Relazione del commissario giudiziale sull'esito della votazione ex art. 110 c.c.i.i.InquadramentoAll'esito della votazione è redatta dal commissario giudiziale apposita relazione in cui sono inseriti i voti favorevoli e contrari con l'indicazione nominativa dei votanti e dell'ammontare dei rispettivi crediti. È altresì inserita l'indicazione nominativa dei creditori che non hanno esercitato il voto e dell'ammontare dei loro crediti. Alla relazione è allegata, su supporto informatico, la documentazione relativa all'espressione dei voti. La relazione è depositata in cancelleria entro tre giorni dalla chiusura delle operazioni di voto. Se nel termine stabilito non si raggiungono le maggioranze richieste, il giudice delegato ne riferisce immediatamente al tribunale, che provvede a norma dell'art. 49, comma 1 c.c.i.i. FormulaTRIBUNALE DI ... CONCORDATO PREVENTIVO N. ... GIUDICE DELEGATO DR. ... RELAZIONE DEL COMMISSARIO GIUDIZIALE SUL RISULTATO FINALE DELLE VOTAZIONI Ill.mo Giudice Delegato Il sottoscritto, Dott. ..., Commissario Giudiziale della procedura in epigrafe, PREMESSO che le operazioni di voto sono iniziate il giorno ... e terminate il giorno ... COMUNICA i risultati finali comprensivi di tutte le adesioni pervenute nei termini di legge secondo l'unica classe prevista nella proposta: CLASSE UNICA Totale crediti ai fini del voto Euro ... hanno espresso voto FAVOREVOLE n. ... creditori rappresentanti l'importo di Euro ... pari al ... % dei crediti ammessi al voto; hanno espresso voto CONTRARIO n. ... creditori rappresentanti l'importo di Euro ... pari al ... % dei crediti ammessi al voto; Si procede quindi alla verifica della maggioranza dei crediti complessivamente ammessi al voto: CLASSE UNICA - TOTALE DEI CREDITI AMMESSI AL VOTO CREDITI AI FINI DEL VOTO EURO ... MAGGIORANZA RICHIESTA EURO ... VOTO FAVOREVOLE EURO .... Pertanto il Commissario Giudiziale comunica che è stata/non è stata raggiunta la maggioranza prescritta dall'art. 109 comma 1 c.c.i.i.[1] e deposita elenco nominativo dei votanti con l'ammontare dei rispettivi crediti (allegato 1), elenco nominativo dei non votanti con l'ammontare dei rispettivi crediti e tutte le dichiarazioni di voto (allegato 3) affinché l'Ill.mo Giudice Delegato ne possa prendere atto. Luogo e data ... Il Commissario Giudiziale ... 1. La norma, come modificata a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, così dispone: «1. Salvo quanto previsto, per il concordato in continuità aziendale, dal comma 5, il concordato è approvato dai creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto. Nel caso in cui un unico creditore sia titolare di crediti in misura superiore alla maggioranza dei crediti ammessi al voto, il concordato è approvato se, oltre alla maggioranza di cui al primo periodo, abbia riportato la maggioranza per teste dei voti espressi dai creditori ammessi al voto. Ove siano previste diverse classi di creditori, il concordato è approvato se la maggioranza dei crediti ammessi al voto è raggiunta inoltre nel maggior numero di classi. 2. Quando sono poste al voto più proposte di concordato, si considera approvata la proposta che ha conseguito la maggioranza più elevata dei crediti ammessi al voto; in caso di parità, prevale quella del debitore o, in caso di parità fra proposte di creditori, quella presentata per prima. Quando nessuna delle proposte concorrenti poste al voto sia stata approvata con le maggioranze di cui al primo e secondo periodo del presente comma, il giudice delegato, con decreto da adottare entro trenta giorni dal termine di cui all'art. 110, comma 2, rimette al voto la sola proposta che ha conseguito la maggioranza relativa dei crediti ammessi al voto, fissando il termine per la comunicazione ai creditori e il termine a partire dal quale i creditori, nei venti giorni successivi, possono far pervenire il proprio voto per posta elettronica certificata. In ogni caso si applicano le disposizioni del comma 1. 3. I creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, ancorché la garanzia sia contestata, dei quali la proposta di concordato prevede l'integrale pagamento, non hanno diritto al voto se non rinunciano in tutto od in parte al diritto di prelazione. Qualora i creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca rinuncino in tutto o in parte alla prelazione, per la parte del credito non coperta dalla garanzia sono equiparati ai creditori chirografari; la rinuncia ha effetto ai soli fini del concordato. 4. I creditori muniti di diritto di prelazione di cui la proposta di concordato prevede la soddisfazione non integrale, sono equiparati ai chirografari per la parte residua del credito. 5. Il concordato in continuità aziendale è approvato se tutte le classi votano a favore. In ciascuna classe la proposta è approvata se è raggiunta la maggioranza dei crediti ammessi al voto oppure, in mancanza, se hanno votato favorevolmente i due terzi dei crediti dei creditori votanti, purché abbiano votato i creditori titolari di almeno la metà del totale dei crediti della medesima classe. In caso di mancata approvazione si applica l'art. 112, comma 2. I creditori muniti di diritto di prelazione non votano se soddisfatti in denaro, integralmente, entro centottanta giorni dall'omologazione, e purché la garanzia reale che assiste il credito ipotecario o pignoratizio resti ferma fino alla liquidazione, funzionale al loro pagamento, dei beni e diritti sui quali sussiste la causa di prelazione. Nel caso di crediti assistiti dal privilegio di cui all'art. 2751-bis, n. 1, del codice civile, il termine di cui al quarto periodo è di trenta giorni. Se non ricorrono le condizioni di cui al terzo e quarto periodo, i creditori muniti di diritto di prelazione votano e, per la parte incapiente, sono inseriti in una classe distinta. 5-bis. Quando sono approvate più proposte di concordato che si fondano su piani differenti è sottoposta a omologazione la proposta che prevede la continuità aziendale. Se sono approvate più proposte in continuità aziendale è sottoposta a omologazione quella che ha ottenuto la maggioranza più elevata dei crediti chirografari ammessi al voto.6. Sono esclusi dal voto e dal computo delle maggioranze il coniuge o il convivente di fatto del debitore, ovvero la parte dell'unione civile con il debitore, i parenti e affini del debitore fino al quarto grado, la società che controlla la società debitrice, le società da questa controllate e quelle sottoposte a comune controllo, nonché i cessionari o aggiudicatari dei loro crediti da meno di un anno prima della domanda di concordato. Sono inoltre esclusi dal voto e dal computo delle maggioranze i creditori in conflitto d'interessi. 7. Il creditore che propone il concordato ovvero le società da questo controllate, le società controllanti o sottoposte a comune controllo, ai sensi dell'art. 2359, comma 1, del codice civile possono votare soltanto se la proposta ne prevede l'inserimento in apposita classe». COMMENTOL'art. 109 c.c.i.i. stabilisce che: 1) il concordato è approvato dai creditori che rappresentano la maggioranza dei crediti ammessi al voto; 2) ove siano previste diverse classi di creditori, il concordato è approvato se la maggioranza dei crediti ammessi al voto è raggiunta, inoltre, nel maggior numero di classi. Importante elemento di novità rispetto alla legge fallimentare è costituito pure dalla previsione secondo cui, qualora un unico creditore sia titolare di crediti in misura superiore alla maggioranza dei crediti ammessi al voto, il concordato è approvato se, oltre alla maggioranza dei crediti ammessi al voto, abbia riportato la maggioranza per teste dei voti espressi dai creditori. La previsione della maggioranza per teste appare sicuramente condivisibile, in quanto mira ad evitare che le sorti del concordato possano essere decise da un unico creditore, il che rappresenterebbe una distorsione del principio maggioritario. Ulteriore novità è stata introdotta dal d.lgs. n. 83/2022, di recepimento della direttiva Insolvency, il quale ha previsto che, per il concordato in continuità aziendale, è necessaria l'approvazione di tutte le classi (salvo quanto previsto, ai fini dell'omologa, dall'art. 112 c.c.i.i. nel caso di una o più classi dissenzienti). Nel caso in cui si raggiungano le maggioranze previste dalla legge, il Tribunale provvede a fissare l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale (art. 48, comma 1 c.c.i.i.). Nel caso contrario, il giudice delegato ne riferisce immediatamente al Tribunale che provvede a norma dell'art. 49, comma 1 c.c.i.i. È da ritenere che, in mancanza di istanze per l'apertura della liquidazione giudiziale, il Tribunale si limiterà a dare atto della mancata approvazione del concordato preventivo, il che non ne impedisce la ripresentazione, a condizione che la proposta sia connotata da obiettivi elementi di novità rispetto a quella non approvata (al fine di evitare possibili abusi nell'utilizzo dello strumento concordatario). |