Relazione del curatore sulle prospettive negative di liquidazione ex art. 209 c.c.i.i.

Federico Rolfi

inquadramento

Il ricorso deve essere accompagnato dalla relazione sulle prospettive negative di liquidazione e sul parere del Comitato dei creditori. Deve essere inoltre “sentito” il debitore, ferma restando la possibilità che tale consultazione avvenga mediante l'acquisizione di una dichiarazione scritta.

Formula

TRIBUNALE DI ....

SEZIONE CRISI D'IMPRESA E PROCEDURE CONCORSUALI

LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE DELL'IMPRESA .... (R.G. .... / .... L.G.)

Curatore: Dr. ....

Giudice Delegato: Dr. ....

Sent. n. .... del ....

* * *

RELAZIONE DEL CURATORE SULLE PROSPETTIVE NEGATIVE DI LIQUIDAZIONE EX ART. 209 c.c.i.i.

Ill.mo Sig. Giudice Delegato

il sottoscritto ...., Curatore della liquidazione giudiziale in epigrafe,

ESPONE

1) con sentenza n. .... R.G. Liq., depositata in data ...., il Tribunale di .... ha dichiarato l'apertura della liquidazione giudiziale dell'impresa ...., con sede legale in ...., via ...., nominando Curatore il sottoscritto.

2) L'udienza di verifica dello stato passivo è stata fissata per il giorno .... alle ore ....;

3) Alla data odierna, risultano depositate domande di n. .... creditori, di cui n. .... per complessivi Euro .... in prededuzione; n. .... per complessivi Euro .... al grado privilegiato; n. .... per complessivi Euro .... al chirografo.

4) Nell'ambito dalle verifiche effettuate sul patrimonio dell'impresa assoggettata a liquidazione giudiziale è stato possibile appurare che non vi sono attività da inventariare e realizzare (in alternativa: che le attività inventariate non risultano sufficienti a coprire le spese della procedura), da momento che [1] ;

5) Anche sul piano prospettico non emergono elementi concreti che consentano di individuare potenziali azioni a favore della massa;

6) Si ritiene, sulla scorta di tali considerazioni, che non sussistano ragionevoli possibilità di pervenire anche in futuro all'acquisizione di attivo tale da permettere una successiva ripartizione in favore dei creditori che hanno richiesto la partecipazione al concorso.

Alla luce di tali premesse questo Curatore procede al deposito della presente relazione quale atto integrativo del contestuale ricorso ex art. 209 c.c. per non farsi luogo al procedimento di verificazione dello stato passivo.

Luogo e data ....

Firma Curatore ....

[1]Indicare in modo specifico gli accertamenti e gli esiti dei medesimi.

commento

Lo scopo della previsione è quello di evitare un inutile dispendio di risorse, evitando di procedere alla verifica dei crediti concorsuali, allorquando non sussistano concrete prospettive di soddisfacimento dei medesimi. Permane la necessità di accertare i crediti prededucibili, e di liquidare i beni rispetto ai quali detti crediti siano capienti.

Presupposto per l'applicazione della previsione è la constatazione dell'impossibilità di acquisire attivo sufficiente per essere ripartito tra i creditori concorsuali. La valutazione è anche prospettica, nel senso che deve poter essere riferita anche alle prospettive future, non potendosi arrestare alla mera mancata realizzazione di attivo al momento in cui viene presentata l'istanza del curatore.

La valutazione concerne i soli crediti concorsuali già insinuati e non si estende né ai crediti prededucibili (nello specifico i crediti contestati, come tali attratti nel procedimento di accertamento del passivo) né alle rivendiche, per i quali, quindi, l'accertamento deve comunque essere svolto.

Occorre rammentare che l'art. 130, al comma 4, collega il deposito della relazione particolareggiata proprio al deposito del decreto di esecutività dello stato passivo (momento in cui il quadro complessivo di indebitamento può presentare maggiore chiarezza), puntualizzando al comma 6 che, nel caso in cui non si faccia luogo all'accertamento del passivo ai sensi della previsione in commento, il termine (di 180 giorni) per il deposito della relazione particolareggiata viene nuovamente ricollegato alla sentenza di apertura della procedura. Viene in tal modo stabilito un legame stretto tra relazione del curatore ed accertamento dello stato passivo, anche nell'ipotesi in cui quest'ultimo non abbia luogo.

Proprio la circostanza che il decreto del tribunale concerne il solo accertamento dei crediti concorsuali vale ad evidenziare la non sovrapponibilità tra la previsione in commento e la chiusura ex art. 233. A seguito del decreto che dispone non procedersi all'accertamento del passivo, infatti, la procedura ben può proseguire per l'accertamento delle rivendiche e dei crediti prededucibili nonché per la liquidazione dei beni che risultino anche solo in parte in grado di soddisfare i crediti prededucibili stessi.

Ne consegue che, qualora l'attivo fallimentare sia incapiente anche rispetto ai crediti prededucibili, e non abbia concrete prospettive di subire incrementi, la strada da seguire è quella della chiusura immediata ai sensi dell'art. 233, lett. d), senza transitare per il procedimento ex art. 209, che risulta superfluo.

Il procedimento prende avvio da un'istanza del curatore, che risulta unico legittimato, non essendo neppure contemplata un'attivazione d'ufficio. L'istanza ai sensi del comma 1 deve essere depositata almeno venti giorni prima dell'udienza di verifica dello stato passivo, anche se detto termine risulta ordinatorio, essendo l'adozione del decreto preclusa solo dalla declaratoria di esecutività dello stato passivo nelle more eventualmente intervenuta. Essa deve essere corredata da una relazione sulle prospettive della liquidazione, che costituirà anche la base del ragionamento e del percorso motivazionale della decisione del Giudice Delegato, avendo il d.lgs. n. 136/2024 modificato il disposto di cui all'art. 209 c.c.i.i., rimettendo la valutazione al g.d. e non più al Tribunale.

L'istanza deve essere accompagnata dal parere non vincolante del comitato dei creditori qualora lo stesso sia stato già nominato (mentre in caso contrario provvede il g.d. ex art. 41 l. fall., attuale 140 c.c.i.i.). Su di essa deve essere sentito l'imprenditore assoggettato a liquidazione giudiziale, cui deve essere anche trasmessa la relazione del curatore. Mentre secondo alcuni tale audizione può essere fatta direttamente dal curatore, che potrebbe anzi raccogliere anche una dichiarazione scritta, secondo altri deve essere necessariamente svolta dal g.d. prima della decisione.

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