Atto di citazione per la dichiarazione di inefficacia di atto dispositivo posto in essere dal debitore in data successiva alla apertura della liquidazione giudiziale

Giuseppina Ivone

inquadramento

Lo spossessamento del debitore con la conseguente separazione del suo patrimonio comporta come naturale effetto l'inefficacia di tutti gli atti dispositivi che dovessero essere stati posti in essere dal debitore successivamente al deposito della sentenza di apertura della liquidazione giudiziale; tale regola è espressa chiaramente dall'art. 144 c.c.i.i.

Trattandosi di effetto di legge, risultano del tutto irrilevanti sia lo stato soggettivo dell'accipiens sia l'idoneità dell'atto a recare pregiudizio ai creditori. La sanzione che colpisce gli atti non è l'invalidità, bensì l'inefficacia relativa nel senso della inopponibilità alla massa dei creditori di ogni condotta del debitore sia che questa abbia comportato assunzione di obblighi sia che si sia declinata in una mera attività materiale produttiva di effetti giuridici.

La fattispecie dell'art. 144 è quindi integrata dalla dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale del debitore e dal successivo pagamento del debito al creditore con la conseguenza che non è soggetta alla prescrizione la diversa azione causale nascente dalla obbligazione estinta. Operando la inefficacia di diritto per effetto, quindi, della apertura della liquidazione giudiziale, la sentenza che sancisce la inopponibilità dell'atto ha natura di pronuncia di accertamento.

Formula

TRIBUNALE DI ....

ATTO DI CITAZIONE

La Liquidazione giudiziale della Società .... P.I. e C.F. n. ...., in persona del Curatore ...., elettivamente domiciliato in ...., via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC (indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio Ordine) .... @ ...., fax n. ...., che lo rappresenta e difende come da provvedimento di autorizzazione del Giudice delegato in data .... (all.) nonché procura in calce al presente atto (oppure a margine del presente atto)

ESPONE

I. PREMESSA IN FATTO

Con sentenza n .... del ...., è stata parte aperta la liquidazione giudiziale della Società .... (all.).

Il Curatore fallimentare .... nello svolgimento dell'incarico e all'esito di una puntale analisi della documentazione acquisita, ha constatato che in data ...., dunque in data successiva al deposito della sentenza che ha aperto la liquidazione giudiziale ha eseguito in favore di .... un pagamento pari a Euro .... in esecuzione di un ordine di accordo transattivo sottoscritto in pari data (all.).

Nonostante la diffida inviata dal Curatore a .... [indicare il nome dell'accipiens] per la restituzione della somma di Euro, in ragione dell'inefficacia dell'atto dispositivo posto in essere dopo il deposito della sentenza che ha aperto la liquidazione giudiziale, .... [nome dell'accipiens] non ha provveduto alla spontanea restituzione della somma.

Per conseguenza il Curatore, nel programma di liquidazione approvato dal comitato dei creditori in data ...., ha proposto di avviare azione giudiziaria per la dichiarazione di inefficacia dell'atto e per la condanna di .... alla restituzione della somma di Euro ...., oltre interessi legali dalla data di ricezione del pagamento, sussistendo nel caso i presupposti di fattispecie dell'azione ex art. 144 c.c.i.i. (all.).

II. LE RAGIONI DI DIRITTO

Sulla inefficacia dell'atto transattivo e del conseguente pagamento

L'accordo transattivo tra la Società fallita e .... avente ad oggetto [descrivere l'accordo] stipulato in data ...., esattamente due giorni dopo il deposito della sentenza di apertura della liquidazione giudiziale, costituisce atto dispositivo compiuto in violazione dell'art. 144 c.c.i.i. e come tale inefficace per la massa dei creditori.

Parimenti inefficace è il pagamento eseguito in pari data, in esecuzione di detto accordo.

L'inefficacia ai sensi dell'art. 144 c.c.i.i. è un effetto che, in modo automatico, colpisce gli atti compiuti dal debitore; si tratta di sanzione che discende direttamente dallo spossessamento del debitore per effetto della apertura della liquidazione giudiziale e dal principio di indisponibilità del suo patrimonio. In questo senso del resto è la giurisprudenza elaboratasi sull'art. 44 della l.fall secondo la quale: «L'inefficacia degli atti compiuti dal fallito prescinde dalla loro idoneità a recare pregiudizio nei confronti dei creditori, ma è correlata esclusivamente alla cessazione dei poteri di disposizione del fallito» (Cass. I, n. 4434/1981).

Nel caso che occupa sussistono tutti i predetti elementi di fattispecie per l'accoglimento della domanda di inefficacia ex art. 144 c.c.i.i.

In particolare .... (esporre le ragioni di revocabilità dell'atto nel caso concreto).

Tutto ciò premesso, la Liquidazione giudiziale di ...., in persona del Curatore ...., come sopra rappresentato difeso e domiciliato

CITA

La Società .... (P.I. ....), in persona del legale rappresentante pro-tempore, con sede in .... via .... n. .... (CAP ....), a comparire innanzi al Tribunale di ...., nell'udienza del .... ore e locali di rito, dinanzi al Giudice Istruttore che sarà designato, ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., con l'invito a costituirsi nel termine di almeno settanta giorni prima [1] della suddetta udienza ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c.[2] , con l'avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. Avverte inoltre che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali, e che la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che la mancata comparizione alla suindicata udienza comporterà la prosecuzione del processo in sua declaranda contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

voglia l'Ill.mo Tribunale adito, disattesa ogni avversa domanda ed eccezione:

– dichiarare ex art. 144 c.c.i.i. l'inefficacia nei confronti della Liquidazione giudiziale .... n. .... / ...., dell'accordo transattivo stipulato in data .... tra .... e ...., meglio descritto nel corpo dell'atto; e per conseguenza la inefficacia del pagamento eseguito da .... in favore della Società .... in esecuzione a detto accordo;

– per l'effetto condannare la Società ...., in persona del legale rappresentante p.t., alla restituzione della somma di Euro .... in favore della curatela della Liquidazione giudiziale n .... / .... della Società .... oltre interessi legali maturati dalla data di ricezione del pagamento sino al soddisfo.

Con vittoria di spese, anche generali, diritti ed onorari, oltre IVA e CPA come per legge.

Ai fini del contributo unificato si dichiara che il valore del presente processo è di Euro .... e che il contributo medesimo è dovuto nella misura di Euro ....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

(allegare i documenti indicati e richiamati nell'atto)

PROCURA ALLE LITI (SE NON APPOSTA A MARGINE)

[1]Prima della riforma realizzata dal d.lgs. n. 149/2022 il termine per la costituzione tempestiva del convenuto era di venti giorni antecedenti l'udienza di comparizione: questo termine è stato aumentato per consentire lo scambio tra le parti delle memorie di cui all'art. 171-ter c.p.c. prima di detta udienza.

[2]Nella comparsa di costituzione e risposta tempestivamente depositata il convenuto è onerato a pena di decadenza di proporre un'eventuale domanda riconvenzionale, sollevare eccezioni processuali e di merito non rilevabili d'ufficio e formulare la chiamata in causa di terzi.

commento

Il Codice della Crisi di impresa non ha modificato la disciplina della inefficacia degli atti dispositivi compiuti dal debitore successivamente all'apertura della liquidazione giudiziale. Come è stato chiarito dalla giurisprudenza di legittimità, gli stessi fatti estintivi del debito che, secondo l'elaborazione giurisprudenziale in tema di revocatoria fallimentare ex art. 67 della l.fall., sono idonei a violare il principio della par condicio creditorum se compiuti nei sei mesi anteriori al deposito della domanda che ha dato luogo alla apertura della liquidazione giudiziale (e a condizione, in tal caso, che sia provata la consapevolezza nell'altra parte dell'insolvenza del debitore), trovano la sanzione automatica di inefficacia qualora intervengano a procedura aperta. Sicché, ai sensi di tale norma, deve ritenersi inefficace, se compiuto dopo l'apertura della procedura, qualsiasi atto satisfattivo comunque, e pur indirettamente, riferibile al debitore, o perché eseguito con suo denaro, o per suo incarico (nei modi della delegazione, o dell'accollo cumulativo non allo scoperto), ovvero in suo luogo, come avviene, per l'appunto, nell'ipotesi in cui il pagamento sia effettuato in favore dei creditori del debitore o dal terzo suo debitore, in esecuzione dell'ordinanza di assegnazione del credito presso di lui pignorato.

Se quindi detto pagamento costituisce atto solutorio riconducibile al debitore, risulta evidente che, non diversamente da quanto avviene nel caso in cui lo stesso sia assoggettabile a revocatoria ai sensi dell'art. 166 c.c.i.i., l'azione ex art. 144, deve essere esercitata nei confronti dell'accipiens, ovvero di colui che ha effettivamente beneficiato del negozio satisfattivo. Tale sanzione vale anche per la ipotesi di pagamento effettuato dal terzo per effetto di ordinanza di assegnazione intervenuta in data successiva alla sentenza che ha aperto la procedura di liquidazione giudiziale. Sul punto la giurisprudenza formatasi nel vigore della l.fall. è consolidata nell'affermare il principio per cui tale pagamento è inefficace a prescindere dalla circostanza che il provvedimento emesso dal giudice dell'esecuzione sia anteriore alla “dichiarazione di fallimento” in quanto l'effetto della ordinanza si configura come cessione pro solvendo condizionata al pagamento della somma dovuta al creditore pignorante; pertanto l'effetto satisfattivo del diritto del creditore è conseguente alla riscossione dell'importo assegnato effettuata in un momento in cui il fallito non può più effettuare alcun pagamento neppure coattivo.

Dalla automaticità della sanzione discende anche che il pagamento dovuto al curatore a seguito della dichiarazione di inefficacia ex art. 144 c.c.i.i. ha natura di debito di valuta; pertanto il terzo dovrà restituire sia il capitale sia gli interessi maturati dal ricevimento del pagamento. Pertanto, nell'azione volta alla dichiarazione, il fallimento ha diritto a richiedere la maturazione degli interessi e, ove provasse poi la esistenza di un danno subito in conseguenza del ritardo nella restituzione della somma, anche il risarcimento del maggior danno.

Sotto il profilo processuale il curatore ha solo l'onere di provare la effettiva esecuzione dei pagamenti e la loro dazione successiva alla apertura della procedura di liquidazione giudiziale.

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