Istanza di chiusura della Liquidazione giudiziale per pagamento integrale dei crediti ex art. 233 comma 1, lett. b) c.c.i.i.

Giuseppina Ivone

Inquadramento

L'art. 233 c.c.i.i. disciplina i casi di chiusura della procedura confermando le ipotesi di chiusura previste dall'art. 118 l.fall.: 1) mancanza di domande di ammissione al passivo; 2) pagamento dei crediti e delle spese anche prima del riparto finale; 3) ripartizione finale dell'attivo; 4) accertamento della inutilità della procedura per insufficienza attivo. In presenza di un delle ipotesi previste dall'art. 118 l.fall., nessuna facoltà discrezionale è data agli organi fallimentari di protrarre la procedura e di differirne la chiusura.

In attuazione al principio di delega (art. 7, comma 10, lett. c) l. n. 155/2017) si è disposto che in caso di chiusura della procedura di società di capitali, nei caso di chiusura previsti sub lettere a) e b) il curatore convoca l'assemblea ordinaria dei soci per le deliberazioni necessarie ai fini della ripresa dell'attività o della sua cessazione ovvero per la trattazione di argomenti sollecitati, con richiesta scritta, da un numero di soci che rappresenti il venti per cento del capitale sociale. Nelle ipotesi di cui sub c) e d) del comma 1 dell'articolo in esame il curatore chiede la cancellazione dal registro delle imprese.

La chiusura della procedura di una società disposta per l'integrale avvenuto pagamento dei creditori ammessi non preclude - per giurisprudenza di legittimità - l'adozione discrezionale di appositi accantonamenti in favore di creditori non ancora ammessi al passivo per essere pendenti i relativi giudizi di opposizione allo stato passivo mediante modalità di deposito stabilite dal giudice delegato che il curatore è tenuto ad attuare avvalendosi, ove in tal senso disposto dal medesimo giudice, degli strumenti contrattuali ritenuti più idonei. Peraltro, poiché il credito, a mente della disposizione, deve risultare ammesso al passivo, deve essere terminato il procedimento di accertamento del passivo fallimentare e deve essere stato emanato il relativo decreto di esecutività e non può verificarsi nel caso - letteralmente previsto dal primo comma - della mancanza di crediti ammessi (pertanto deve essere presente almeno un credito). Secondo la giurisprudenza di legittimità formatasi sull'art. 118 l.fall. la domanda d'insinuazione tardiva al passivo fallimentare non impedisce al curatore di richiedere la chiusura del fallimento ai sensi del n. 2 dell'art. 118 l.fall. (oggi art. 233 c.c.i.i.) per estinzione dei crediti ammessi, riferendosi la norma esclusivamente a quelli sottoposti alla verifica dello stato passivo; infatti, la presentazione tardiva, sottratta al contraddittorio e al sindacato proprio dell'ammissione al passivo, non può ritardare la chiusura del fallimento (così Cass. I, n. 25624/2007) e, comunque la chiusura del fallimento, provoca la inefficacia, per improseguibilità, di tutti i giudizi pendenti per insinuazione al passivo fallimentare (così Cass. I, n. 19394/2004).

Formula

TRIBUNALE DI ...

LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE N. ...

GIUDICE DELEGATO ...

CURATORE ...

ISTANZA DI CHIUSURA DELLA PROCEDURA PER PAGAMENTO INTEGRALE DEI CREDITI EX ART. 233, COMMA 1 LETT. B) C.C.i.i.

Il sottoscritto nella qualità di Curatore,

PREMESSO CHE

— con sentenza del ... il Tribunale ha aperto la procedura di liquidazione giudiziale a carico della Società ...;

— successivamente all'accettazione dell'incarico sono state espletate tutte le attività di legge volte alla migliore gestione della procedura di liquidazione. In particolare, è stata svolta e completata l'attività di verifica del passivo con l'esame delle istanze tempestive e tardive e sono stati definiti nell'ambito della quale sono stati anche definiti i giudizi di opposizione; è stata ultimata l'attività di liquidazione dei beni immobili e quella di recupero dei crediti dando puntuale esecuzione alle previsioni del Programma di liquidazione approvato dal Comitato dei creditori e autorizzato dal Giudice delegato;

— in esecuzione del Piano di riparto si è provveduto al pagamento dei creditori concorsuali in data ... e all'esito essi sono stati tutti integralmente soddisfatti; non residua pertanto debito alcuno in capo alla Liquidazione giudiziale e sono state pagate le spese prededucibili e il compenso al sottoscritto curatore;

— in data ... si è proceduto all'approvazione del rendiconto di gestione e non residuano attività concorsuali da svolgere;

— si versa, pertanto, nell'ipotesi specificamente prevista come caso di chiusura della Liquidazione giudiziale dall'art. 233, comma 1, lett. b) c.c.i.i.

CHIEDE

all'Ill.mo Tribunale, presi gli opportuni provvedimenti, di dichiarare chiusa la procedura di Liquidazione giudiziale della Società ... dall'art. 233, comma 1, lett. b) c.c.i.i.

Con osservanza.

Il Curatore ...

COMMENTO

Nell'ipotesi oggetto della presente formula resta da chiedersi che strumenti abbiano i soggetti non ammessi al passivo nel caso di istanza del curatore diretta ad ottenere la chiusura per soddisfazione integrale dei creditori concorsuali. In tal caso la giurisprudenza ha affermato che va riconosciuto, in via di eccezione, ai soggetti che non siano stati ammessi al passivo ma che hanno proposto opposizione al provvedimento di rigetto della loro istanza, il diritto a proporre reclamo avverso il decreto di chiusura della procedura concorsuale a condizione che forniscano la prova dell'interesse attuale e concreto ad ottenere la propria soddisfazione in sede di procedura piuttosto che mediante l'esercizio di un'azione individuale da proporsi in danno del debitore tornato in bonis. È, quindi, di tutta evidenza che il riconoscimento della legittimazione attiva dei creditori a proporre reclamo avverso il provvedimento recante la chiusura della procedura concorsuale, deducendo ragioni diverse da quelle previste dall'art. 233 c.c.i.i. costituisce per i ricorrenti lo strumento di garanzia nell'ambito di un sistema in cui la chiusura della procedura consegue l'impossibilità di decidere nel merito le domande di ammissione al passivo, che siano state, in tutto o in parte, rigettate (Trib. Roma, sez. fall., 28 marzo 2013, n. 6574).

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