Opposizione alla omologa da parte di creditore dissenzienteinquadramentoA seguito dell'approvazione del concordato, il tribunale fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo la pubblicazione del provvedimento nel registro delle imprese. Il decreto è notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori dissenzienti. Le opposizioni dei creditori dissenzienti e di qualsiasi interessato devono essere proposte con memoria depositata nel termine perentorio di almeno dieci giorni prima dell'udienza. Il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere almeno cinque giorni prima dell'udienza. Il debitore può depositare memorie fino a due giorni prima dell'udienza. FormulaTRIBUNALE DI .... SEZ. .... Concordato preventivo n. .... ATTO DI OPPOSIZIONE DI CREDITORE DISSENZIENTE EX ART. 48, COMMA 2, c.c.i.i.[1] Proposto da ...., residente in ...., C.F. ...., elettivamente domiciliato in ...., presso lo studio dell'Avv. ...., che lo rappresenta e difende in virtù di procura al legata al presente atto, il quale dichiara di voler ricevere le comunicazioni al seguente indirizzo PEC .... PREMESSO che la Società .... è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo, ai sensi e per gli effetti dell'art. 47 c.c.i.i., con decreto depositato in data ....; che commissario giudiziale veniva nominato il Dott. ...., il quale procedeva al deposito della relazione ex art. 105 c.c.i.i. in data ....; che le operazioni di voto avevano inizio il giorno .... e terminavano il giorno ....; che l'opponente, inserito nell'elenco dei creditori legittimati al voto, redatto dal commissario giudiziale ed allegato alla relazione ex art. 107 c.c.i.i., per l'importo di Euro .... in via chirografaria, esprimeva voto negativo; che, all'esito del voto dei creditori, il concordato risultava approvato con la seguente percentuale .... Tutto ciò promesso, .... si costituisce per opporsi alla omologa del concordato preventivo proposto dalla Società .... per i seguenti motivi .... [ESPORRE I MOTIVI DI OPPOSIZIONE] Per i motivi sopra esposti, l'opponente, come sopra rappresentato e difeso, fatta salva ogni ulteriore deduzione e difesa, si oppone all'omologa del Concordato Preventivo della Società .... di cui in epigrafe e CHIEDE che il Tribunale voglia: 1. dichiarare inammissibile la proposta di concordato; 2. dichiarare l'apertura della liquidazione giudiziale [2] della Società ..... In ogni caso, con il favore di spese, diritti ed onorari del presente procedimento. Si allega alla presente: 1) procura alle liti. [1]L'art. 48 c.c.i.i., come modificato a seguito dell'emanazione del d. lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce: «1. Se il concordato è stato approvato dai creditori ai sensi dell'art. 109, oppure se il debitore richiede l'omologazione o presta il consenso secondo quanto previsto dall'art. 112, comma 2, il tribunale fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo che il provvedimento sia iscritto presso l'ufficio del registro delle imprese dove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso l'ufficio del luogo in cui la procedura è stata aperta nonché notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori che hanno espresso il loro dissenso. 2. Le opposizioni dei creditori dissenzienti e di qualsiasi interessato devono essere proposte con memoria depositata nel termine perentorio di almeno dieci giorni prima dell'udienza. Il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere almeno cinque giorni prima dell'udienza. Il debitore può depositare memorie fino a due giorni prima dell'udienza. 3. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio nel rispetto di quanto previsto dall'art. 112, comma 4, per il concordato in continuità aziendale, anche delegando uno dei componenti del collegio, omologa con sentenza il concordato. 4. Quando è depositata una domanda di omologazione di accordi di ristrutturazione, i creditori e ogni altro interessato possono proporre opposizione con memoria depositata entro trenta giorni dall'iscrizione della domanda nel registro delle imprese. Il tribunale, con decreto, fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, se nominato, disponendo che il provvedimento sia comunicato, a cura del debitore, al commissario giudiziale, ai creditori e ai terzi che hanno proposto opposizione. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio, e sentito il commissario giudiziale, omologa con sentenza gli accordi. 5. La sentenza che omologa il concordato, il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione o gli accordi di ristrutturazione è notificata e iscritta nel registro delle imprese a norma dell'art. 45 e produce i propri effetti dalla data della pubblicazione ai sensi dell'art. 133, primo comma, del codice di procedura civile. Gli effetti nei riguardi dei terzi si producono dalla data di iscrizione nel registro delle imprese. 6. Se il tribunale non omologa il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione o il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione, provvede con sentenza eventualmente dichiarando, su ricorso di uno dei soggetti legittimati, l'apertura della liquidazione giudiziale secondo quanto previsto dall'art. 49, commi 1 e 2». [2]Difatti, a norma dell'art. 49, commi 1 e 2, c.c.i.i. «1. Il tribunale, definite le domande di accesso a uno strumento di regolazione della crisi e dell'insolvenza eventualmente proposte, su ricorso di uno dei soggetti legittimati e accertati i presupposti dell'art. 121, dichiara con sentenza l'apertura della liquidazione giudiziale. 2. Allo stesso modo, su ricorso di uno dei soggetti legittimati, il tribunale provvede, osservate le disposizioni di cui all'art. 44, comma 2, quando è decorso inutilmente o è stato revocato il termine di cui all'art. 44, comma 1, lett. a), quando il debitore non ha depositato le spese di procedura di cui all'art. 44, comma 1, lett. d), ovvero nei casi previsti dall'art. 47, comma 4 e dall'art. 106 o in caso di mancata approvazione del concordato preventivo o quando il concordato preventivo o gli accordi di ristrutturazione non sono stati omologati». commentoA differenza dell'art. 180, comma 2 l.fall., l'art. 48, comma 2 c.c.i.i. stabilisce che la costituzione dei creditori dissenzienti e di qualsiasi altro interessato deve avvenire nel termine “perentorio” di almeno dieci giorni prima dell'udienza. L'espressa definizione di perentorietà consente di ritenere che la costituzione debba avvenire, a pena di decadenza, entro il prescritto termine. Risulta, quindi, superato l'orientamento, maggioritario sotto la vigenza dell'art. 180, comma 2, l.fall. (il quale stabiliva che «il debitore, il commissario giudiziale, gli eventuali creditori dissenzienti e qualsiasi interessato devono costituirsi almeno dieci giorni prima dell'udienza fissata») per cui l'uso del verbo “dovere” andava inteso come semplice manifestazione del principio di accelerazione e di speditezza sicché alcuna conseguenza derivava dalla tardività della presentazione dell'opposizione. Per quanto riguarda l'individuazione della categoria degli interessati legittimati all'opposizione, è da ritenere che nel novero di costoro rientrino i soli titolari di un interesse giuridico, e non quindi di mero fatto. Legittimati, perciò, saranno: coobbligati, fideiussori e obbligati in via di regresso del debitore; soci dissenzienti; creditori non convocati all'adunanza oppure non ammessi al voto (Trib. Monza 29 gennaio 2010). È da ritenere, poi, sulla scorta della dottrina e della giurisprudenza prevalente formatasi anteriormente alla novella del 2012 (che aveva introdotto il sistema del silenzio assenso, poi venuto meno a seguito della modifica dell'art. 178 l.fall. ad opera del d.l. n. 83/2015 conv., con modif., nella l. n. 132/2015), che per creditori dissenzienti, come tali destinatari della notificazione del decreto di fissazione udienza, devono considerarsi solo quelli che hanno espresso un formale voto contrario alla proposta concordataria e non anche quelli che non hanno espresso alcuna volontà, giacché quest'ultimi, più che dissentire dalla proposta di concordato, manifestano disinteresse rispetto alla stessa e, pertanto, non sembrano annoverabili nella categoria dei “dissenzienti” (cfr., sulla questione, anche Trib. Padova 23 febbraio 2006, il quale rileva come l'onere della notifica del debitore «potrebbe rivelarsi assai gravoso, e difficilmente compatibile con i brevi termini previsti per l'omologa, qualora venisse imposto nei confronti di tutti i creditori di cui non consti il voto favorevole (astenuti, voti nulli, creditori non ammessi al voto, ecc.). Del resto, questi ultimi possono proporre opposizione nella veste di controinteressati, sicché l'assenza di pregiudizio esclude la necessità di adottare un'interpretazione estensiva»). In proposito, sicuramente opportuna è la modifica apportata dal decreto correttivo (d.lgs. n. 147/2020), che ha sostituito le parole “creditori dissenzienti” con «creditori che hanno espresso il loro dissenso», «così da risolvere un'incertezza interpretativa e chiarire che tra i creditori dissenzienti non rientrano quanti si siano astenuti», come si legge nella relazione illustrativa. L'opposizione deve essere fatta con il patrocinio di un avvocato e devono essere rispettate le disposizioni tecniche per il deposito della memoria nel portale telematico (Trib. Palermo 22 gennaio 2024). |