Decreto del Giudice delegato di accoglimento dell'istanza curatore ex art. 209 c.c.i.i.InquadramentoIl decreto del Giudice Delegato, avendo il d.lgs. n. 136/2024 modificato il disposto di cui all'art. 209 c.c.i.i., rimettendo la valutazione a quest'ultimo e non più al Tribunale, è sinteticamente motivato e si baserà sulla relazione depositata dal curatore, oltre che sulle verifiche che il G.D. può svolgere sui documenti della procedura. Il debitore deve essere sentito, senza che le sue richieste abbiano valore vincolante. FormulaTRIBUNALE CIVILE E PENALE DI ... SEZIONE CRISI D'IMPRESA E PROCEDURE CONCORSUALI DECRETO EXARTT. 209 c.c.i.i. IL GIUDICE DELEGATO letta l'istanza depositata dal curatore della procedura di liquidazione giudiziale dell'impresa ... e l'allegata relazione sulle prospettive negative di liquidazione; visto il parere del comitato dei creditori; rilevato che il debitore assoggettato a liquidazione giudiziale è stato sentito ... [1] e si è pronunciato nel senso ... [2]; constatata, sulla base della relazione del Curatore e della documentazione presente nel fascicolo della procedura l'assoluta insussistenza di attivo da realizzare in misura tale da permettere una minima ripartizione a favore dei creditori che hanno chiesto l'ammissione al passivo; osservato, in particolare che alla data odierna, risultano depositate domande di n. ... creditori, di cui n. ... per complessivi Euro ... in prededuzione; n. ... per complessivi Euro ... al grado privilegiato; n. ... per complessivi Euro ... al chirografo, mentre le disponibilità liquide attuali della procedura ammontano ad Euro ... e l'attivo astrattamente realizzabile risulta pari ad Euro ..., a fronte di spese di procedura che ammontano ad Euro ... e debiti prededucibili per Euro ...; visto ed applicato l'art. 209 c.c.i.i.; DISPONE non farsi luogo al procedimento di accertamento del passivo relativamente ai crediti concorsuali; DISPONE che il curatore comunichi copia del presente provvedimento ai creditori che hanno presentato domanda di ammissione al passivo; AVVISA i creditori che hanno presentato domanda di ammissione al passivo che contro il presente decreto può essere proposto reclamo a norma dell'art. 124 c.c.i.i. al Tribunale entro il termine di 15 giorni dalla ricezione della comunicazione. Si comunichi al curatore Luogo e data ... Il Giudice Delegato ... 1. Indicare le modalità di audizione del debitore che può essere anche scritta. 2. Indicare la richiesta del debitore. COMMENTOIl decreto – assunto dal Giudice Delegato, secondo la versione modificata dal d.lgs. n. 136/2024 – deve essere motivato, e deve essere comunicato da parte del curatore ai creditori, compresi quelli insinuatisi tardivamente. Secondo un'opinione, in presenza dei presupposti di legge l'organo giudicante risulterebbe vincolato alla decisione e dovrebbe accogliere l'istanza. Si è discusso sotto il vigore della Legge Fallimentare se il decreto possa essere revocato dallo stesso organo che lo ha adottato, nell'ipotesi in cui successivamente si appuri la possibilità di soddisfare i creditori concorsuali, deducendo l'applicabilità dell'art. 742 c.p.c. Il decreto può essere espressamente reclamato entro quindici giorni successivi alla comunicazione (termine diverso da quello previsto dall'art. 124) innanzi al Tribunale – e non più innanzi alla Corte d'Appello – sempre secondo la più recente formulazione della previsione. La legittimazione è limitata ai soli creditori che si siano insinuati anche se tardivamente. Il Tribunale decide previa audizione di reclamante, curatore, comitato dei creditori e imprenditore assoggettato alla procedura. In caso di accoglimento del reclamo, gli atti verranno restituiti al Giudice Delegato affinché sia fissata una nuova udienza di verifica, ed il decreto dovrà ritenersi non ricorribile in Cassazione in quanto privo di carattere di decisorietà. Non risultano, invece, espressamente disciplinati i profili: 1) dell'impugnazione da parte del curatore del decreto di diniego del g.d.; 2) dell'impugnazione del decreto di rigetto del reclamo pronunciato dal Tribunale. Sembra in ogni caso fatta salva la facoltà per il curatore di ripresentare in seguito l'istanza anche sulla base dei medesimi fatti e delle medesime valutazioni. Va anche ricordato che è stato ipotizzato un interesse ad impugnare il decreto di diniego da parte dei creditori prededucibili che vogliano evitare i costi dell'esame dello stato passivo. Quanto al secondo profilo, qualora si affermi la revocabilità del decreto, appare conseguente ritenere che lo stesso non abbia carattere decisorio e che quindi anche il provvedimento del Tribunale non sia ricorribile in Cassazione. Corretta è anche la considerazione circa il fatto che i creditori subiscono pregiudizio non da tale provvedimento ma dalla successiva chiusura della procedura. |