Verbale di passaggio delle funzioniInquadramentoL'art. 135 c.c.i.i. disciplina l'ipotesi che tanti creditori che rappresentino la maggioranza dei crediti ammessi (senza distinzione fra privilegiati o chirografari) richieda la sostituzione del curatore. La richiesta deve essere motivata e, si deve ritenere, non è comunque vincolante per il Tribunale. La disposizione, infatti, prevede (o meglio prevedeva) che l'organo collegiale decida “valutate la ragioni della richiesta” il che significa che, seppure motivatamente, il tribunale può dissentire dalla proposta dei creditori. La norma, che non indica neppure le forme attraverso cui i creditori si esprimano, appare di difficile applicazione pratica. In ogni caso è previsto che dal computo della maggioranza vadano esclusi i creditori che si trovino in conflitto di interessi. Peraltro, il tenore della norma è stato in parte semplificato, proprio perché di difficile attuazione pratica, dal d.lgs. n. 83/2022, a seguito del quale è previsto semplicemente che al fine di evitare conflitti di interessi, il debitore e i creditori ammessi possono chiedere la sostituzione del curatore indicandone al tribunale le ragioni. Il tribunale, valutate le ragioni della richiesta e verificata l'assenza di conflitto di interessi in capo ai creditori istanti, provvede alla nomina del nuovo curatore. La norma appare testualmente circoscritta all'ipotesi di conflitto di interessi, ma non vi è ragione di dubitare, visto il carattere non vincolante della richiesta, che possano essere sollevate altre ragioni di opportunità. Più frequente può essere il caso della sostituzione del curatore ad opera del Tribunale (ad es. per ragioni di salute, passaggio ad altra attività, perdita dei requisiti di nominabilità, ecc.) o, più raramente, di revoca (per inerzia o altri comportamenti ritenuti negligenti nell'interesse della procedura). In ogni caso appare opportuno che il momento di passaggio dal precedente al nuovo curatore sia segnato formalmente da un verbale di “passaggio delle consegne”. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI ... SEZIONE CRISI DI IMPRESA LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE DI/DELLA ... N. ... / ... R.G. OGGETTO: Verbale di consegna delle carte contabili, delle somme riscosse e delle attività non ancora vendute relative alla procedura di cui sopra. Oggi ... nell'ufficio del dott. ... . A seguito del decreto di data ..., col quale il Tribunale di ... ha disposto la sostituzione del Dott. ... con studio in ..., via ... . dall'incarico di curatore della liquidazione giudiziale in epigrafe e nominato, in sua vece, il Dott. ... con studio in ..., via ..., (ovvero a seguito delle dimissioni del Dott. ... dall'incarico di curatore e di nomina, in sostituzione, del Dott. ... con provvedimento del Tribunale in data ... ) il curatore cessato consegna al curatore subentrante quanto segue: ... (elenco documenti e carte contabili); libretto di deposito bancario della Banca ... intestato alla Liquidazione giudiziale e portante la somma di Euro ... (e per esso copia degli estratti conto aggiornati, credenziali per l'accesso telematico alla banca, documento contrattuale n. ... ); Euro ... In contanti; le attività elencate nell'inventario redatto in data ..., non ancora vendute, di cui si consegnano ... (es. rogiti di acquisto, chiavi di accesso, titoli di proprietà, ecc. ... ). Luogo e data ... Firma del curatore sostituito ... Firma del curatore subentrante ... COMMENTOUna esatta individuazione delle operazioni compiute dai diversi curatori succedutisi nella gestione della medesima procedura, nonché di quanto consegnato dal primo al secondo, appare necessaria non soltanto ai fini delle eventuali responsabilità, ma anche ai fini della liquidazione del compenso. Si è infatti osservato che la liquidazione del compenso ai diversi curatori fallimentari che si sono succeduti nell'incarico necessita di specifica ed analitica motivazione, sorretta dalla valutazione personalizzata, non cumulativa, dell'opera prestata da ciascuno di essi, dei risultati ottenuti e della sollecitudine con cui sono state condotte le operazioni; in particolare, ai fini dell'applicazione del criterio di proporzionalità ex art. 39, comma 3 l.fall., deve essere precisato l'ammontare dell'attivo realizzato da ciascun curatore, determinando, all'interno dei valori così identificati, il compenso da attribuire ad ognuno temperando il criterio di cassa della realizzazione dell'attivo con quello di competenza, nei casi in cui il momento solutorio, conseguente alla fase liquidatoria dei beni, ricada temporalmente nella gestione del curatore subentrato, pur essendo causalmente riferibile ad operazioni condotte da quello revocato (Cass. n. 2227/2019). Sul tema si è altresì affermato che la liquidazione del compenso ai diversi professionisti che si sono succeduti nell'incarico di curatore di fallimento necessita di specifica e analitica motivazione, sorretta dalla valutazione personalizzata, non cumulativa, dell'opera da ciascuno di essi prestata, dei risultati ottenuti e della sollecitudine con cui sono state condotte le operazioni. In particolare, ai fini dell'applicazione del criterio di proporzionalità nella determinazione delle singole parti di compenso, deve essere precisato l'ammontare dell'attivo realizzato da ciascun curatore, determinando, all'interno dei valori così identificati, il compenso da attribuire ad ognuno, temperando il criterio di cassa della realizzazione dell'attivo con quello di competenza, nei casi in cui il momento solutorio, conseguente alla fase liquidatoria dei beni, ricada temporalmente nella gestione del professionista subentrato nell'incarico, pur essendo causalmente riferibile ad attività svolta da quello precedente (Cass. n. 7774/2022). Si è altresì specificato che nel caso di liquidazione del compenso a più curatori fallimentari succedutisi nella carica, la complessiva determinazione delle relative spettanze necessita la partecipazione di tutti al procedimento. (Cass. n. 27464/2023). Si è inoltre ribadito che il compenso a due curatori succedutisi nel corso della procedura deve essere calcolato sul complessivo ammontare dell'attivo in proporzione a quanto realizzato da ciascuno di essi, secondo una percentuale applicata tra il minimo e il massimo astrattamente previsti sulla base dei criteri di cui agli artt. 1 e 2 del d.m. n. 570/1992. Il decreto di liquidazione degli emolumenti, spettanti a più curatori fallimentari succedutisi nella carica deve, dunque, contenere l'enunciazione dei criteri di quantificazione e ripartizione del compenso, in relazione alle attività rispettivamente svolte e ai risultati conseguiti. (Cass. n. 27443/2023). |