Memoria di costituzione del debitore nel giudizio di omologa

Antonio Picardi

Inquadramento

A seguito dell'approvazione del concordato, il tribunale fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo la pubblicazione del provvedimento nel registro delle imprese. Il decreto è notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori dissenzienti. Le opposizioni dei creditori dissenzienti e di qualsiasi interessato devono essere proposte con memoria depositata nel termine perentorio di almeno dieci giorni prima dell'udienza. Il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere almeno cinque giorni prima dell'udienza. Il debitore può depositare memorie fino a due giorni prima dell'udienza.

Formula

TRIBUNALE DI ...

SEZ. ...

MEMORIA DI COSTITUZIONE DEL DEBITORE NEL GIUDIZIO DI OMOLOGA EX ART. 48 c.c.i.i.[1]

Con la presente memoria si costituisce in giudizio la società ..., con sede legale in ... (P.I., C.F. ...; numero REA: ... ), capitale sociale sottoscritto e versato per euro: ..., indirizzo PEC: ... in persona del legale rappresentante ... nato/a ... residente ... C.F. ..., autorizzato al presente atto in virtù dei poteri che gli derivano dalla legge, rappresentato e difeso, ai fini della presente procedura, dall'Avv. ..., in virtù di procura alle liti allegata al presente atto, ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ..., che dichiara di voler ricevere le comunicazioni al seguente indirizzo PEC ..., al fine di insistere per l'omologazione del Concordato Preventivo n. ... e deducendo nei seguenti termini:

1. Riepilogo della procedura concordataria

[ ... ]

2. Riepilogo sintetico della domanda concordataria presentata – La relazione ex art. 105 c.c.i.i. del commissario giudiziale – L'esito delle votazioni;

[ ... ]

3. Osservazioni in Diritto;

Con la presente memoria di costituzione, si rileva la sussistenza dei presupposti per l'omologazione della proposta concordataria, la quale oltre a trovare puntuale conferma nella relazione ex art. 105 c.c.i.i., redatta dal commissario giudiziale, ha ottenuto l'approvazione dei creditori all'esito delle votazioni di cui sopra.

Com'è noto in sede di omologazione, le attività che deve condurre il Tribunale chiamato all'emissione della sentenza di omologa possono così riassumersi:

a) controllo sulla regolarità formale della procedura svoltasi sotto la direzione del giudice delegato;

b) riesame, alla luce di eventuali sopravvenienze in corso di procedimento, dei requisiti di ammissibilità della procedura;

c) verifica del raggiungimento delle maggioranze previste dalla legge per l'approvazione del concordato preventivo;

d) verifica della non manifesta inettitudine del piano ad essere attuato.

L'esito di tale attività potrà e dovrà condurre l'intestato Tribunale all'emissione della relativa sentenza di omologa ex art. 48 c.c.i.i.; e ciò per le seguenti considerazioni.

Con riferimento al controllo sub a), il Tribunale adìto non potrà che constatare come l'intero procedimento si sia svolto con le modalità e la tempistica procedurale previste dalla legge e con successiva e rituale notificazione del decreto collegiale a tutti i creditori dissenzienti.

Relativamente al controllo di cui alla lettera sub b) – finalizzato a verificare nuovamente i requisiti di ammissibilità previsti dalla legge – egualmente il Collegio adìto non potrà che addivenire ad una valutazione positiva. La documentazione acquisita agli atti del procedimento e, nello specifico, i bilanci e la relazione del Commissario Giudiziale consentono di affermare che la Società operante nel settore ... sia una impresa di rilevanti dimensioni, di gran lunga superiori ai limiti previsti dalle lett. a), b) e c) dell'art. 2 lett. d) c.c.i.i.

L'esponente, inoltre, si trova in stato di crisi, così come definito dall'art. 2 lett. a) c.c.i.i., e, cioè, in uno stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l'insolvenza e che si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi.

Per quanto concerne la verifica delle maggioranze previste dalla legge per l'approvazione del concordato, l'intestato Tribunale non potrà che constatare il raggiungimento delle maggioranze previste dall'articolo 109 c.c.i.i., essendo stato ottenuto il voto favorevole della maggioranza dei crediti ammessi al voto (pari al ... %).

In ordine alla fattibilità del piano concordatario proposto, il Commissario Giudiziale ha espresso fin da subìto una valutazione positiva, concludendo per la fattibilità e la convenienza della proposta concordataria rispetto ad una ipotetica e non automatica procedura di liquidazione giudiziale.

In particolare, il commissario, nella relazione ex art. 105 c.c.i.i., ha rilevato la fattibilità economica del piano concordatario ... [riportare un estratto della predetta relazione]

4. Conclusioni.

Alla luce di quanto tutto sopra esposto e già precedentemente esaminato ed analizzato nella relazione ex art. 105 c.c.i.i. a firma del Commissario Giudiziale e di quanto da questi espresso nel proprio parere motivato, si conclude per la convenienza e la piena fattibilità del piano concordatario.

Da qui, la doverosa emissione della sentenza di omologazione del concordato.

Alla luce di quanto esposto, l'esponente come sopra rappresentata, difesa ed elettivamente domiciliata rassegna le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia il Tribunale di ..., contrariis reiectis, omologare [2] il Concordato Preventivo proposto dalla Società ...

Con riserva di ulteriormente dedurre ed argomentare su richiesta del Tribunale e del Giudice Delegato, nonché anche di dedurre e formulare mezzi istruttori.

Si producono:

1) procura alle liti;

2) decreto di fissazione udienza di omologa ritualmente notificato e comunicato ai creditori dissenzienti, con riserva di depositare gli originali in udienza

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

1. L'art. 48 c.c.i.i., come modificato a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce: «1. Se il concordato è stato approvato dai creditori ai sensi dell'art. 109, oppure se il debitore richiede l'omologazione o presta il consenso secondo quanto previsto dall'art. 112, comma 2, il tribunale fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo che il provvedimento sia iscritto presso l'ufficio del registro delle imprese dove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso l'ufficio del luogo in cui la procedura è stata aperta nonché notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori che hanno espresso il loro dissenso. 2. Le opposizioni dei creditori dissenzienti e di qualsiasi interessato devono essere proposte con memoria depositata nel termine perentorio di almeno dieci giorni prima dell'udienza. Il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere almeno cinque giorni prima dell'udienza. Il debitore può depositare memorie fino a due giorni prima dell'udienza. 3. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio nel rispetto di quanto previsto dall'art. 112, comma 4, per il concordato in continuità aziendale, anche delegando uno dei componenti del collegio, omologa con sentenza il concordato. 4. Quando è depositata una domanda di omologazione di accordi di ristrutturazione, i creditori e ogni altro interessato possono proporre opposizione con memoria depositata entro trenta giorni dall'iscrizione della domanda nel registro delle imprese. Il tribunale, con decreto, fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, se nominato, disponendo che il provvedimento sia comunicato, a cura del debitore, al commissario giudiziale, ai creditori e ai terzi che hanno proposto opposizione. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio, e sentito il commissario giudiziale, omologa con sentenza gli accordi. 5. La sentenza che omologa il concordato, il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione o gli accordi di ristrutturazione è notificata e iscritta nel registro delle imprese a norma dell'art. 45 e produce i propri effetti dalla data della pubblicazione ai sensi dell'art. 133, comma 1, c.p.c. Gli effetti nei riguardi dei terzi si producono dalla data di iscrizione nel registro delle imprese. 6. Se il tribunale non omologa il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione o il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione, provvede con sentenza eventualmente dichiarando, su ricorso di uno dei soggetti legittimati, l'apertura della liquidazione giudiziale secondo quanto previsto dall'art. 49, commi 1 e 2».

2. Cfr. Trib. Padova 3 aprile 2014 (su www.ilcaso.it) secondo cui: «Il tribunale, in sede di omologazione del concordato preventivo, è tenuto, indipendentemente dall'esistenza di opposizioni, al riesame officioso dei provvedimenti adottati dal giudice delegato ai sensi dell'art. 176 l.fall., al controllo dell'operazioni di voto nonché alla verifica del raggiungimento delle maggioranze nell'ambito del generale controllo di regolarità della procedura. Il tribunale, in sede di omologazione, al fine di verificare la regolarità della votazione e la formazione delle maggioranze, può anche valutare la sussistenza dei crediti ammessi al voto, anche se non contestati, per quanto già vagliata dal commissario giudiziale ai sensi dell'art. 171 l.fall. ed eventualmente dal giudice delegato ai sensi dell'art. 176 l.fall. Tali accertamenti, così come quelli del giudice delegato, hanno natura meramente incidentale e derivativa, essendo destinati solo al calcolo delle maggioranze e non pregiudicano quindi l'accertamento dei crediti, sia per l'ammontare sia per la loro natura, nelle ordinarie forme contenziose».

COMMENTO

Occorre in primo luogo evidenziare come l'art. 48, comma 2 c.c.i.i. (a differenza dell'art. 180, comma 2, l.fall.) abbia soppresso l'obbligo del debitore di costituirsi nel giudizio di omologa, essendo prevista unicamente la facoltà di depositare memorie fino a due giorni prima dell'udienza.

Ciononostante, appare opportuno che il debitore si costituisca nel giudizio di omologa, non solo per prendere posizione in ordine alle eventuali opposizioni presentate e per replicare su eventuali criticità sulla fattibilità del piano segnalate dal commissario nel proprio parere, ma anche per rappresentare il persistere del proprio interesse ad ottenere l'omologazione del concordato.

La riforma ha, quindi, recepito la tesi, maggioritaria in dottrina ed in giurisprudenza, secondo la quale la mancata costituzione del debitore, anche in assenza di altre parti, non sarebbe ostativa alla prosecuzione del procedimento, stante la natura officiosa di quest'ultimo (cfr. Trib. Padova 3 aprile 2014).

Difatti, il giudizio di omologazione verrebbe aperto officiosamente con il decreto di fissazione dell'udienza in camera di consiglio e, in ogni caso, il fatto che il procedimento non proceda più con le forme della cognizione piena, renderebbe non necessaria un'apposita iscrizione a ruolo.

È da notare come il decreto correttivo di cui al d.lgs. n. 147/2020 abbia modificato l'originaria formulazione dell'art. 48 c.c.i.i., sostituendo, al comma 1, le parole “creditori dissenzienti” con l'espressione “creditori che hanno espresso il loro dissenso”, così da risolvere un'incertezza interpretativa e chiarire che tra i creditori dissenzienti non rientrano quanti si siano astenuti.

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