Proroga termine per relazione particolareggiata del curatore

Farolfi Alessandro

Inquadramento

L'art. 130 c.c.i.i. riprende l'attuale disposto dell'art. 33 l.fall. e disciplina, pertanto, uno dei principali documenti redatti dal curatore: la relazione particolareggiata in ordine alle cause della crisi ed alle eventuali responsabilità che egli abbia accertato. Tale relazione deve essere trasmessa senza indugio alla locale Procura della repubblica, al fine di favorire eventuali accertamenti in ordine alle ipotesi di responsabilità penale riscontrabili nei comportamenti di debitore o degli organi della società debitrice di cui è stata ordina la liquidazione giudiziale. La più completa e particolareggiata relazione va invece depositata entro 60 gg. dal deposito del decreto di esecutorietà dello stato passivo della procedura.

Nella prassi si verificava con una certa frequenza che il Curatore non avesse a disposizione tutte le informazioni necessarie per redigere la relazione ex art. 33 l.fall. entro 60 giorni dalla dichiarazione di fallimento. Questo, soprattutto nel caso di contabilità mancante od incompleta. Pertanto, una prassi abbastanza diffusa aveva portato a ritenere ammissibile la richiesta di proroga del termine per il deposito della relazione ex art. 33 l.fall. Evidentemente tale richiesta deve essere motivata da specifiche e gravi ragioni che, si può pensare, il nuovo termine di deposito previsto dall'art. 130 c.c.i.i. (addirittura successivo alla formazione dello stato passivo delle c.d. domande tempestive) potrà rendere del tutto eccezionali, avendo il Curatore un maggior tempo a disposizione per redigere il proprio elaborato completo, compensato dalla necessità di depositare una informativa urgente entro 30 gg. dall'apertura della procedura.

L'art. 130 non è stato modificato dal Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024).

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ...

SEZIONE CRISI DI IMPRESA

Liquidazione giudiziale di/della ...

n. ... / ... R.G.

OGGETTO: Istanza per la proroga del termine di deposito della relazione particolareggiata ex art. 130 c.c.i.i.

Ill.mo Sig. Giudice Delegato,

il sottoscritto curatore della procedura concorsuale suindicata,

PREMESSO

- che il giorno ... scadrà il termine per il deposito della relazione prevista dall'art. 130, comma 4, c.c.i.i.;

- che la complessità della situazione, la scarsità delle informazioni, la insufficiente collaborazione del fallito, la mancanza di una struttura informatica presso l'azienda, la mancanza di idonea documentazione contabile (ecc.) non hanno consentito di completare le indagini e le verifiche contabili ai fini di un'esauriente relazione;

- che non vi sono aspetti di particolare gravità e urgenza;

- che il legale nominato sta redigendo parere in ordine ... [1]

CHIEDE

che la S.V. Ill.ma voglia concedere una proroga del termine per il deposito della relazione in oggetto di non meno ... giorni.

Con osservanza.

Luogo e data ...

Il curatore ...

1. Testo esemplificativo. Precisare se in ordine ad eventuali atti revocabili, responsabilità, azioni pendenti da abbandonare/proseguire; azioni civili o costituzione di parte civile in sede penale da svolgere, ecc.

COMMENTO

Secondo quanto affermato, fra gli altri, da App. Ancona 20 gennaio 2011, la efficacia probatoria di quanto riferito dal curatore fallimentare nella relazione redatta ai sensi dell'art. 33, l.fall. si atteggia diversamente a seconda che si tratti a) di fatti compiuti dal curatore o avvenuti in sua presenza; b) di fatti riferiti dal curatore ma diversi da quelli indicati sub a); c) di semplici valutazioni od opinioni del curatore. Nel primo caso la relazione ha efficacia di prova legale in quanto trattasi di atto formato da pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, il quale fa piena prova fino a querela di falso. Nel secondo caso, il giudice, in base al principio del libero convincimento, ha la possibilità di porre a fondamento della decisione prove non espressamente previste dal codice di rito, purché sia fornita adeguata motivazione della relativa utilizzazione e purché tali prove "atipiche" non vengano utilizzate per aggirare divieti o preclusioni di carattere sostanziale o processuale. Per quanto, infine, riguarda le valutazioni od opinioni personali del curatore, è evidente la loro irrilevanza ai fini probatori.

Sui contenuti della relazione, Cass. pen. V, n. 97/2019, ha osservato che il curatore può incorrere nel reato di falso ideologico sia nel caso in cui esprima una valutazione sulla base di un'attività falsamente compiuta o sulla base della falsa attestazione di elementi di fatto, sia quando, partendo da premesse vere, pervenga a conclusioni totalmente eccentriche e illogiche in relazione ai fatti che ne costituiscono la premessa allo scopo di inscenare o dissimulare artificiosamente la falsità della valutazione. (In motivazione la Corte ha evidenziato come fra "i criteri interpretativi consensualmente accettati", utilizzabili per verificare la falsità delle valutazioni effettuate dal curatore, debbano essere considerati anche gli orientamenti consolidati della giurisprudenza di legittimità).

Utili indicazioni per la migliore stesura della relazione informativa da parte del curatore si rinvengono nei protocolli siglati fra i principali uffici giudiziari e di procura (fra i più recenti cfr. ad es. Protocollo Trib. e Procura Firenze 27 aprile 2021, in ilfallimentarista.it, oppure Protocollo Trib. e Procura Catania 11 febbraio 2022).

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