Sentenza di omologazione di concordato liquidatorio

Antonio Picardi

Inquadramento

Nel giudizio di omologazione, il tribunale verifica la regolarità della procedura, l'esito della votazione, l'ammissibilità giuridica della proposta e la non manifesta inettitudine del piano, tenendo conto dei rilievi del commissario giudiziale. Assume i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio e provvede con sentenza sulla domanda di omologazione del concordato. Nel caso di concordato con cessione dei beni, se un creditore dissenziente appartenente ad una classe dissenziente ovvero, nell'ipotesi di mancata formazione delle classi, i creditori dissenzienti che rappresentano il 20% dei crediti ammessi al voto, contestano la convenienza della proposta, il tribunale può omologare il concordato qualora ritenga che il credito possa risultare soddisfatto dal concordato in misura non inferiore rispetto alla liquidazione giudiziale. La sentenza è notificata e iscritta a norma dell'art. 45 e produce i propri effetti dalla data della pubblicazione ai sensi dell'art. 133, comma 1 c.p.c. Gli effetti nei riguardi dei terzi si producono dalla data di iscrizione della sentenza nel registro delle imprese. Se il concordato consiste nella cessione dei beni, il tribunale nomina nella sentenza di omologazione uno o più liquidatori e un comitato di tre o cinque creditori per assistere alla liquidazione e determina le altre modalità di liquidazione.

Formula

TRIBUNALE DI ...

SEZ. ...

Il Tribunale, riunito in camera di consiglio, e composto dai sigg. Magistrati

Dott. ... Presidente

Dott. ... Giudice

Dott. ... Giudice

SENTENZA DI OMOLOGAZIONE DI CONCORDATO PREVENTIVO CON CESSIONE DEI BENI

ex art. 48 c.c.i.i. [1]

nel procedimento iscritto al n. ... C.P. promosso da ..., con sede legale ..., C.F. ..., numero REA: ..., in persona del legale rappresentante ..., elettivamente domiciliata in ..., presso lo studio dell'Avv. ... che la rappresenta e difende in virtù di procura in atti.

Debitrice

SVOLGIMENTO DEL PROCEDIMENTO

Con ricorso, depositato in data ..., la società ... chiedeva che fosse concesso un termine per il deposito della proposta, del piano e della documentazione di cui agli artt. 39, comma 1, e 44, comma 1, lett. a) c.c.i.i.

Il Tribunale, con provvedimento del ..., provvedeva in conformità, concedendo termine sino al ..., successivamente prorogato al ... e nominando come commissario giudiziale il Dott. ...

Entro il termine impartito, la società depositava il piano e la documentazione di cui agli artt. 39, comma 1, e 44, comma 1, lett. a) c.c.i.i.

In particolare, il piano, di tipo liquidatorio, prevedeva l'afflusso delle risorse per far fronte agli obblighi concordatari attraverso la cessione di tutte le attività costituite dalle rimanenze di magazzino, dall'azienda, dalla riscossione dei crediti e dal realizzo di altri beni (immobilizzazioni finanziarie, immobili, canoni di affitto di azienda, liquidità) il tutto per un attivo stimato di Euro ... a fronte di un passivo di Euro ...; la proposta prevedeva: 1) l'integrale pagamento, entro il termine del ..., delle spese in prededuzione (comprensive del compenso del commissario e del liquidatore giudiziale nonché dei professionisti che avevano collaborato ed assistito la società nella redazione della domanda di accesso alla procedura concordataria) stimate in Euro ... e, entro il termine del ..., dei crediti privilegiati generali (dipendenti, professionisti, artigiani, erario) pari ad Euro ...; 2) il pagamento, entro il ..., dei crediti chirografari (ammontanti complessivamente ad Euro ... ) con una percentuale di soddisfacimento del ... %; il tutto per un fabbisogno di Euro ...

Il Tribunale, con provvedimento del ..., ammetteva la società alla procedura di concordato preventivo.

In data ... iniziavano le operazioni di voto che terminavano in data ...

Con successivo decreto, il Tribunale, all'esito dell'approvazione del concordato da parte della maggioranza dei creditori, fissava l'udienza di comparizione ai sensi dell'art. 48 c.c.i.i.

Il decreto veniva comunicato alla ricorrente e notificato, a cura di quest'ultimo, ai creditori dissenzienti ed al Commissario Giudiziale.

L'Ufficio Commissariale depositava parere ex art. 48, comma 2, c.c.i.i. (favorevole) in ordine all'omologazione del concordato.

Non venivano presentate opposizioni da parte dei creditori dissenzienti

All'udienza del ..., la società insisteva per l'omologazione del concordato preventivo.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Ora, in sede di omologazione del concordato preventivo, secondo quanto previsto dall'art. 112 c.c.i.i. il tribunale verifica: a) la regolarità della procedura; b) l'esito della votazione; c) l'ammissibilità della proposta; d) la corretta formazione delle classi; e) la parità di trattamento dei creditori all'interno di ciascuna classe; f) in caso di concordato in continuità aziendale, che tutte le classi abbiano votato favorevolmente, che il piano non sia privo di ragionevoli prospettive di impedire o superare l'insolvenza e che eventuali nuovi finanziamenti siano necessari per l'attuazione del piano e non pregiudichino ingiustamente gli interessi dei creditori; g) in ogni altro caso, la fattibilità del piano, intesa come non manifesta inattitudine a raggiungere gli obiettivi prefissati.

- Con riferimento al controllo sub a), come si evince dalla sopra riferita scansione degli atti compiuti dal Tribunale, l'intero procedimento si è svolto con le modalità e la tempistica procedurale prevista dalla legge. In particolare, il decreto collegiale con il quale è stata fissata l'udienza in camera di consiglio è stato regolarmente notificato a tutti i creditori dissenzienti.

- Passando al controllo di cui alla lett. b), sono stati ammessi al voto, conformemente al dettato legislativo, i soli creditori che subiscono la falcidia concordataria. Venendo alla determinazione delle maggioranze, va precisato che il calcolo deve essere effettuato ai sensi dell'art. 109 c.c.i.i. [specificare il tipo di maggioranza richiesto per l'approvazione della proposta]. La proposta concordataria ha conseguito la maggioranza necessaria alla sua approvazione, come si evince dalla relazione ex art. 110 c.c.i.i. del commissario giudiziale.

- Con riferimento al controllo di cui alla lettera c), deve nuovamente verificarsi in questa sede se la ricorrente sia impresa assoggettabile alla procedura concordataria, se la stessa versi in uno stato di crisi o di insolvenza così da poter accedere ai benefici previsti dalla procedura. La documentazione acquisita agli atti del procedimento e, nello specifico, i bilanci e la relazione del Commissario Giudiziale consentono di affermare che la società, operante nel settore ..., è impresa di rilevanti dimensioni: alla data del ..., essa presentava un attivo contabile di Euro ..., ricavi per Euro ... e debiti per Euro ..., valori di gran lunga superiori ai limiti dimensionali previsti dall'art. 2 lett. d) c.c.i.i. Con riferimento al secondo profilo (stato di crisi o insolvenza), il Commissario Giudiziale ha dato atto dello squilibrio finanziario in cui versa la società, individuandone la causa principale nella ... (cfr. relazione ex art. 105 c.c.i.i.).

- Per quanto concerne il controllo sub d) ed e), la debitrice non ha ritenuto opportuno, come è in sua facoltà, suddividere il ceto creditorio chirografario in classi, optando per il mantenimento della tradizionale ripartizione tra creditori privilegiati integralmente pagati e creditori chirografari soddisfatti in percentuale.

[Oppure

La formazione delle classi in questione rispecchia i principi di omogeneità delle posizioni giuridiche e di omogeneità degli interessi economici sottesi]

- Per quanto riguarda la lett. g), il piano è stato giudicato fattibile dal commissario giudiziale il quale ha ritenuto certamente assicurato il pagamento di almeno il 20% dell'ammontare dei crediti chirografari, il che, unitamente all'apporto di finanza esterna per incrementare del 10% il soddisfacimento dei creditori chirografari rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale, consente di considerare integrato il presupposto di ammissibilità del concordato di cui all'art. 84, comma 4, c.c.i.i.

In definitiva, ricorrono tutti i presupposti per omologare il concordato.

Dato che il piano ha carattere liquidatorio, è necessario ricorrere alla nomina di un liquidatore che abbia i requisiti previsti dall'art. 114, comma 2, c.c.i.i. e che si individua nella persona del Dott. ...

Appare opportuno nominare un comitato di creditori di tre unità (come da dispositivo) e per il resto l'indicazione del giudice delegato quale destinatario delle comunicazioni informative rivolte all'Ufficio.

Nulla sulle spese, stante la mancanza di opposizioni.

P.Q.M.

Il Tribunale, a definizione del giudizio di omologazione, ogni contraria e diversa istanza disattesa, così provvede:

OMOLOGA

il concordato preventivo di ..., con sede legale in ..., codice fiscale ..., numero REA: ..., in persona del legale rappresentante ...;

nulla sulle spese.

NOMINA

Giudice Delegato il Dott. ...;

CONFERMA

la nomina a Commissario Giudiziale del Dott. ...

NOMINA

liquidatore giudiziale dei beni ceduti il Dott. ...

NOMINA

membri del comitato dei creditori:

[ ... ]

DISPONE

le seguenti modalità di liquidazione:

a) il liquidatore provvederà a redigere e depositare in cancelleria, entro tre mesi dall'accettazione dell'incarico, un elenco delle passività, sentiti la debitrice ed il commissario giudiziale;

b) il liquidatore provvederà alla riscossione dei crediti ed alla liquidazione dei beni ceduti, nonché al compimento di tutte le attività necessarie o utili alla liquidazione nel rispetto di quanto previsto dagli artt. 214 a 216 c.c.i.i., mediante procedure competitive e sulla base dei valori determinati in corso di procedura;

c) prima di procedere agli atti indicati nell'art. 114 comma 4 c.c.i.i.[2], il liquidatore acquisirà l'autorizzazione del comitato dei creditori ed il parere del commissario giudiziale e del legale rappresentante della debitrice e notizierà il giudice delegato;

d) per il compimento di altri atti eccedenti l'ordinaria amministrazione e per la nomina di avvocati, coaudiutori o ausiliari tecnici il liquidatore acquisirà il parere del comitato dei creditori, del commissario giudiziale e del legale rappresentante della debitrice e notizierà il giudice delegato;

e) le somme comunque riscosse dal liquidatore saranno immediatamente versate su di un conto corrente bancario intestato al liquidatore giudiziale, dal quale il liquidatore potrà effettuare direttamente i prelievi necessari, trasmettendo trimestralmente copia dell'estratto conto ai componenti del comitato dei creditori, al commissario giudiziale, al legale rappresentante della debitrice ed al giudice delegato;

f) il liquidatore predisporrà ogni sei mesi una relazione sullo stato della liquidazione, contenente l'indicazione delle iniziative assunte e di ogni altra circostanza relativa all'espletamento dell'incarico, da comunicare al commissario giudiziale il quale ne darà notizia, con le sue osservazioni, al pubblico ministero ed ai creditori, depositandone una copia presso la cancelleria del tribunale;

g) il liquidatore provvederà ad informare tempestivamente il giudice delegato, il commissario giudiziale ed il comitato dei creditori di ogni circostanza suscettibile di determinare l'impossibilità di pervenire alla corretta attuazione del piano;

h) il liquidatore provvederà, subito dopo il perfezionamento dei singoli atti di liquidazione, a distribuire le disponibilità liquide tra i creditori concorrenti secondo l'ordine previsto nella proposta omologata, tenendo conto delle spese di procedura già sostenute e prevedibilmente da sostenere che possano eccedere le disponibilità dell'apposito deposito giudiziario già in essere, previa formazione di piani di riparto da sottoporre al parere del commissario giudiziale e del comitato dei creditori e da comunicare al legale rappresentante della debitrice;

i) il liquidatore effettuerà i pagamenti ai singoli creditori mediante bonifico bancario o assegno circolare, con successiva trasmissione al commissario giudiziale, al comitato dei creditori ed al legale rappresentante della società debitrice di copia della relativa documentazione;

j) per i pagamenti di crediti contestati, il liquidatore provvederà a depositare gli importi risultanti dall'elenco di cui al punto a), maggiorati, ove si tratti di crediti muniti di privilegio o ipoteca, degli interessi maturati, in distinti libretti di deposito bancario intestati alla procedura con indicazione nominativa del creditore cui si riferiscono e vincolati all'ordine del giudice delegato;

k) analogamente il liquidatore procederà per i pagamenti destinati a creditori irreperibili;

l) lo svincolo delle somme depositate ai sensi dei punti j) e k) verrà disposto dal giudice delegato, su richiesta del creditore in caso di irreperibilità ovvero, in caso di crediti contestati, su richiesta del creditore o della debitrice corredata dalla documentazione relativa alla definizione della controversia con sentenza passata in giudicato o con transazione;

m) delle operazioni di riparto eseguite il liquidatore darà notizia al giudice delegato con apposite e documentate relazioni;

n) esaurito l'incarico il liquidatore presenterà, al giudice delegato, il conto della gestione.

Manda alla Cancelleria per la pubblicazione ai sensi dell'art. 45 c.c.i.i.[3] e per la comunicazione al proponente, al Commissario Giudiziale (che provvederà a darne notizia ai creditori), al liquidatore nominato ed al Pubblico Ministero.

Così deciso in ..., nella camera di consiglio del ... su relazione del giudice Dr. ...

Il Giudice Rel. Est. ...

Il Presidente ...

1. L'art. 48 c.c.i.i., come modificato a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce che: «1. Se il concordato è stato approvato dai creditori ai sensi dell'art. 109, oppure se il debitore richiede l'omologazione o presta il consenso secondo quanto previsto dall'art. 112, comma 2, il tribunale fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo che il provvedimento sia iscritto presso l'ufficio del registro delle imprese dove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso l'ufficio del luogo in cui la procedura è stata aperta nonché notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori che hanno espresso il loro dissenso. 2. Le opposizioni dei creditori dissenzienti e di qualsiasi interessato devono essere proposte con memoria depositata nel termine perentorio di almeno dieci giorni prima dell'udienza. Il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere almeno cinque giorni prima dell'udienza. Il debitore può depositare memorie fino a due giorni prima dell'udienza. 3. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio nel rispetto di quanto previsto dall'art. 112, comma 4, per il concordato in continuità aziendale, anche delegando uno dei componenti del collegio, omologa con sentenza il concordato. 4. Quando è depositata una domanda di omologazione di accordi di ristrutturazione, i creditori e ogni altro interessato possono proporre opposizione con memoria depositata entro trenta giorni dall'iscrizione della domanda nel registro delle imprese. Il tribunale, con decreto, fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, se nominato, disponendo che il provvedimento sia comunicato, a cura del debitore, al commissario giudiziale, ai creditori e ai terzi che hanno proposto opposizione. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio, e sentito il commissario giudiziale, omologa con sentenza gli accordi. 5. La sentenza che omologa il concordato, il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione o gli accordi di ristrutturazione è notificata e iscritta nel registro delle imprese a norma dell'art. 45 e produce i propri effetti dalla data della pubblicazione ai sensi dell'art. 133, primo comma, del codice di procedura civile. Gli effetti nei riguardi dei terzi si producono dalla data di iscrizione nel registro delle imprese. 6. Se il tribunale non omologa il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione o il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione, provvede con sentenza eventualmente dichiarando, su ricorso di uno dei soggetti legittimati, l'apertura della liquidazione giudiziale secondo quanto previsto dall'art. 49, commi 1 e 2».

2. La norma, come modificata a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024 stabilisce, che «Alle vendite, alle cessioni e ai trasferimenti legalmente posti in essere dopo il deposito della domanda di concordato o in esecuzione di questo, si applicano le disposizioni sulle vendite nella liquidazione giudiziale, in quanto compatibili. Le cancellazioni delle iscrizioni relative ai diritti di prelazione, nonché delle trascrizioni dei pignoramenti e dei sequestri conservativi e di ogni altro vincolo, sono effettuate su ordine del giudice, salvo diversa disposizione contenuta nella sentenza di omologazione per gli atti a questa successivi».

3. La norma, come modificata a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, dispone: «1. Entro il giorno successivo al suo deposito, il decreto di concessione dei termini per l'accesso al concordato preventivo oppure per il deposito della domanda di omologazione del piano di ristrutturazione di cui all'art. 64-bis o degli accordi di ristrutturazione di cui all'art. 44, comma 1, lettera a), è comunicato al debitore, al pubblico ministero e ai richiedenti l'apertura della liquidazione giudiziale. 2. Nello stesso termine il decreto è trasmesso per estratto a cura del cancelliere all'ufficio del registro delle imprese ai fini della sua iscrizione, da effettuarsi entro il giorno successivo. L'estratto contiene il nome del debitore, il nome del commissario, il dispositivo e la data del deposito. L'iscrizione è effettuata presso l'ufficio del registro delle imprese ove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso quello corrispondente al luogo ove la procedura è stata aperta».

COMMENTO

L'App. Bologna III, 23 febbraio 2024, ha avuto modo di sottolineare, con riferimento alla generalità dei casi di omologazione, che il sindacato che il Tribunale è tenuto a compiere in caso di valutazione di ammissibilità è diverso da quello compiuto in sede di omologa. Nel primo caso il sindacato è circoscritto soltanto alla verifica della non manifesta inidoneità della proposta alla soddisfazione dei creditori e alla conservazione dei valori aziendali, mentre nel secondo caso deve rispettare le specifiche condizioni contemplate dall'art. 112, comma 1 c.c.i.i., e va svolto alla luce di tutti i riscontri, le informazioni e i chiarimenti acquisiti nel corso della procedura e all'esito di un contraddittorio pieno con il proponente.

Rispetto alla legge fallimentare, il sindacato del tribunale, al momento dell'omologa, viene esteso, dal nuovo codice, alla verifica circa la non manifesta inettitudine del piano ad essere attuato, così da recepire un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato (cfr. da ultimo Cass. I, n. 11522/2020).

Altra novità è costituita dal fatto che la decisione del tribunale viene assunta nella forma della sentenza e non più del decreto, il che appare maggiormente coerente con la sua attitudine a passare in giudicato.

Inoltre, la possibilità, per il tribunale, di disporre mezzi istruttori appare ora prescindere dalla proposizione di opposizioni (a differenza di quanto disposto dall'art. 180, comma 4, l.fall.).

Viene, poi, confermato, per il concordato liquidatorio, il c.d. cram down, istituto di derivazione nord-americana (l'espressione significa letteralmente "ingozzare"; nel linguaggio giuridico viene usata per esprimere l'accettazione forzata, da parte del contraente, di clausole negoziali sgradite), che consente il controllo del tribunale sulla convenienza della proposta rispetto all'alternativa della liquidazione giudiziale.

Tuttavia, per rendere possibile tale sindacato da parte del tribunale, è necessario che un creditore dissenziente appartenente ad una classe dissenziente ovvero, nell'ipotesi di mancata formazione delle classi, i creditori dissenzienti che rappresentano almeno il 20% dei crediti ammessi al voto, contestino la convenienza della proposta.

In tal caso, il tribunale può comunque omologare il concordato qualora ritenga che il credito possa risultare soddisfatto dal concordato in misura non inferiore rispetto alla liquidazione giudiziale avuto riguardo, come precisato dal correttivo-ter, alla data di presentazione della domanda di accesso alla procedura di concordato preventivo.

Per quanto concerne le modalità di liquidazione, mentre l'art. 182, comma 1, l.fall. stabilisce che «Se il concordato consiste nella cessione dei beni e non dispone diversamente, il tribunale nomina nel decreto di omologazione uno o più liquidatori e un comitato di tre o cinque creditori per assistere alla liquidazione e determina le altre modalità di liquidazione», l'art. 114 c.c.i.i. si caratterizza per la scomparsa dell'inciso “e non dispone diversamente”.

È, dunque, da ritenere definitivamente venuta meno la facoltà per il debitore di predeterminare le modalità di liquidazione, facoltà già sensibilmente ridimensionata a seguito della riforma apportata con il d.l. n. 83/2015, convertito nella l. n. 132/2015, che, nel prevedere come obbligatorio il meccanismo della vendita competitiva, aveva segnato, di fatto, la fine del concordato c.d. “chiuso”, cioè realizzato mediante il trasferimento predeterminato e non modificabile del patrimonio concordatario ad un soggetto già individuato dal medesimo debitore.

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