Rendiconto di gestione ex art. 231 c.c.i.i.inquadramentoCompiuta la liquidazione dell'attivo, prima di procedere al riparto finale il curatore presenta al giudice delegato il conto della gestione. Il giudice ordina il deposito del conto e fissa l'udienza nella quale ogni interessato può presentare osservazioni. Di queste attività il curatore avvisa il debitore e i creditori. Se all'udienza non vengono presentate osservazioni, o si raggiunge l'accordo sulle osservazioni presentate, il giudice approva il conto, altrimenti procede all'istruzione del giudizio. Questo lo schema predisposto dall'art. 116 l.fall. e riprodotto dal nuovo art. 213 c.c.i.i. con due novità. Al comma 1 si prevede che il curatore debba presentare al giudice delegato la esposizione analitica delle operazioni contabili e dell'attività di gestione della procedura, indicando in particolare sia le modalità con cui ha attuato il programma di liquidazione, sia l'esito dell'attività di liquidazione. Al comma 3 si prevede che la comunicazione del deposito e della fissazione di udienza per il rendiconto avvenga con modalità telematica anche nei confronti del debitore. Il rendiconto è attività necessaria e risponde al principio generale che trova applicazione in ogni settore del diritto privato e pubblico per cui chi gestisce un patrimonio altrui deve comunque presentare il conto. L'oggetto del giudizio sul conto attiene non solo agli errori materiali, alle omissioni e ai criteri di conteggio adottati, ma anche al controllo da parte del giudice delegato, dei creditori ammessi al passivo e del debitore della gestione operata dal curatore, fonte di eventuale responsabilità personale. Poiché l'oggetto del giudizio sul conto non si esaurisce in un semplice controllo formale di cassa, ma concerne l'intera amministrazione svolta dal curatore, già nel vigore dell'art. 116 l.fall. molti Tribunali, quali quello di Roma e Milano, avevano predisposto circolari sulle modalità di redazione del conto prevedendo che il conto fosse strutturato in due parti. Una tabellare, in cui venivano evidenziati i flussi finanziari (che dovevano corrispondere alle risultanze del libretto di deposito intestato all'ufficio fallimentare), e una descrittiva, nella quale erano riferiti gli aspetti salienti dell'amministrazione. In particolare, il curatore doveva relazionare: i) sulle azioni legali intraprese, ii) sulle rinunce ad azionare i crediti; iii) sulle vendite effettuate e sulle modalità prescelte; iv) sulle rinunce a procedere o proseguire nelle vendite mobiliari o immobiliari (attesa l'antieconomicità della procedura o l'inappetibilità comprovata del bene); v) sui contratti in cui era subentrato e su quelli da cui si era sciolto; vi) sulle transazioni effettuate. Doveva infine aggiornare gli interessati sull'avvenuto accoglimento di insinuazioni tardive e di opposizioni allo stato passivo rispetto alla comunicazione effettuata nell'ultimo piano di riparto parziale. L'art. 213 c.c.i.i. ha definitivamente chiarito la questione indicando il contenuto minimo del rendiconto. Non è previsto un termine per la presentazione del rendiconto. Nell'inerzia del curatore, il giudice delegato può tuttavia sollecitarlo all'adempimento entro un congruo arco di tempo. L'inosservanza dell'obbligo costituisce motivo di revoca dall'incarico e può esporre il curatore a responsabilità civile per i danni cagionati. Circa le osservazioni e le contestazioni che possono essere presentate dal debitore e dai creditori, la giurisprudenza formatasi sul previgente art. 116 l.fall aveva in primo luogo ristretto il campo dei legittimati: se ogni interessato può presentare osservazioni, soltanto il fallito e i creditori ammessi potevano muovere le “contestazioni” di cui parlava la norma. Inoltre, aveva precisato che le contestazioni non potevano essere generiche, ma dovevano essere specificamente articolate e puntualmente comprovate. L'udienza di rendiconto prevista anche nel nuovo art. 231 c.c.i.i. è irripetibile occasione di confronto tra i creditori, il debitore e gli organi della procedura. Proprio a questa funzione assolvono le “osservazioni” degli interessati: esse costituiscono lo strumento dialogico (e dialettico) per mezzo del quale è possibile confrontarsi non solo con il curatore ma più in generale, e attraverso la discussione sull'operato del curatore, con tutti gli organi della procedura (che tale attività hanno vigilato, autorizzato e diretto). Attraverso le osservazioni gli interessati potranno sottoporre all'ufficio nuove questioni e aggiornarlo su fatti rilevati: come, nell'esempio tipico, sull'esistenza (anche sopravvenuta) nel patrimonio del debitore di un bene sfuggito all'ufficio. FormulaTRIBUNALE DI .... LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE .... (N. .... \ ....) Giudice Delegato: Dr. .... Curatore: Dr. ..../Avv. .... RENDICONTO DELLA GESTIONE AI SENSI DELL'ART. 231 c.c.i.i. Ill.mo Sig. Giudice delegato, nell'ultima relazione al .... depositata al fine di aggiornare gli organi di procedura e i creditori in ordine allo stato del fallimento, ho reso compiuta informativa circa la gestione della procedura e l'andamento dell'attività di liquidazione relativa al semestre da .... a ..... Con il presente atto si intende, dunque, illustrare il conto relativo alla gestione della procedura dalla data di accettazione dell'incarico ad oggi, avendo cura di rappresentare agli organi della procedura e ai creditori non un mero rendiconto finanziario, ma una compiuta illustrazione della gestione della procedura con particolare attenzione agli esiti della liquidazione posta in essere in esecuzione al programma di liquidazione approvato dal Comitato dei creditori e autorizzato dal Gd. Nel presente atto saranno descritte in distinti paragrafi le attività attinenti alla verifica del passivo e quelle invece attinenti alla liquidazione. I. Le attività di verifica del passivo [Descrivere il passivo accertato sia in via tempestiva sia in via tardiva, nonché le opposizioni decise e che hanno determinato una modifica del passivo, nonché le opposizioni ancora pendenti precisando lo stato dei giudizi]. II. Le attività di liquidazione II.1. Il programma di liquidazione e le attività di vendita dei cespiti in esecuzione [Descrivere sinteticamente il contenuto del programma le attività di vendita dei cespiti mobiliari/immobiliari in esecuzione al programma e i relativi esiti] II.2. Le azioni risarcitorie avviate in esecuzione al programma Descrivere le azioni risarcitorie e/o revocatorie promosse e gli esiti delle stesse; indicando altresì i professionisti nominati dalla procedura e i vantaggi conseguiti dalla procedura III. Rendiconto di cassa Alla data di apertura della procedura di liquidazione giudiziale la società non aveva liquidità in cassa [ovvero aveva .... di liquidità]. La procedura, previa informativa al Giudice delegato, ha aperto conto corrente presso la Banca .... in ragione di [Indicare le condizioni applicate dalla banca che è risultata essere al confronto con altre la più conveniente per la procedura]. L'attivo realizzato nel corso della gestione ammonta a Euro .... ENTRATE Ricavi vendite di immobili .... Ricavi vendite beni mobili .... Realizzo crediti .... Interessi attivi s c/c al giorno .... IVA su realizzo vendite .... Totale .... USCITE Compensi e spese legali .... Compensi e spese periti .... Compensi e spese curatore .... Spese varie .... Riparti parziali .... – privilegio quota % Accantonamenti ex art. 227 c.c.i.i. Ritenute fiscali su interessi .... Totale .... RIEPILOGO Entrate .... Uscite .... Totale .... L'attivo realizzato, al netto dei pagamenti delle spese finali di chiusura e del saldo del compenso del curatore, sarà da riconoscersi in favore dei creditori nelle percentuali previste nel piano di riparto finale. Tutto quanto sopra premesso ed esposto, il sottoscritto curatore PRESENTA all'Ill.mo Giudice delegato il rendiconto di gestione a norma dell'art. 231 c.c.i.i. CHIEDE che Voglia ordinarne il deposito, fissando l'udienza nella quale ogni interessato potrà presentare le proprie osservazioni autorizzando la comunicazione ai creditori. Si allegano: – Estratti di conto corrente aggiornato. commentoIl giudizio di approvazione del rendiconto del curatore ha ad oggetto, ai sensi dell'art. 231 c.c.i.i. la correttezza e la corrispondenza dell'operato di quest'ultimo ai precetti legali ed ai canoni della diligenza professionale richiesta per l'esercizio della carica, nonché gli esiti conseguiti, la cui contestazione esige la deduzione e la prova di un pregiudizio almeno potenziale recato al patrimonio del debitore o alle ragioni dei creditori, difettando altrimenti un interesse all'impugnazione del conto, mentre non occorre in tale giudizio anche la dimostrazione del danno in concreto derivato dalla dedotta mala gestio; le contestazioni rivolte al conto debbono, altresì, essere concrete e specifiche, non potendo consistere in astratte enunciazioni, ma dovendo puntualizzare le vicende ed i comportamenti imputati al curatore, nonché le conseguenze, anche solo potenzialmente dannose, che ne siano derivate, così da individuare la materia del contendere e consentirgli un'efficace esplicazione del suo diritto di difesa (così Cass. I, n. 6377/2019). |