Reclamo contro gli atti del comitato dei creditori

Farolfi Alessandro

inquadramento

L'art. 141 c.c.i.i. conferisce autonomia al reclamo avverso gli atti del comitato dei creditori riprendendo fondamentalmente quanto già previsto dal precedente art. 36 l.fall. Pertanto il reclamo in questione si caratterizza sotto almeno tre profili: a) in primo luogo il termine per proporre questa tipologia di impugnazione è di otto giorni; b) in secondo luogo prevedendo la reclamabilità delle autorizzazioni e dei dinieghi espressi dal comitato dei creditori, ma almeno formalmente non contemplando più il reclamo avverso i comportamenti omissivi dello stesso (forse per la possibilità più generale in tal caso del G.D. di avvalersi del potere di surroga ex art. 140, comma 4 c.c.i.i.): in tal modo dovrebbe altresì escludersi il ricorso verso meri pareri endoprocedimentali del c.d.c.; c) infine, confermando che in questa sede è unicamente possibile dolersi delle violazioni di legittimità del comitato.

Il Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024) ha ampliato i casi di utilizzo di questo tipo di reclamo. In particolare l'utilizzo di tali forme processuali è stato esteso alla contestazione dello stato passivo formato dal liquidatore nel corso della liquidazione controllata, ponendo però seri dubbi sulla effettività della tutela accordata, stante il brevissimo termine iniziale per agire.

Contro la decisione adottata con decreto del giudice delegato è, a sua volta, proponibile il reclamo di cui all'art. 124 c.c.i.i.

La disposizione dell'art. 141 non è stata modificata dal Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024).

Formula

TRIBUNALE DI ....

ILL.MO GIUDICE DELEGATO ....

PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE RELATIVA A ....

Il Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. ...., residente a ...., via ...., rappresentato e difeso, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... (C.F. ....) e con domicilio eletto presso lo studio di quest'ultimo in ...., via ...., che dichiara di voler ricevere ogni comunicazione relativa al presente procedimento al seguente indirizzo PEC ...., fax n. ....,

PREMESSO CHE

– con sentenza n. .... pubblicata il .... il Tribunale di .... ha dichiarato l'apertura della procedura di liquidazione giudiziale della società ...., con sede in ...., via .... iscritta al R.I. tenuto dalla Camera di Commercio di ...., C.F. e P.I. ....;

– il ricorrente è stato ammesso allo stato passivo della predetta liquidazione come si evince dal seguente prospetto, di cui il G.D. Dott. .... in data .... ha dichiarato l'esecutorietà;

– con nota in data .... il Curatore di detta procedura ha comunicato allo scrivente che il Comitato dei creditori ha autorizzato .... [1] ;

– la decisione del comitato risulta illegittimo e va pertanto annullata in quanto lesiva per le ragioni dei creditori concorsuali e del ricorrente, che qui propone reclamo, in quanto .... [2]

(esporre le ragioni del reclamo con particolare riguardo ai motivi di fatto e di diritto che giustificano il riesame della situazione)

Tanto premesso, il ricorrente, come sopra rappresentato e difeso,

CHIEDE

Che l'Ill.mo G.D. Dott. .... di ...., in accoglimento del presente reclamo, voglia dichiara l'illegittimità ed annullare la autorizzazione (o il diniego) del comitato dei creditori .... in data ...., comunicata il .... e per l'effetto .... [3] .

Con osservanza.

Si dichiara che il contributo unificato relativo al presente procedimento ammonta a .....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

Il Reclamante ....

Allegati:

1. Copia sentenza che dichiara l'apertura della liquidazione giudiziale;

2. Copia dell'autorizzazione reclamata;

3. Copia decreto esecutorietà dello stato passivo e relativo prospetto allegato;

4. Altri documenti richiamati nell'istanza.

[1]Oppure non ha autorizzato l'esecuzione di .... (indicare l'atto assentito o negato dal c.d.c.).

[2]La forma del reclamo segue quanto previsto dall'art. 141 c.c.i.i. in tema di reclamo avverso gli atti del comitato dei creditori e, pertanto: «Contro le autorizzazioni o i dinieghi del comitato dei creditori, il curatore, il debitore e ogni altro interessato possono proporre reclamo, per violazione di legge, al giudice delegato, entro otto giorni dalla conoscenza dell'atto».

[3]Precisare il petitum della doglianza.

commento

Si è ritenuto che proprio la possibilità di reclamo ex art. 36 l.fall. (ora art. 141 c.c.i.i.) escluda il requisito della sussidiarietà e quindi l'ammissibilità di una richiesta cautelare ex art. 700 c.p.c.: è inammissibile il ricorso cautelare avverso un fallimento per chiedere l'inibitoria dall'uso della denominazione sociale, in quanto il sistema endoconcorsuale offre strumenti adeguati a garantire il puntuale rispetto di obblighi di legge gravanti sul curatore (nella specie il reclamo al giudice delegato ai sensi dell'art. 36 l.fall.) (Trib. Milano 3 ottobre 2011).

L'interesse a reclamare, peraltro, deve essere qualificato, ai sensi dell'art. 100 c.p.c. Ove, per l'effetto, non riguardi il fallito, o il curatore o il comitato dei creditori (cui sempre compete la legittimazione attiva) deve consistere nella minaccia di un pregiudizio scaturente direttamente dal provvedimento emesso. Deriva da quanto precede, pertanto, che qualora sia stata negata la sospensione della vendita coattiva del complesso aziendale (invocata ai sensi dell'art. 20 l. n. 44/1999, in tema di usura) la legittimazione al reclamo non può essere riconosciuta ai soci della società di capitali fallita, portatori di un mero interesse di fatto alla conservazione della consistenza economica del patrimonio sociale (Cass. n. 8434/2012).

In tema di fallimento, il reclamo ex art. 36 l.fall. avverso gli atti del comitato dei creditori e del curatore deve essere limitato alle ipotesi in cui gli stessi rivestono efficacia esterna ed abbiano natura provvedimentale o decisoria e, come tali, siano idonei ad incidere sulle posizioni dei soggetti interessati (Trib. Monza 10 dicembre 2015).

Secondo Cass. n. 25316/2020, in tema di concordato fallimentare, il provvedimento del tribunale che in sede di reclamo confermi il decreto con cui il giudice delegato ha respinto la domanda di concordato, sostituendosi al prescritto parere del comitato dei creditori, ai sensi dell'art. 41 l.fall., manca del carattere di decisorietà e definitività, non precludendo la riproponibilità della proposta, sicché non è impugnabile con il ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost.

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