Istanza di liquidazione del compenso del legaleinquadramentoL'art. 123 c.c.i.i., nel riprendere quanto già oggi previsto dall'art. 25 l.fall., conferma il ruolo del G.D. nella liquidazione del compenso spettante alle persone la cui opera è stata richiesta dal curatore nell'interesse della procedura. Fra questi terzi rientrano, con applicazioni operative molto frequenti, anche i legali che rappresentano la curatela, sia in sede giudiziale che stragiudiziale. Il punto più controverso, in tal caso, riguarda l'autonomia o meno della liquidazione da parte del giudice delegato, rispetto a quella effettuata dal giudice della causa in cui l'opera del difensore è stata prestata. La S.C. ha recentemente stabilito che quando il fallimento è parte vittoriosa di un giudizio, il passaggio in giudicato della pronuncia con cui il giudice ha anche liquidato le spese in favore della procedura, non comporta alcun effetto preclusivo di una diversa, minore quantificazione del compenso liquidato al difensore dal giudice delegato, ai sensi dell'art. 25, comma 1, n. 6 l.fall. Tuttavia, il difensore, anche in sede di reclamo ex art. 26 l.fall. contro il decreto di liquidazione, ha diritto a pretendere, a titolo di ingiustificato arricchimento della massa, la differenza, che gli va riconosciuta con pronuncia i cui effetti sono sospensivamente condizionati all'effettivo incameramento della somma corrispondente da parte del curatore, ove non ancora avvenuto. Lo stesso principio va affermato anche nel caso in cui le spese legali dovute al Fallimento siano state determinate in sede di accordo transattivo intervenuto fra il curatore e la controparte. (Cass. n. 17965/2024). L'art. 123 non è stato modificato dal Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024). FormulaTRIBUNALE CIVILE DI .... Liquidazione giudiziale di/della .... - n. .... / .... R.G. Oggetto: Istanza di liquidazione compenso legale ed autorizzazione al prelievo Ill.mo Sig. Giudice Delegato, il sottoscritto curatore della procedura concorsuale suindicata, PREMESSO – che, il sottoscritto curatore incaricava l'Avv. .... per (esposizione della causale della nomina: per agire nei confronti di .... per il recupero di crediti; per costituirsi nel giudizio di ....; per ottenere il parere sulla questione riguardante ....; ecc.); – che la costituzione in giudizio (l'incarico era stato debitamente autorizzato; – che l'attività del legale suindicato si è conclusa con .... (l'emissione della sentenza di primo grado; col raggiungimento dell'accordo transattivo intervenuto con la controparte, con il deposito del parere richiesto, ecc.); – che è pervenuto il preavviso di parcella da parte del predetto legale per la somma complessiva di Euro ...., oltre IVA e CPA; – che tale importo va pagato in prededuzione in quanto trattasi di debito contratto nell'interesse della massa; – che l'attivo fallimentare è sufficiente a far fonte a tutti i debiti della massa pagabili in prededuzione; CHIEDE – Che la S.V. voglia procedere alla liquidazione del compenso dovuto al predetto legale; – Che a norma del comma 2 dell'art. 111 l.fall., la S.V. voglia autorizzare detto pagamento ed emettere il relativo mandato per il prelievo sul c/c n. ...., intestato alla procedura ed accesso presso la banca ..... Con osservanza. Luogo e data .... Firma Curatore .... Allegati: 1. Copia atti di causa; 2. Relazione del legale; 3. Preavviso di notula. commentoSi è ritenuto che nel caso in cui il fallimento sia parte di un processo, il curatore è legittimato in via esclusiva a proporre l'istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, non potendo il giudice delegato procedere d'ufficio all'attestazione della mancata disponibilità del “denaro delle spese” di cui all'art. 144 del d.lgs. n. 115/2002, atteso che, da un lato è al curatore che è assegnata in via esclusiva la gestione della procedura ex art. 31 l.fall., mentre dall'altro, a seguito della riforma del 2006, è mutata la funzione assegnata al G.D., passato da una posizione di sostanziale direzione della procedura a quella di mera vigilanza e controllo sulla regolarità della stessa (Cass. n. 29747/2018). In proposito, si è recentemente statuito che l'opera prestata dai professionisti a favore del fallimento viene liquidata dal giudice delegato con decreto impugnabile esclusivamente con il rimedio del reclamo ex art. 26 l.fall.; tale principio non soffre eccezioni quanto al decreto di liquidazione dei compensi del difensore di un fallimento ammesso al gratuito patrocinio in un processo tributario, come si desume ex art. 144 del d.P.R. n. 115/2002 che devolve al giudice delegato, e non alle Commissioni del patrocinio a spese dello Stato, tutte le funzioni di vigilanza. (Cass. n. 17879/2024). Cass. n. 657/2018, ha ritenuto che il decreto del tribunale pronunciato in sede di reclamo ex art. 26 l.fall. avverso il provvedimento del giudice delegato che liquida un compenso professionale deve contenere l'indicazione specifica delle voci di compenso che si ritengono non adeguatamente comprovate, a cui deve conseguire un altrettanto specifico, e corrispondente, scomputo. Quanto al potere di liquidazione spettante al G.D., si è osservato che il procedimento di liquidazione del compenso al difensore, il quale abbia prestato la propria attività in un procedimento di curatela fallimentare, ex art. 25 r.d. n. 267/1942, deve soddisfare le specifiche esigenze della procedura; ciò deve interpretarsi nel senso che la liquidazione autonoma non è da ritenersi preclusa dal provvedimento emesso dal giudice della causa, ai sensi dell'art. 91 c.p.c., con riferimento al regolamento finale delle spese processuali (Cass. n. 4269/2016). Più recentemente, Cass. n. 28099/2018, ha ritenuto che in materia di liquidazione del compenso per attività professionale svolta nell'interesse del fallimento di una società, l'adeguatezza della motivazione è necessariamente correlata con la natura e la portata degli elementi offerti dal richiedente (nella specie, non risultava che il difensore ricorrente avesse evidenziato nella domanda la sussistenza di pregnanti “problemi tecnici”, ossia avesse fatto richiesta per la liquidazione del compenso senza però dedurre alcuna specifica motivazione). |