Dichiarazione del curatore al contraente in bonis di scioglimento dal contratto preliminare di vendita immobiliare pendente alla data di apertura della liquidazione giudiziale ai sensi dell'art. 172, comma 1, c.c.i.i.

Giuseppina Ivone

inquadramento

La questione dei contratti in corso di esecuzione tra soggetti uno dei quali è dichiarato fallito, pur risalente nella dottrina e nella giurisprudenza, era affrontata nel codice di commercio in poche episodiche norme. Con la legge del 1942 il legislatore aveva disposto una disciplina articolata; tuttavia, il complesso normativo così risultante, pur rappresentando un primo tentativo di dare una sistemazione alla materia rispetto alla legislazione previgente, conservava un evidente carattere frammentario. In particolare, numerosi contratti, pur ricorrenti nella organizzazione di una impresa (quali la locazione di mobili, l'affitto, l'agenzia) erano lasciati fuori dalla previsione legislativa; era spettato così alla giurisprudenza e dottrina di trarre dalla disciplina dei singoli contratti e fondamentalmente da quella del contratto di vendita alcune indicazioni di carattere generale dirette a colmare le lacune legislative.

Nell'intervento di riforma attuato tra il 2005-2007 il legislatore si è preoccupato di porre rimedio alla lacuna: sia riscrivendo la regola generale dell'art. 72 (non più dedicato alla vendita e significativamente rubricato rapporti pendenti) sia disciplinando, innovativamente, figure classiche sia, infine, introducendo nuove figure, ormai note alla prassi. In presenza di rapporti contrattuali non eseguiti, in tutto o in parte, da entrambe le parti la l.fall. ha previsto a) lo scioglimento automatico del rapporto contrattuale (come è nel caso di associazione in partecipazione, in caso di fallimento dell'associante, il conto corrente, il mandato (in caso di fallimento del mandante); b) subingresso automatico nel rapporto da parte del curatore.

La disciplina dettata dall'art. 172 c.c.i.i. si pone in linea di continuità con l'art. 72 del r.d. n. 267/1942 come modificato dalla riforma attuata tra il 2005-2007 prevedendo come regola generale che detti rapporti ineseguiti da entrambe le parti siano sospesi sino a quando il curatore, eventualmente messo in mora dal contraente in bonis (che può fargli assegnare un termine non superiore a sessanta giorni per decidere), dichiari di sciogliersi dal contratto (effetto che comunque si verifica se il curatore non si pronuncia nel termine assegnato) oppure, previa autorizzazione del comitato dei creditori, di subentrare. In caso di subentro il curatore assume dalla data di apertura della liquidazione tutti gli obblighi contrattuali. La norma prevede che la prosecuzione nel contratto comporta la prededucibilità dei soli crediti maturati in corso di procedura, e ciò «in ossequio alla prescrizione del legislatore delegante di limitare le ipotesi di prededuzione, al fine di salvaguardare il più possibile le aspettative di soddisfacimento dei creditori» (Relaz. Min.).

Come già previsto nel r.d. n. 267/1942 se il contratto viene sciolto dal curatore nell'esercizio di una facoltà prevista dalla legge, il contraente in bonis non ha alcun diritto al risarcimento del danno ma può solo insinuarsi per il credito conseguente al mancato adempimento.

Una novità è introdotta nella norma relativa ai contratti preliminari (art. 173 c.c.i.i.) che prevede che il curatore può sciogliersi dal contratto preliminare di vendita immobiliare anche quando il promissario acquirente abbia proposto e trascritto prima della apertura della liquidazione giudiziale domanda di esecuzione in forma specifica, ma se la domanda è accolta lo scioglimento non è opponibile al promissario acquirente. Sempre nell'art. 173 il legislatore ha precisato che condizione perché non si verifichi lo scioglimento del contratto preliminare di vendita regolarmente trascritto se ha ad oggetto un immobile ad uso abitativo destinato a costituire abitazione principale ovvero destinato a costituire sede principale dell'attività di impresa, è che il promissario acquirente chieda l'esecuzione del preliminare con le forme e nei termini previsti per l'accertamento dei diritti dei terzi sui beni della procedura. Il recentissimo d.lgs. n. 136 del 2024 ha stabilito che il subentro del curatore nel contratto segue all'accoglimento della domanda. Lo stesso decreto ha inoltre inserito il nuovo comma 3-bis nell'art. 173 c.c.i.i. precisando che, in questa ipotesi, il creditore ipotecario può contestare, con l'impugnazione di cui all'articolo 206, comma 3, la congruità del prezzo pattuito dimostrando che, al momento della stipula del contratto, il valore di mercato del bene era superiore a quello pattuito di almeno un quarto. Se la non congruità del prezzo è accertata, il contratto si scioglie e si procede alla liquidazione del bene. Il promissario acquirente può evitare lo scioglimento del contratto eseguendo il pagamento della differenza prima che il collegio provveda sull'impugnazione ai sensi dell'art. 207, comma 13.

Formula

Luogo e data ....

[NOME DEL CONTRAENTE IN BONIS]

Oggetto: Dichiarazione di scioglimento dal contratto preliminare di vendita stipulato in data .... tra ....

Scrivo nella qualità di Curatore della procedura di liquidazione giudiziale aperta nei confronti della Società dal Tribunale di .... con sentenza depositata in data ...., di cui si allega estratto.

Dalla documentazione acquisita risulta che la Società ...., in data antecedente alla apertura della liquidazione giudiziale, aveva stipulato con la Società .... un contratto preliminare per la vendita di un immobile di sua proprietà sito in ...., via .... ll Contratto, stipulato per atto del Notaio ...., trascritto presso la Conservatoria di ...., prevede:

[DESCRIVERE sinteticamente il contenuto del contratto]

Con la presente, il sottoscritto curatore dichiara di sciogliersi dal Contratto preliminare sopra descritto esercitando la facoltà prevista dall'art. 172 comma 1 del Codice della Crisi di impresa (c.c.i.i.).

Si avverte che il diritto alla restituzione dell'importo versato a titolo di acconto alla data di stipula del Contratto preliminare dovrà essere fatto valere nelle forme e nei tempi previsti per l'accertamento del passivo dagli art. 201 e segg. del c.c.i.i. e che per legge lo scioglimento del contratto non dà diritto ad alcun risarcimento di eventuali danni.

Firma Curatore ....

commento

La disciplina dettata dall'art. 172 c.c.i.i. si pone in linea di continuità con l'art. 72 del r.d. n. 267/1942 come modificato dalla riforma attuata tra il 2005-2007 relativa ai contratti che alla data di apertura della liquidazione giudiziale risultino ancora ineseguiti o non compiutamente eseguiti nelle prestazioni principali da entrambe le parti, prevedendo come regola generale che questi siano sospesi sino a quando il curatore, eventualmente messo in ora dal contraente in bonis che può fargli assegnare un termine non superiore a sessanta giorni per decidere, dichiari di sciogliersi dal contratto (effetto che comunque si verifica se il curatore non si pronuncia nel termine assegnato) oppure con l'autorizzazione del comitato dei creditori di subentrare. In caso di subentro il curatore assume dalla data di apertura della liquidazione tutti gli obblighi contrattuali. La prosecuzione nel contratto comporta la prededucibilità dei soli crediti maturati in corso di procedura, e ciò «in ossequio alla prescrizione del legislatore delegante di limitare le ipotesi di prededuzione, al fine di salvaguardare il più possibile le aspettative di soddisfacimento dei creditori» (Relaz. Min.).

Come già previsto nel r.d. n. 267/1942 se il contratto viene sciolto dal curatore nell'esercizio di una facoltà prevista dalla legge, il contraente in bonis non ha alcun diritto al risarcimento del danno ma può solo insinuarsi per il credito conseguente al mancato adempimento.

Nella dichiarazione da inviare al contraente in bonis sarà opportuno che il curatore precisi che si tratta di esercizio di facoltà a lui attribuita dalla legge con la conseguenza che, da un lato, il diritto alla restituzione di quanto corrisposto a titolo di acconto dovrà essere fatto valere nelle forme e nei termini previsti dalle norme sull'accertamento del passivo; dall'altro che il contraente non ha diritto ad alcun risarcimento danni.

Nella ipotesi in cui il contratto preliminare avesse poi previsto la immissione del promissario acquirente nel possesso dell'immobile oggetto di preliminare, nella dichiarazione il Curatore dovrà richiedere la immediata consegna del bene nello stato di fatto e di diritto in cui era al momento della immissione, fissando all'uopo un termine per detta riconsegna.

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