Istanza del curatore al comitato dei creditori di autorizzazione a recedere dal contratto di locazione immobiliare pendente alla data di apertura della liquidazione giudiziale ai sensi dell'art. 185, comma 2, c.c.i.i.InquadramentoLa questione dei contratti in corso di esecuzione tra soggetti uno dei quali è dichiarato fallito, pur risalente nella dottrina e nella giurisprudenza, era affrontata nel codice di commercio in poche episodiche norme. Con la legge del 1942 il legislatore aveva disposto una disciplina articolata; tuttavia, il complesso normativo così risultante, pur rappresentando un primo tentativo di dare una risistemazione alla materia rispetto alla legislazione previgente, conservava un evidente carattere frammentario. In particolare, numerosi contratti, pur ricorrenti nella organizzazione di una impresa (quali la locazione di mobili, l'affitto, l'agenzia) erano lasciati fuori dalla previsione legislativa; era spettato così alla giurisprudenza e dottrina di trarre dalla disciplina dei singoli contratti e fondamentalmente da quella del contratto di vendita alcune indicazioni di carattere generale dirette a colmare le lacune legislative. Nell'intervento di riforma attuato tra il 2005-2007 il legislatore si è preoccupato di porre rimedio alla lacuna: sia riscrivendo la regola generale dell'art. 72 (non più dedicato alla vendita e significativamente rubricato rapporti pendenti) sia disciplinando, innovativamente, figure classiche sia, infine, introducendo nuove figure, ormai note alla prassi. In presenza di rapporti contrattuali non eseguiti, in tutto o in parte, da entrambe le parti la legge fallimentare ha previsto a) lo scioglimento automatico del rapporto contrattuale (come è nel caso di associazione in partecipazione, in caso di fallimento dell'associante, il conto corrente, il mandato (in caso di fallimento del mandante); b) subingresso automatico nel rapporto da parte del curatore. La disciplina dettata dall'art. 185 c.c.i.i. si pone in linea di continuità con l'art. 80 del r.d. n. 267/1942 come modificato dalla riforma attuata tra il 2005-2007, è diversificata al fine di tutelare l'interesse del conduttore all'utilizzo del bene che può essere destinato anche all'esercizio della impresa. Nella ipotesi di apertura della liquidazione del locatore, il contratto non si scioglie e il curatore subentra. Se la durata residua del contratto è però superiore a quattro anni, il curatore entro un anno dalla apertura della liquidazione giudiziale può, con l'autorizzazione del comitato dei creditori recedere dal contratto corrispondendo un equo indennizzo che va insinuato al passivo come credito concorsuale. In ipotesi di liquidazione giudiziale aperta nei confronti del conduttore, il curatore può in qualunque tempo recedere dal contratto, previa autorizzazione del comitato dei creditori. FormulaLuogo e data ... [Membri del CDC] OGGETTO: Richiesta di autorizzazione a recedere dal contratto di locazione immobiliare pendente alla data di apertura della liquidazione giudiziale Egregi membri del Comitato dei creditori, dalla documentazione acquisita risulta che è pendente un contratto con il quale la società ..., in data antecedente alla apertura della liquidazione giudiziale, ha concesso in locazione un immobile di Sua proprietà sito in ..., via ... in favore della Società ... Il Contratto, stipulato per atto del Notaio ..., trascritto presso la Conservatoria di ..., prevede: [DESCRIVERE sinteticamente il contenuto del contratto] In considerazione della durata residua del contratto, superiore ai quattro anni e dell'esigenza della procedura di liquidare detto immobile nell'interesse della massa dei creditori, la Curatela intende esercitare la facoltà di recesso attribuita dall'art. 185, comma 2 c.c.i.i. riconoscendo al conduttore in bonis l'indennizzo previsto dalla citata norma che, tuttavia, dovrà essere richiesto nelle forme e nei modi previsti per l'accertamento del passivo come credito concorsuale. Con la presente si chiede quindi a codesto Comitato dei creditori di autorizzare il sottoscritto curatore a recedere dal Contratto di locazione immobiliare sopra descritto dandone tempestiva comunicazione al conduttore tale volontà. Si ricorda che le deliberazioni del comitato dei creditori devono essere adottate a maggioranza dei votanti e che le votazioni possono essere espresse per mezzo telefax o mail al curatore. Il curatore ... COMMENTOLa disciplina dettata dall'art. 185 c.c.i.i. si pone in linea di continuità con l'art. 80 del r.d. n. 267/1942 come modificato dalla riforma attuata tra il 2005-2007 relativo al contratto di locazione immobiliare. In tema di successione nei contratti di locazione di immobili che conseguono all'apertura di una procedura concorsuale, la giurisprudenza di legittimità ha precisato in più occasioni che il recesso della curatela dal contratto di locazione non determina un inadempimento ma l'esercizio di un potere giustificato dal preminente interesse della procedura alla tutela del ceto creditorio e finalizzato alla definizione in tempi rapidi della medesima procedura concorsuale. Nel caso poi di vendita fallimentare di un immobile locato per uso alberghiero, nel cui contratto sia subentrato il curatore del fallimento del locatore ex art. 80 l.fall., riconoscendo il diritto di prelazione al conduttore, la Cassazione ha affermato che quest'ultimo può esercitare il predetto diritto non solo dopo che si sia verificata l'aggiudicazione del bene al migliore offerente all'esito del primo incanto, ma anche, qualora sia stato presentato un aumento di sesto, pure all'esito della nuova gara, perché solo a seguito di quest'ultima il prezzo di aggiudicazione è divenuto definitivo. Nella richiesta di autorizzazione a recedere, sarà opportuno che il curatore precisi la natura del credito nascente in capo al conduttore a titolo di indennizzo, ossia credito concorsuale, e che lo stesso potrà essere riconosciuto (anche sotto il profilo del quantum) nella appropriata sede di accertamento del passivo. |