Istanza del creditore di revoca dell'omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore per inadempimento degli obblighi previsti nel piano ex art. 72, comma 2, c.c.i.i.

Nicola Rumìne

inquadramento

L'omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore è suscettibile di revoca a condizione che la relativa istanza dei creditori intervenga entro il termine decadenziale di sei mesi dalla presentazione della relazione finale. La formula che segue riguarda l'istanza presentata dal creditore, a norma dell'art. 72, comma 2, del nuovo codice della crisi di impresa in ragione dell'inadempimento del consumatore sovraindebitato.

Formula

TRIBUNALE DI ....

ISTANZA DEL CREDITORE DI REVOCA DELL'OMOLOGAZIONE DEL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI DEL CONSUMATORE PER INADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI PREVISTI NEL PIANO EX ART. 72, COMMA 2, D.LGS. N. 14/2019

R.G. N. .... / ....

GIUDICE DOTT./DOTT.SSA: ....

– Il/la sottoscritto/a .... nato/a a .... il .... e residente a .... in via/piazza ...., C.F. ...., in qualità di creditore nella procedura indicata in epigrafe [1] , ai fini del presente procedimento rappresentato/a, dall'Avv. .... del foro di ...., nel cui studio in ...., via .... n. .... tel. .... fax .... PEC .... elegge domicilio, giusta procura in allegato al fascicolo telematico;

CONTRO

– Il/la sottoscritto/a (nome e cognome) .... nato/a a .... il .... e residente a .... in via/piazza ...., C.F. ...., nella veste di debitore-consumatore nella procedura indicata in epigrafe,

PREMESSO CHE

1) in data .... il Sig./la Sig.ra .... presentava la proposta e il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, a norma e per gli effetti dell'art. 67 d.lgs. n. 14/2019, in allegato al doc. ....;

2) la suddetta procedura veniva iscritta al R.G. n. .... del Tribunale di .... e il giudice designato era il/la Dott./Dott.ssa ....;

3) il piano in questione veniva redatto con l'ausilio del/della Dott./Dott.ssa .... in qualità di professionista “gestore della crisi” facente parte dell'organismo di composizione della crisi di .... [2] ;

4) con decreto del .... il giudice Dott./Dott.ssa .... disponeva l'ammissione del piano e della proposta sopra indicati;

5) i creditori .... presentavano osservazioni al piano suddetto deducendo in particolare che ....;

6) malgrado ciò, il Tribunale di ...., Sez. ...., giudice Dott. ...., riteneva di non accogliere le suddette osservazioni dei creditori e, con sentenza n. .... del ...., pronunciava sentenza di omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore presentato da ...., rilevando in particolare che ....;

7) in data .... la suddetta sentenza veniva comunicata all'odierno istante a mezzo posta elettronica certificata;

8) è ora intenzione del creditore .... domandare all'Ecc.mo Tribunale di revocare la sentenza di omologazione del piano sopra illustrato, poiché il debitore .... non ha rispettato gli obblighi assunti con il predetto piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore da lui stesso proposto in quanto [3] ....

9) L'inadempimento di cui sopra deve reputarsi di grave entità [4] considerato che ....

10) La presente domanda di revoca viene presentata dall'odierno istante, prima della decorrenza del termine di sei mesi dalla approvazione del rendiconto di cui all'art. 72, comma 4, c.c.i.i.

* * *

Tutto ciò premesso, l'istante, come sopra rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a, previa concessione di un termine perentorio per il deposito di memorie scritte o, in alternativa, previa fissazione di apposita udienza ex art. 72, comma 5, c.c.i.i. in contraddittorio con il debitore ...., formula la presente

ISTANZA DI REVOCA

della sentenza di omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore presentata da .... ed emessa dall'Ill.mo giudice Dott. .... in data ...., all'esito del procedimento iscritto al R.G. n. .... / .... del Tribunale di ...., in conseguenza del sopra illustrato inadempimento degli obblighi assunti dal debitore con il piano suddetto.

Con osservanza.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1]Oppure: «- La società .... con sede legale a ...., in via ...., n. ...., partita iva ...., in persona del legale rappresentante Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. ...., in qualità di creditore nella procedura indicata in epigrafe».

[2]Oppure: «3) il piano in questione veniva redatto con l'ausilio del/della Dott./Dott.ssa ...., in qualità di professionista “gestore della crisi” nominato dal Presidente del Tribunale di ...., non essendovi O.C.C. nella circoscrizione territoriale del Tribunale competente».

[3]In alternativa: «poiché il debitore .... non ha prestato le garanzie promesse ai creditori con il predetto piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore da lui stesso proposto in quanto ....».

[4]Per quanto concerne il grado dell'inadempimento, l'art. 72, comma 2, non offre alcuna indicazione, mentre la dottrina prevalente sostiene l'applicabilità dell'art. 1455 c.c., anche in considerazione del bilanciamento dei contrapposti interessi che è tenuto a compiere il giudice in sede di revoca (ad esempio Nardecchia, La risoluzione del concordato preventivo, in Fall., 2012, 258, seppure con riferimento al concordato preventivo).

commento

L'omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore è suscettibile di revoca a condizione che la relativa istanza (il provvedimento ufficioso del giudice non è più ammesso a seguito del decreto correttivo costituito dal d.lgs. n. 136/2024) intervenga entro il termine decadenziale di sei mesi dalla presentazione della relazione finale.

L'organismo di composizione della crisi è infatti tenuto a presentare al giudice la suddetta relazione una volta terminata l'esecuzione del piano (art. 71, comma 4).

Di seguito le ipotesi cui è subordinata la revoca del provvedimento di omologazione:

1) in caso di inadempimento del piano;

2) in caso di inattuabilità del piano, se non è possibile modificarlo (per un caso giurisprudenziale recente si veda Trib. Cassino, 5 dicembre 2023);

3) in caso di atti fraudolenti a danno dei creditori.

Per quanto concerne l'inadempimento del debitore ai sensi dell'art. 72, comma 2 c.c.i.i., la legittimazione ad agire spetta principalmente ai creditori, ma non è chiaro se questi possano agire soltanto nel caso di pregiudizio ai propri interessi ovvero anche nel caso in cui l'inadempimento pregiudichi altri creditori.

Nella vigenza della l. n. 3/2012 la dottrina prevalente aveva aderito all'interpretazione più restrittiva, che limitava la legittimazione del creditore ai casi in cui fossero coinvolti i loro interessi esclusivi (cfr., tra gli altri, Amisano, Il sovraindebitamento del consumatore. Lal. 3/2012 e il codice della crisi d'impresa: procedure a confronto, Piacenza, 2019, 263).

Per quanto concerne il grado dell'inadempimento, l'art. 72, comma 2, non offre alcuna indicazione, mentre la dottrina prevalente sostiene l'applicabilità dell'art. 1455 c.c., anche in considerazione del bilanciamento dei contrapposti interessi che è tenuto a compiere il giudice in sede di revoca (cfr., tra gli altri, Nardecchia, La risoluzione del concordato preventivo, in Fall., 2012, 258, seppure con riferimento al concordato preventivo).

L'inesatto adempimento, l'adempimento tardivo, la mancata o la difforme concessione delle garanzie promesse (si veda, a quest'ultimo proposito, l'art. 14-bis l. n. 3/2012, non riprodotto nel nuovo codice), ecc. potranno dunque ben condurre alla revoca dell'omologazione, ma soltanto alla luce delle peculiarità del caso concreto.

Quanto agli aspetti procedurali, si è già detto che i soggetti legittimanti a presentare l'istanza di revoca sono i creditori.

A seguito del correttivo del 2024 anche l'organismo di composizione della crisi (invero anche il pubblico ministero e qualsiasi altro interessato) è legittimato a domandare la revoca dell'omologazione a mente dell'art. 72 e quindi non è più tenuto a segnalare al giudice le circostanze che potrebbero comportare la revoca dell'omologazione, come precedentemente previsto dal comma 3.

Il giudice provvede, sentite le parti con sentenza reclamabile ai sensi dell'art. 51 c.c.i.i.

L'ultimo comma dell'art. 72 c.c.i.i., precisa che la sopravvenuta revoca dell'omologazione non pregiudica i diritti acquistati dai terzi in buona fede, che quindi non possono essere oggetto di azioni revocatorie (Amisano, Il sovraindebitamento del consumatore. La L. 3/2012 e il codice della crisi d'impresa: procedure a confronto, cit., 275).

Infine, a mente dell'art. 73 c.c.i.i., a seguito della revoca dell'omologazione, il giudice, su richiesta del debitore, dei creditori o del pubblico ministero, può disporre l'apertura (non più la conversione) della procedura in quella di liquidazione controllata ai sensi dell'art. 270 c.c.i.i., concedendo termine al debitore per integrare la documentazione.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario