Ricorso del debitore per l'apertura della procedura di liquidazione controllata ex art. 268, comma 1, c.c.i.i.inquadramentoLa liquidazione controllata del soggetto sovraindebitato, disciplinata dagli artt. 268 ss. del nuovo codice della crisi d'impresa, è finalizzata alla liquidazione del patrimonio del consumatore, del professionista, dell'imprenditore agricolo, dell'imprenditore minore, delle start-up innovative e di ogni altro debitore non assoggettabile alla liquidazione giudiziale (compreso il consumatore), che si trovi in stato di crisi o di insolvenza. Detta procedura può essere avviata dal debitore personalmente, con l'assistenza dell'Organismo di composizione della crisi e deve rispettare i presupposti di cui agli artt. 268 e 269 c.c.i.i. FormulaTRIBUNALE DI .... RICORSO DEL DEBITORE PER L'APERTURA DELLA PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE CONTROLLATA ex ART. 269, COMMA 1, D.LGS. N. 14/2019 Il sottoscritto/a, nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., n. ...., in qualità di professionista con P.I.: ...., avente lo studio professionale a .... in via .... n. c. .... [1] , ai fini della presente procedura rappresentato/a, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... del foro di ...., nel cui studio in ...., via .... n. .... tel. .... fax .... PEC .... elegge domicilio, PREMESSO CHE – il ricorrente versa in una situazione di crisi o di insolvenza da sovraindebitamento così come definita dall'art. 2, comma 1, lett. c), del d.lgs. n. 14/2019 (Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza); – ai fini delle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento non riveste la qualifica di “professionista” [2] ai sensi dell'art. 2, comma 1, lett. c), d.lgs. n. 14/2019; – non è già stato esdebitato nei cinque anni precedenti la domanda, né ha già beneficiato dell'esdebitazione per due volte; – è in grado di fornire documentazione che consente di ricostruire compiutamente la propria situazione economica e patrimoniale e in particolare trasmette in allegato, al doc. ...., una relazione particolareggiata redatta dall'Organismo di composizione della crisi .... che conferma la completezza e l'attendibilità della documentazione depositata a corredo della presente domanda, illustrando altresì la situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell'odierno ricorrente; – in particolare, il ricorrente allega alla domanda la seguente documentazione: a) elenco di tutti i creditori, con l'indicazione delle somme dovute; b) elenco di tutti i suoi beni; c) elenco degli eventuali atti di diposizione compiuti dal ricorrente negli ultimi cinque anni; d) dichiarazioni dei redditi del ricorrente negli ultimi cinque anni; e) indicazione della composizione del nucleo familiare del debitore; f) certificato dello stato di famiglia del debitore; g) elenco delle spese correnti necessarie al sostentamento del debitore; h) dichiarazione di eventuali redditi percepiti; i) ricostruzione della posizione fiscale, con indicazione di eventuali carichi pendenti; l) inventario di tutti i beni del debitore, con indicazioni sul possesso di ciascuno degli immobili e delle cose mobili; – si è dunque manifestato un perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e le risorsi disponibili per farvi fronte, che di fatto non rende possibile l'adempimento alle obbligazioni stesse secondo le scadenze originariamente pattuite e che trova in particolare le proprie cause nei seguenti fattori: .... – in base al sopra citato prospetto allegato al doc. ...., in cui viene data evidenza di ciascun creditore e dei relativi importi, il/la ricorrente è attualmente debitore delle seguenti somme: ...., nei confronti di .... [3] ...., nei confronti di .... ...., nei confronti di .... ...., nei confronti di ..... Totale complessivo: .... – gli atti di disposizione compiuti negli ultimi cinque anni si riferiscono a .... e sono quelli di cui al prospetto allegato al doc. .... [4] – il debitore è proprietario (o comproprietario nella misura del ....) dei seguenti beni immobili [5] : .... .... .... – è possibile acquisire attivo da distribuire ai creditori ai sensi dell'art. 268, comma 3, quarto periodo, c.c.i.i.; – è pertanto intenzione del/della ricorrente presentare la presente domanda di liquidazione controllata dell'intero asso patrimoniale. * * * Tutto ciò premesso, il/la ricorrente ...., come sopra rappresentato/a, difeso/a e domiciliato/a, CHIEDE che venga disposta la liquidazione di tutti i suoi beni ai sensi e per gli effetti degli artt. 268 ss. d.lgs. 12.1.2019 e conseguentemente che l'Ecc.mo Tribunale di .... [6] , ritenuta ammissibile la presente domanda, voglia: «- dichiarare l'apertura della richiesta procedura di liquidazione del patrimonio ex art. 268 ss. d.lgs. n. 14/2019 e contestualmente nominare il Giudice delegato; – nominare il liquidatore della presente procedura confermando l'O.C.C. ....; – assegnare ai terzi che vantino diritti sui beni del debitore, nonché ai creditori risultanti dall'elenco depositato un termine non superiore a novanta giorni entro il quale, a pena di inammissibilità, devono trasmettere al liquidatore a mezzo posta elettronica certificata la domanda di restituzione, di rivendicazione o di ammissione al passivo, predisposta ai sensi dell'art. 201 c.c.i.i.; – disporre che non possano essere iniziate e/o proseguite azioni cautelari o esecutive sul patrimonio del debitore, né acquisiti diritti di prelazione da parte dei creditori aventi titolo o causa anteriore al deposito della domanda di liquidazione; – disporre che ai fini della prescritta pubblicità la domanda del debitore e il presente decreto siano pubblicati in apposita area del sito web del Tribunale o del Ministero della Giustizia [7] ; – ordinare la trascrizione del decreto sui beni immobili compresi nel patrimonio oggetto di liquidazione; – ordinare la consegna e il rilascio al liquidatore di tutti i beni facenti parte del patrimonio di liquidazione oggetto del presente procedimento; – ordinare la sospensione di tutti i contratti stipulati dal debitore ineseguiti o non compiutamente eseguiti nelle prestazioni principali da entrambe le parti, al momento in cui è stata aperta la procedura di liquidazione controllata, fino a quando il liquidatore non avrà dichiarato di volervi subentrare in luogo del debitore ovvero di sciogliersi dai medesimi; – ammettere il debitore al beneficio dell'esdebitazione per i debiti concorsuali che eventualmente non verranno soddisfatti». Con osservanza. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA SPECIALE Il sottoscritto/a, nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., n. ...., in qualità di professionista con P.I. ...., avente lo studio professionale a .... in via .... n. .... [8] , ai fini del presente procedimento, in ogni sua fase e grado e sino a completa esecuzione, delego a rappresentarmi e difendermi l'Avv. ...., del foro di ...., C.F. ...., PEC ...., fax: ...., eleggendo domicilio presso il suo studio sito a ...., in via ...., n. ...., conferendogli ogni facoltà e potere di legge, ivi compreso quello di sottoscrivere e depositare la suestesa domanda di liquidazione controllata exartt. 268 ss. del d.lgs. n. 14/2019, rinunciare agli atti e alla domanda, nonché accettare le avversarie rinunce, nominare sostituti processuali e consulenti di parte. Autorizzo altresì l'Avv. .... al trattamento dei dati personali, in conformità al d.lgs. n. 196/2003 (codice privacy) e del Regolamento UE n. 2016/679 (GDPR), limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Luogo e data .... Firma del/della ricorrente .... È autentica Firma Avv. .... [1]Oppure: «in qualità di legale rappresentante della società (o dell'impresa agricola o dell'impresa di start-up innovative) ...., P.I. ...., con sede legale a ...., in via ...., n. c. ....». [2]Oppure: “di imprenditore minore”, di “imprenditore agricolo”, “di imprenditore delle start-up innovative” o di “consumatore”. [3]Specificare se eventualmente garantito da pegno o ipoteca. [4]Oppure: “il debitore non ha compiuto alcun atto di disposizione negli ultimi cinque anni”. [5]Oppure: “il debitore non è proprietario di alcun bene immobile”. [6]Il procedimento di liquidazione controllata si svolge dinanzi al tribunale in composizione collegiale e la competenza territoriale, a mente dell'art. 27, comma 2 c.c.i.i., appartiene al tribunale nel cui circondario il debitore ha il proprio centro di interessi, ossia il luogo in cui il debitore gestisce i propri interessi in modo abituale e riconoscibile dai terzi (art. 2, comma 1, lett. m), d.lgs. n. 14/2019). [7]Se chi ricorre è un'impresa, aggiungere: “e nel registro delle imprese”. [8]Oppure: «in qualità di legale rappresentante della Società (o dell'impresa agricola o dell'impresa di start-up innovative) ...., P.I. ...., con sede legale a ...., in via ...., n. ...., delego a rappresentare e difendere la suddetta Società/Impresa l'Avv. ....». commentoLa liquidazione controllata del sovraindebitato, di cui agli artt. 268 ss. c.c.i.i. (d.lgs. n. 14/2019), è finalizzata alla liquidazione del patrimonio del consumatore, del professionista, dell'imprenditore agricolo, dell'imprenditore minore, delle start-up innovative e di ogni altro debitore non assoggettabile alla liquidazione giudiziale (compreso il consumatore), che si trovi in stato di crisi o di insolvenza (tra i primi contributi si veda C esare, La liquidazione controllata, in Diritto della crisi, 26 aprile 2023). Per impresa minore, a norma dell'art. 2, lett. d), d.lgs. n. 14/2019, si intende un'impresa con un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a trecentomila euro, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di apertura della liquidazione giudiziale, o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore; con ricavi, comunque essi risultino, per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell'istanza di apertura della liquidazione giudiziale, o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore; con un ammontare di debiti, anche non scaduti, non superiore ad euro cinquecentomila. L'imprenditore agricolo, invece, ai sensi dell'art. 2135 c.c., è colui che esercita attività di coltivazione del fondo, o di selvicoltura, o di allevamento di animali, ed ogni attività connessa, anche se la giurisprudenza ha specificato che non è impresa agricola quella che non si occupi della cura diretta di un ciclo biologico, vegetale o animale, dovendosi ormai ritenere superata una nozione meramente fondiaria dell'agricoltura, basata unicamente sulla centralità dell'elemento terriero (Cass. I, n. 16614/2016). L'impresa start-up innovativa ex d.l. n. 279/2012 è invece la società di nuova costituzione (di capitale o anche cooperativa), le cui azioni o quote non risultino quotate su un mercato regolamentato, che è iscritta nell'apposita sezione del registro delle imprese e che ha quale oggetto sociale prevalente od esclusivo, un'attività concernente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti e servizi innovativi, con alto contenuto tecnologico. Per consumatore si intende, infine, la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, anche se socia di una delle società appartenenti ai tipi regolati nei capi III, IV e VI del titolo V del libro quinto del codice civile, per i debiti contratti nella qualità di consumatore (prima del d.lgs. n. 136/2024 l'art. 2 utilizzava la locuzione “per debiti estranei a quelli sociali”). In ordine all'oggetto della procedura, essa concerne tutti i beni del richiedente debitore (infatti non è possibile presentare domanda di liquidazione controllata, finalizzata a ottenere l'esdebitazione, qualora il sovraindebitato non disponga di alcun reddito, neppure in prospettiva futura, essendo a tal fine disponibile lo strumento dell'esdebitazione del debitore incapiente: Trib. Bergamo 7 giugno 2023), con le esclusioni di cui all'art. 268, comma 4 c.c.i.i. ovvero: i crediti impignorabili ai sensi dell'art. 545 c.p.c., vale a dire; i crediti aventi carattere alimentare e di mantenimento, gli stipendi, le pensioni, i salari e ciò che il debitore guadagna con la propria attività nei limiti, indicati dal giudice, di quanto occorre al mantenimento suo e della sua famiglia (su cui si veda Trib. La Spezia 10 febbraio 2023); i frutti derivanti dall'usufrutto legale sui beni dei figli, i beni costituiti in fondo patrimoniale ed i suoi frutti di essi, salvo quanto disposto dall'art. 170 c.c.; le cose che non possono essere pignorate per disposizione di legge. Tra l'altro, la giurisprudenza di merito, interpretando le norme della l. n. 3/2012, aveva già fatto rilevare che nell'ambito della procedura di liquidazione del patrimonio del debitore i crediti impignorabili di cui all'art. 545 c.p.c. costituiscono limite invalicabile per il giudice (Trib. Milano II, 10 aprile 2019, n. 190). La giurisprudenza di merito ha di recente ritenuto ammissibile la procedura anche nel caso in cui il soggetto sovraindebitato, in assenza di beni mobili e immobili, metta a disposizione della massa dei creditori una somma di denaro erogata da terzi (Trib. Parma 20 settembre 2023). Il procedimento di liquidazione controllata si svolge dinanzi al tribunale in composizione collegiale e la competenza territoriale, a mente dell'art. 27, comma 2 c.c.i.i., appartiene al tribunale nel cui circondario il debitore ha il proprio centro di interessi, ossia il luogo in cui il debitore gestisce i propri interessi in modo abituale e riconoscibile dai terzi (art. 2, comma 1, lett. m), d.lgs. n. 14/2019). La domanda deve essere presentata con ricorso (oggetto della formula che segue) tramite un organismo di composizione della crisi, il cui intervento è obbligatorio e che di regola svolgerà altresì le funzioni di liquidatore. Il deposito della domanda sospende, ai soli effetti della procedura, il corso degli interessi convenzionali o legali fino alla chiusura della liquidazione, a meno che i crediti non siano garantiti da ipoteca, pegno o privilegio e salvo quanto previsto dagli artt. 2749,2788 e 2855, commi 2 e 3, c.c. Fino al decreto correttivo n. 136/2024 era possibile avviare la procedura liquidatoria anche con apposita domanda di conversione della procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore, quando non fossero state approvate, mentre adesso è possibile richiedere l'apertura della procedura di liquidazione controllata soltanto a seguito di revoca dell'omologazione. In tali ipotesi anche il pubblico ministero, l'oCC e i creditori possono presentare l'istanza di conversione, in particolare laddove il debitore abbia commesso atti in frode ai creditori o sia risultato inadempiente agli obblighi assunti con il piano. La domanda può essere presentata da un creditore anche in pendenza di procedure esecutive individuali e originariamente, ovvero prima delle modifiche apportate all'art. 268 dal d.lgs. n. 83/2022, attuativo della direttiva UE 2019/1023, anche dal pubblico ministero (in proposito Trib. Milano 1° giugno 2023), quando l'insolvenza avesse riguardato un imprenditore. Una parte della giurisprudenza ritiene che la domanda di liquidazione controllata non possa provenire dai familiari ai sensi dell'art. 66 c.c.i.i. Ad esempio, di recente, Trib. Lucca 27 febbraio 2024 ha escluso che l'istanza proposta dai familiari ai sensi dell'art. 66 c.c.i.i. possa essere riferita anche alla liquidazione controllata, posto che tale norma riguarda soltanto le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, che la stessa fa riferimento agli strumenti di composizione che hanno base negoziale (a differenza della liquidazione controllata) e che l'art. 65 c.c.i.i. parimenti non fa riferimento a tale possibilità. Vi si fa peraltro notare che in alcune delle pronunce che si sono espresse a favore dell'applicazione dell'art. 66 c.c.i.i. alla liquidazione controllata si finisce poi contraddittoriamente per disporre l'apertura di distinte procedure quanti sono i familiari coinvolti. Al ricorso deve essere allegata una relazione, redatta dall'O.C.C., contenente la valutazione sulla completezza e sull'attendibilità della documentazione depositata a corredo della domanda e che illustri, nel dettaglio, la situazione economica, patrimoniale e finanziaria del debitore. Per un confronto con la disciplina della previgente si veda Trib. Ivrea 10 aprile 2020. Un modello di relazione è stato redatto dall'O.C.C. dei commercialisti di Genova e pubblicato dal Tribunale di Genova in data 27 giugno 2023. Ricevuto l'incarico dal debitore, l'O.C.C., entro sette giorni, ne dà notizia all'agente della riscossione ed agli uffici fiscali (anche degli enti locali) competenti sulla base dell'ultimo domicilio fiscale dell'istante. Una sintesi puntuale dei requisiti del ricorso è contenuta in Trib. Verona II, 20 settembre 2022 e in Trib. Monza III, n. 35/2023. Più di recente si veda Trib. Brescia IV, n. 286/2024 e Trib. Cuneo n. 55/2024. Il tribunale, a questo punto, accertata l'assenza di domande di accesso ad altre procedure concorsuali e verificati, altresì, i presupposti oggettivi e soggettivi della procedura liquidatoria, a norma dell'art. 270, comma 2 c.c.i.i. dichiara l'apertura della liquidazione controllata con sentenza, con la quale nello specifico: a) nomina il giudice delegato; b) nomina il liquidatore, confermando l'O.C.C. o scegliendolo nel registro degli organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento. In questo ultimo caso la scelta è effettuata di regola tra i gestori aventi il domicilio nel distretto di corte d'appello cui appartiene il tribunale competente e l'eventuale deroga deve essere espressamente motivata e comunicata al presidente del tribunale.; c) ordina al debitore il deposito entro sette giorni dei bilanci e delle scritture contabili e fiscali obbligatorie, nonché dell'elenco dei creditori; d) assegna ai terzi che vantano diritti sui beni del debitore e ai creditori risultanti dall'elenco depositato un termine non superiore a novanta giorni (prima del d.lgs. n. 136/2024 erano sessanta giorni), entro il quale, a pena di inammissibilità, sono tenuti a trasmettere al liquidatore, tramite PEC, la domanda di restituzione, di rivendicazione o di ammissione al passivo; e) ordina (con provvedimento che costituisce titolo esecutivo ed è eventualmente posto in esecuzione dal liquidatore) la consegna o il rilascio dei beni facenti parte del patrimonio di liquidazione, salvo che non ritenga, in presenza di gravi e specifiche ragioni, di autorizzare il debitore o il terzo a utilizzare alcuni di essi; f) ordina al liquidatore di inserire la sentenza nel sito internet del tribunale o del ministero della giustizia, nonché presso il registro delle imprese, nel caso in cui il debitore svolga attività d'impresa; g) ordina al liquidatore, quando vi sono beni immobili o beni mobili registrati, la trascrizione della sentenza presso gli uffici competenti. Con riguardo agli effetti della procedura di liquidazione controllata, la sentenza che dichiara aperta la procedura determina l'imposizione sul patrimonio del debitore di un vincolo di destinazione, volto a garantirne la monetizzazione e la successiva distribuzione tra i creditori concorsuali, e deve essere notificata al debitore, ai creditori e ai titolari di diritti sui beni oggetto di liquidazione. Il d.lgs. n. 147/2020 ha modificato il comma 1 dell'art. 270 precisando che la sentenza produce effetti anche nei confronti dei soci illimitatamente responsabili e che si applica, in quanto compatibile, l'art. 256. I creditori con causa o titolo posteriore al momento dell'esecuzione della pubblicità di cui all'art. 270, comma 2, lett. f), c.c.i.i., non possono procedere esecutivamente sui beni oggetto di liquidazione. Se vi sono contratti ancora ineseguiti, o non compiutamente eseguiti nelle prestazioni principali da entrambe le parti al momento in cui è aperta la procedura di liquidazione controllata, l'esecuzione del contratto rimane sospesa fino a quando il liquidatore, sentito il debitore, non dichiari di subentrare nel contratto in luogo del predetto debitore, assumendo tutti i relativi obblighi a decorrere dalla data del subentro, ovvero di sciogliersi dal medesimo, salvo che, nei contratti ad effetti reali, sia già avvenuto il trasferimento del diritto. Al riguardo è altresì previsto che il contraente possa mettere in mora il liquidatore, facendogli assegnare dal giudice delegato un termine non superiore a sessanta giorni, decorso il quale il contratto si intende sciolto. In caso di prosecuzione del contratto, sono prededucibili soltanto i crediti maturati nel corso della procedura, mentre in caso di scioglimento il contraente ha diritto di far valere all'interno della liquidazione controllata il credito conseguente al mancato adempimento, senza che gli sia dovuto alcun risarcimento del danno. Entro trenta giorni dalla comunicazione della sentenza, è onere del liquidatore aggiornare l'elenco dei creditori ai quali ha notificato la sentenza. In tal caso il termine entro il quale devono essere trasmessi al liquidatore le domande di restituzione, di rivendicazione o di ammissione al passivo, può essere prorogato di ulteriori trenta giorni. Nei novanta giorni successivi all'apertura della liquidazione controllata, il liquidatore completa l'inventario dei beni del debitore e redige un programma in ordine ai tempi e alle modalità della liquidazione, che dovrà essere depositato in cancelleria, approvato dal giudice delegato e che, inoltre, dovrà assicurare la ragionevole durata della procedura. Con il d.lgs. n. 136/2024 si è inoltre previsto che la procedura rimanga aperta sino alla completa esecuzione delle operazioni di liquidazione e, in ogni caso, per tre anni decorrenti dalla data di apertura. La procedura è chiusa anche anteriormente, su istanza del liquidatore, se risulti che non può essere acquisito ulteriore attivo da distribuire. Scaduti i termini per la proposizione delle domande di restituzione, di rivendicazione o di ammissione al passivo, il liquidatore è tenuto a predisporre un progetto di stato passivo comprendente l'elenco dei titolari di diritti sui beni mobili e immobili di proprietà o in possesso del debitore, e a comunicarlo agli interessati all'indirizzo di posta elettronica certificata indicato nella domanda. Questi ultimi hanno quindi a disposizione ulteriori quindici giorni per presentare eventuali osservazioni. In assenza di osservazioni, il liquidatore forma lo stato passivo, lo deposita in cancelleria e ne dispone l'inserimento nel sito web del tribunale o del ministero della giustizia. Le opposizioni e le impugnazioni allo stato passivo si propongono con reclamo ai sensi dell'art. 133 del codice della crisi, su cui il giudice provvede con decreto, reclamabile in Cassazione nei successivi trenta giorni. Se autorizzato dal giudice delegato, in quanto risulti utile per il soddisfacimento dei creditori, il liquidatore esercita, o se pendente prosegue, ogni azione prevista dalla legge finalizzata a conseguire la disponibilità dei beni compresi nel patrimonio del debitore, nonché ogni azione diretta al recupero dei crediti ed esercita, o se pendenti prosegue, le azioni dirette a far dichiarare inefficaci gli atti compiuti dal debitore in pregiudizio dei creditori. Il liquidatore, inoltre, ha il compito di eseguire il programma di liquidazione e ogni sei mesi ne riferisce al giudice delegato, a pena di revoca dell'incarico. Il liquidatore deve altresì occuparsi dell'amministrazione dei beni che compongono il patrimonio di liquidazione e, terminata l'esecuzione, presenta al giudice il relativo rendiconto. Una volta eseguita la vendita e riscosso interamente il prezzo, il giudice ordina la cancellazione delle iscrizioni relative ai diritti di prelazione, delle trascrizioni dei pignoramenti e dei sequestri conservativi, oltre che di ogni altro vincolo, e verifica poi la conformità degli atti dispositivi al programma di liquidazione. A tal riguardo, se il giudice approva il rendiconto, procede alla liquidazione del compenso del liquidatore; se invece non lo approva, indica gli atti necessari al completamento della liquidazione, ovvero le opportune rettifiche ed integrazioni del rendiconto, nonché un termine per il loro compimento, disponendo altrimenti la sostituzione del liquidatore. Il liquidatore provvede alla distribuzione delle somme ricavate dalla liquidazione secondo l'ordine delle cause di prelazione risultante dallo stato passivo, previa formazione di un progetto di riparto da comunicare al debitore e ai creditori, con termine non superiore a quindici giorni per eventuali osservazioni. In assenza di contestazioni, il liquidatore comunica il progetto di riparto al giudice che senza indugio ne autorizza l'esecuzione. Se sorgono contestazioni sul progetto di riparto, il liquidatore verifica la possibilità di componimento e vi apporta le modifiche che ritiene opportune, altrimenti rimette gli atti al giudice delegato, che provvede con decreto motivato reclamabile. |