Sospensione del procedimento di esdebitazione

Farolfi Alessandro

Inquadramento

L'art. 142 l.fall. prevede che fra le condizioni soggettive ostative al rilascio dell'esdebitazione vi sia la condanna a taluni reati (bancarotta fraudolenta, delitti contro l'economia pubblica, ecc.); dispone altresì che quanto è in corso un procedimento per l'accertamento di tali reati il tribunale sospende la trattazione della richiesta di esdebitazione fino all'esito del procedimento penale. L'art. 280 c.c.i.i. non prevede espressamente tale sospensione, ma dispone che «se è in corso il procedimento penale [...] il beneficio può essere riconosciuto solo all'esito del relativo procedimento». La diversa lettera della norma non sembra però precludere (a meno di non ritenere che la stessa richiesta sia temporaneamente improcedibile a vada così immediatamente definita salva la sua futura reiterabilità) la proposizione dell'istanza e la sua sospensione per un caso di pregiudizialità ex lege del procedimento penale.

Il Correttivo-ter (d.lgs. n. 136/20024) è intervenuto sull'art. 280 esplicitando in modo espresso la c.d. pregiudizialità penale, stabilendo che se è in corso il procedimento penale per uno dei reati ostativi o v'è stata applicazione di una delle misure di prevenzione di cui al d.lgs. n. 159/2011, allora il tribunale deve rinviare la decisione sull'esdebitazione fino all'esito del relativo procedimento.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ...

SEZIONE CRISI DI IMPRESA

Il Collegio, composto dai seguenti magistrati:

... Presidente

... Giudice

... Giudice rel.

Nel procedimento iscritto al ... / ... R.V.

Avente ad oggetto: istanza di esdebitazione,

ha pronunciato il seguente

DECRETO

Visto il ricorso presentato in data ... dal Sig. ..., n. ... il ... C.F. ..., con il quale si è richiesto il beneficio dell'esdebitazione relativamente ai crediti non integralmente soddisfatti dalla procedura di liquidazione aperta con sentenza n. ... del ..., relativamente alla società ..., con sede in ..., via ..., iscritta al R.I. tenuto dalla Camera di Commercio di ..., C.F. e P.I. ..., nonché del ricorrente in qualità di socio illimitatamente responsabile della stessa;

Visto il parere favorevole del Curatore in data ...

Oppure Visto il parere non favorevole del Curatore in data ...

OSSERVATO CHE

Il ricorrente è risultato sottoposto a procedimento penale RGNR ... / ... nel quale è stata emessa la sentenza di condanna resa da questo Tribunale in data ..., non passata in giudicato in quanto ... ;

Visto l'art. 280 c.c.i.i. il quale dispone che se è in corso procedimento penale per uno dei reati previsti dalla stessa disposizione al comma 1, lett. a) (oppure se vi è stata applicazione di una delle misure di prevenzione di cui al d.lgs. n. 159/2011) il tribunale deve rinviare la decisione sull'esdebitazione fino all'esito del relativo procedimento;

ritenuto che detta disposizione vada letta, nell'interesse della parte interessata, come possibilità di sospensione del procedimento di esdebitazione piuttosto che di immediato rigetto della relativa richiesta - sino all'esito del procedimento penale pregiudiziale - in linea con la soluzione già testualmente prevista dal previgente art. 142 comma 1, n. 6, l.fall.;

P.T.M.

Sospende il presente procedimento sino all'esito del procedimento penale ... nei confronti del Sig. ..., nato a ..., il ..., C.F. ...

Si comunichi

Luogo e data ...

Il Presidente ...

COMMENTO

Questione assai discussa è la valutazione del c.d. patteggiamento in sede penale, ai fini della concessione o meno del beneficio dell'esdebitazione: ai fini della valutazione dei presupposti per la concessione del beneficio dell'esdebitazione, l'esistenza carico del richiedente di un provvedimento di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell'art. 444 c.p.p., che, come è noto, non può avere efficacia di giudicato nel processo civile, costituisce un utile indizio da valutare in concorso con altre circostanze. (In un caso il Tribunale ha ammesso il ricorrente al beneficio dell'esdebitazione, ritenendo che l'applicazione della pena a seguito di patteggiamento per il reato di bancarotta fraudolenta costituisse l'unico indizio sfavorevole al ricorrente a fronte di una pluralità di elementi indicativi di una condotta collaborativa con gli organi della procedura: così Trib. Padova 9 febbraio 2013). Non condivisibile, invece, a parere dello scrivente, un orientamento ancora più liberale che ha ritenuto che non può considerarsi ostativa alla concessione del beneficio della liberazione dai debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti una condanna per bancarotta semplice documentale, posto che quest'ultimo reato non è espressamente previsto come causa ostativa dall'art. 142, comma 1, legge fallimentare, né la norma può essere interpretata estensivamente (Trib. Udine 18 maggio 2012). Più corretta appare l'affermazione secondo cui non può darsi esdebitazione del fallito in presenza di atti di disposizione del proprio patrimonio, anche posti in essere prima del fallimento, già nella consapevolezza della irreversibilità del dissesto ed alternativi alla tempestiva domanda di fallimento in proprio (Trib. Vicenza 8 marzo 2012).

Circa i requisiti soggettivi, va ricordato che Cass. n. 10080/2019, ha ritenuto che il disposto dell'art. 142, comma 1, n. 6, l.fall., nella parte in cui prevede, quale condizione di esclusione per il fallito dal beneficio dell'esdebitazione, la condanna per delitti compiuti in "connessione con l'esercizio dell'attività di impresa", va interpretato nel senso che il delitto deve essere stato commesso non in semplice rapporto di occasionalità, ma in stretto collegamento finalistico o funzionale con l'attività di impresa, ovvero in legame di presupposizione tra il reato e l'attività suddetta (nel caso, la S.C. ha escluso la rilevanza del reato di diffamazione commesso dal fallito ai danni di una banca creditrice, consistito nell'invio di mail con le quali il c.d.a. dell'istituto di credito veniva accusato di ricattarlo in relazione all'assegnazione di alcuni lavori ed alla mancata concessione di credito).

Un recente provvedimento reso da Trib. Brescia 18 dicembre 2019, ha ritenuto che pur non essendo la condanna per bancarotta semplice di per sé ostativa all'ottenimento del beneficio dell'esdebitazione, sia necessario sospendere il procedimento relativo alla richiesta di esdebitazione fino all'esito di quello penale atteso che, ai sensi dell'art. 597, comma 3 c.p.p., il giudice dell'appello, salvo il divieto di reformatio in peius della pena in caso di impugnazione del solo imputato, ha comunque la facoltà di dare al fatto una definizione giuridica più grave.

Cass. n. 19832/2024, ha ritenuto che la questione di diritto relativa alla necessità di stabilire se l'esito positivo dell'affidamento in prova ai servizi sociali possa essere considerato giuridicamente equipollente alla riabilitazione prevista dall'art. 142, comma 1, n. 6, l.fall., ai fini della concessione del beneficio dell'esdebitazione, renda opportuno trattare tale questione in pubblica udienza; si è perciò in attesa della relativa decisione finale.

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