Proposta di concordato minore che consenta di proseguire l'attività imprenditoriale o professionale ex art. 74, comma 1, c.c.i.i.

Nicola Rumìne

inquadramento

I soggetti di cui all'art. 2, comma 1, lett. c), del nuovo codice dell'impresa possono presentare ai creditori una proposta di concordato “minore” finalizzata alla prosecuzione dell'attività imprenditoriale o professionale. La proposta ha contenuto libero, indica in modo specifico tempi e modalità per superare la crisi da sovraindebitamento e prevede il soddisfacimento, anche parziale, dei crediti attraverso qualsiasi forma, nonché la eventuale suddivisione dei creditori in classi.

Formula

TRIBUNALE DI ....

PROPOSTA DI CONCORDATO MINORE CHE CONSENTA DI PROSEGUIRE L'ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE O PROFESSIONALE ex ART. 74, COMMA 1, D.LGS. N. 14/2019

Il sottoscritto/a, nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., n. ...., in qualità di professionista con P.I. ...., avente lo studio professionale a .... in via .... n. c. .... [1] , ai fini della presente procedura rappresentato/a, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... del foro di ...., nel cui studio in ...., via .... n. .... tel. .... fax .... PEC .... elegge domicilio,

PREMESSO CHE

– il ricorrente versa in una situazione di crisi o di insolvenza da sovraindebitamento così come definita dall'art. 2, comma 1, lett. c), del d.lgs. n. 14/2019 (Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza);

– ai fini delle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento, il ricorrente riveste la qualifica di “professionista” [2][3] ai sensi dell'art. 2, comma 1, lett. c) del d.lgs. n. 14/2019;

– non presenta requisiti dimensionali che eccedano i limiti di cui all'art. 2, comma 1, lett. d), numeri 1), 2) e 3), non è già stato esdebitato nei cinque anni precedenti la domanda, né ha già beneficiato dell'esdebitazione per due volte;

– pertanto non ha subito per cause imputabili uno dei provvedimenti di cui all'art. 77 del d.lgs. 12.01.2019, n. 14/2019;

– non ha determinato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave o malafede o con frode;

– è in grado di fornire documentazione che consente di ricostruire compiutamente la sua situazione economica e patrimoniale e in particolare trasmette in allegato: a) il piano con i bilanci, le scritture contabili e fiscali obbligatorie e le dichiarazioni dei redditi concernenti i tre anni anteriori o gli ultimi esercizi precedenti se l'attività ha avuto minor durata; b) una relazione aggiornata sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria; c) l'elenco di tutti i creditori, con le rispettive cause di prelazione e l'indicazione delle somme dovute; d) gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione compiuti negli ultimi cinque anni; e) la documentazione relativa a stipendi, pensioni, salari ed altre entrate proprie e della famiglia, con l'indicazione di quanto occorra al mantenimento della stessa;

– trasmette altresì, in allegato, una relazione particolareggiata dell'organismo di composizione della crisi di ...., che comprende: a) l'indicazione delle cause dell'indebitamento e della diligenza impiegata dal debitore nell'assumere le obbligazioni; b) l'esposizione delle ragioni dell'incapacità del debitore di adempiere le obbligazioni assunte; c) l'indicazione della eventuale esistenza di atti del debitore impugnati dai creditori; d) la valutazione sulla completezza e attendibilità della documentazione depositata a corredo della domanda, nonché sulla convenienza del piano rispetto all'alternativa liquidatoria; e) l'indicazione presumibile dei costi della procedura; f) la percentuale, le modalità e i tempi di soddisfacimento dei creditori; g) l'indicazione dei criteri adottati nella formazione delle classi, ove previste dalla proposta;

– si è dunque manifestato un perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte ed il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che di fatto non rende possibile l'adempimento alle obbligazioni stesse secondo le scadenze originariamente pattuite e che trova in particolare le proprie cause nei seguenti fattori: .... ....

– come da prospetto in allegato al doc. ...., in cui viene data evidenza di ciascun creditore e dei relativi importi, il ricorrente è attualmente debitore delle seguenti somme:

...., nei confronti di .... [4] ;

...., nei confronti di ....;

...., nei confronti di ....;

...., nei confronti di .....

Totale complessivo: ....

– gli atti di disposizione compiuti negli ultimi cinque anni si riferiscono a .... e sono quelli di cui al prospetto allegato al doc. .... [5] ;

– il debitore è proprietario (o comproprietario nella misura del ....) dei seguenti beni immobili [6][7][8] :

....;

....;

....;

– pertanto, essendo in presenza di sovraindebitamento ai sensi e per gli effetti dell'art. 74 n. 14/2019, il/la ricorrente ha predisposto la proposta di accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento allegata al doc. .... con l'ausilio del Dott. ...., quale professionista facente funzioni dell'organismo di composizione della crisi;

– è ora intenzione del ricorrente presentare la presente proposta di concordato minore finalizzata alla prosecuzione della sua attività professionale/imprenditoriale.

* * *

Tutto ciò premesso, il/la ricorrente ...., come sopra rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a,

CHIEDE

che l'Ill.mo Sig. giudice del Tribunale di ...., ritenuta ammissibile la presente proposta di concordato minore e i relativi documenti, essendo sussistendo tutti i requisiti soggettivi ed oggettivi per l'accesso alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento, voglia:

– in via preliminare: ordinare la sospensione dei procedimenti di esecuzione forzata che potrebbero pregiudicare la fattibilità della proposta di concordato minore finalizzata alla prosecuzione dell'attività imprenditoriale/professionale, disponendo altresì il divieto di azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del ricorrente, nonché ogni altra misura idonea a conservare l'integrità del patrimonio fino alla conclusione del presente procedimento;

– in via principale: disporre con decreto l'apertura della procedura di concordato minore ai sensi dell'art. 78, comma 2, d.lgs. n. 14/2019, ordinandone la comunicazione a cura dell'O.C.C. a tutti i creditori [9] del ricorrente, nonché la pubblicazione in apposita area del sito web del Tribunale o del Ministero della Giustizia [10]

Con osservanza.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA SPECIALE

Il sottoscritto/a, nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., n. ...., in qualità di professionista con P.I.: ...., avente lo studio professionale a .... in via .... n. c. ...., [11] ai fini del presente procedimento, in ogni sua fase e grado e sino a completa esecuzione, l'Avv. ...., del foro di ...., C.F. ...., PEC ...., fax ...., eleggendo domicilio presso il suo studio sito a ...., in via ...., n. ...., conferendogli ogni facoltà e potere di legge, ivi compreso quello di sottoscrivere e depositare la suestesa proposta di concordato minore e l'istanza ex art. 78, comma 2, lett. d), d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, rinunciare agli atti e alla domanda, nonché accettare le avversarie rinunce, nominare sostituti processuali e consulenti di parte.

Autorizzo altresì l'Avv. .... al trattamento dei dati personali, in conformità al d. lgs. n. 196/2003 (legge sulla privacy) e del Regolamento UE n. 2016/679 (GDPR), limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato.

Luogo e data ....

Firma del/della ricorrente ....

È autentica

Firma Avv. ....

[1]Oppure: «in qualità di legale rappresentante della società (o dell'impresa agricola o dell'impresa di start-up innovative) ...., P.I. ...., con sede legale a ...., in via ...., n. c. ....,».

[2]Oppure: “di imprenditore minore”; o di “imprenditore agricolo”; o “di imprenditore delle start-up innovative”.

[3]Il debitore-consumatore può avviare la procedura di concordato minore soltanto qualora vi siano uno o più componenti della famiglia che rivestano la qualifica di imprenditore minore, imprenditore agricolo, ecc. In tali ipotesi, dunque, la qualifica posseduta da alcuni componenti della famiglia di imprenditore minore, di imprenditore agricolo o di imprenditore di start-up, ha l'effetto di attrarre nella procedura di concordato minore anche gli altri membri consumatori.

[4]Specificare se eventualmente garantito da pegno o ipoteca.

[5]Oppure: «il debitore non ha compiuto nessun atto di disposizione negli ultimi cinque anni».

[6]Oppure: «il debitore non è proprietario di alcun bene immobile».

[7]In riferimento al contenuto del piano si suggeriscono le seguenti ipotesi:

«- la presente proposta di accordo prevede una dilazione dei pagamenti più estesa nel tempo, nonché uno stralcio di talune posizioni debitorie, come descritto dettagliatamente nel piano allegato sub ....»;

«- la presente proposta di accordo presuppone il conferimento da parte del Sig./Sig.ra/Società .... del seguente bene .... in garanzia, ed il rilascio di una fideiussione da parte di .... per la somma di Euro ...., come descritto dettagliatamente nel piano allegato sub ....»;

«- il piano prevede altresì la liquidazione dei cespiti rappresentati da .... ed oggetto di valutazione peritale asseverata allegato sub ...., con stima del valore di realizzo pari ad Euro ...., nonché la cessione di crediti per Euro .... vantati verso ...., come descritto dettagliatamente nel piano allegato sub ....»;

«- il piano prevede l'affitto e/o la cessione di rami di azienda a terzi e/o il conferimento di un mandato all'incasso di crediti in favore dei creditori e/o la destinazione degli utili dell'impresa ai creditori, come descritto dettagliatamente nel piano allegato sub ....»;

«- il piano prevede l'accesso di taluni tra i creditori negli organi di gestione dell'impresa ricorrente, come descritto dettagliatamente nel piano allegato sub ....»;

«- il piano prevede l'affidamento del patrimonio ad un gestore nominato dal Giudice, il quale avrà l'incarico di occuparsi della custodia dei beni, nonché della loro successiva liquidazione e della distribuzione del relativo ricavato tra i creditori, come descritto dettagliatamente nel piano allegato sub ....».

[8]Se la proposta prevedere il pagamento del mutuo per l'acquisto di beni strumentali all'esercizio dell'impresa, aggiungere quanto segue:

«- il piano prevede il rimborso alla scadenza convenuta delle rate a scadere del contratto di mutuo del .... stipulato con ...., garantito da ipoteca gravante su beni strumentali all'esercizio dell'impresa, avendo il ricorrente adempiuto alle proprie obbligazioni alla data del deposito della domanda»;

Oppure:

«- il piano prevede il rimborso alla scadenza convenuta delle rate a scadere del contratto di mutuo del .... stipulato con ...., garantito da ipoteca gravante su beni strumentali all'esercizio dell'impresa, con richiesta all'Ill.mo Sig. Giudice di autorizzare il pagamento del debito per capitale ed interessi scaduto a tale data».

[9]Con il predetto decreto, tra l'altro, il giudice assegna ai creditori il termine perentorio di trenta giorni per fare pervenire all'O.C.C., a mezzo posta elettronica certificata (ovvero, a seguito del d.lgs. n. 83/2022, di attuazione della direttiva UE 2019/1023, altro servizio elettronico di recapito qualificato ai sensi del c.d. codice dell'amministrazione digitale) la dichiarazione di adesione o di mancata adesione alla proposta di concordato e le eventuali contestazioni. Su istanza del debitore il giudice può anche ordinare che sino a quando il provvedimento di omologazione non diventi definitivo, i creditori aventi titolo o causa anteriore non possono iniziare o continuare azioni esecutive individuali, né disporre sequestri conservativi, né acquistare diritti di prelazione sul patrimonio del debitore.

[10]Se il debitore svolge attività d'impresa aggiungere: «nonché la pubblicazione in apposita area del sito web del Tribunale o del Ministero della Giustizia e nel registro delle imprese».

Oppure se il piano prevede la cessione o l'affidamento a terzi di beni immobili o beni mobili registrati: «nonché la pubblicazione in apposita area del sito web del Tribunale o del Ministero della Giustizia e nel registro delle imprese, oltre alla trascrizione del medesimo decreto presso gli uffici competenti in riferimento ai seguenti beni immobili/mobili registrati ....».

[11]Oppure: «in qualità di legale rappresentante della società (o dell'impresa agricola o dell'impresa di start-up innovative) ...., P.I. ...., con sede legale a ...., in via ...., n. c. ...., delego a rappresentare e difendere la suddetta società/impresa l'Avv. ....».

commento

Il d.lgs. n. 14/2019 (codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, c.d. “c.c.i.i.”) ha previsto quattro procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento, ovvero il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, la proposta di concordato minore, il piano di liquidazione controllata del sovraindebitato e la procedura di esdebitazione del debitore incapiente.

Per quanto concerne la proposta di concordato minore (tra i primi contributi della dottrina si veda C rivelli, Concordato minore e concordato preventivo, in Diritto della crisi, 21 dicembre 2022), disciplinata dagli artt. 74 ss. e modificata in modo non irrilevante dal d.lgs. correttivo n. 136/2024, possono accedervi i soggetti di cui all'art. 2, comma 1, lett. c), con l'esclusione dei consumatori, ovvero i professionisti, gli imprenditori minori, gli imprenditori agricoli, le start-up innovative e ogni altro debitore non assoggettabile a liquidazione giudiziale, a liquidazione coatta amministrativa o ad altre procedure liquidatorie previste dal codice civile o da leggi speciali per il caso di crisi o di insolvenza.

Per impresa minore, a norma dell'art. 2, comma 1, lett. d), si intende un'impresa con attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a trecentomila euro, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell'istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall'inizio dell'attività, se di durata inferiore; con ricavi, comunque risultanti, per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell'istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall'inizio dell'attività, se di durata inferiore; con un ammontare di debiti, anche non scaduti, non superiore ad euro cinquecentomila.

È invece imprenditore agricolo, ai sensi dell'art. 2135 c.c., colui che esercita attività di coltivazione del fondo, di selvicoltura, di allevamento di animali o un'attività connessa, con l'esclusione, secondo la giurisprudenza, dei casi in cui manchi il collegamento funzionale dell'attività con la terra, intesa come fattore produttivo, o quando le attività connesse di cui all'art. 2135, comma 3 c.c., assumano rilievo prevalente e sproporzionato rispetto a quelle di coltivazione, allevamento e silvicoltura (ad esempio Cass. I, n. 16614/2016).

A proposito della possibilità dell'imprenditore agricolo di accedere alle procedure in commento indipendentemente dai requisiti dimensionali di cui all'art. 1 l.fall. si veda Trib. Rimini 15 dicembre 2020.

L'impresa start-up innovativa di cui al d.l. n. 279/2012 è la società di nuova costituzione, iscritta nell'apposita sezione del registro delle imprese, non quotata in apposito mercato regolamentato e che ha per oggetto sociale prevalente o esclusivo un'attività concernente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti e servizi innovativi con alto contenuto tecnologico.

Inoltre per la giurisprudenza di merito (Trib. La Spezia 30 agosto 2023) possono accedere al concordato minore anche gli imprenditori individuali cessati, nonostante quando previsto dall'art. 33, comma 4 c.c.i.i.

Si fa presente che per parte della giurisprudenza di merito (Trib. Mantova 22 febbraio 2024) la cancellazione della ditta individuale dal registro delle imprese non osta all'apertura della procedura di concordato minore liquidatorio, nonostante il disposto dell'art. 33, comma 4 c.c.i.i., che dovrebbe essere riferito al solo imprenditore collettivo, la cui cancellazione determina la definitiva estinzione ex art. 2945 c.c.

La procedura di concordato minore è quindi dedicata essenzialmente ai professionisti o agli imprenditori che non possono accedere al nuovo procedimento di liquidazione giudiziale, alla liquidazione coatta amministrativa o ad altre procedure liquidatorie.

Tali soggetti possono quindi attivare un procedimento che la previgente l. n. 3/2012 definiva accordo di composizione della crisi e che il codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza definisce proposta di concordato minore.

Importante novità rispetto alla l. n. 3/2012 è l'esclusione del consumatore dal procedimento di concordato minore.

Sotto il profilo oggettivo la procedura è volta a consentire la prosecuzione dell'attività imprenditoriale o professionale del proponente, escluso il caso di apporto di risorse esterne che aumentino in misura apprezzabile la soddisfazione dei creditori. Tra le prime applicazioni della giurisprudenza Trib. Ancona II, n. 202/2023.

Di recente Trib. Milano 29 febbraio 2024 (in precedenza già Cass. I, 28013/2022) ha affermato che il termine di paragone di tale valutazione non può risiedere esclusivamente nel raffronto con i beni messi a disposizione del debitore, ma deve riguardare necessariamente anche la misura del soddisfacimento complessiva dei creditori che non può essere irrisoria pena, altrimenti, l'inidoneità del piano ad assolvere la propria funzione causale che, in tutti gli strumenti di regolazione della crisi, è il soddisfacimento in concreto delle ragioni dei creditori.

Per quanto non previsto dalla sezione del codice della crisi, a norma dell'art. 74 c.c.i.i., si applicano le disposizioni relative al concordato preventivo.

Anche a prescindere da ciò le affinità tra le due procedure si colgono sotto diversi profili, innanzitutto sotto quello procedimentale, così scandito:

1) presentazione di una domanda a un organismo di composizione della crisi (c.d. O.C.C.);

2) istruttoria e valutazione di ammissibilità della proposta e della fattibilità del piano. Si fa presente che il provvedimento di inammissibilità prima della comunicazione ai creditori era stato ritenuto reclamabile presso la Corte di Appello da App. Firenze 1° febbraio 2024 e che tale possibilità è oggi espressamente ammessa dall'art. 78, comma 1, come modificato dal d. lgs. correttivo n. 136/2024;

3) approvazione da parte dei creditori attraverso una deliberazione assunta a maggioranza;

4) omologazione del tribunale.

Le affinità tra le due procedure si colgono anche nella circostanza che entrambe sono dirette alla prosecuzione dell'attività professionale o imprenditoriale, mentre la soluzione liquidatoria costituisce l'extrema ratio.

Concludendo sul punto, già in passato la giurisprudenza di merito e di legittimità avevano evidenziato il carattere di procedura concorsuale dell'accordo per la composizione della crisi da sovraindebitamento, in virtù dell'affinità normativa e degli obiettivi comuni dei due procedimenti (Trib. Grosseto 9 maggio 2018; Trib. Rimini 19 aprile 2018; Cass. I, 12 aprile 2018, n. 9087; Trib. Ancona 15 marzo 2018).

Quanto all'oggetto della proposta di concordato minore, in forza dell'art. 74, comma 3 c.c.i.i., detta proposta ha contenuto libero, sia rispetto ai tempi, sia rispetto alle modalità per superare la crisi da sovraindebitamento e prevede (a seguito del d.lgs. n. 136/2024 si tratta di un obbligo e non più di una possibilità) il soddisfacimento, anche parziale, dei crediti mediante qualsiasi forma (anche diversa dal denaro), se del caso attraverso la suddivisione dei creditori in classi. A seguito del d.lgs. n. 147/2020, intervenuto a modificare diversi profili dell'istituto, «la formazione delle classi è obbligatoria per i creditori titolari di garanzie prestate da terzi».

Pertanto si è ritenuto che gli eventuali accordi raggiunti in precedenza tra creditore e debitore non possano essere ritenuti vincolanti, poiché altrimenti impedirebbero l'accesso alla procedura di sovraindebitamento, permettendo al contempo il soddisfacimento integrale dei singoli creditori e la proporzionale riduzione del patrimonio da destinare al soddisfacimento di tutti gli altri (Nocera, La proposta di concordato minore tra categorie civilistiche e regole operazionali, in Pellecchia-Modica, La riforma del sovraindebitamento nel codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, Pisa, 2019, 203).

Il principio della libertà dei contenuti della proposta è di notevole importanza, considerando che consente di modulare la proposta di concordato minore intorno alle specifiche esigenze dell'azienda o del professionista, a seconda delle caratteristiche dell'attività economica svolta, dell'entità dell'indebitamento, della tipologia del ceto creditizio, oltre che in base alle risorse disponibili.

Vi possono essere, infatti, proposte di concordato minore più semplici, che prevedono una dilazione dei pagamenti più estesa nel tempo, l'assunzione di nuove garanzie, la remissione parziale dei debiti oppure la dilazione del debito ridotto per effetto di una remissione parziale; diversamente, nelle situazioni più complesse, può essere prevista l'erogazione di credito da parte di terzi o persino l'accesso dei creditori negli organi di gestione.

Laddove, poi, la proposta concordataria contempli l'intervento di soggetti terzi, quali finanziatori o garanti delle obbligazioni assunte dal proponente nel piano, è necessario che anche questi ultimi la sottoscrivano.

In ogni caso l'art. 75 c.c.i.i. dispone espressamente che nella proposta di concordato minore è possibile prevedere che i crediti muniti di privilegio, pegno o ipoteca non siano soddisfatti integralmente, allorché ne sia assicurato il pagamento in misura non inferiore a quella realizzabile in caso di liquidazione, in ragione della collocazione preferenziale sul ricavato ed avuto altresì riguardo al valore di mercato attribuibile ai beni o ai diritti sui quali insiste la causa di prelazione (sul punto, ad esempio, Trib. Parma 2 giugno 2024).

Quando è prevista la continuazione dell'attività aziendale è poi possibile prevedere il rimborso alla scadenza convenuta delle rate a scadere del contratto di mutuo, con garanzia reale gravante su beni strumentali all'esercizio dell'impresa.

A tale scopo, però, alla data della presentazione della domanda di concordato, il debitore deve aver adempiuto le proprie obbligazioni oppure deve essere stato autorizzato dal giudice al pagamento del debito per capitale ed interessi scaduti a tale data.

In quest'ultimo caso l'O.C.C. è tenuto ad attestare che il credito garantito possa essere soddisfatto integralmente con il ricavato della liquidazione del bene effettuata al valore di mercato e che quindi, in definitiva, il rimborso delle rate a scadere non pregiudica in alcun modo i diritti degli altri creditori.

Il decreto correttivo n. 136/2024 già più volte menzionato ha infine introdotto un comma 2-bis all'art. 75, relativo al rimborso del mutuo relativo all'abitazione principale del debitore persona fisica: «Se il debitore persona fisica, alla data della presentazione della domanda di concordato, ha adempiuto le proprie obbligazioni o se il giudice lo autorizza al pagamento del debito per capitale ed interessi scaduto a tale data, è possibile prevedere il rimborso, alla scadenza convenuta, delle rate a scadere del contratto di mutuo con garanzia reale gravante sull'abitazione principale. L'OCC attesta anche che il credito garantito potrebbe essere soddisfatto integralmente con il ricavato della liquidazione del bene effettuata a valore di mercato e che il rimborso delle rate a scadere non lede i diritti degli altri creditori».

La proposta concordataria può anche contemplare l'affidamento del patrimonio a un gestore nominato dal giudice, il quale ha l'incarico di occuparsi della custodia dei beni nonché, eventualmente, della loro successiva liquidazione e della distribuzione del relativo ricavato.

In tale ultima ipotesi l'attività liquidatoria deve essere effettuata attraverso l'espletamento di procedure competitive, che devono garantire l'apertura della competizione agli offerenti ed a qualunque interessato, con lo scopo di consentire una corretta selezione dell'aggiudicatario di tutti i cespiti acquisiti all'attivo.

In ogni caso, secondo la giurisprudenza, il debitore istante non può sottrarre taluni beni dal piano, posto che il concordato minore è procedurale concorsuale a carattere universale e deve quindi comprendere tutti i beni del debitore (ad es. Trib. Ferrara 4 luglio 2023). È stato precisamente affermato che il principio dell'universalità oggettiva proprio di tutte le procedure concorsuali e il contenuto e l'estensione della garanzia patrimoniale generica ex art. 2740 c.c. implicano la necessaria ricomprensione nel recinto dei beni da liquidare di tutti i cespiti del debitore, senza possibili sottrazioni o esclusioni, al netto della possibilità espressamente disciplinata dall'art. 75, comma 3 c.c.i.i. di prevedere, in ipotesi di continuità aziendale, il rimborso, alla scadenza convenuta, delle rate a scadere del contratto di mutuo con garanzia reale gravante su beni strumentali all'esercizio dell'impresa.

Sotto il profilo procedurale, il soggetto che intende avvalersi del concordato minore è tenuto a rivolgersi a un organismo di composizione della crisi nell'ambito della circoscrizione del tribunale competente, invitandolo a nominare al suo interno un professionista con funzioni di gestore della crisi.

La maggiore complessità della procedura di concordato minore rispetto a quella di ristrutturazione dei debiti del consumatore ha portato alcuni a sostenere, nel silenzio della disciplina, l'obbligatorietà della difesa tecnica (v. Rolfi, Il concordato minore, in Crivelli-Fontana-Leuzzi- Napolitano-Rolfi, Il nuovo sovraindebitamento, Modena, 2019, 173).

L'atto introduttivo della procedura, ai sensi dell'art. 37 c.c.i.i., è il ricorso, che l'O.C.C. è tenuto a presentate unitamente al piano.

L'art. 75 c.c.i.i., come modificato dal d.lgs. n. 147/2020, elenca espressamente i documenti da depositare in giudizio, a pena di inammissibilità della domanda (art. 77 c.c.i.i.):

a) il piano con i bilanci, le scritture contabili e fiscali obbligatorie, le dichiarazioni dei redditi, le dichiarazioni IRAP e le dichiarazioni annuali IVA concernenti i tre anni anteriori o gli ultimi esercizi precedenti se l'attività ha avuto minor durata;

b) una relazione aggiornata sulla situazione economico- patrimoniale e finanziaria;

c) l'elenco di tutti i creditori, con le rispettive cause di prelazione e l'indicazione delle somme dovute. L'elenco deve contenere l'indicazione del domicilio digitale dei creditori che ne sono muniti;

d) gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione di cui all'articolo 94, comma 2, compiuti negli ultimi cinque anni;

e) la documentazione relativa a stipendi, pensioni, salari ed altre entrate proprie e della famiglia, con l'indicazione di quanto occorra al mantenimento della stessa.

L'organismo di composizione della crisi è poi chiamato a redigere e ad allegare alla domanda una relazione particolareggiata contenente l'indicazione delle cause dell'indebitamento e della diligenza impiegata dal debitore nell'assumere le obbligazioni, l'esposizione delle ragioni dell'incapacità del debitore di adempiere le obbligazioni assunte, l'indicazione dell'eventuale esistenza di atti del debitore impugnati dai creditori, la valutazione circa la completezza ed attendibilità della documentazione depositata insieme alla domanda «nonché sulla fattibilità del piano e sulla convenienza dello stesso rispetto all'alternativa della liquidazione controllata» (locuzione questa aggiunta dal d.lgs. n. 136/2024), nonché sulla convenienza del piano rispetto alla liquidazione, l'indicazione ipotizzabile dei costi della procedura(art. 76, comma 2).

L'O.C.C. deve inoltre indicare se il soggetto finanziatore abbia tenuto conto del merito creditizio ai fini della concessione del finanziamento (art. 76, comma 3).

Entro sette giorni dal conferimento dell'incarico da parte del debitore, l'O.C.C. deve darne comunicazione all'agente della riscossione e agli uffici fiscali, anche degli enti locali, competenti in base all'ultimo domicilio fiscale dell'istante, i quali poi daranno comunicazione del debito tributario accertato, nonché degli accertamenti eventualmente pendenti, entro i quindici giorni successivi (art. 76, comma 4).

Il deposito della domanda ha come effetto quello di sospendere la decorrenza degli interessi convenzionali o legali fino alla chiusura della liquidazione, a meno che i crediti non siano garantiti da ipoteca, pegno o privilegio e ad eccezione di quanto previsto dagli artt. 2749,2788 e 2855, comma 2 e 3, c.c. (art. 76, comma 5).

Il giudice adito deve preliminarmente valutare l'ammissibilità della domanda e dunque è tenuto a verificare: l'avvenuta produzione della documentazione di cui all'art. 75 e della relazione di cui all'art. 76; la sussistenza dei requisiti dimensionali di cui all'art. 2; che il debitore non abbia beneficiato dell'esdebitazione nei cinque anni precedenti la domanda; che il debitore non abbia beneficiato dell'esdebitazione per due volte; che il debitore non abbia commesso atti diretti a frodare le ragioni dei creditori (art. 77). Sulla nozione di «atti diretti a frodare le ragioni dei creditori» si veda Trib. Genova VII, 29 settembre 2023 e Trib. Rimini, 30 novembre 2023.

Il giudice può concedere al debitore un termine non superiore a quindici giorni per apportare integrazioni al piano e produrre nuovi documenti, come previsto dal d.lgs. n. 136/2024, che sul punto ha recepito prassi ampiamente diffuse.

Se, in ogni caso, non ricorrono le condizioni di ammissibilità il giudice provvede con decreto motivato reclamabile, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione, dinanzi al tribunale, il quale provvede in camera di consiglio con decreto motivato.

Nel giudizio di reclamo la proposta e il piano non possono essere modificati e si applicano le disposizioni di cui agli articoli 737 e 738 del c.p.c. e in caso di accoglimento il tribunale rimette gli atti al giudice per l'adozione dei provvedimenti conseguenti.

Se, invece, il giudice ritiene ammissibile la domanda, con apposito decreto non soggetto a reclamo dichiara aperta la procedura e ordina all'O.C.C. di dare comunicazione della proposta e del decreto a tutti i creditori (art. 78).

Il decreto viene pubblicato a cura dell'O.C.C. in apposita area del sito web del Tribunale o del Ministero della giustizia, nonché nel registro delle imprese, qualora il debitore svolga attività d'impresa.

Quando poi il piano preveda la cessione o l'affidamento a terzi di beni immobili o di beni mobili registrati, il giudice ordina altresì la trascrizione del decreto presso gli uffici competenti.

Con il predetto decreto, tra l'altro, il giudice assegna ai creditori il termine perentorio di trenta giorni per fare pervenire all'O.C.C., a mezzo posta elettronica certificata ovvero, a seguito del d.lgs. n. 83/2022, di attuazione della direttiva UE 2019/1023, attraverso altro servizio elettronico di recapito certificato qualificato ai sensi dell'art. 1, comma 1-ter del c.d. codice dell'amministrazione digitale di cui al d.lgs. n. 82/2005, la dichiarazione di adesione o di mancata adesione alla proposta di concordato e le eventuali contestazioni.

Su istanza del debitore il giudice può anche ordinare che sino a quando il provvedimento di omologazione non diventi definitivo, i creditori aventi titolo o causa anteriore non possono iniziare o continuare azioni esecutive individuali, né disporre sequestri conservativi, né acquistare diritti di prelazione sul patrimonio del debitore. La lett. d) del comma 2 dell'art. 78 c.c.i.i. dispone esattamente come segue: «su istanza del debitore dispone che sino al momento in cui il provvedimento di omologazione diventa definitivo non possono essere iniziate o proseguite azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del debitore o sui beni e diritti con i quali viene esercitata l'attività d'impresa e che, per lo stesso periodo, non possono essere acquisiti diritti di prelazione sul patrimonio del debitore da parte dei creditori aventi titolo o causa anteriore, le prescrizioni rimangono sospese, le decadenze non si verificano e la sentenza di apertura della liquidazione controllata non può essere pronunciata».

Ulteriore novità del citato d.lgs. di attuazione della direttiva UE 2019/1023 è poi l'inserimento del comma 2-bis all'art. 78 secondo cui, con il decreto con cui il giudice dichiara aperta la procedura, nomina anche il commissario giudiziale affinché svolga da quel momento le funzioni dell'OCC se: a) è stata disposta la sospensione generale delle azioni esecutive e cautelari e la nomina appare necessaria per tutelare gli interessi delle parti; b) è proposta domanda di concordato in continuità aziendale, con omologazione da pronunciarsi ai sensi dell'art. 112, comma 2; c) la nomina è richiesta dal debitore.

Il concordato minore deve essere approvato dai creditori che rappresentino la maggioranza dei crediti ammessi al voto, senza considerare i creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, dei quali la proposta prevede l'integrale pagamento, sempre che questi ultimi non rinuncino in tutto o in parte al loro diritto di prelazione (art. 79).

I creditori soddisfatti parzialmente, invece, sono equiparati ai chirografari per quanto riguarda la parte residua del loro credito.

Non possono esprimere il proprio voto, né sono considerati ai fini del raggiungimento della maggioranza, il coniuge, la parte dell'unione civile e il convivente di fatto del debitore, oltre ai parenti e agli affini del debitore entro il quarto grado e ai cessionari o aggiudicatari dei loro crediti da meno di un anno prima della domanda.

Inoltre, a seguito del d.lgs. n. 147/2020, quando un unico creditore è titolare di crediti in misura superiore alla maggioranza dei crediti ammessi al voto, il concordato minore è approvato se, oltre alla maggioranza dei crediti, ha riportato la maggioranza per teste dei voti espressi dai creditori ammessi al voto. Quando, poi, sono previste diverse classi di creditori, il concordato minore è approvato se la maggioranza dei crediti ammessi al voto è raggiunta anche nel maggior numero di classi.

Di seguito, come anticipato, ai creditori sono concessi trenta giorni di tempo per far pervenire all'O.C.C. la dichiarazione di adesione o di mancata adesione alla proposta, dovendosi precisare che qualora entro tale termine non abbiano fornito alcuna comunicazione, si intende che abbiano prestato il consenso alla proposta nei termini in cui è stata loro trasmessa, essendo di fatto prevista la regola del silenzio assenso.

L'art. 79, comma 4 c.c.i.i., precisa inoltre che l'approvazione del concordato minore presentato da una società produce i suoi effetti, salvo patto contrario, anche verso i soci illimitatamente responsabili.

In ogni caso il concordato minore non pregiudica i diritti dei creditori nei confronti dei coobbligati, fideiussori del debitore e obbligati in via di regresso, a meno che non sia previsto diversamente nel piano medesimo.

Il tribunale, dopo avere verificato l'ammissibilità e la fattibilità del piano e il raggiungimento della maggioranza richiesta, in assenza di contestazioni omologa il concordato con sentenza, dichiarando conclusa la procedura (art. 80).

In caso di contestazioni del piano da parte dei creditori o da parte di qualunque altro soggetto interessato, l'omologa è invece possibile soltanto qualora il Tribunale ritenga che il credito dell'opponente possa essere soddisfatto dall'esecuzione del piano, quantomeno in misura non inferiore a quello che i creditori otterrebbero in caso di liquidazione dei beni.

Ad ogni buon conto è previsto che il creditore che abbia colpevolmente determinato la situazione di indebitamento o il suo aggravamento, non possa presentare opposizione o reclamo in sede di omologa, anche se dissenziente.

Se il giudice rigetta la domanda di omologa, dichiara con decreto motivato l'inefficacia delle misure protettive accordate e, su apposita istanza del debitore, può dichiarare aperta la procedura di liquidazione controllata ai sensi degli artt. 268 ss. c.c.i.i.

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