Reclamo avverso sentenza di omologazione del concordato preventivo

Antonio Picardi

inquadramento

Contro la sentenza che omologa il concordato preventivo può essere proposto, dalle parti del procedimento di omologazione, reclamo dinanzi alla Corte di Appello. Il reclamo deve essere proposto con ricorso da depositare nella cancelleria della Corte nel termine di trenta giorni decorrente dalla data della notificazione telematica del provvedimento a cura dell'ufficio. In ogni caso, il reclamo non può proporsi decorsi sei mesi dalla pubblicazione della sentenza. Il ricorso deve contenere: a) l'indicazione della corte di appello competente; b) le generalità dell'impugnante e del suo procuratore e l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede la Corte di Appello; c) l'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto su cui si basa l'impugnazione, con le relative conclusioni; d) l'indicazione dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e dei documenti prodotti. Il reclamo non sospende l'efficacia della sentenza. L'istanza di sospensione si propone, per il reclamante, con il reclamo e, per le altre parti, con l'atto di costituzione.

Formula

ECC.MA CORTE D'APPELLO DI ....

RICORSO PER RECLAMO AVVERSO SENTENZA DI OMOLOGAZIONE DI CONCORDATO PREVENTIVO

(art. 51 c.c.i.i.[1])

PER

.... C.F. .... elett.nte dom.to ai fini del presente giudizio, in .... via .... presso l'Avv. ...., C.F. ...., PEC ...., fax ...., il quale lo rappresenta e difende come da procura speciale apposta in calce a questo ricorso

- ricorrente -

CONTRO

...., elett.nte dom.to in .... via .... presso l'Avv. ...., C.F. ...., PEC ...., fax ...., suo difensore costituito nel procedimento di omologazione del concordato preventivo n. .... R.G. del Tribunale ordinario di ....

E CONTRO

.... rispettivamente commissario e liquidatore giudiziale della procedura di concordato preventivo n. .... R.G. del Tribunale ordinario di ....

- intimati -

AVVERSO

la sentenza n. .... del Tribunale Ordinario di ...., sezione ...., pubblicata in data ...., notificata in data ...., con cui è stato omologato il concordato preventivo presentato da ....

FATTO E SVOLGIMENTO DEL PROCEDIMENTO DI OMOLOGAZIONE

....

MOTIVI DI RECLAMO

....

Per i suesposti motivi ...., come in epigrafe rappresentato e difeso

RICORRE

alla Ecc.ma Corte d'Appello affinché, esperito il procedimento ex art. 51 c.c.i.i., voglia, in totale riforma della sentenza impugnata n. .... del Tribunale Ordinario di ...., sezione ...., pubblicata in data ...., notificata in data ...., accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

revocare la omologazione del concordato preventivo presentato da .... e, per l'effetto, dichiarare aperta la liquidazione giudiziale.

condannare le controparti alla rifusione delle spese del doppio grado di giudizio.

ISTANZA DI SOSPENSIONE DEGLI EFFETTI DELLA OMOLOGAZIONE EX ART. 52 c.c.i.i.[2]

[esposizione dei gravi e fondati motivi legittimanti la inibitoria dell'attuazione del piano o dei pagamenti]

RICORRE

alla Ecc.ma Corte d'Appello adita affinché, anche inaudita altera parte, voglia sospendere l'attuazione del piano fino all'esito del giudizio di impugnazione.

Ai sensi del d.P.R. n. 115/2002 si dichiara che la presente causa ha un valore pari ad Euro .....

Si depositano:

– procura alle liti;

– copia autentica della sentenza impugnata;

– fascicolo degli atti e documenti depositati nel procedimento di omologazione del concordato preventivo.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]L'art. 51 c.c.i.i., come modificata a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 136/2024 (c.d. correttivo-ter), pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2024, stabilisce: «1. Contro la sentenza del tribunale che pronuncia sull'omologazione del concordato preventivo, del piano di ristrutturazione soggetto a omologazione o degli accordi di ristrutturazione oppure dispone l'apertura della liquidazione giudiziale le parti possono proporre reclamo. La sentenza che dichiara aperta la liquidazione giudiziale può essere impugnata anche da qualunque interessato. Il reclamo è proposto con ricorso da depositare nella cancelleria della corte di appello nel termine di trenta giorni. 2. Il ricorso deve contenere: a) l'indicazione della corte di appello competente; b) le generalità dell'impugnante e del suo procuratore e l'elezione del domicilio nel comune in cui ha sede la corte di appello; c) l'esposizione dei motivi su cui si basa l'impugnazione, con le relative conclusioni; d) l'indicazione dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e dei documenti prodotti. 3. Il termine per il reclamo decorre, per le parti, dalla data della notificazione telematica del provvedimento a cura dell'ufficio e, per gli altri interessati, dalla data della iscrizione nel registro delle imprese. Si applica alle parti la disposizione di cui all'art. 327, comma 1, del codice di procedura civile. 4. Il reclamo non sospende l'efficacia della sentenza, salvo quanto previsto dall'art. 52. L'accoglimento del reclamo produce gli effetti di cui all'art. 53. 5. Il presidente, nei cinque giorni successivi al deposito del ricorso, designa il relatore, e fissa con decreto l'udienza di comparizione entro sessanta giorni dal deposito del ricorso. 6. Il ricorso, unitamente al decreto di fissazione dell'udienza, è notificato a cura del reclamante, al curatore o al commissario giudiziale e alle altre parti entro dieci giorni dalla comunicazione del decreto. 7. Tra la data della notificazione e quella dell'udienza deve intercorrere un termine non minore di trenta giorni. 8. Le parti resistenti devono costituirsi, a pena di decadenza, almeno dieci giorni prima dell'udienza, eleggendo il domicilio nel comune in cui ha sede la corte di appello. La costituzione si effettua mediante il deposito di una memoria contenente l'esposizione delle difese in fatto e in diritto, nonché l'indicazione dei mezzi di prova e dei documenti prodotti. 9. L'intervento di qualunque interessato non può avere luogo oltre il termine stabilito per la costituzione delle parti resistenti con le modalità per queste previste. 10. All'udienza, il collegio, sentite le parti, assume, anche d'ufficio, nel rispetto del contraddittorio, tutti i mezzi di prova che ritiene necessari, eventualmente delegando un suo componente. 11. La corte, esaurita la trattazione, provvede sul ricorso con sentenza entro il termine di trenta giorni. 12. La sentenza è notificata alle parti e comunicata al tribunale, nonché iscritta al registro delle imprese a norma dell'art. 45 a cura della cancelleria della corte d'appello. 13. Il termine per proporre il ricorso per cassazione è di trenta giorni dalla notificazione. 14. Il ricorso per cassazione non sospende l'efficacia della sentenza. Si applica, in quanto compatibile, l'art. 52 se il ricorso è promosso contro la sentenza con la quale la corte di appello ha rigettato il reclamo. 15. In caso di società o enti, il giudice accerta, con la sentenza che decide l'impugnazione, se sussiste mala fede del legale rappresentante che ha conferito la procura e, in caso positivo, lo condanna in solido con la società o l'ente al pagamento delle spese dell'intero processo. Nella stessa ipotesi e in presenza dei presupposti previsti dall'art. 13, comma 1-quater, del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, il legale rappresentante è tenuto, in solido con la società o l'ente, al pagamento dell'ulteriore importo previsto dallo stesso art. 13, comma 1-quater. Resta fermo quanto previsto dall'art. 96 del c.p.c. e dall'art. 136, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002».

[2]La norma dispone: «1. Proposto il reclamo, la corte di appello, su richiesta di parte o del curatore, può, quando ricorrono gravi e fondati motivi, sospendere, in tutto o in parte o temporaneamente, la liquidazione dell'attivo, la formazione dello stato passivo e il compimento di altri atti di gestione. Allo stesso modo può provvedere, in caso di reclamo avverso la omologazione del concordato preventivo o del piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione o degli accordi di ristrutturazione dei debiti, ordinando l'inibitoria, in tutto o in parte o temporanea, dell'attuazione del piano o dei pagamenti. 2. La corte di appello può disporre le opportune tutele per i creditori e per la continuità aziendale. 3. L'istanza di sospensione si propone per il reclamante con il reclamo e per le altre parti con l'atto di costituzione; il presidente, con decreto, ordina la comparizione delle parti dinanzi al collegio in camera di consiglio e dispone che copia del ricorso e del decreto siano notificate alle altre parti e al curatore o al commissario giudiziale, nonché al pubblico ministero. 4. La corte di appello decide con decreto contro il quale non è ammesso ricorso per cassazione».

commento

Una delle novità introdotte dal codice della crisi di impresa è che l'istanza di sospensione, avverso la sentenza di omologa del concordato preventivo, va necessariamente proposta con il reclamo. Inoltre, l'istanza può avere ad oggetto l'inibitoria sia dell'attuazione del piano che dei pagamenti. Viene, altresì, previsto che il giudice di secondo grado possa disporre le opportune tutele per i creditori e per la continuità aziendale. La sentenza che accoglie il reclamo è immediatamente esecutiva, giusta il chiaro disposto dell'art. 51 c.c.i.i. (alla stessa conclusione era peraltro giunta la giurisprudenza rispetto alla normativa previgente: Trib. Lecce 2 maggio 2022). Nel caso di revoca dell'omologazione la corte di appello, su apposita domanda, può dichiarare aperta la liquidazione giudiziale, rimettendo gli atti al tribunale per l'adozione dei consequenziali provvedimenti di cui all'art. 49, comma 3 c.c.i.i. Restano salvi gli effetti degli atti legalmente compiuti dal debitore e dagli organi della procedura prima della revoca. Il tribunale, su istanza del debitore, ove ricorrano gravi e giustificati e motivi, può sospendere i termini per la proposizione delle impugnazioni dello stato passivo e l'attività di liquidazione fino al momento in cui la sentenza di secondo grado, che ha pronunciato sulla revoca, non passa in giudicato.

Il correttivo-ter ha previsto l'obbligo del reclamante (in luogo della cancelleria) di procedere alla notifica del reclamo e del decreto di fissazione udienza al curatore, al commissario giudiziale ed alle altre parti, entro dieci giorni dalla comunicazione del predetto decreto.

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