Sentenza di omologazione di concordato in continuità direttaInquadramentoIn sede di omologazione di un concordato preventivo, il tribunale verifica: a) la regolarità della procedura; b) l'esito della votazione; c) l'ammissibilità della proposta; d) la corretta formazione delle classi; e) la parità di trattamento dei creditori all'interno di ciascuna classe; f) in caso di concordato in continuità aziendale, che tutte le classi abbiano votato favorevolmente, che il piano non sia privo di ragionevoli prospettive di impedire o superare l'insolvenza e che eventuali nuovi finanziamenti siano necessari per l'attuazione del piano e non pregiudichino ingiustamente gli interessi dei creditori; g) in ogni altro caso, la fattibilità del piano, intesa come non manifesta inattitudine a raggiungere gli obiettivi prefissati. In particolare, nel concordato in continuità aziendale, se una o più classi sono dissenzienti, il tribunale, su richiesta del debitore o con il consenso del debitore in caso di proposte concorrenti, omologa altresì se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: a) il valore di liquidazione è distribuito nel rispetto della graduazione delle cause legittime di prelazione; b) il valore eccedente quello di liquidazione è distribuito in modo tale che i crediti inclusi nelle classi dissenzienti ricevano complessivamente un trattamento almeno pari a quello delle classi dello stesso grado e più favorevole rispetto a quello delle classi di grado inferiore, fermo restando quanto previsto dall'articolo 84, comma 7; c) nessun creditore riceve più dell'importo del proprio credito; d) la proposta è approvata dalla maggioranza delle classi, purché almeno una sia formata da creditori titolari di diritti di prelazione, oppure, in mancanza, la proposta è approvata da almeno una classe di creditori 1) ai quali è offerto un importo non integrale del credito;2) che sarebbero soddisfatti in tutto o in parte qualora si applicasse l'ordine delle cause legittime di prelazione anche sul valore eccedente quello di liquidazione FormulaTRIBUNALE DI ... SEZ. ... Il Tribunale, riunito in camera di consiglio, e composto dai sigg. Magistrati Dott. ... Presidente Dott. ... Giudice Dott. ... Giudice SENTENZA DI OMOLOGAZIONE DI CONCORDATO PREVENTIVO IN CONTINUITÀ DIRETTA EX ART. 48 c.c.i.i.[1] nel procedimento iscritto al n. ... C.P. promosso da ..., con sede legale ..., codice fiscale ..., numero REA: ..., in persona del legale rappresentante ..., elettivamente domiciliata in ..., presso lo studio dell'Avv. ... che la rappresenta e difende in virtù di procura in atti. Debitrice SVOLGIMENTO DEL PROCEDIMENTO Con ricorso, depositato in data ..., la società ... chiedeva che fosse concesso un termine per il deposito della proposta, del piano e della documentazione di cui agli artt. 39, comma 1, e 44, comma 1, lett. a) c.c.i.i. Il Tribunale, con provvedimento del ..., provvedeva in conformità, concedendo termine sino al ..., successivamente prorogato al ... e nominando come commissario giudiziale il Dott. ... Entro il termine impartito, la società depositava il piano e la documentazione di cui agli artt. 39, comma 1, e 44, comma 1, lett. a) c.c.i.i. In particolare, il piano prevedeva la destinazione ai creditori dei flussi di cassa derivanti dalla prosecuzione dell'attività aziendale, da parte del medesimo imprenditore, il tutto per un attivo stimato di Euro ... a fronte di un passivo di Euro ...; la proposta prevedeva: 1) l'integrale pagamento, entro il termine del ..., delle spese in prededuzione (comprensive del compenso del commissario e del liquidatore giudiziale nonché dei professionisti che avevano collaborato ed assistito la società nella redazione della domanda di accesso alla procedura concordataria) stimate in Euro ... e, entro il termine del ..., dei crediti privilegiati generali (dipendenti, professionisti, artigiani, erario) pari ad Euro ...; 2) il pagamento, entro il ..., dei crediti chirografari (ammontanti complessivamente ad Euro ... ) con una percentuale di soddisfacimento del ... %; il tutto per un fabbisogno di Euro ... Il Tribunale, con provvedimento del ..., ammetteva la società alla procedura di concordato preventivo. In data ... iniziavo le operazioni di voto che terminavano in data ... Con successivo decreto, il Tribunale, all'esito dell'approvazione del concordato da parte della maggioranza dei creditori, fissava l'udienza di comparizione ai sensi dell'art. 48 c.c.i.i. Il decreto veniva comunicato alla ricorrente e notificato, a cura di quest'ultimo, ai creditori dissenzienti ed al Commissario Giudiziale. L'Ufficio Commissariale depositava parere ex art. 48, comma 2, c.c.i.i. (favorevole) in ordine all'omologazione del concordato. Non venivano presentate opposizioni da parte dei creditori dissenzienti All'udienza del ..., la società insisteva per l'omologazione del concordato preventivo. MOTIVI DELLA DECISIONE Ora, in sede di omologazione del concordato preventivo, secondo quanto previsto dall'art. 112 c.c.i.i. il tribunale verifica: a) la regolarità della procedura; b) l'esito della votazione; c) l'ammissibilità della proposta; d) la corretta formazione delle classi; e) la parità di trattamento dei creditori all'interno di ciascuna classe; f) in caso di concordato in continuità aziendale, che tutte le classi abbiano votato favorevolmente, che il piano non sia privo di ragionevoli prospettive di impedire o superare l'insolvenza e che eventuali nuovi finanziamenti siano necessari per l'attuazione del piano e non pregiudichino ingiustamente gli interessi dei creditori; g) in ogni altro caso, la fattibilità del piano, intesa come non manifesta inattitudine a raggiungere gli obiettivi prefissati. - Con riferimento al controllo sub a), come si evince dalla sopra riferita scansione degli atti compiuti dal Tribunale, l'intero procedimento si è svolto con le modalità e la tempistica procedurale prevista dalla legge. In particolare, il decreto collegiale con il quale è stata fissata l'udienza in camera di consiglio è stato regolarmente notificato a tutti i creditori dissenzienti. - Passando al controllo di cui alla lettera b), sono stati ammessi al voto, conformemente al dettato legislativo, i soli creditori che subiscono la falcidia concordataria. Venendo alla determinazione delle maggioranze, va precisato che il calcolo deve essere effettuato ai sensi dell'art. 109 c.c.i.i. [specificare il tipo di maggioranza richiesto per l'approvazione della proposta]. La proposta concordataria ha conseguito la maggioranza necessaria alla sua approvazione, come si evince dalla relazione ex art. 110 c.c.i.i. del commissario giudiziale. - Con riferimento al controllo di cui alla lettera c), deve nuovamente verificarsi in questa sede se la ricorrente sia impresa assoggettabile alla procedura concordataria, se la stessa versi in uno stato di crisi o di insolvenza così da poter accedere ai benefici previsti dalla procedura. La documentazione acquisita agli atti del procedimento e, nello specifico, i bilanci e la relazione del Commissario Giudiziale consentono di affermare che la società, operante nel settore ..., è impresa di rilevanti dimensioni: alla data del ..., essa presentava un attivo contabile di Euro ..., ricavi per Euro ... e debiti per Euro ..., valori di gran lunga superiori ai limiti dimensionali previsti dall'art. 2 lett. d) c.c.i.i. Con riferimento al secondo profilo (stato di crisi o insolvenza), il Commissario Giudiziale ha dato atto dello squilibrio finanziario in cui versa la società, individuandone la causa principale nella ... (cfr. relazione ex art. 105 c.c.i.i.). - Per quanto concerne il controllo sub d) ed e), la debitrice ha proceduto, conformemente all'obbligo imposto dall'art. 85, comma 3 c.c.i.i. nel caso di concordato in continuità aziendale, a suddividere i creditori in classi; la formazione delle classi in questione rispecchia i principi di omogeneità delle posizioni giuridiche e di omogeneità degli interessi economici sottesi. - Per quanto riguarda la lett. e), il piano, sulla scorta delle verifiche eseguite dal commissario giudiziale, appare non manifestamente inidoneo a superare lo stato di insolvenza della società. In definitiva, ricorrono tutti i presupposti per omologare il concordato. Poiché il piano prevede la continuazione della attività aziendale, senza cessione di beni non strategici, non viene nominato il liquidatore giudiziale né sono previste modalità di liquidazione in capo all'imprenditore. Allo scopo, tuttavia, di tutelare i creditori, consentendo loro di utilizzare gli strumenti posti a loro disposizione dall'ordinamento nel caso di scostamenti rilevanti dal piano e di inadempimento della proposta, il Tribunale ritiene necessario che l'attività aziendale sia costantemente monitorata dal commissario giudiziale, in conformità a quanto disposto dal novellato art. 118 [2]c.c.i.i. A tal fine la società: 1) con cadenza trimestrale (la prima scadenza viene stabilita al ... ), dovrà relazionare ai commissari in ordine all'andamento economico e finanziario dell'attività, indicando analiticamente i costi ed i ricavi generati dalla prosecuzione dell'impresa e le variazioni intervenute nelle consistenze dell'attivo e del passivo della società, dando specifica evidenza: - degli eventuali scostamenti dal piano proposto, delle relative ragioni e delle conseguenti azioni correttive (intraprese e da intraprendere) necessarie per consentire il rispetto degli obiettivi del piano; - delle intercorse variazioni del magazzino; - delle intercorse variazioni dei crediti e dei debiti della continuità; 2) entro il ... di ogni anno di durata del piano, dovrà sottoporre al commissario un aggiornamento dello stesso che dia conto, sulla base dei dati consuntivi al ... dell'anno precedente, degli eventuali aggiornamenti dei dati prospettici del piano e delle conseguenti prospettive di conseguimento dei suoi obiettivi. Le relazioni, con il parere del commissario, saranno depositate in cancelleria e comunicate ai creditori via pec. Inoltre, i flussi finanziari della continuità e destinati al concordato (anche per il pagamento dei crediti in prededuzione) dovranno essere versati, alle scadenze indicate nella proposta, su un conto corrente, aperto dall'amministratore, appositamente dedicato a tale adempimento. Tutti i pagamenti, da effettuarsi dal predetto conto corrente, dovranno previamente essere muniti del visto del commissario giudiziale. Il Commissario dovrà tempestivamente segnalare al Tribunale eventuali ritardi nella effettuazione di tali versamenti, anche al fine di consentire l'attivazione dei poteri di cui all'art. 118 c.c.i.i. Nulla sulle spese, stante la mancanza di opposizioni P.Q.M. Il Tribunale, a definizione del giudizio di omologazione, ogni contraria e diversa istanza disattesa, così provvede: OMOLOGA il concordato preventivo di ..., con sede legale in ..., codice fiscale ..., numero REA: ..., in persona del legale rappresentante ...; nulla sulle spese. NOMINA Giudice Delegato il Dr. ...; CONFERMA la nomina a Commissario Giudiziale del Dr. ... DISPONE che l'esecuzione del concordato avvenga secondo le modalità indicate in motivazione. Manda alla Cancelleria per la pubblicazione ai sensi dell'art. 45 c.c.i.i. e per la comunicazione al proponente, al Commissario Giudiziale (che provvederà a darne notizia ai creditori) ed al Pubblico Ministero. Così deciso in ..., nella camera di consiglio del ... su relazione del giudice Dr. ... Il Giudice Rel. Est. ... Il Presidente ... 1. L'art. 48 c.c.i.i., come modificato a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce che: «1. Se il concordato è stato approvato dai creditori ai sensi dell'art. 109, oppure se il debitore richiede l'omologazione o presta il consenso secondo quanto previsto dall'art. 112, comma 2, il tribunale fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, disponendo che il provvedimento sia iscritto presso l'ufficio del registro delle imprese dove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso l'ufficio del luogo in cui la procedura è stata aperta nonché notificato, a cura del debitore, al commissario giudiziale e agli eventuali creditori che hanno espresso il loro dissenso. 2. Le opposizioni dei creditori dissenzienti e di qualsiasi interessato devono essere proposte con memoria depositata nel termine perentorio di almeno dieci giorni prima dell'udienza. Il commissario giudiziale deve depositare il proprio motivato parere almeno cinque giorni prima dell'udienza. Il debitore può depositare memorie fino a due giorni prima dell'udienza. 3. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio nel rispetto di quanto previsto dall'art. 112, comma 4, per il concordato in continuità aziendale, anche delegando uno dei componenti del collegio, omologa con sentenza il concordato. 4. Quando è depositata una domanda di omologazione di accordi di ristrutturazione, i creditori e ogni altro interessato possono proporre opposizione con memoria depositata entro trenta giorni dall'iscrizione della domanda nel registro delle imprese. Il tribunale, con decreto, fissa l'udienza in camera di consiglio per la comparizione delle parti e del commissario giudiziale, se nominato, disponendo che il provvedimento sia comunicato, a cura del debitore, al commissario giudiziale, ai creditori e ai terzi che hanno proposto opposizione. Il tribunale, assunti i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio, anche delegando uno dei componenti del collegio, e sentito il commissario giudiziale, omologa con sentenza gli accordi. 5. La sentenza che omologa il concordato, il piano di ristrutturazione soggetto a omologazione o gli accordi di ristrutturazione è notificata e iscritta nel registro delle imprese a norma dell'art. 45 e produce i propri effetti dalla data della pubblicazione ai sensi dell'art. 133, comma 1, c.p.c. Gli effetti nei riguardi dei terzi si producono dalla data di iscrizione nel registro delle imprese. 6. Se il tribunale non omologa il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione o il piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione, provvede con sentenza eventualmente dichiarando, su ricorso di uno dei soggetti legittimati, l'apertura della liquidazione giudiziale secondo quanto previsto dall'art. 49, commi 1 e 2». 2. La norma, come modificato a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce: «1. Dopo l'omologazione del concordato, il commissario giudiziale ne sorveglia l'adempimento, secondo le modalità stabilite nella sentenza di omologazione. Egli deve riferire al giudice ogni fatto dal quale possa derivare pregiudizio ai creditori. Ogni sei mesi successivi alla presentazione della relazione di cui all'art. 105, comma 1, redige un rapporto riepilogativo redatto in conformità a quanto previsto dall'art. 130, comma 9, e lo trasmette ai creditori. Conclusa l'esecuzione del concordato, il commissario giudiziale deposita un rapporto riepilogativo finale redatto in conformità a quanto previsto dal medesimo art. 130, comma 9. 2. Le somme spettanti ai creditori contestati, condizionali o irreperibili sono depositate nei modi stabiliti dal giudice delegato. 3. Il debitore è tenuto a compiere ogni atto necessario a dare esecuzione alla proposta di concordato anche se presentata da uno o più creditori, qualora sia stata approvata e omologata. 4. Nel caso in cui il commissario giudiziale rilevi che il debitore non sta provvedendo al compimento degli atti necessari a dare esecuzione alla proposta o ne sta ritardando il compimento, deve senza indugio riferirne al tribunale. Il tribunale, sentito il debitore, può attribuire al commissario giudiziale i poteri necessari a provvedere in luogo del debitore al compimento degli atti a questo richiesti. 5. Il soggetto che ha presentato la proposta di concordato approvata dai creditori e omologata può denunciare al tribunale i ritardi e le omissioni del debitore mediante ricorso notificato al debitore e al commissario giudiziale con il quale può chiedere al tribunale di attribuire al commissario i poteri necessari per provvedere ai sensi del comma 4 o di revocare l'organo amministrativo, se si tratta di società, nominando un amministratore giudiziario. Sono in ogni caso fatti salvi i diritti di informazione e di voto dei soci di minoranza. 6. Il tribunale provvede in camera di consiglio, sentito il debitore ed il commissario giudiziale. Quando nomina un amministratore giudiziario, stabilisce la durata dell'incarico e gli attribuisce il potere di compiere gli atti necessari a dare esecuzione alla proposta omologata, ivi incluse le deliberazioni di competenza dell'assemblea dei soci, la convocazione dell'assemblea avente ad oggetto tali deliberazioni e l'esercizio del diritto di voto nelle stesse. Al liquidatore, se nominato, possono essere attribuiti i compiti di amministratore giudiziario. Il provvedimento di nomina dell'amministratore giudiziario è comunicato a cura del cancelliere, entro cinque giorni, all'ufficio del registro delle imprese per l'iscrizione. 7. In caso di trasferimento di beni, il commissario richiede al tribunale, che provvede in composizione monocratica, l'emissione di decreto di cancellazione delle formalità iscritte, delegando ove opportuno al notaio rogante l'atto di trasferimento. 8. In deroga all'art. 2560 del codice civile, l'acquirente o cessionario dell'azienda non risponde dei debiti pregressi, salvo diversa previsione del piano di concordato». 3. La norma, come modificata a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, dispone: «1. Entro il giorno successivo al suo deposito, il decreto di concessione dei termini per l'accesso al concordato preventivo oppure per il deposito della domanda di omologazione del piano di ristrutturazione di cui all'art. 64-bis o degli accordi di ristrutturazione di cui all'art. 44, comma 1, lettera a), è comunicato al debitore, al pubblico ministero e ai richiedenti l'apertura della liquidazione giudiziale. 2. Nello stesso termine il decreto è trasmesso per estratto a cura del cancelliere all'ufficio del registro delle imprese ai fini della sua iscrizione, da effettuarsi entro il giorno successivo. L'estratto contiene il nome del debitore, il nome del commissario, il dispositivo e la data del deposito. L'iscrizione è effettuata presso l'ufficio del registro delle imprese ove l'imprenditore ha la sede legale e, se questa differisce dalla sede effettiva, anche presso quello corrispondente al luogo ove la procedura è stata aperta». COMMENTOL'App. Bologna III, 23 febbraio 2024, ha avuto modo di sottolineare, con riferimento alla generalità dei casi di omologazione, che il sindacato che il Tribunale è tenuto a compiere in caso di valutazione di ammissibilità è diverso da quello compiuto in sede di omologa. Nel primo caso il sindacato è circoscritto soltanto alla verifica della non manifesta inidoneità della proposta alla soddisfazione dei creditori e alla conservazione dei valori aziendali, mentre nel secondo caso deve rispettare le specifiche condizioni contemplate dall'art. 112, comma 1 c.c.i.i., e va svolto alla luce di tutti i riscontri, le informazioni e i chiarimenti acquisiti nel corso della procedura e all'esito di un contraddittorio pieno con il proponente. Con particolare riguardo al concordato in continuità, il correttivo ter ha introdotto una specifica norma sull'attività di liquidazione (art. 114-bis), stabilendo: «1. Quando il piano del concordato in continuità prevede la liquidazione di una parte del patrimonio o la cessione dell'azienda e l'offerente non sia già individuato, nella sentenza di omologazione il tribunale può nominare uno o più liquidatori e un comitato di tre o cinque creditori per assistere alla liquidazione. Il liquidatore, anche avvalendosi di soggetti specializzati, compie le operazioni di liquidazione assicurandone l'efficienza e la celerità nel rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza. 2. Se il piano prevede l'offerta da parte di un soggetto individuato, il tribunale dispone che dell'offerta sia data idonea pubblicità al fine di acquisire offerte ai sensi dell'articolo 91. 3. In caso di nomina del liquidatore, alla vendita si applicano gli artt. da 2919 a 2929 del c.c. e la cancellazione delle iscrizioni relative ai diritti di prelazione, nonché delle trascrizioni dei pignoramenti e dei sequestri conservativi e di ogni altro vincolo, è effettuata su ordine del giudice, una volta eseguita la vendita e riscosso interamente il prezzo, salvo diversa disposizione contenuta nella sentenza di omologazione per gli atti a questa successivi». Per quanto riguarda l'area del controllo del tribunale, sempre il correttivo ter ha modificato l'art. 118, comma 6 c.c.i.i., per reagire all'inerzia dell'imprenditore che non faccia quanto necessario per dare esecuzione al concordato. In proposito, si sono rafforzati i poteri dell'amministratore giudiziario, prevedendo che questi eserciti il diritto di voto, non più per le sole azioni o quote facenti capo al socio ed ai soci di maggioranza, ma per conto di tutti i soci. Inoltre, con il nuovo art. 118-bis si introduce una disciplina ad hoc per le modifiche al piano in continuità. In sintesi, in caso di modifiche sostanziali al piano post omologa, la società in concordato dovrà acquisire una nuova attestazione, il tribunale — verificata la natura sostanziale delle modifiche — dovrà ordinare la pubblicazione del piano modificato e dell'attestazione nel registro delle imprese, mentre il commissario dovrà comunicarle ai creditori. Entro 30 giorni dall'avviso i creditori avranno facoltà di opporsi, con le forme previste per l'opposizione all'omologa. Con riferimento all'ipotesi di ristrutturazione trasversale “di minoranza” di cui all'art. 112, comma 2, lett. d), secondo periodo, viene definitivamente chiarito, in linea con gli approdi della dottrina e giurisprudenza maggioritarie, che anche una sola classe di creditori votanti a favore consentirà di omologare il concordato al ricorrere degli altri requisiti previsti dalla norma. Quanto a questi ultimi, la novella prova a fare chiarezza sulle caratteristiche della classe che può avere — da sola — il potere di determinare l'approvazione del concordato. Tale classe dovrà essere composta da: (i) creditori ai quali è offerto un importo non integrale del credito (quindi creditori che subiscono un pregiudizio) e (ii) che sarebbero soddisfatti in tutto o in parte qualora si applicasse l'ordine delle cause legittime di prelazione anche sul valore eccedente quello di liquidazione. Sembrerebbe così confermata dal legislatore la tesi che considera rilevanti i c.d. “creditori interessati” (i.e., coloro che, anche in caso di applicazione della absolute priority rule, avrebbero comunque ricevuto un pagamento) piuttosto che i c.d. «creditori maltrattati/svantaggiati» (i.e. coloro che, applicando la absolute priority rule, riceverebbero un pagamento superiore a quanto loro offerto nel concordato secondo la relative priority rule). Il correttivo-ter, all'art. 87, chiarisce anche la nozione di “valore di liquidazione” che corrisponde al risultato netto, dedotte le spese, dell'attività liquidatoria (beni, diritti, azioni) nella liquidazione giudiziale, con maggiorazione in caso sia possibile la cessione dell'azienda in esercizio. Il tema è di rilievo centrale nella definizione dei piani e delle proposte di concordato, posto che rappresenta la soglia, tra altro, per determinare la porzione dell'attivo liberamente distribuibile secondo la relative priority rule, la convenienza della proposta e il cram down fiscale e previdenziale. |