Liquidazione compenso curatoreInquadramentoIl d.m. n. 30/2012 (in G.U. n. 72 del 26 marzo 2012) stabilisce gli importi che spettano al curatore. Una parte degli importi sono commisurati al valore dell'attivo, altri sul passivo accertato mentre altri sono relativi alla continuazione dell'attività economica. I compensi del curatore calcolati sulla base dell'attivo realizzato nell'ambito della procedura fallimentare (oggi da leggersi di liquidazione giudiziale) e sono i seguenti: Se l'ammontare dell'attivo realizzato non supera euro 16.227,08: dal 12% al 14%; - Ammontare da euro 16.227,08 fino ad euro 24.340,62: dal 10% al 12%; - Ammontare da euro 24.340,62 fino ad euro 40.567,68: dall'8,50% al 9,50%; - Ammontare da euro 40.567,68 fino ad euro 81.135,38: dal 7% all'8%; - Ammontare da euro 81.135,38 fino ad euro 405.676,89: dal 5,5% al 6,5%; - Ammontare da euro 405.676,89 ad euro 811.353,79: dal 4% al 5%; - Ammontare da euro 811.353,79 fino ad euro 2.434.061,37: dallo 0,90% all'1,80%; Se l'ammontare dell'attivo supera euro 2.434.061,37: dallo 0,45% all'0,90%. I compensi del curatore calcolati sulla base del passivo accertato nell'ambito della procedura sono invece così riassunti: - Se l'ammontare non supera euro 81.131,38: dallo 0,19% allo 0,94%; -Se l'ammontare supera euro 81.131,38: dallo 0,06% allo 0,46%. I compensi previsti per il curatore fallimentare per la continuazione dell'attività economica sono i seguenti: - sull'ammontare dei ricavi lordi conseguiti durante l'esercizio provvisorio: 0,25%; - sugli utili netti: 0,50%. L'art. 137 c.c.i.i. sul compenso del curatore è stato modificato dal recentissimo Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024), stabilendo che in caso di chiusura della procedura con giudizi pendenti, di cui all'art. 234 c.c.i.i., al curatore spetta una integrazione del compenso per l'attività svolta sino alla conclusione di detti giudizi e per le ulteriori attività richieste. La modifica va incontro ad un problema sollevato nella pratica e che aveva visto, peraltro, la maggior parte degli uffici di merito riconoscere un compenso integrativo. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI ... SEZIONE CRISI DI IMPRESA LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE ...; GIUDICE DELEGATO: Dott. ...; CURATORE: Dott. ... OGGETTO: Istanza per la liquidazione del compenso finale e delle spese On. Tribunale il sottoscritto curatore della liquidazione giudiziale suindicata, PREMESSO - che è stato approvato il rendiconto della sua gestione in data ...; - che successivamente all'approvazione del conto gestione sono intervenute ulteriori spese per Euro ... (indicare quali ed allegare i documenti giustificativi); - che, pertanto, ad aggi, l'attivo realizzato è pari a Euro ... e il passivo accertato è pari a Euro ...; - che, sulla base dell'attivo realizzato e del passivo accertato, il compenso del curatore oscilla tra il minimo e il massimo esposto nell'allegato 1, (aggiungere nel caso di procedura di società di persone e di soci: che il passivo e l'attivo presi in considerazione sono sommati complessivamente ai fini del calcolo e non distintamente computati) - che sono stati percepiti acconti per l'importo complessivo di Euro ... (ovvero non sono stati liquidati acconti); - che il sottoscritto ha anticipato ed è stato rimborsato delle somme pari a Euro ..., per cui residua un credito di Euro ... . CHIEDE che codesto On.le Tribunale voglia liquidare le spese da rimborsare e il compenso da corrispondere al sottoscritto, oltre il 5% su detto compenso per spese generali, Cassa Previdenza e IVA come per legge. Il sottoscritto, in considerazione della durata, della complessità e dell'importanza della procedura, sulla scorta del prospetto allegato si permette di indicare l'importo massimo tabellato, pari ad Euro ..., ricordando altresì l'importo minimo, pari ad Euro ... (oppure sulla scorta della Circolare ... in uso presso questo ufficio giudiziario il compenso liquidabile ammonta ad Euro ... ) [1]. Con osservanza Luogo e data ... Il curatore ... Allegati: 1. prospetto conteggi percentuali minimo e massimo di cui al d.m. vigente 2. copia provvedimento di approvazione del rendiconto finale 3. rendiconto delle spese sostenute e non ancora rimborsate. 1. Nel caso di cui al combinato disposto degli artt. 137 e 234 c.c.i.i. il curatore dovrà indicare quale o quali giudizi si siano conclusi, rendicontare il loro esito e l'eventuale maggior attivo distribuibile ai creditori, quindi calcolare su detta eccedenza il proprio compenso integrativo. COMMENTOIl decreto con il quale il tribunale liquida, dopo l'approvazione del rendiconto, il compenso finale al curatore ha natura decisoria e carattere definitivo; esso non è soggetto a reclamo ai sensi dell'art. 39 l.fall. (oggi, art. 137 c.c.i.i.), è impugnabile per cassazione ex art. 111 Cost. ma non è suscettibile di essere revocato o modificato dall'autorità giudiziaria che lo ha emesso, consumando questa, con la sua adozione, il proprio potere decisionale (così Cass. n. 1394/2019). Si è sostenuto che la liquidazione del compenso ai diversi curatori fallimentari che si sono succeduti nell'incarico necessita di specifica ed analitica motivazione, sorretta dalla valutazione personalizzata, non cumulativa, dell'opera prestata da ciascuno di essi, dei risultati ottenuti e della sollecitudine con cui sono state condotte le operazioni; in particolare, ai fini dell'applicazione del criterio di proporzionalità ex art. 39, comma 3 l.fall., (oggi, art. 137 c.c.i.i.), deve essere precisato l'ammontare dell'attivo realizzato da ciascun curatore, determinando, all'interno dei valori così identificati, il compenso da attribuire ad ognuno temperando il criterio di cassa della realizzazione dell'attivo con quello di competenza, nei casi in cui il momento solutorio, conseguente alla fase liquidatoria dei beni, ricada temporalmente nella gestione del curatore subentrato, pur essendo causalmente riferibile ad operazioni condotte da quello revocato (Cass. n. 22272/2019, confermato da ultimo da Cass. n. 27443/2023). La Suprema Corte ha, inoltre, osservato che, nel rispetto del principio del contraddittorio, deve essere assicurata la partecipazione al procedimento camerale a tutti i soggetti che hanno ricoperto l'incarico (Cass. n. 30069/2022, Cass. n. 7774/2022). Secondo Cass. n. 26894/2020, il decreto di liquidazione del compenso spettante al commissario giudiziale del concordato preventivo, ai sensi dell'art. 4, comma 2, del d.m. n. 30/2012, prevede quale autonoma voce il rimborso forfettario delle spese generali (nella misura del 5% del dovuto), sicché viola tale disposizione la liquidazione onnicomprensiva sia in quanto non reca la corrispondente indicazione, sia in quanto rende oggettivamente impossibile ricavare l'eventuale inclusione dello stesso all'interno dell'importo così unitariamente determinato (tale principio è applicabile anche al compenso del curatore in forza dello stesso art. 4 comma 2 del d.m. n. 30/2012). Tale decisione ha altresì affermato che il decreto con il quale viene operata la relativa liquidazione deve essere motivato in ordine alle specifiche opzioni discrezionali demandate al giudice dall'art. 39 l.fall. e dalle norme regolamentari ivi richiamate, a pena di nullità denunciabile con il ricorso straordinario per cassazione ex art. 111, comma 7, Cost., anche se la motivazione può essere implicita, integrata cioè dal contenuto dell'istanza e dai relativi allegati, sempre che vi sia l'espresso riferimento ai parametri applicati, non bastando il mero rinvio all'istanza, senza l'indicazione dei criteri in concreto adottati. Al riguardo si è precisato che il curatore fallimentare, anche se cessato dall'incarico e sostituito da un nuovo professionista, ove intenda impugnare per cassazione il provvedimento di liquidazione del compenso, deve previamente richiedere, a pena di inammissibilità del ricorso, al primo presidente della corte di cassazione - e non al giudice delegato - la nomina del curatore speciale del fallimento, nei cui confronti sussiste comunque un potenziale conflitto di interessi, atteso che il compenso del curatore fallimentare, da liquidare in ogni caso al termine della procedura (salvo acconti), è unico anche nel caso in cui si siano succeduti più professionisti nell'incarico (Cass. n. 7070/2022). Peraltro, la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che nonostante la disposizione di cui all'art. 146 del d.P.R. n. 115/2002 (in virtù della quale, se tra i beni compresi nella procedura non vi sia denaro per gli atti richiesti dalla legge, le spese e gli onorari del curatore sono anticipati dall'erario) sia prevista per l'ipotesi in cui la procedura sia priva di attivo, la stessa si estende, per identità di ratio, anche al caso in cui l'attivo non sia sufficiente (Cass. n. 27442/2023). Per Cass. n. 27443/2023, Il compenso a due curatori succedutisi nel corso della procedura deve essere calcolato sul complessivo ammontare dell'attivo in proporzione a quanto realizzato da ciascuno di essi, secondo una percentuale applicata tra il minimo e il massimo astrattamente previsti sulla base dei criteri di cui agli artt. 1 e 2 del d.m. n. 570/1992. Il decreto di liquidazione degli emolumenti, spettanti a più curatori fallimentari succedutisi nella carica deve, dunque, contenere l'enunciazione dei criteri di quantificazione e ripartizione del compenso, in relazione alle attività rispettivamente svolte e ai risultati conseguiti. |