Istanza correzione errore materiale da parte del Curatore

Farolfi Alessandro

Inquadramento

Il curatore è nominato con la sentenza che dichiara aperta la liquidazione giudiziale dell'imprenditore commerciale che abbia superato una delle soglie previste dall'art. 2, lett. d) (c.d. impresa sopra soglia), che si trova in stato di insolvenza. Il curatore è tuttavia non solo un mero gestore/liquidatore dei beni che rientrano nel patrimonio del soggetto liquidato, persona fisica o giuridica che sia, ma nell'esercizio delle sue funzioni è un pubblico ufficiale. Inoltre, egli può sempre sollecitare l'intervento degli altri organi della procedura, fra cui lo stesso Tribunale, ad esempio per richiedere che quest'ultimo emendi errori materiali contenuti nella sentenza che dispone la procedura concorsuale.

Una ipotesi peculiare riguarda la correzione degli errori materiali contenuta nello stato passivo, che può essere sollecitata sia da una dei creditori che – deve ritenersi – anche dallo stesso curatore. La previsione è contenuta nell'art. 206, comma 6 c.c.i.i. L'istanza proposta dalla parte privata può concernere lo stato passivo nella parte in cui decide sia la domanda propria, sia la domanda altrui, in quanto non si può escludere che sussista un interesse a richiedere la correzione degli errori che inficiano il provvedimento relativamente alla posizione di un altro soggetto, secondo le regole generali del concorso. In questo secondo caso, il principio del contraddittorio sembra richiedere che il giudice delegato senta sia il curatore, sia la parte interessata dall'istanza di correzione.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ...

SEZIONE CRISI DI IMPRESA

Liquidazione giudiziale di/della ... - n. ... / ... R.G.

OGGETTO: Istanza per correzione errore materiale della sentenza che dichiara aperta la liquidazione giudiziale

On.le Tribunale

il sottoscritto curatore della procedura concorsuale suindicata,

PREMESSO

- che la sentenza dichiarativa dell'apertura della liquidazione giudiziale contiene un errore materiale lì dove il nome del debitore (la ditta, la data di nascita, l'indirizzo, la sede, ecc.) è stato indicato in ... nel mentre, come emerge dalla documentazione raccolta in sede di istruttoria prefallimentare il nome (o gli altri elementi ritenuti erronei) esatto è ...

- che, per consolidata giurisprudenza, la sentenza che dichiara aperta la liquidazione giudiziale (già sentenza dichiarativa di fallimento) è soggetta a correzione degli eventuali errori materiali ai sensi degli artt. 287 e 288 c.p.c.

CHIEDE

che l'On. Tribunale voglia provvedere alla correzione dell'errore materiale indicato.

Con osservanza

Luogo e data ...

Il curatore ...

Allegato: Copia della sentenza dichiarativa dell'apertura della liquidazione giudiziale; copia dei documenti citati.

Testo f ormula (alternativa) :

TRIBUNALE DI ...

Liquidazione giud. n. ... / ...,

dichiarata con sentenza in data ...

Giudice delegato: Dott. ...

Curatore: Dott. ... /Avv. ...

ISTANZA PER LA CORREZIONE DI ERRORE MATERIALE EX ART. 206, COMMA 6, c.c.i.i..

Ill.mo Sig. Giudice delegato,

Il sottoscritto curatore della liquidazione giudiziale in epigrafe

ESPONE

— in data ..., all'esito dell'udienza fissata per la verifica dei crediti, è stato, con decreto, dichiarato esecutivo lo stato passivo;

— per mero errore materiale, il credito del Sig. ... (cronologico n. ... ), è stato indicato in euro ..., anziché nella giusta misura di euro ...;

— si rende quindi necessaria la correzione del predetto ... in quanto ...

Luogo e data ...

Il Curatore ...

COMMENTO

Secondo Cass. I, n. 608/2017, il procedimento di correzione dell'errore materiale può applicarsi anche alla sentenza di fallimento e riguardare l'erronea intestazione della stessa, nella parte in cui indica quale magistrato deliberante un giudice diverso da quelli che effettivamente hanno deciso la controversia. Inoltre, si precisa in motivazione, che il relativo provvedimento di correzione ha natura puramente ordinatoria e, come tale, non è suscettibile di autonomo ricorso in cassazione ex art. 111 Cost., neppure ove contemporaneamente sia stata proposta impugnazione della sentenza di fallimento (così Cass. n. 25978/2015). In precedenza, si era esplicitamente affermato che la procedura di correzione degli errori materiali, prevista dagli artt. 287 e 288 c.p.c., è applicabile anche alla sentenza dichiarativa di fallimento, atteso che le ragioni di economia processuale che hanno indotto il legislatore a prevedere, per l'eliminazione di errori che non incidono nella sostanza del giudizio, una procedura semplificata rispetto a quella delle impugnazioni, sono, nel caso della detta sentenza, ancora più stringenti, tenuto conto delle speciali ragioni di urgenza e di tempestività cui è informata la disciplina della procedura fallimentare.

La recentissima decisione resa da Cass. civ., n. 13360/2024, ha stabilito che va esclusa l'impugnabilità col reclamo ex art. 26 l.fall. del decreto di correzione degli errori materiali contenuti nello stato passivo reso ai sensi dell'art. 98, ultimo comma, l.fall., anche nell'ipotesi in cui la richiesta di correzione venga respinta. La stessa decisione ha precisato che l'art. 288 c.p.c., infatti, esclude l'impugnabilità, anche con ricorso straordinario per cassazione, della relativa pronuncia, che ha natura amministrativa, mentre resta esperibile l'ordinario mezzo d'impugnazione, dalla data della ordinanza di correzione, se solo però sorgono dubbi sulla portata della decisione ovvero nei casi in cui, indebitamente, la formale correzione abbia inciso su un errore di diritto. Corrispondentemente, il decreto di esecutività dello stato passivo, così come risultante dalla correzione del giudice delegato, sarà impugnabile con la ordinaria opposizione ex art. 98 l.fall. unicamente nelle analoghe ipotesi di dubbi sostanziali sulla portata della decisione o alterazione del giudicato endofallimentare. In difetto di tali vizi, le impugnazioni correnti avverso lo stato passivo si debbono interporre dalla data di comunicazione del decreto stesso, ritenuto errato (per refuso o incompletezze non decisive) anche se non ancora emendato.

In passato, Trib. Milano 01 aprile 2015 ha osservato, condivisibilmente, che il procedimento di correzione dell'errore materiale è applicabile al decreto che statuisce sull'opposizione allo stato passivo, attesa la natura decisoria dello stesso e la presenza, nell'art. 98 l.fall., di una procedura di correzione dell'errore materiale dello stato passivo rispetto alla quale il diniego dell'utilizzabilità del medesimo procedimento per il decreto che definisce l'impugnazione risulterebbe una evidente distonia.

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