Dichiarazione di voto dei creditori

Antonio Picardi

Inquadramento

Il voto dei creditori è espresso a mezzo posta elettronica certificata inviata al commissario giudiziale. I creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, ancorché la garanzia sia contestata, dei quali la proposta di concordato prevede l'integrale pagamento, non hanno diritto di voto se non rinunciano in tutto o in parte al diritto di prelazione; in tal caso, la rinuncia comporta la degradazione del credito al rango chirografario ed ha effetto solo ai fini del concordato. Sono esclusi dal voto e dal computo delle maggioranze il coniuge o il convivente di fatto del debitore, i parenti e gli affini fino al quarto grado, le società controllanti, controllate e quelle sottoposte a comune controllo, i cessionari dei loro crediti da meno di un anno prima della domanda di concordato. Sono, inoltre, esclusi dal voto e dal computo delle maggioranze i creditori in conflitto di interessi. Il creditore che propone il concordato ovvero le società da questo controllate, controllanti o sottoposte a comune controllo, ai sensi dell'art. 2359, comma 1 c.c., possono votare soltanto se la proposta ne prevede l'inserimento in apposita classe. Il giudice delegato può ammettere provvisoriamente, in tutto o in parte, i crediti contestati ai soli fini del voto e del calcolo delle maggioranze, senza che ciò pregiudichi le pronunzie definitive sulla sussistenza dei crediti stessi. I creditori esclusi possono opporsi alla loro esclusione in sede di omologazione del concordato nel caso in cui la loro ammissione avrebbe avuto influenza sulla formazione delle maggioranze.

Formula

TRIBUNALE DI ...

CONCORDATO PREVENTIVO N. ...

GIUDICE DELEGATO DR. ...

Il sottoscritto ..., nato a ..., residente in ..., C.F. ..., nella sua qualità di creditore della società ...;

PREMESSO

che la società ... ha depositato, in data ..., domanda per l'accesso ad una delle procedure di regolazione concordata della crisi di impresa;

che il Tribunale, con decreto depositato in data ..., ha accolto la domanda, concedendo alla ricorrente termine fino al ... e nominando come Commissario Giudiziale il Dott. ...;

che, in data ..., la società ... ha provveduto ad integrare la domanda di concordato, depositando la proposta, il piano e la documentazione prescritta dall'art. 39, comma 1, c.c.i.i.;

che il sottoscritto risulta inserito nell'elenco dei creditori legittimati al voto, redatto dal commissario giudiziale ed allegato alla relazione ex art. 107 c.c.i.i.[1], per l'importo di Euro ... in via chirografaria

Tutto ciò premesso

DICHIARA

di esprimere voto favorevole/contrario in ordine alla proposta di concordato.

Luogo e data ...

Firma ...

1. L'art. 107 c.c.i.i., come modificato a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce: «1. Il voto dei creditori è espresso con modalità telematiche. 2. Sono sottoposte alla votazione dei creditori tutte le proposte presentate dal debitore e dai creditori, seguendo, per queste ultime, l'ordine temporale del loro deposito. Il giudice delegato regola l'ordine e l'orario delle votazioni con proprio decreto. 3. Almeno quindici giorni prima della data iniziale stabilita per il voto il commissario giudiziale illustra la sua relazione e le proposte definitive del debitore e quelle eventualmente presentate dai creditori con comunicazione depositata e inviata ai creditori, al debitore e a tutti gli altri interessati. Alla relazione è allegato, ai soli fini della votazione, l'elenco dei creditori legittimati al voto con indicazione dell'ammontare per cui sono ammessi. 4. Almeno dieci giorni prima della data iniziale stabilita per il voto, il debitore, coloro che hanno formulato proposte alternative, i coobbligati, i fideiussori del debitore e gli obbligati in via di regresso, i creditori possono formulare osservazioni e contestazioni a mezzo di posta elettronica certificata indirizzata al commissario giudiziale. Ciascun creditore può esporre le ragioni per le quali non ritiene ammissibili o convenienti le proposte di concordato e sollevare contestazioni sui crediti concorrenti. Il debitore ha facoltà di rispondere e contestare a sua volta i crediti, e ha il dovere di fornire al giudice gli opportuni chiarimenti. Il debitore, inoltre, può esporre le ragioni per le quali ritiene non ammissibili o non fattibili le eventuali proposte concorrenti. 5. Il commissario giudiziale dà comunicazione ai creditori, al debitore e a tutti gli altri interessati delle osservazioni e contestazioni pervenute e ne informa il giudice delegato. 6. Il commissario giudiziale deposita la propria relazione definitiva e la comunica ai creditori, al debitore ed agli altri interessati almeno sette giorni prima della data iniziale stabilita per il voto. 7. I provvedimenti del giudice delegato sono comunicati al debitore, ai creditori, al commissario giudiziale e a tutti gli interessati almeno due giorni prima della data iniziale stabilita per il voto. 8. Il voto è espresso a mezzo posta elettronica certificata inviata al commissario giudiziale. Tutti i dati sono di proprietà del Ministero della Giustizia e debbono essere conservati secondo la disciplina vigente per gli atti giudiziari. 9. I termini previsti dai commi 3, 4 e 6 non sono soggetti alla sospensione feriale dei termini di cui all'articolo 1 della legge 7 ottobre 1969, n. 742».

COMMENTO

Anche le modalità di espressione del voto, che può avvenire solo per via telematica mediante PEC inviata al commissario giudiziale, sono la conseguenza della soppressione dell'adunanza dei creditori.

Per il resto, si può dire che gli artt. 108 e 109 rappresentano una sostanziale riproposizione degli artt. 176 e 177 l.fall.

Restano, quindi, irrisolte alcune importanti questioni di carattere pratico quali: 1) la possibilità per il creditore che abbia già votato di cambiare il voto prima del termine finale per le votazioni (facoltà generalmente esclusa dalla prevalente giurisprudenza, cfr. Trib. Monza 4 novembre 2016); 2) se la rinuncia alla garanzia sia da ritenersi implicita nell'esercizio del diritto di voto da parte del creditore privilegiato (la prevalente giurisprudenza è per la soluzione negativa, attribuendo rilevanza solo ad una rinuncia espressa alla garanzia, sicché il voto del creditore privilegiato, non accompagnato da una formale rinuncia alla prelazione, dovrebbe ritenersi tamquam non esset; cfr. Trib. Prato 8 maggio 2012).

Si fa poi rilevare che di recente la Corte di Cassazione (Cass. I, n. 12137/2024), pronunciandosi rispetto alla previgente legge fallimentare, ha precisato che in caso di modifica del piano concordatario da parte del debitore l'unica condizione necessaria per la validità dell'espressione del voto da parte dei creditori è che la stessa corrisponda alle eventuali modifiche della proposta di concordato nel frattempo intervenute, onde assicurare una esatta sovrapponibilità della volontà negoziale delle parti al momento della proposta e dell'accettazione o del dissenso, di modo che va esclusa la validità del suffragio manifestato prima dell'apporto di modifiche al contenuto della proposta apprezzata dal medesimo creditore votante. In tal caso il voto, non correlandosi con la proposta da ultimo presentata, non ha efficacia ai fini dell'adesione alla medesima e necessita di una rinnovazione affinché proposta e risposta, in termini di accettazione o rifiuto, si riferiscano a un contenuto coincidente.

Ai fini del raggiungimento delle maggioranze, potrà attribuirsi rilevanza solo ai voti favorevoli espressi, non valendo il principio del silenzio assenso (definitivamente soppresso dal legislatore del 2015), sicché i creditori che non votano devono ritenersi dissenzienti.

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