Richiesta di esdebitazione dell'incapiente

Farolfi Alessandro

inquadramento

L'esdebitazione consente ad un debitore sottoposto a liquidazione giudiziale di ottenere, in presenza di alcuni requisiti soggettivi di meritevolezza ed oggettivi, la cancellazione della parte di debiti non integralmente soddisfatti nel corso della procedura concorsuale. Il nuovo Codice della crisi potenzia tale idea, in linea generale sostituendo il fallimento con la liquidazione giudiziale e, più in particolare, estendo l'esdebitazione alle persone giuridiche e rendendo il beneficio sostanzialmente automatico, ma a contraddittorio differito, nel senso che in tanto l'esdebitazione è concessa salva successiva opposizione (motivata) da parte dei creditori non integralmente soddisfatti. L'esdebitazione viene concessa in sede di chiusura della procedura o decorsi tre anni dalla sua apertura (due in caso di tempestiva richiesta di composizione assistita della crisi). Peraltro, la disciplina transitoria prevista dall'art. 390, comma 2 c.c.i.i. allontana nel tempo l'applicazione pratica dell'istituto come riformato dal Codice (considerato che l'esdebitazione di diritto si applica ragionevolmente alle sole procedure di liquidazione giudiziale aperte dopo l'entrata in vigore delle norme di nuovo conio).

Occorre però considerare che l'art. 283 c.c.i.i. riconosce al debitore persona fisica meritevole, non sottoponibile alla liquidazione giudiziale ma sovraindebitata, che non sia in grado di offrire ai propri creditori alcuna utilità, la possibilità di accedere per una sola volta all'esdebitazione. Il soggetto, dopo il ricorso presentato tramite l'O.C.C. entra in una sorta di amministrazione vigilata, che prevede che entro 4 anni dal provvedimento del giudice egli debba procedere al pagamento dei debiti se sopravvengono utilità rilevanti che consentano un soddisfacimento dei creditori in misura non inferiore al 10%. Si tratta di un procedimento di favore, come si ricava anche dal fatto che i compensi dell'O.C.C. sono ridotti alla metà. Il provvedimento del giudice verifica l'assenza di frode o colpa grave nella formazione dell'indebitamento ed indica le modalità ed i termini entro i quali il debitore deve presentare, sotto pena di revoca, le dichiarazioni annuali circa le sopravvenienze rilevanti per soddisfare i creditori. I creditori possono fare opposizione entro 30 gg. dalla comunicazione del decreto del giudice. La circostanza che questo tipo di esdebitazione sia concessa una tantum, ne descrive in termini netti la caratteristica di beneficio eccezionale, non rinnovabile.

Il Correttivo-ter introduce due importanti novità all'istituto dell'esdebitazione dell'incapiente: a) il termine di vigilanza viene ridotto da 4 a tre anni, in modo da allinearlo agli altri procedimenti di esdebitazione; b) in secondo luogo, l'eventuale sopravvenienza di attivo non determina alcuna decadenza dal beneficio: semplicemente la stessa viene comunicata (se rilevante) ai creditori, i quali possono agire esecutivamente su detti eventuali beni o redditi sopravvenuti, secondo uno schema che in qualche misura ricorda la possibilità di agire esecutivamente nei confronti dei beni derelitti dal curatore.

Formula

TRIBUNALE CIVILE DI ....

SEZIONE CRISI DI IMPRESA

Liquidazione giudiziale di/della .... - n. .... / .... R.G.

Il Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. .... residente a ...., via ...., rappresentato e difeso, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... (C.F. ....) e con domicilio eletto presso lo studio di quest'ultimo in ...., via ...., che dichiara di voler ricevere ogni comunicazione relativa al presente procedimento al seguente indirizzo PEC ...., fax n. ....,

PREMESSO CHE

– con sentenza n. .... pubblicata il .... il Tribunale di .... ha dichiarato l'apertura della procedura di liquidazione giudiziale della Società ...., con sede in ...., via .... iscritta al R.I. tenuto dalla Camera di Commercio di ...., C.F. e P.I. ...., nonché dell'odierno istante in qualità di socio illimitatamente responsabile della stessa;

– sono trascorsi per l'effetto tre anni;

– il Sig. .... intende perciò, attraverso il presente ricorso, ottenere il beneficio dell'esdebitazione, ricorrendo nella specie tutte le condizioni di legge previste dall'art. 278,279 e 280 c.c.i.i.;

– il ricorrente, in particolare:

a) non è stato condannato con sentenza passata in giudicato per bancarotta fraudolenta o per delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio, o altri delitti compiuti in connessione con l'esercizio dell'attività d'impresa, salvo che per essi sia intervenuta la riabilitazione; inoltre non è in corso il procedimento penale per uno di tali reati né vi è stata applicazione di una delle misure di prevenzione di cui al d.lgs. n. 159/2011;

b) non ha distratto l'attivo o esposto passività insussistenti, cagionato o aggravato il dissesto rendendo gravemente difficoltosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari o fatto ricorso abusivo al credito;

c) non ha ostacolato o rallentato lo svolgimento della procedura ed ha invece fornito agli organi ad essa preposti tutte le informazioni utili e i documenti necessari per il suo buon andamento;

d) non ha beneficiato di altra esdebitazione nei cinque anni precedenti la scadenza del termine per l'esdebitazione;

e) non ha già beneficiato dell'esdebitazione per due volte.

– dal punto di vista oggettivo, la procedura di liquidazione ha visto accertato un passivo di .... Euro (di cui privilegiati Euro .... ed il resto chirografari) tale passivo non è stato colpevolmente aggravato dal ricorrente e, pertanto, pur se allo stato non sono stati ese4guiti riparti a favore dei creditori si ritiene che ....

Tanto premesso, il ricorrente, come sopra rappresentato e difeso,

CHIEDE

Che l'Ill.mo Tribunale adito, in accoglimento del presente ricorso, Voglia dichiarare inesigibili nei confronti di ...., nato a .... il ...., C.F. .... i debiti concorsuali non integralmente soddisfatti dalla procedura di liquidazione giudiziale in epigrafe richiamata.

Con osservanza.

Si dichiara che il contributo unificato relativo al presente procedimento ammonta a .....

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

Il Ricorrente ....

Allegati:

1. Copia sentenza che dichiara l'apertura della liquidazione giudiziale;

2. Certificato del casellario giudiziale del ricorrente;

3. Copia decreto esecutorietà dello stato passivo e relativo prospetto allegato;

4. Altri documenti richiamati nell'istanza.

commento

La circostanza che l'art. 283 c.c.i.i. riconosca la possibilità di esdebitazione anche al debitore “non liquidabile” incapiente, deve portare a ritenere applicabile tale possibilità – salva una possibile lettura incostituzionale dell'istituto – anche al caso di liquidazione giudiziale: si potrà pertanto cercare di ottenere il beneficio anche per il soggetto liquidato la cui procedura era priva di attivo, pur se in tal caso i presupposti oggettivi e soggettivi dovranno essere valutati con maggior rigore, in particolare accertando che l'imprenditore non si fosse posto volontariamente in una situazione di incapienza prima dell'apertura della liquidazione, al fine di danneggiare o frodare i creditori.

Il ricorso sarà così possibile – almeno secondo la lettura che si è ritenuto di adottare – anche laddove allo scadere del triennio non siano stati eseguiti per nulla riparti, neppure parziali, a favore dei creditori, purché sussista una situazione di meritevolezza del debitore, ed una conferma in questo senso sembra trarsi anche dall'art. 281, comma 5 c.c.i.i.

Secondo recente giurisprudenza di merito, nel caso di rigetto dell'istanza di esdebitazione proposta ex art. 283 c.c.i.i., poiché il ricorrente è l'unico soggetto interessato all'eventuale proposizione del gravame e non essendo previsto, al pari del decreto di accoglimento, la fase di opposizione dinanzi al Giudice delegato, il reclamo va proposto alla Corte d'Appello ai sensi del combinato disposto degli artt. 283, commi 8 e 50 c.c.i.i. (Trib. Mantova 9 maggio 2024).

Nel previgente sistema della legge fallimentare Cass. n. 16620/2016 aveva affermato che in tema di esdebitazione, la condizione di soddisfacimento almeno parziale dei creditori concorsuali, prevista dall'art. 142, comma 2 l.fall., deve intendersi realizzata anche quando talune categorie di creditori (nella specie, i creditori chirografari) non abbiano ricevuto alcunché in sede di riparto.

Trattasi di un principio consolidato almeno a decorrere da Cass. S.U., n. 11279/2011. Il S.C. ha peraltro recentemente offerto una interpretazione particolarmente largheggiante di questo presupposto, in linea con il favor debitoris che caratterizza l'istituto, stabilendo che il giudice di merito, cui spetta l'apprezzamento in concreto del beneficio, possa escludere l'esdebitazione solo quando la misura del soddisfacimento dei creditori possa definirsi del tutto irrisoria (Cass. n. 15246/2022).

Discussa è, nella pratica, la linea di confine fra liquidazione controllata con attivo limitato o addirittura nullo, da un lato, ed esdebitazione dell'incapiente, dall'altro. Secondo Trib. Milano 7 agosto 2024, è inammissibile l'apertura della liquidazione controllata in carenza di beni; in assenza di beni mobili, immobili e redditi, detta procedura è inammissibile per sussistenza di uno strumento tipico, considerato che il debitore persona fisica che non abbia alcuna utilità da offrire ai propri creditori, per potere accedere alla esdebitazione, ha a disposizione la procedura di esdebitazione dell'incapiente.

Quanto al presupposto di accesso, Trib. Alessandria 15 maggio 2024, ha sostenuto che l'esdebitazione dell'incapiente, che si fonda sul fatto che il debitore non deve essere «in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, diretta o indiretta, nemmeno in prospettiva futura», necessita di una prognosi prospettica che mette il Giudice nelle condizioni di dover valutare, in concreto, la condotta del debitore, anche in ordine alla sua inerzia nel ricercare un lavoro, ovvero ottenere un impiego più remunerativo, tenuto conto, anche, dell'età del predetto, delle sue condizioni familiari e dell'assenza di condizioni ostative.

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