Ricorso del creditore per l'apertura della liquidazione giudizialeinquadramentoTra i soggetti legittimati a richiedere l'apertura della procedura liquidatoria vi sono anche uno o più creditori, come nell'esemplificazione proposta. Dovrebbe continuare a trovare applicazione il principio, più volte enunciato in giurisprudenza con riferimento alla iniziativa per la dichiarazione di fallimento, per il quale l'art. 6 l.fall., nella parte in cui stabilisce che il fallimento è dichiarato, fra l'altro, su istanza di uno o più creditori, non presuppone un definitivo accertamento del credito in sede giudiziale, né l'esecutività del titolo, essendo viceversa a tal fine sufficiente un accertamento incidentale da parte del giudice all'esclusivo scopo di verificare la legittimazione dell'istante. FormulaTRIBUNALE DI .... SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA [1] RICORSO PER L'APERTURA DELLA PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE Per ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... ed elettivamente domiciliato presso il Suo Studio Legale in via .... come da procura in calce al presente atto, il quale dichiara di volere ricevere le comunicazioni e gli avvisi previsti dalla legge, al numero di fax .... o all'indirizzo di posta elettronica .... PREMESSO CHE – l'istante è creditore di .... della somma di Euro ...., in forza di ....; – che, ottenuto titolo esecutivo, notificava atto di precetto e richiesta l'esecuzione del pignoramento .... [2]. Il ricorrente dunque non è riuscito a recuperare il proprio credito e, da quanto esposto, se ne desume che la Società debitrice versa in uno stato di insolvenza e che non è più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni. Per i suesposti motivi .... CHIEDE CHE il Tribunale adito, previa convocazione [3] delle parti [4], voglia dichiarare aperta la procedura di liquidazione giudiziale [5] a carico della Società ...., in persona del legale rappresentante pro-tempore, con sede in .... Si allegano [6]: .... .... ..... Firma Avv. .... PROCURA Delego a rappresentarmi e difendermi nel presente procedimento, in ogni fase e grado dello stesso, l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via .... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]Il procedimento per l'accesso a una delle procedure di regolazione della crisi o dell'insolvenza si svolge dinanzi al tribunale in composizione collegiale del luogo nel quale l'impresa ha la sede, rispetto al quale vi è solo una presunzione, che può essere superata con indici univoci in senso contrario, della coincidenza di quella effettiva con la sede legale. [2]Occorre indicare nel dettaglio, ai fini della valutazione del presupposto oggettivo dell'insolvenza, le ragioni per le quali è stato impossibile il recupero del credito. [3]In virtù dell'art. 41 c.c.i.i. il tribunale con decreto convoca le parti non oltre quarantacinque giorni dal deposito del ricorso e tra la data della notifica e quella dell'udienza deve intercorrere un termine non inferiore a quindici giorni (ferma la possibilità di abbreviazione di tali termini da parte del Presidente o del giudice relatore quando sussistano particolari ragioni di urgenza, da evidenziare nel decreto). L'audizione delle parti può essere delegata al giudice relatore. [4]L'art. 40 c.c.i.i. dispone che in caso di domanda proposta da un creditore, da coloro che hanno funzioni di controllo e di vigilanza sull'impresa o dal pubblico ministero, il ricorso e il decreto di convocazione devono essere notificati, a cura dell'ufficio, all'indirizzo del servizio elettronico di recapito certificato qualificato o di posta elettronica certificata del debitore risultante dal registro delle imprese ovvero dall'Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC) delle imprese e dei professionisti. Quando la notificazione a mezzo di posta elettronica certificata di cui al comma 6 non risulta possibile o non ha esito positivo per causa imputabile al destinatario, il ricorso e il decreto sono notificati senza indugio, a cura della cancelleria, mediante il loro inserimento nell'area web riservata ai sensi dell'articolo 35 nel portale dei servizi telematici gestito dal Ministero della Giustizia, all'interno di un'area riservata collegata al codice fiscale del destinatario, generata dal portale e accessibile al destinatario. La notificazione si ha per eseguita nel terzo giorno successivo a quello in cui è compiuto l'inserimento o, se anteriore, nella data in cui il destinatario accede all'area riservata. [5]A tal fine può essere espletata attività istruttoria che si compendia anche nella raccolta di informazioni, disposta dal giudice, presso banche dati pubbliche e pubblici registri. [6]In particolare, devono essere prodotti i documenti attestanti il credito del ricorrente ed i tentativi di infruttuosa esecuzione. commentoAi sensi dell'art. 37, comma 2 c.c.i.i. tra i soggetti legittimati a richiedere l'apertura della procedura liquidatoria vi sono anche uno o più creditori, come nell'esemplificazione proposta. Dovrebbe continuare a trovare applicazione il principio, più volte enunciato in giurisprudenza con riferimento alla iniziativa per la dichiarazione di fallimento, per il quale l'art. 6 l.fall. laddove stabilisce che il fallimento è dichiarato, fra l'altro, su istanza di uno o più creditori, non presuppone un definitivo accertamento del credito in sede giudiziale, né l'esecutività del titolo, essendo viceversa a tal fine sufficiente un accertamento incidentale da parte del giudice all'esclusivo scopo di verificare la legittimazione dell'istante (v., di recente, Cass. n. 30827/2018). Lo svolgimento del procedimento, con riferimento alla richiesta di apertura della procedura di liquidazione giudiziale, ricalca sostanzialmente quello che in precedenza era delineato dall'art. 15 l.fall. (cfr. Lenoci, Il procedimento concorsuale liquidatorio, in Quest. Giust., 2019, n. 2, § 3). È in particolare previsto un termine di convocazione non inferiore a 15 giorni rispetto alla data di notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza, al fine di garantire un adeguato diritto di difesa, e salva la possibilità di abbreviazione dei termini nei casi di urgenza. Resta ferma, poi, la possibilità di delega da parte del tribunale, al giudice relatore, ai fini dell'audizione delle parti e dell'ammissione e dell'espletamento dei mezzi istruttori (art. 41, comma 6 c.c.i.i.). Valenza innovativa ha invece la previsione, dettata dallo stesso art. 41 c.c.i.i., per la quale l'intervento di terzi nel corso del procedimento è ammesso «sino a che la causa non venga rimessa al collegio per la decisione», e quindi, in pratica, sino a quando il giudice delegato o il tribunale non si riservino per la decisione (art. 41, comma 5). Altra rilevante novità – che peraltro recepisce la prassi già in vigore presso numerosi uffici giudiziari – riguarda l'obbligo, per la cancelleria, a seguito della procedura della domanda di apertura della liquidazione giudiziale o del concordato preventivo, di acquisire mediante collegamento telematico diretto alle banche dati dell'Agenzia delle entrate, dell'Inps e del registro delle imprese, i dati e i documenti relativi al debitore, come individuati dall'art. 367 c.c.i.i. (cfr. Lenoci, Ibidem). L'apertura della procedura è disposta con sentenza, con la quale il tribunale nomina il giudice delegato e il curatore, con la possibilità, inoltre, di nominare anche «uno o più esperti per l'esecuzione di compiti specifici in luogo del curatore». La sentenza di apertura della procedura deve essere iscritta nel registro delle imprese: peraltro, gli effetti nei confronti del debitore si producono dalla data di pubblicazione in cancelleria, mentre nei confronti dei terzi si producono dalla data di iscrizione nel suddetto registro. In ogni caso non può farsi luogo all'apertura della liquidazione giudiziale, se l'ammontare dei debiti scaduti e non pagati sia complessivamente inferiore ad Euro 30.000 mila. |