Revoca curatore

Farolfi Alessandro

inquadramento

L'art. 134 c.c.i.i. prevede che il tribunale possa in ogni tempo, su proposta del Giudice delegato, oppure su richiesta del comitato dei creditori o anche d'ufficio, revocare il curatore.

Il provvedimento deve essere motivato ed occorre previamente sentire il curatore ed il c.d.c. Il provvedimento di revoca è reclamabile alla Corte d'appello, ex art. 124 c.c.i.i., ma la relativa decisione si ritiene non ricorribile a sua volta in Cassazione, neppure ex art. 111 Cost.

Il Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024) non ha modificato la norma in esame.

Il S.C. ha recentemente ribadito che la nomina a curatore del fallimento ed il mantenimento del relativo ufficio rispondono all'esigenza, superindividuale e non riducibile al mero rapporto coi creditori, del corretto svolgimento e del buon esito della procedura; non è dunque configurabile una posizione soggettiva giuridicamente rilevante del curatore, cui corrisponde la natura meramente ordinatoria e non decisoria tanto del decreto di accoglimento o di rigetto dell'istanza di revoca quanto del provvedimento, di conferma o di riforma del decreto, emesso dalla corte d'appello in sede di reclamo. Per tali ragioni, va escluso che contro il suddetto decreto possa proporsi ricorso straordinario per cassazione (Cass. n. 35820/2022).

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ....

Liquidazione giudiziale di/della .... - n. .... / .... R.G.

Il Collegio, composto dai seguenti magistrati:

Dott. .... Presidente

Dott. .... Giud. relatore

Dott. .... Giudice

vista la richiesta formulata dal comitato dei creditori con delibera del ....

ritenuto che .... [1]

udita la relazione del G.D. e considerato che ....

rigetta/accoglie la richiesta e per l'effetto

NOMINA

...., corrente in ...., via .... quale Curatore in sostituzione di .... che viene contestualmente revocato.

Si comunichi al nuovo Curatore ed a quello revocato.

Luogo e data ....

Firma Presidente ....

[1]Si ritiene che debba essere consentito il contraddittorio da parte del curatore della cui revoca si discute.

commento

Una esatta individuazione delle operazioni compiute dai diversi curatori succedutisi nella gestione della medesima procedura, nonché di quanto consegnato dal primo al secondo, appare necessaria non soltanto ai fini delle eventuali responsabilità, ma anche ai fini della liquidazione del compenso. Si è infatti osservato che la liquidazione del compenso ai diversi curatori fallimentari che si sono succeduti nell'incarico necessita di specifica ed analitica motivazione, sorretta dalla valutazione personalizzata, non cumulativa, dell'opera prestata da ciascuno di essi, dei risultati ottenuti e della sollecitudine con cui sono state condotte le operazioni; in particolare, ai fini dell'applicazione del criterio di proporzionalità ex art. 39, comma 3 l.fall., deve essere precisato l'ammontare dell'attivo realizzato da ciascun curatore, determinando, all'interno dei valori così identificati, il compenso da attribuire ad ognuno temperando il criterio di cassa della realizzazione dell'attivo con quello di competenza, nei casi in cui il momento solutorio, conseguente alla fase liquidatoria dei beni, ricada temporalmente nella gestione del curatore subentrato, pur essendo causalmente riferibile ad operazioni condotte da quello revocato (Cass. n. 2227/2019).

Secondo Cass. I, 13 marzo 2015, è possibile affermare che la nomina a curatore del fallimento ed il mantenimento dell'incarico rispondono all'esigenza, super individuale e non riconducibile al mero rapporto con i creditori, del corretto svolgimento e del buon esito della procedura, non essendo configurabile una posizione giuridicamente rilevante del curatore alla quale corrisponde la natura meramente ordinatoria e non decisoria tanto del decreto di accoglimento o di rigetto dell'istanza di revoca dall'ufficio, quanto del provvedimento, di conferma o di riforma del decreto emesso dalla corte di appello in sede di reclamo; deve, pertanto, essere escluso che contro detto provvedimento possa (essere???) proposto ricorso straordinario per cassazione.

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