Istanza del debitore di conversione in procedura liquidatoria in seguito a revoca dell'omologazione del piano ex art. 73, comma 1, c.c.i.i.inquadramentoIn caso di revoca del provvedimento di omologazione del piano, il giudice, ai sensi dell'art. 73, comma 1 d.lgs. n. 14/2019, su apposita istanza del debitore, di un creditore o del pubblico ministero (quest'ultimo soltanto in caso di atti in frode) può disporre la conversione della procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore in quella di liquidazione controllata, di cui agli artt. 268 ss. c.c.i.i. FormulaTRIBUNALE DI .... ISTANZA DEL DEBITORE DI CONVERSIONE IN PROCEDURA LIQUIDATORIA A SEGUITO DI REVOCA DELL'OMOLOGAZIONE DEL PIANO NELLE IPOTESI DI CUI ALL'ART. 73, COMMA 1, D.LGS. N. 14/2019 R.G. N. .... / .... GIUDICE DOTT./DOTT.SSA: .... – Il/la sottoscritto/a .... nato/a a .... il .... e residente a .... in via/piazza ...., C.F. ...., ai fini del presente procedimento rappresentato/a, dall'Avv. .... del foro di ...., nel cui studio in ...., via .... n. .... tel. .... fax .... PEC .... elegge domicilio, giusta procura in allegato al fascicolo telematico; - istante - CONTRO – Il/la sottoscritto/a .... nato/a a .... il .... e residente a .... in Via/Piazza ...., C.F. ...., con l'Avv. .... [1] ; - resistente - PREMESSO CHE 1) in data .... il Sig./la Sig.ra .... presentava la proposta e il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, a norma e per gli effetti dell'art. 67 del d.lgs. n. 14/2019, in allegato al doc. ....; 2) la suddetta procedura veniva iscritta al R.G. n. .... del Tribunale di .... e il giudice designato era il/la Dott./Dott.ssa ....; 3) il piano in questione veniva redatto con l'ausilio del/della Dott./Dott.ssa .... in qualità di professionista “gestore della crisi” facente parte dell'organismo di composizione della crisi di .... [2] ; 4) con decreto del .... il giudice Dott./Dott.ssa .... disponeva l'ammissione del piano e della proposta sopra indicati; 5) i creditori .... presentavano osservazioni al piano suddetto deducendo in particolare che ....; 6) malgrado ciò, il Tribunale di ...., Sez. ...., giudice Dott. ...., riteneva di non accogliere le suddette osservazioni dei creditori e, con sentenza n. .... del ...., pronunciava sentenza di omologazione del piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore presentato da ...., rilevando che ....; 7) con istanza del .... depositata in data .... il creditore .... domandava all'Ecc.mo Tribunale di revocare la sentenza di omologazione del piano sopra illustrato, alla luce del fatto che il debitore avrebbe compiuto atti in frode ai creditori in quanto [3] .... * * * Tutto ciò premesso, l'istante, come sopra rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a, formula la presente ISTANZA affinché codesto Tribunale, nella persona dell'Ill.mo Giudice ...., ai sensi dell'art. 73, comma 1, del d.lgs. n. 14/2019, nell'ipotesi di accoglimento della domanda di revoca dell'omologazione della proposta di ristrutturazione dei debiti del consumatore .... presentata dal creditore ...., voglia dichiarare aperta la procedura di liquidazione controllata dei beni del debitore, exartt. 268 ss. c.c.i.i., provvedendo alla nomina del giudice delegato e del liquidatore ed assegnando altresì al debitore un termine per l'integrazione della documentazione. Con osservanza. Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]Oppure: «-La società .... con sede legale a ...., in via ...., n. ...., partita iva ...., in persona del legale rappresentante Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. ...., in qualità di creditore nella procedura indicata in epigrafe». [2]Oppure: «3) il piano in questione veniva redatto con l'ausilio del/della Dott./Dott.ssa ...., in qualità di professionista “gestore della crisi” nominato dal Presidente del Tribunale di ...., non essendovi O.C.C. nella circoscrizione territoriale del Tribunale competente». [3]In alternativa: «7) con istanza del .... depositata in data .... il creditore .... domandava all'Ill.mo Tribunale di revocare la sentenza di omologazione del piano sopra illustrato poiché il debitore non avrebbe ottemperato agli obblighi ivi assunti in quanto ....». Oppure: «7) con istanza del .... depositata in data .... il creditore .... domandava all'Ill.mo Tribunale di revocare la sentenza di omologazione del piano sopra illustrato poiché il piano sopra illustrato era divenuto inattuabile e non era possibile modificarlo per renderlo di nuovo applicabile, in quanto ....». commentoIn caso di revoca del provvedimento di omologazione del piano, il giudice, ai sensi dell'art. 73, comma 1 d.lgs. n. 14/2019, su apposita istanza del debitore (e dopo il d.lgs. n. 136/2024, anche del creditore o, in caso di atto in frode, del pubblico ministero), può disporre la conversione della procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore in quella di liquidazione controllata di cui agli artt. 268 e ss. c.c.i.i. Con riguardo agli effetti della procedura di liquidazione controllata, il provvedimento che dichiara aperta la procedura determina l'imposizione sul patrimonio del debitore di un vincolo di destinazione, volto a garantirne la monetizzazione e la successiva distribuzione tra i creditori concorsuali. In ordine all'oggetto della procedura, questa concerne tutti i beni del richiedente debitore, con le esclusioni di cui all'art. 268, comma 4 c.c.i.i.: a) i crediti impignorabili ai sensi dell'articolo 545 c.p.c., vale a dire: – i crediti alimentari, tranne che per cause di alimenti; – i crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell'elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza; – le somme dovute da privati a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, che possono essere pignorati per crediti alimentari nella misura autorizzata dal presidente del Tribunale o da un giudice da lui delegato, o nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle province e ai comuni, ed in eguale misura per ogni altro credito; – le somme dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente alla misura massima mensile dell'assegno sociale, aumentato della metà; – le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, nonché a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione, o di assegni di quiescenza, nel caso di accredito su conto bancario o postale intestato al debitore, possono essere pignorate, per l'importo eccedente il triplo dell'assegno sociale, quando l'accredito ha luogo in data anteriore al pignoramento; quando l'accredito ha luogo alla data del pignoramento o successivamente, le predette somme possono essere pignorate nei limiti previsti dal terzo, quarto, quinto e settimo comma, nonché dalle speciali disposizioni di legge; b) i crediti aventi carattere alimentare e di mantenimento, gli stipendi, le pensioni, i salari e ciò che il debitore guadagna con la sua attività nei limiti, indicati dal giudice, di quanto occorre al mantenimento suo e della sua famiglia; c) i frutti derivanti dall'usufrutto legale sui beni dei figli, i beni costituiti in fondo patrimoniale ed i frutti di essi, salvo quanto disposto dall'art. 170 c.c.; d) le cose che non possono essere pignorate per disposizione di legge. A tal riguardo la giurisprudenza di merito, interpretando la previgente l. n. 3/2012, aveva già chiarito che nell'ambito della procedura di liquidazione del patrimonio del debitore, contrariamente a quanto accade in quella fallimentare, i crediti impignorabili di cui all'art. 545 c.p.c. costituiscono un limite invalicabile per il giudice (Trib. Milano II, 10 aprile 2019, n. 190). |