Richiesta di nomina del comitato dei creditoriinquadramentoIl comitato dei creditori è un organo collegiale che rappresenta gli interessi della massa dei creditori. La sua nomina spetta al G.D., ma almeno in linea di principio non è totalmente discrezionale in quanto la sua composizione deve rappresentare in misura equilibrata quantità e qualità dei crediti, avuto altresì riguardo alla possibilità di soddisfacimento dei crediti stessi. L'art. 138 c.c.i.i. prevede che la nomina sia effettuata entro 30 giorni dalla sentenza dichiarativa di fallimento. Pur trattandosi di un termine certamente ordinatorio, la ratio di questo breve termine è chiaramente quella di privilegiare una immediata costituzione ed effettiva presenza del comitato, al fine di impedire che, di fatto, le principali scelte strategiche della procedura, che non di rado si collocano proprio nella fase iniziale della stessa, siano ad appannaggio del solo curatore con le autorizzazioni – in surroga ex art. 140, comma 4 c.c.i.i. – rilasciate dal G.D. La disposizione sulla nomina non è stata oggetto di modifiche da parte del Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024), che è invece intervenuto sull'art. 140 c.c.i.i., stabilendo che «quando il comitato è chiamato a esprimere pareri non vincolanti, il parere si intende favorevole se non viene comunicato al curatore nel termine di quindici giorni successivi a quello in cui la richiesta è pervenuta al presidente, o nel diverso termine assegnato dal curatore in caso di urgenza», riconfermando il potere surrogatorio del giudice delegato. In tal modo la recente riforma ha cercato che evitare possibili impasse nei rapporti fra gli organi della procedura concorsuale. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI .... SEZIONE CRISI DI IMPRESA Liquidazione giudiziale di/della .... - n. .... / .... R.G. Oggetto: Istanza per la costituzione del comitato dei creditori ILL.MO SIG. GIUDICE DELEGATO, IL SOTTOSCRITTO CURATORE DELLA PROCEDURA CONCORSUALE SUINDICATA, PREMESSO che, pur non essendo stato dichiarato esecutivo lo stato passivo, si rende utile la nomina del comitato dei creditori in via provvisoria in quanto .... (esporre i motivi), che sulla scorta della contabilità dell'impresa liquidata la composizione del ceto creditorio appare la seguente: .... CHIEDE che la S.V., qualora ne ravvisi l'opportunità, voglia disporre in merito. Propone quali componenti i seguenti creditori che si sono resi disponibili (oppure che non hanno comunicato ragioni ostative alla nomina) 1) .... (nome del creditore, eventualmente quello del legale) 2) .... (nome del creditore, eventualmente quello del legale) 3) .... (nome del creditore, eventualmente quello del legale) (eventualmente ulteriori soggetti) 4) .... (nome del creditore, eventualmente quello del legale) 5) .... (nome del creditore, eventualmente quello del legale). Con osservanza. Luogo e data .... Firma Curatore .... Allegato: progetto di stato passivo, comunicazioni, altri documenti (ad es. sommaria ricostruzione del passivo effettuata ai fini dell'invio delle comunicazioni di cui all'art. 200 c.c.i.i.). commentoLa Corte costituzionale si è trovata ad affrontare, giudicandola peraltro inammissibile nei termini posti, una questione di legittimità costituzionale degli artt. 35 e 41 l.fall. sollevata da Trib. Firenze 15 dicembre 2007, in tema di riparto di competenze fra organi della procedura fallimentare, poteri del curatore ed omessa previsione di un «diritto di veto» in capo al giudice delegato; infatti nella procedura originante la questione, l'atto adottato doveva in concreto ritenersi non una mera transazione ma un atto di liquidazione dell'attivo ed il g.d. aveva provocato l'intervento del Collegio ai sensi dell'art. 25, comma 1, n. 1 l.fall., così privando di rilevanza concreta – al di là della correttezza di tale opzione – la questione di legittimità poi sollevata (Corte cost. n. 365/2008). Recentemente, Trib. Treviso 04 novembre 2024, ha stabilito che il reclamo contro le autorizzazioni rilasciate dal giudice delegato in sostituzione del comitato dei creditori va proposto ai sensi dell'art. 124 c.c.i.i., non dell'art. 141 c.c.i.i., perché all'esercizio del potere surrogatorio è già immanente il controllo di legalità sotteso al reclamo contro gli atti del comitato dei creditori. Con una importante precisazione del S.C. si è sostenuto che in un concordato in continuità che preveda anche la dismissione di beni immobili non funzionali all'esercizio dell'attività di impresa, è possibile provvedere alla nomina di un liquidatore e di un comitato dei creditori, anche se il piano esclude tale eventualità, al fine di procedere alla cessione dei beni (Cass. n. 16868/2024). |