Istanza per la dichiarazione di non esecuzione del concordatoInquadramentoNé il nuovo codice né la legge fallimentare disciplinano il caso in cui, decorso il termine di legge, non sia stata proposta, dai creditori, alcuna istanza per la risoluzione o l'annullamento del concordato. È da ritenere che, in tale evenienza, qualsiasi interessato sia legittimato a richiedere, al tribunale, la dichiarazione di non esecuzione del concordato, al fine di consentire ai creditori di riprendere piena libertà di azione, anche nella forma della esecuzione individuale, sui beni del debitore. FormulaTRIBUNALE DI ... CONCORDATO PREVENTIVO ... R.C.P. GIUDICE DELEGATO: DOTT. ... COMMISSARIO GIUDIZIALE: DOTT. ... LIQUIDATORE GIUDIZIALE: DOTT. ... ISTANZA DI CHIUSURA PER MANCATA ESECUZIONE DEL CONCORDATO PREVENTIVO Il sottoscritto Dott. ... nominato liquidatore giudiziale [1] nella procedura di concordato preventivo emarginata in epigrafe PREMESSO che il sottoscritto liquidatore giudiziale ha, in ottemperanza alla sentenza di omologazione e nel rispetto delle previsioni di cui all'art. 114 c.c.i.i., svolto la seguente attività [ ... ]; che risulta realizzato un attivo di Euro ... a fronte di un passivo inventariato dal commissario giudiziale di Euro ...; che, i creditori, allo stato, risultano soddisfatti nelle seguenti percentuali ...; che, nonostante i numerosi tentativi di vendita esperiti, rimangano da liquidare i seguenti beni ...; che lo scarso interesse manifestato dal mercato induce a ritenere la prosecuzione dell'attività liquidatoria manifestamente non conveniente per il ceto creditorio, tenuto conto dei costi da sostenere; che risulta decorso il termine per la presentazione di domanda di risoluzione e/o di annullamento del concordato da parte dei creditori [2] ; che il commissario giudiziale ha autorizzato lo scrivente al deposito della presente istanza, come da parere allegato; tutto quanto sopra premesso FA ISTANZA a codesto Ill.mo Giudice delegato perché voglia autorizzare il sottoscritto alla presentazione del conto della gestione e, all'esito, dichiarare concluso e non eseguito, in quanto non ritualmente adempiuto [3], il concordato preventivo presentato dalla società ... ed omologato in data .... Con osservanza Luogo e data ... Firma Liquidatore Giudiziale ... Si depositano: - parere del commissario giudiziale; - rendiconto di gestione. 1. È da ritenere che l'istanza possa essere proposta da qualsiasi soggetto interessato, compreso il debitore. 2. Cfr. Cass. S.U., n. 4696/2022 che ha affermato: «Nella disciplina della legge fallimentare risultante dalle modificazioni apportate dai d.lgs. n. 5/2006 e n. 169/2007, il debitore ammesso al concordato preventivo omologato, che si dimostri insolvente nel pagamento dei debiti concordatari, può essere dichiarato fallito, su istanza dei creditori, del pubblico ministero o sua propria, anche prima ed indipendentemente dalla risoluzione del concordato ex art. 186 l.fall.». 3. Cfr. Trib. Ancona 23 febbraio 2015, secondo cui: «Qualora il concordato preventivo non sia stato adempiuto e siano decorsi i termini di cui all'art. 186 l.fall. senza che sia stata presentata istanza di risoluzione per inadempimento, ai sensi dell'art. 186, commi 1, 2 e 3, legge fall., o istanza di annullamento, ai sensi degli artt. 186, comma 5, e 138, comma 3, l.fall., il giudice può, su richiesta del debitore, dichiarare conclusa ed ineseguita la procedura di concordato, provvedimento, questo, sulla base del quale è possibile dar corso alla cancellazione delle iscrizioni e trascrizioni esistenti alla data della domanda di concordato». COMMENTOSuccessivamente alla omologazione del concordato, le uniche pronunce di carattere costitutivo di competenza del tribunale sono quella di risoluzione e di annullamento del concordato. Pertanto, allorquando sia decorso il termine per ottenere l'emissione di tali pronunce, il tribunale, nell'ambito dei suoi poteri di supervisione e sorveglianza sulla fase esecutiva del concordato, non può che prendere atto, su istanza di qualsiasi interessato, della sua mancata esecuzione, con conseguente cessazione degli organi della procedura e cancellazione della trascrizione della domanda di concordato preventivo sui beni debitore (cfr. Trib. Ancona 23 febbraio 2015). Ne deriva che i creditori riprenderanno piena libertà d'azione sui beni ritornati nella piena disponibilità del debitore. È da ritenere, tuttavia, che a tale esito si possa addivenire solo nel caso in cui la prosecuzione dell'attività di liquidazione sia manifestamente antieconomica per il ceto creditorio. Difatti, la mancata presentazione di istanza di risoluzione del concordato da parte dei creditori induce a presumere l'esistenza di un loro interesse alla prosecuzione dell'attività liquidatoria nelle forme concordatarie; presunzione che può essere vinta solo dall'accertamento, demandato al tribunale in sede di pronuncia del decreto di non esecuzione, che la prosecuzione dell'attività di liquidazione, a causa dei numerosi tentativi di vendita esperiti e dei relativi costi sostenuti e da sostenere, sia divenuta controproducente per il ceto creditorio, mutuando, così, il principio previsto, per la liquidazione giudiziale, dall'art. 213, comma 2 c.c.i.i. (nonché dall'art. 104-ter, comma 8 l.fall.), per cui «il curatore, previa autorizzazione del comitato dei creditori, può non acquisire all'attivo o rinunciare a liquidare uno o più beni, se l'attività di liquidazione appaia manifestamente non conveniente». Appare, in ogni caso, opportuno che l'istanza sia previamente comunicata a tutti i creditori in modo da dare agli stessi la possibilità di opporsi all'adozione dell'eventuale provvedimento di accoglimento. |