Ricorso con richiesta di esdebitazioneinquadramentoL'esdebitazione consente ad un debitore, già assoggettato a liquidazione giudiziale o controllata, di ottenere, in presenza di alcuni requisiti soggettivi di meritevolezza ed oggettivi, la cancellazione della parte di debiti non integralmente soddisfatti nel corso della procedura concorsuale. Sino all'entrata in vigore dei precedenti artt. 142 e 143 l.fall., il nostro ordinamento è stato da sempre ispirato alla regola della responsabilità perpetua del debitore, scolpita nell'art. 2740 c.c., a mente del quale «il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri». Regola talmente essenziale da essere, con il secondo comma di detta norma, l'oggetto di una riserva di legge, in forza della quale le limitazioni di detta responsabilità patrimoniale illimitata «non sono ammesse se non nei casi stabiliti dalla legge». Tale principio, tuttavia, nel corso del tempo è apparso da un lato eccessivamente rigoroso e retaggio di un passato “colpevolizzante” la figura del fallito. Dall'altro, si sono fatte strada istanze volte a dimostrare che il recupero di ricchezza e di dinamicità commerciale di un soggetto fallito reimmesso nel circuito economico senza la “zavorra” dei debiti residui di un precedente fallimento (c.d. fresh start) avrebbe, a livello di sistema, prodotto effetti economici complessivamente favorevoli. In particolare, gli istituti del concordato fallimentare e del concordato preventivo, destinati a produrre sul debitore un effetto c.d. esdebitativo, sono apparsi come esempi, in sede di più complessiva riforma della legge fallimentare, meritevoli di estensione a favore dei debitori falliti persone fisiche, semplificando le modalità di concessione attraverso la predisposizione di un nuovo procedimento destinato, appunto, a verificare l'esistenza dei presupposti per la pronuncia della esdebitazione. Il nuovo Codice della crisi prosegue su tale direttrice in linea generale sostituendo il fallimento con la liquidazione giudiziale e, più in particolare, estendendo l'esdebitazione alle persone giuridiche e rendendo il beneficio sostanzialmente automatico, ma a contraddittorio differito, nel senso che in tanto l'esdebitazione è concessa, salva successiva opposizione (motivata) da parte dei creditori non integralmente soddisfatti. L'esdebitazione viene riconosciuta in sede di chiusura della procedura o decorsi tre anni dalla sua apertura. Con riferimento al caso di una domanda di esdebitazione relativa ad un fallimento alla quale, però, è stata applicata la disciplina del codice della crisi, recente giurisprudenza di merito ha osservato che i requisiti processuali e sostanziali dell'istituto debbano essere vagliati alla luce della disciplina in vigore al momento della pronuncia costitutiva del collegio, nel rispetto dell'art. 11 prel. c.c., e ciò anche nell'ipotesi in cui la procedura da cui origina l'istanza di esdebitazione sia stata chiusa prima dell'entrata in vigore della nuova disciplina. Secondo il giudice di merito, invero, questo orientamento sarebbe più coerente con il favor che il legislatore comunitario ha riservato nei confronti dell'esdebitazione nonché rispettoso del principio di eguaglianza, evitando discriminazioni per l'accesso a tale procedura (Trib. Urbino 14 marzo 2024). In questa direzione, ancora più esplicitamente, Trib. Mantova 9 febbraio 2023, per il quale nel caso di domanda di esdebitazione proposta in data successiva alla entrata in vigore del codice della crisi d'impresa in relazione a fallimento dichiarato e chiuso nella vigenza della legge fallimentare, per la concessione del beneficio occorre avere riguardo ai requisiti richiesti dall'art. 281 c.c.i.i. fra i quali non è più compreso l'elemento oggettivo previsto dall'art. 142 l.fall. costituito dal soddisfacimento in misura non irrisoria dei creditori concorsuali. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI .... SEZIONE CRISI DI IMPRESA Liquidazione giudiziale di/della .... - n. .... / .... R.F. Il Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. ...., residente a ...., via ...., rappresentato e difeso, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... (C.F. ....) e con domicilio eletto presso lo studio di quest'ultimo in ...., via ...., che dichiara di voler ricevere ogni comunicazione relativa al presente procedimento al seguente indirizzo PEC ...., fax n. ...., PREMESSO CHE – con sentenza n. .... pubblicata il .... il Tribunale di .... ha dichiarato l'apertura della procedura concorsuale della Società ...., con sede in ...., via .... iscritta al R.I. tenuto dalla Camera di Commercio di ...., C.F. e P.I. ...., nonché dell'odierno istante in qualità di socio illimitatamente responsabile della stessa; – sono trascorsi per l'effetto tre anni; – il Sig. .... intende perciò, attraverso il presente ricorso, ottenere il beneficio dell'esdebitazione, ricorrendo nella specie tutte le condizioni di legge previste dall'art. 278,279 e 280 c.c.i.i.; – il ricorrente, in particolare: a) non è stato condannato con sentenza passata in giudicato per bancarotta fraudolenta o per delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio, o altri delitti compiuti in connessione con l'esercizio dell'attività d'impresa, salvo che per essi sia intervenuta la riabilitazione; inoltre non è in corso il procedimento penale per uno di tali reati né vi è stata applicazione di una delle misure di prevenzione di cui al d.lgs. n. 159/2011; b) non ha distratto l'attivo o esposto passività insussistenti, cagionato o aggravato il dissesto rendendo gravemente difficoltosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari o fatto ricorso abusivo al credito; c) non ha ostacolato o rallentato lo svolgimento della procedura ed ha invece fornito agli organi ad essa preposti tutte le informazioni utili e i documenti necessari per il suo buon andamento; d) non ha beneficiato di altra esdebitazione nei cinque anni precedenti la scadenza del termine per l'esdebitazione; e) non ha già beneficiato dell'esdebitazione per due volte. – dal punto di vista oggettivo, la procedura di liquidazione ha visto accertato un passivo di .... Euro (di cui privilegiati Euro .... ed il resto chirografari) ed ha visto l'esecuzione di .... riparto/i parziale e del riparto finale .... (oppure è ancora in corso .... precisare lo stato della procedura concorsuale); Tanto premesso, il ricorrente, come sopra rappresentato e difeso, CHIEDE [1] Che l'Ill.mo Tribunale adito, in accoglimento del presente ricorso, Voglia dichiarare inesigibili nei confronti di ...., nato a .... il ...., C.F. .... i debiti concorsuali non integralmente soddisfatti dalla procedura di liquidazione giudiziale in epigrafe richiamata. Con osservanza. Si dichiara che il contributo unificato relativo al presente procedimento ammonta a ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... Il Ricorrente .... Allegati: 1. Copia sentenza che dichiara l'apertura della liquidazione giudiziale; 2. Certificato del casellario giudiziale del ricorrente; 3. Copia decreto esecutorietà dello stato passivo e relativo prospetto allegato; 4. Altri documenti richiamati nell'istanza. [1]Pur se in futuro l'esdebitazione opererà di diritto, si può probabilmente ritenere che occorra o sia comunque opportuna, in caso di inerzia dell'ufficio, una istanza per farla dichiarare in concreto, secondo il modello dei provvedimenti decisori di accertamento, per i quali occorre pur sempre il principio della domanda, mentre gli effetti retroagiscono al momento in cui si è verificato il presupposto per la loro produzione. Depone in questo senso anche il tenore letterale dell'art. 281, comma 1 c.c.i.i., che pone l'istanza del debitore su di un piano di alternatività con la decisione officiosa allo scadere del triennio dall'apertura della procedura. commentoSecondo Cass. n. 16620/2016, in tema di esdebitazione, la condizione di soddisfacimento, almeno parziale, dei creditori concorsuali, prevista dall'art. 142, comma 2 l.fall., deve intendersi realizzata anche quando talune categorie di creditori (nella specie, i creditori chirografari) non abbiano ricevuto alcunché in sede di riparto. Trattasi di un principio consolidato almeno a decorrere da Cass. S.U., n. 11279/2011. Il S.C. ha peraltro recentemente offerto una interpretazione particolarmente largheggiante di questo presupposto, in linea con il favor debitoris che caratterizza l'istituto, stabilendo che il giudice di merito, cui spetta l'apprezzamento in concreto del beneficio, possa escludere l'esdebitazione solo quando la misura del soddisfacimento dei creditori possa definirsi del tutto irrisoria (Cass. n. 15246/2022). Si è ritenuto che l'effetto indicato dal legislatore come ostativo alla concessione del beneficio della esdebitazione di cui all'articolo 142, legge fallimentare, consistente nella determinazione del ritardo o nella contribuzione al suo verificarsi, è riconducibile ad una condotta non delineata nella sua specificità, sicché questa può essere correttamente riscontrata dal giudice del merito quando sia stata accertata la conseguenza pregiudizievole dell'allungamento dei tempi di definizione della procedura. La genericità della formulazione normativa consente dunque al giudice un accertamento molto ampio, essendo il suo esame focalizzato sull'esistenza o meno di un ritardo nella definizione della procedura rispetto a quanto possibile e sull'eventuale nesso tra la condotta del fallito e detto ritardo. Nulla esclude dunque che l'esame possa essere condotto anche con riferimento a comportamenti posti in essere prima dell'apertura del fallimento, avendo certamente incidenza sui tempi di definizione della procedura anche le modalità operative adottate dall'imprenditore nell'esercizio dei suoi poteri gestori nel periodo precedente l'apertura della procedura concorsuale (Cass. S.U., n. 24215/2011). Cass. n. 16263/2020, ha precisato che l'ambito soggettivo dell'esdebitazione, per quanto circoscritto dall'art. 142 l.fall., al fallito persona fisica, deve essere riferito anche al socio illimitatamente responsabile di una società, fallito in estensione. Ne consegue che, al fine di valutare il presupposto di cui al comma 2, ossia l'avvenuto soddisfacimento almeno in parte dei creditori concorsuali, occorre considerare che tali sono, per il socio fallito in estensione, anche e necessariamente quelli della società, in quanto, pur rimanendo distinte le diverse procedure, il credito dichiarato dai creditori sociali nel fallimento della società si intende dichiarato per intero anche nel fallimento dei singoli soci. Circa i requisiti soggettivi, va ricordato che Cass. n. 10080/2019, ha ritenuto che il disposto dell'art. 142, comma 1, n. 6 l. fall., nella parte in cui prevede, quale condizione di esclusione per il fallito dal beneficio dell'esdebitazione, la condanna per delitti compiuti in “connessione con l'esercizio dell'attività di impresa”, va interpretato nel senso che il delitto deve essere stato commesso non in semplice rapporto di occasionalità, ma in stretto collegamento finalistico o funzionale con l'attività di impresa, ovvero in legame di presupposizione tra il reato e l'attività suddetta (nel caso, la S.C. ha escluso la rilevanza del reato di diffamazione commesso dal fallito ai danni di una banca creditrice, consistito nell'invio di mail con le quali il c.d.a. dell'istituto di credito veniva accusato di ricattarlo in relazione all'assegnazione di alcuni lavori ed alla mancata concessione di credito). Da ultimo si può dire che il presupposto oggettivo sia di fatto quasi annullato, anche per i procedimenti relativi a fallimenti anteriori all'entrata in vigore del Codice della crisi. Secondo Cass. n. 19964/2024, infatti, il beneficio dell'inesigibilità verso il fallito dei debiti residui, ai sensi dell'art. 142, comma 2 l.fall., richiede che sia avvenuto il soddisfacimento almeno parziale dei creditori concorsuali. Tale presupposto deve essere inteso come realizzato non solo quando vi sia stato un pagamento totale, ma anche parziale, purché non del tutto irrisorio, ed è compito del giudice del merito valutare, con prudente apprezzamento, la consistenza del pagamento rispetto a quanto complessivamente dovuto. Ancora più esplicita Cass. n. 15155/2024, secondo cui la circostanza ostativa al beneficio dell'esdebitazione di cui all'art. 142, comma 2 l.fall., pur essendo rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, deve essere valutata secondo un'interpretazione coerente con il favor debitoris che ispira l'istituto nazionale e in linea con il favor per il discharge of debts previsto dalla direttiva (UE) 2019/1023. Il Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/2024) ha incrementato il rispetto del contraddittorio, prevedendo che oltre al reclamo “postumo” al decreto di concessione dell'esdebitazione, l'eventuale istanza del debitore sia comunicata a cura del curatore ai creditori ammessi al passivo, affinché gli stessi possano presentare osservazioni nel termine di quindici giorni. |