Istanza di sospensione della vendita per gravi e giustificati motivi

Federico Rolfi

Inquadramento

L'istanza ha la finalità di sospendere le operazioni di vendita o impedirne il perfezionamento e deve basarsi su “gravi e giustificati motivi” che possono spaziare da vizi di legittimità del procedimento di vendita ad altre ragioni come l'esistenza di una proposta di concordato nella liquidazione giudiziale ignorata dal curatore.

Formula

TRIBUNALE DI ...

SEZIONE CRISI D'IMPRESA E PROCEDURE CONCORSUALI

LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE DELL'IMPRESA ... (R.G. ... / ... L.G.)

CURATORE ...

GIUDICE DELEGATO ...

SENT. N. ... DEL ...

***

ISTANZA DI SOSPENSIONE DELLE OPERAZIONI DI VENDITA EX ART. 217 C.C.i.i.

Ill.mo Giudice Delegato

La società ... (C.F. ... / P.I. ... ), con sede legale in ..., via ..., in persona del legale rappresentante pro tempore sig. ... residente in ... via ... (C.F. ... ), rappresentata e difesa in virtù di delega [a margine del /in calce al] presente atto, dall'Avv. ... del Foro di ... e con domicilio eletto presso lo studio del medesimo in ..., il quale dichiara di voler ricevere tutte le comunicazioni inerenti il presente procedimento all'indirizzo PEC ...

PREMESSO

1) che con sentenza n. ... R.G. Liq., depositata in data ..., il Tribunale di ... ha dichiarato l'apertura della liquidazione giudiziale dell'impresa ..., con sede legale in ..., via ..., nominando Curatore ...;

2) che, con ordinanza in data ... il G.D. ha autorizzato a procedere alla vendita con modalità competitive del seguente bene immobile ... [1] , facente parte dell'attivo della procedura al prezzo base di Euro ...;

3) che la procedura competitiva avrà luogo tra tre giorni, essendo stata fissata per la data del ... alle ore ...;

4) che in data odierna l'esponente ha depositato proposta di concordato ai sensi dell'art. 240 c.c.i.i. (DOC. ... ) [2] ;

5) che la proposta prevede la cessione di tuti i beni compresi nell'attivo della procedura nonché delle azioni di pertinenza della massa dietro versamento dell'importo di Euro ...;

6) che la proposta di concordato consentirà il realizzo di un importo ampiamente superiore a quello derivante dalla liquidazione separata dei beni della massa, come prospettato nel programma di liquidazione;

7) che ricorrono i gravi e giustificati motivi previsti dall'art. 217 c.c.i.i. perché sia disposta la sospensione delle operazioni di vendita;

tutto ciò premesso, la ricorrente società ...

CHIEDE

che il G.D., previa assunzione del parere del comitato dei creditori, disponga la sospensione delle operazioni di vendita del bene [3].

Luogo e data ...

Firma del procuratore ...

Si producono:

1) procura alle liti;

2) copia della proposta di concordato nella liquidazione giudiziale.

1. Descrivere il bene.

2. Si tratta di una esemplificazione di uno dei gravi motivi sui quali si potrebbe fondare l'istanza.

3. Descrivere il bene.

COMMENTO

L'art. 217 prevede un potere di sospensione il cui presupposto è costituito dalla presenza di «gravi e giustificati motivi», e che non paralizza la liquidazione in sé, bensì le specifiche modalità di liquidazione che il curatore sta concretamente seguendo.

I «gravi e giustificati motivi» cui la sospensione è subordinata devono essere riferiti, appunto, alle ipotesi in cui le concrete modalità di liquidazione presentino profili di patologia, ed in particolare risultino non conformi al programma di liquidazione approvato dal comitato dei creditori oppure alla precedente autorizzazione agli atti esecutivi del giudice delegato.

Assume rilievo anche tutta una serie di altri fattori che possono interessare anche profili diversi dalla determinazione del prezzo, collocati in qualunque momento del procedimento di vendita, e riferibili anche al merito sostanziale o alla convenienza, e non solo alla legittimità del procedimento. Si deve, quindi, ritenere che, da questo punto di vista, il potere di valutazione e sindacato del G.D. abbia notevole pienezza, alla sola condizione della previa acquisizione del parere del comitato dei creditori, da considerarsi peraltro meramente consultivo e non vincolante.

I gravi e giustificati motivi possono quindi essere costituiti: da possibili vizi di legittimità del procedimento di vendita; da ipotesi di liquidazioni estranee al programma di liquidazione approvato dai creditori; da modalità di vendita o di pubblicità non idonee a garantire una effettiva competitività; da interferenze illegittime nella stessa procedura di vendita; dall'esistenza di una proposta di concordato (già “fallimentare”, ora) nella liquidazione giudiziale, ignorata dal curatore; dalla pendenza di un ricorso per la revoca del curatore; dall'omessa considerazione di un diritto di prelazione; dalla scoperta di problemi relativi alla identificazione catastale od alla natura urbanistica del bene.

Il dato testuale della norma induce ad individuare quale contenuto concreto del potere la sola possibilità di disporre la sospensione, e quindi non anche la revoca o la modifica del provvedimento di vendita, anche se la sospensione del G.D. condurrà inevitabilmente alla sua effettuazione con modalità diverse da quelle ritenute patologiche.

Non osta all'esercizio del potere la già avvenuta aggiudicazione, risultando la sospensione preclusa solo quando l'effetto traslativo si sia verificato con il decreto di trasferimento o il rogito notarile.

La platea dei soggetti legittimati a sollecitare l'attivazione del potere di sospensione risulta quanto mai ampia, in quanto estesa al fallito (che però deve avere un interesse diverso da quello alla integrale sospensione della liquidazione che invece sorregge l'istanza ex art. 52 c.c.i.i.), al comitato dei creditori, a qualunque interessato - come i creditori con diritti iscritti sul bene, i terzi interessati all'acquisto, i terzi non messi in grado di partecipare ed i terzi titolari di altri diritti reali o obbligatori sul bene - purché l'istanza di sospensione indichi gli elementi idonei a fondare la legittimazione, che non può ritenersi sussistente in re ipsa. Legittimato deve ritenersi anche il curatore.

La valutazione del G.D. dovrà soffermarsi sia sulla concreta fondatezza dei fatti dedotti (fumus boni iuris), sia delle potenziali conseguenze dannose derivanti dalla mancata sospensione. L'accoglimento dell'istanza non condurrà alla revoca totale della vendita, ma comporterà per il curatore il vincolo a porla in essere eliminando i fattori di criticità ritenuti fondati dal G.D. (reiterando gli atti formalmente viziati; procedendo a pubblicità più ampie; ripetendo la procedura competitiva che sia stata turbata da fattori esterni), senza necessariamente comportare la modifica del programma di liquidazione, a meno che questa non sia imposta dalla necessità di procedere ad una correzione delle modalità di vendita.

Il decreto assunto dal G.D. — all'esito di un procedimento che deve ritenersi disciplinato dalle previsioni sui procedimenti in camera di consiglio — è (come tutti i decreti) reclamabile ai sensi dell'art. 124 innanzi al tribunale, con termine decorrente dalla comunicazione del provvedimento, eseguita dal cancelliere.

Parimenti, la decisione assunta dal Tribunale in sede di reclamo sarà reclamabile innanzi alla Corte d'Appello. La possibile incidenza della decisione su diritti soggettivi apre poi lo spazio al ricorso straordinario per cassazione, ai sensi dell'art. 111 Cost., con termini sottratti alla sospensione feriale.

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