfr. Trib. Modena 6 agosto 2015 secondo cui «La disposizione di cui all'art. 182-quinquies l.fall., a mente della quale l'imprenditore che dichiara di voler accedere ad un concordato in continuità aziendale può chiedere al tribunale di essere autorizzato a pagare crediti anteriori per prestazioni di beni o servizi ritenuti ed attestati come essenziali per la prosecuzione delle attività di impresa e funzionali ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori, ha l'evidente ratio di consentire al debitore di adeguarsi all'eventuale pretesa dei c.d. fornitori strategici di essere soddisfatti con modalità diverse rispetto agli altri creditori concorsuali e, quindi, di violare la par condicio creditorum a fronte della prospettiva di non riuscire ad ottenere la fornitura di beni o servizi indispensabili, in quanto di fatto insostituibili, alla continuazione dell'attività di impresa. Presupposto essenziale per la ammissibilità della richiesta avanzata ai sensi dell'art. 182-quinquies l.fall. di autorizzazione al pagamento di creditori strategici nell'ambito del concordato con continuità aziendale è la circostanza che i fornitori in questione abbiano piena libertà di fornire o no la loro prestazione e non siano invece vincolati da un rapporto contrattuale in essere, in quanto, in tal caso, il loro obbligo deriverebbe dal contratto (che nel concordato preventivo, come noto, prosegue regolarmente, fatta eccezione per le ipotesi di cui all'art. 169-bis l.fall.) e non sarebbe necessaria la prospettiva di alcun particolare beneficio. Sono applicabili anche al concordato preventivo – per identità di ratio ed anche perché, fatta salva l'ipotesi di cui all'art. 169-bis l.fall., l'apertura della procedura non influisce di per sé sui rapporti pendenti – i principi per cui, nell'ambito del fallimento, i contratti pendenti non possono essere risolti per iniziativa del contraente in bonis, in ragione della inefficacia della eventuale clausola risolutiva ai sensi dell'art. 72, comma 6, l.fall. nonché del divieto di introdurre un'azione giudiziale per la risoluzione successivamente alla dichiarazione di fallimento (art. 72, comma 5, l.fall.)». [3] Cfr. Trib. Ravenna 28 luglio 2017 secondo cui «dal coordinamento dell'art. 161 comma 7 l.fall. e art. 182-quinquies l.fall. riguardo il pagamento di crediti anteriori – in relazione all'attestazione del professionista circa il carattere essenziale della prestazione per la prosecuzione della attività di impresa – emerge che il concetto di essenzialità non può essere inteso in senso assoluto, ma va interpretato in modo relativo, essendo la disciplina relativa alla continuità aziendale, di cui il legislatore della riforma ha inteso favorire la prosecuzione rispetto all'alternativa liquidatoria/fallimentare». commentoL'art. 100 c.c.i.i., risulta modellato sull'art. 182-quinquies, comma 4, l.fall. (introdotto dall'art. 33, comma 1, lett. f) del d.l. n. 83/2012, convertito, con modificazioni, nella l. n. 134/2012), dal quale si differenza soltanto per avere previsto una specifica disciplina per quanto concerne il contratto di lavoro e quello di mutuo. La ratio dell'innovazione normativa del 2012 è da individuarsi nella raggiunta consapevolezza, da parte del legislatore, del fatto che «la continuazione dell'attività si può risolvere nella necessità di conservare i rapporti commerciali già in essere e che per evitare di correre il rischio che gli interlocutori dell'impresa in concordato decidano di interrompere il loro rapporto a causa del mancato pagamento di crediti sorti anteriormente alla presentazione della domanda, non può più essere impedita l'effettuazione di tali pagamenti» (cfr. relazione accompagnatoria). Ora, risulta evidente come tale previsione normativa costituisca una notevole deroga al principio della par condicio creditorum nell'ambito concordatario (cfr. Trib. Modena 6 agosto 2015), giacché consente di pagare alcuni creditori concorsuali prima del tempo previsto ed al di fuori dei riparti; tale deroga si spiega proprio con la difficoltà di proseguire per altra via nell'attività di impresa se non si assicura il pagamento anche dei debiti anteriori per forniture di beni e servizi strategici, ossia di importanza cruciale per il mantenimento dell'azienda in esercizio. Ne discende che la norma in esame deve essere interpretata ed applicata restrittivamente, considerato che, a stretto rigore normativo, potrà concedersi l'autorizzazione in discorso solo allorquando i crediti da soddisfare fuori concorso riguardino forniture e prestazioni strettamente necessarie per la prosecuzione dell'attività di impresa e difficilmente sostituibili con altre prestazioni. In concreto, l'attestatore dovrà valutare se sia tecnicamente e concretamente impossibile ovvero fortemente antieconomico ricorrere ad altri fornitori, senza che, rinunciando ad essi, possa risultarne compromessa la redditività dell'impresa. Va, tuttavia, osservato come il Tribunale non possa vedere limitato il suo potere di controllo dall'attestazione dell'esperto, nel senso che deve escludersi che esso debba limitarsi ad una verifica esterna dell'attestazione fornita dal professionista circa la essenzialità delle prestazioni generatrici del credito da soddisfarsi fuori dal concorso. Invero, non può trascurarsi di considerare che viene attribuito dalla norma al Tribunale anche il potere di assumere sommarie informazioni, la cui presenza legittima una valutazione giudiziale di merito e di carattere contenutistico per scrutinare la essenzialità delle prestazioni e la funzionalità dei pagamenti alla migliore soddisfazione dei creditori. Per quanto riguarda, poi, l'ambito oggettivo della disciplina, la formula legislativa “prestazioni di beni o servizi” ha sollevato, nel sistema della legge fallimentare, un acceso dibattito con particolare riferimento ai dipendenti i cui crediti non sarebbero riconducibili alla fattispecie “prestazioni di servizi”. Dibattito da ritenersi, ormai, superato alla luce della previsione dell'art. 100 c.c.i.i. che contempla espressamente la possibilità di autorizzare il pagamento di crediti per retribuzioni maturati anteriormente al deposito della domanda di ammissione alla procedura. Opportuna appare, poi, la previsione di una apposita disciplina per quanto concerne il contratto di mutuo, atteso che, in linea di principio, i crediti dei soggetti mutuanti devono essere: 1) considerati scaduti ai sensi e per gli effetti del combinato disposto degli artt. 96 e 154, comma 2 c.c.i.i..; 2) inseriti per l'intero nell'ambito dei crediti da soddisfare nel concordato (in privilegio o in chirografo, con i tempi di pagamento che derivano dall'appartenenza all'una o all'altra collocazione). Ne deriva che, solo in presenza di autorizzazione del Tribunale (che può essere concessa qualora ricorrano le condizioni di cui all'art. 100, comma 1, ed il debitore, alla data della presentazione della domanda di concordato, sia in regola con i pagamenti ovvero il Tribunale abbia autorizzato il pagamento dello scaduto), l'istante può seguire la rateizzazione originaria, dovendo, altrimenti, il debito ipotecario essere pagato immediatamente (ovvero entro il termine biennale ex art. 86 c.c.i.i.), fatto salvo un diverso accordo tra le parti. |