Presentazione della proposta di concordato nella liquidazione giudiziale da parte di terzoinquadramentoDichiarata aperta la liquidazione giudiziale, i creditori o i terzi possono proporre un concordato anche prima del decreto che rende esecutivo lo stato passivo. La proposta può prevedere: a) la suddivisione dei creditori in classi, secondo posizione giuridica ed interessi economici omogenei; b) trattamenti differenziati fra creditori appartenenti a classi diverse, indicando le ragioni dei trattamenti differenziati dei medesimi; c) la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma, accollo o altre operazioni straordinarie, ivi compresa l'attribuzione ai creditori, nonché a società da questi partecipate, di azioni, quote ovvero obbligazioni. La proposta presentata da uno o più creditori o da un terzo può prevedere la cessione, oltre che dei beni compresi nell'attivo della liquidazione giudiziale, anche delle azioni di pertinenza della massa, purché autorizzate dal giudice delegato, con specifica indicazione dell'oggetto e del fondamento della pretesa. Il proponente può limitare gli impegni assunti con il concordato ai soli creditori ammessi al passivo ed a quelli che hanno proposto opposizione allo stato passivo o domanda di ammissione tardiva al tempo della proposta. In tal caso, verso gli altri creditori continua a rispondere il debitore, fermi restando gli effetti dell'esdebitazione. FormulaTRIBUNALE DI .... Procedura di liquidazione giudiziale n. .... Giudice Delegato: Dr. .... Curatore n. .... PROPOSTA DI CONCORDATO DEL TERZO EX ART. 240 c.c.i.i. Il sottoscritto [1] ...., in qualità di legale rappresentante della società .... (C.F. e P.I. ....), con sede legale in ...., infra anche quale “proponente”, rappresentata e difesa dall'Avv. .... (C.F. ....) che dichiara di voler ricevere gli avvisi e ogni comunicazione a mezzo telefax al n. .... ed all'indirizzo di posta elettronica ...., ed elettivamente domiciliata in .... PREMESSO 1) che in data .... è stato reso esecutivo lo stato passivo della società sottoposta alla presente procedura di liquidazione giudiziale; 2) che dal suddetto stato passivo risultano crediti privilegiati per Euro .... e crediti chirografari per Euro ....; 3) che l'assemblea della società proponente ha autorizzato la presentazione della presente proposta di concordato; 4) che è interesse della società proponente soddisfare i creditori ammessi allo stato passivo nella misura di seguito indicata, acquisendo per sé o per persona giuridica non collegata alla società debitrice e comunque non sottoposta a comune controllo di quest'ultima, da nominare entro il termine che verrà stabilito dall'Ill.mo Signor Giudice Delegato, la proprietà di tutti i beni immobili e mobili facenti parte dell'attivo della presente procedura concorsuale; Tutto ciò premesso e considerato AVANZA la seguente proposta di concordato ai sensi dell'art. 240 c.c.i.i. A) L'attivo della procedura di liquidazione giudiziale [2] Alla data di presentazione di questa proposta, l'attivo della procedura di liquidazione giudiziale ammonta a complessivi Euro [ .... ] così composto [descrivere la composizione dell'attivo]. Sono, inoltre, presenti alcune cause “attive”, tutte analiticamente descritte nell'allegato .... che costituisce parte integrante della proposta. B) Pagamenti e tempi di corresponsione: 1) pagamento integrale delle spese di procedura e del compenso del Curatore, nei valori che saranno indicati dall'Ill.mo Giudice Delegato, in un'unica soluzione ed entro il termine di giorni .... dalla efficacia della proposta così come previsto dall'art. 246 c.c.i.i.; 2) pagamento integrale dei creditori privilegiati ammessi allo stato passivo reso esecutivo e depositato in cancelleria in data ...., limitatamente agli importi ivi indicati, senza interessi, in un'unica soluzione ed entro il termine di giorni ...., dalla efficacia della proposta così come previsto dall'art. 246 c.c.i.i.; 3) pagamento dei creditori chirografari, non suddivisi in classe, nella misura del .... %, entro il termine di giorni ...., dalla efficacia della proposta come previsto dall'art. 246 c.c.i.i.; C) Condizioni: il concordato è riferibile ai creditori che risultano ammessi allo stato passivo reso esecutivo e depositato in cancelleria ed in particolare: Stato passivo Chirografari Euro ....; Privilegiati Euro ....; Totale Euro ..... È previsto il trasferimento, in capo alla proponente ovvero a persona giuridica designata, sia di tutti i beni mobili e immobili appartenenti all'attivo della procedura ed elencati nel verbale d'inventario, sia dei crediti, di qualsiasi natura, vantati dalla società debitrice verso terzi, sia dei diritti derivanti da eventuali azioni revocatorie, sia di ogni e qualsiasi altro diritto e/o ragione creditoria della società debitrice verso terzi. La proposta di concordato viene estesa da subito ai creditori che hanno già depositato istanza di ammissione tardiva, nonché ai creditori che hanno presentato opposizione allo stato passivo, ovvero ai creditori i cui crediti sono oggetto di impugnazione allo stato passivo, nei limiti delle somme che saranno riconosciute come dovute a fronte della definitività del provvedimento giudiziale. La società proponente si riserva, caso per caso, di estendere eventualmente la proposta anche ai creditori, privilegiati e chirografari, che dovessero presentare istanza di insinuazione tardiva nelle more dell'approvazione e dell'omologazione del concordato. D) Fabbisogno finanziario concordatario. Il fabbisogno concordatario viene stimato dalla proponente nei seguenti importi crediti privilegiati: Euro ....; crediti chirografari: Euro ....; spese di procedura: Euro ....; Totale: Euro ..... La società proponente provvederà direttamente ad effettuare i pagamenti ai creditori aventi diritto, sotto il controllo del Curatore, nei termini di cui sopra mediante bonifici bancari sulle rispettive coordinate bancarie che gli stessi creditori comunicheranno. A dimostrazione della serietà della proposta formulata e della fattibilità del concordato, per la concorrenza della somma relativa al fabbisogno di Euro ...., la proponente allega estratto del conto corrente bancario dedicato n. .... intestato alla medesima, aperto in data ...., presso Banca ...., Filiale di ...., dal quale risulta un saldo attivo di Euro ..... La proponente si dichiara sin da ora disponibile a provvedere all'apposizione di vincolo su tale conto corrente a favore della procedura di liquidazione giudiziale in persona del Curatore, nelle modalità e termini che vorrà indicare l'Ill.mo Giudice Delegato. Oltre a quanto sopra, la proponente si obbliga a prestare fideiussione bancaria di Euro .... che verrà depositata in cancelleria, ovvero nelle diverse modalità che verranno indicate dall'Ill.mo Signor Giudice Delegato, entro il termine di giorni .... decorrenti dalla efficacia della proposta ex art. 246 c.c.i.i. Eppertanto, CHIEDE che l'Ill.mo Giudice delegato voglia esaminare la presente proposta di concordato ed avviare la procedura per l'approvazione e la omologazione del concordato [3] . Si allegano: – verbale ex art. 265 c.c.i.i.; – elenco dei creditori ammessi allo stato passivo; – elenco opposizioni allo stato passivo; – elenco cause promosse dalla Curatela. Luogo e firma .... Firma Avv. .... [1]Cfr. Cass. I, n. 3274/2011 secondo cui: «In tema di concordato fallimentare, la necessità di identificare il soggetto proponente, se da un lato corrisponde all'esigenza di verificare se la proposta provenga dal fallito – al fine di controllarne la legittimazione, operando i limiti temporali di cui all'art. 124 l.fall., nel testo ratione temporis vigente e sussistendo il divieto della cessione delle azioni di massa, consentita solo al terzo – dall'altro, a tutela dell'affidamento dei creditori, è circoscritta alle sole informazioni attinenti alla capacità solutoria del soggetto in relazione alle obbligazioni assunte con il concordato stesso, dunque alla sua fattibilità, rimessa alle valutazioni dei creditori medesimi, primi e, in difetto di opposizioni, unici controllori». [2]Cfr. Cass. I, n. 16738/2011 onde: «In tema di concordato fallimentare, la valutazione dei cespiti costituenti l'attivo fallimentare, demandata al giudice in sede di omologazione, non ha ad oggetto l'accertamento della convenienza della proposta, ma il controllo in ordine alla legittimità della procedura, sotto il profilo dell'osservanza degli adempimenti prescritti e della correttezza dell'informazione fornita ai creditori attraverso la relazione giurata ed i pareri richiesti dall'art. 125 l.fall., nonché la verifica delle condizioni approvate, nei limiti imposti dalla finalità di assicurare un ragionevole equilibrio tra la soddisfazione delle pretese dei creditori e la salvaguardia dei diritti del debitore. Tale equilibrio non può ritenersi compromesso dalla mera inferiorità della stima compiuta dall'esperto rispetto a quella effettuata dal c.t.u., quando il giudice tenga conto delle effettive possibilità di realizzo del valore del compendio immobiliare in caso di vendita forzata, in ossequio al disposto dell'art. 124, comma 3 l.fall., secondo il quale il valore di mercato dei cespiti o dei crediti acquisiti all'attivo costituisce null'altro che un riferimento ai fini della determinazione di quanto sarebbe possibile ricavare dalla vendita, utile a consentire ai creditori, in sede di approvazione del concordato, e al giudice, in sede di omologazione, una valutazione in ordine alle possibilità di soddisfazione dei crediti». [3]Cfr. Cass. I, n. 2674/2012 secondo cui: «In tema di omologazione del concordato fallimentare, secondo la nuova disciplina di cui al d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, è ammissibile la proposta proveniente da un terzo e che contempli a suo favore, in sede di esecuzione, un'eventuale eccedenza – contenuta nei limiti della ragionevolezza – del valore dei beni trasferiti rispetto all'ammontare di quanto necessario per il pagamento dei crediti concorsuali, poiché essa realizza il giusto guadagno dell'intervento del terzo, che si accolla l'onere ed il rischio dell'operazione e non può dirsi agisca a scopo di liberalità; tale eccedenza è invero equiparabile alle spese necessarie all'esecuzione, da ritenersi giustificate, in analogia all'art. 504 c.p.c., ove così sia consentita la trasformazione del patrimonio del debitore negli strumenti volti al soddisfacimento dei creditori». commentoLa formula ha ad oggetto una proposta di concordato avanzata dal terzo e strutturata come “concordato con assuntore”. La figura dell'assuntore è menzionata ora dall'art. 240, comma 2, lett. c) c.c.i.i. (che, sul punto, replica fedelmente l'art. 124, comma 2, lett. c) l.fall.), ove si fa riferimento all'accollo. In assenza di una definizione legislativa, tradizionalmente, si afferma che assuntore è il terzo che, dietro il corrispettivo della cessione dei beni fallimentari, si obbliga direttamente, sostituendosi al debitore, ad assolvere gli adempimenti che scaturiscono dal concordato proposto. Nell'art. 240 c.c.i.i. sono state trasferite le disposizioni dell'art. 124 l.fall., cui sono state apportate alcune modifiche sostanziali. Nel confermare le limitazioni temporali già previste dall'art. 124 l.fall., riguardo alle proposte avanzate dal debitore, da società da esso partecipate o sottoposte a comune controllo (non prima di un anno dalla dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale e non oltre due anni dal decreto di esecutività dello stato passivo), il legislatore delegato ha istituito anche una soglia economica di ammissibilità all'iniziativa del debitore, costituita dall'apporto di nuove risorse che incrementino il valore dell'attivo di almeno il 10%. Nulla viene detto, tuttavia, per quanto concerne l'individuazione di quale sia il valore dell'attivo cui fare riferimento: se quello delle stime commissionate dal curatore ai propri esperti, ai fini dell'esecuzione del programma di liquidazione, oppure un valore da stimarsi ex novo Il principale problema è senza dubbio rappresentato dalle azioni revocatorie, risarcitorie e recuperatorie, per le quali non sussiste alcun riferimento oggettivo. Altra novità di un certo rilievo è costituita dall'obbligo di classare gli obbligazionisti e gli strumentisti finanziari, ove esistenti. La relazione illustrativa nulla dice riguardo alla finalità di questa disposizione, che non trova neppure corrispondenza nelle norme che regolano il concordato preventivo. Importante è anche la novità introdotta dall'art. 246 c.c.i.i., come modificato dal correttivo-ter. Difatti, mentre la precedente versione della norma prevedeva che il decreto di omologazione del concordato acquisisse efficacia solo all'esaurimento dei giudizi dell'art. 206 c.c.i.i., ossia dei giudizi di opposizione e di impugnazione dello stato passivo – il che rischiava di sottoporre il concordato ad una condizione di efficacia incerta e differita, a lungo, nel tempo – adesso è previsto che il decreto di omologa del concordato produce i propri effetti dalla data della sua pubblicazione e che quando lo stesso diventa definitivo, i giudizi di impugnazione dello stato passivo pendenti dinanzi al tribunale si interrompono, con la precisazione che «Il giudizio può essere riassunto dal proponente o nei confronti del proponente e prosegue nelle forme di cui all'art. 207 dinanzi al medesimo giudice, che provvede sull'accertamento del credito o della causa di prelazione». Infine, merita di essere evidenziata la modifica, introdotta sempre dal correttivo-ter, che consente la presentazione di una domanda di gruppo, quando la liquidazione giudiziale sia unitaria, ferma sempre l'autonomia delle masse patrimoniali. In caso di più proposte concordatarie, viene invertita la regola tradizionale e, quindi, tutte dovranno essere sottoposte ai creditori, salvo che il curatore ed il comitato dei creditori, congiuntamente, ne individuino una o più maggiormente convenienti. Infine, anche in caso di concordato nella liquidazione giudiziale, è inserita la possibilità di cram down fiscale e previdenziale ove i creditori pubblici siano determinanti ai fini del raggiungimento delle maggioranze e la proposta sia conveniente rispetto alla prosecuzione della liquidazione giudiziale. |