Proposta di liquidazione controllata presentata da membri della famiglia, quando il sovraindebitamento ha un'origine comune, ex art. 66, comma 1 c.c.i.i.inquadramentoIl d.lgs. n. 136/2024 è intervenuto sull'art. 66 c.c.i.i. confermando la possibilità che la proposta di liquidazione controllata sia presentata da membri della stessa famiglia non conviventi, quando il sovraindebitamento ha un'origine comune. FormulaTRIBUNALE DI .... PROPOSTA DI LIQUIDAZIONE CONTROLLATA PRESENTATA DA MEMBRI DELLA FAMIGLIA, QUANDO IL SOVRAINDEBITAMENTO HA UN'ORIGINE COMUNE EX ART. 66, COMMA 1, D.LGS. N. 14/2019 – Il/la sottoscritto/a (nome e cognome) .... nato/a a .... il .... e residente a .... in via/piazza ...., C.F. ...., E – Il/la sottoscritto/a (nome e cognome) .... nato/a a .... il .... e residente a .... in via/piazza ...., C.F. ...., ai fini del presente procedimento rappresentati, come da procura in calce al presente atto, dall'Avv. .... del foro di ...., nel cui studio in ...., via .... n. .... tel. .... fax .... PEC .... eleggono domicilio, giusta procura speciale in allegato al presente atto, PREMESSO CHE 1) i ricorrenti sono membri dello stesso nucleo familiare ai sensi dell'art. 66 d.lgs. n. 14/2019 (v. certificato di matrimonio, doc. ....); [1][2] 2) in data .... il Sig. e la Sig.ra .... presentavano la proposta e il piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, a norma e per gli effetti dell'art. 66 d.lgs. n. 14/2019, in allegato al doc. ....; 3) la suddetta procedura veniva iscritta al R.G. n. .... del Tribunale di .... e il giudice designato era il/la Dott./Dott.ssa ....; 4) il piano in questione veniva redatto con l'ausilio del/della Dott./Dott.ssa .... in qualità di professionista “gestore della crisi” facente parte dell'organismo di composizione della crisi di .... [3] ; 5) con decreto del .... il giudice Dott./Dott.ssa .... disponeva l'ammissione del piano e della proposta sopra indicati; 6) i creditori .... presentavano osservazioni al piano suddetto rilevando che il debitore non riveste la qualifica di “consumatore” ai sensi dell'art. 2, comma 1, lett. c) del d.lgs. n. 14/2019 in quanto .... [4] ; 7) in conseguenza dei rilievi dei creditori il Tribunale riteneva di non poter omologare il piano e la proposta e dunque emetteva sentenza di diniego; 8) è quindi interesse dei ricorrenti domandare all'Ecc.mo Tribunale di ordinare l'apertura di una procedura di liquidazione controllata dei suoi beni ai sensi degli artt. 66 e 268 ss. del d.lgs. n. 14/2019. * * * Tutto ciò premesso, gli istanti, come sopra rappresentati, difesi e domiciliati, formulano la presente ISTANZA affinché codesto Tribunale, nella persona dell'Ill.mo giudice ...., verificati i presupposti di legge, voglia dichiarare aperta la procedura di liquidazione controllata dei beni, ai sensi degli artt. 268 ss. c.c.i.i. Con osservanza. Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]Ovvero, in alternativa, «parenti entro il quarto grado (v. doc. ....);», o «affini entro il secondo grado (v. doc. ....);» o «parti di un'unione civile o conviventi di fatto di cui alla l. n. 76/2016 (v. doc. ....)». [2]Nella relazione illustrativa del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, è evidenziata la circostanza che a fronte di una situazione debitoria del singolo componente gli altri sono talvolta spinti ad attingere alle proprie risorse o all'indebitamento per farvi fronte (v. Bonaccorsi-De Santis, L'ambito soggettivo di applicazione delle “nuove” procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, in Pellecchia-Modica, La riforma del sovraindebitamento nel codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, 2019, Pisa, 47 ss.). [3]Oppure: «3) il piano in questione veniva redatto con l'ausilio del/della Dott./Dott.ssa ...., in qualità di professionista “gestore della crisi” nominato dal Presidente del Tribunale di ...., non essendovi O.C.C. nella circoscrizione territoriale del Tribunale competente». [4]Altri possibili di osservazioni dei creditori potrebbero essere i seguenti: «- il debitore era già stato soggetto in precedenza a procedure concorsuali diverse da quelle regolate dal titolo IV capo II, nonché dal titolo V, sezione V, capo IX del d.lgs. n. 14/2019, in quanto .... »; - «il debitore aveva già fatto ricorso nei precedenti cinque anni a delle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento in quanto ....;» - «il debitore aveva subito per cause a lui imputabili uno dei provvedimenti di cui all'art. 72 del d.lgs. n. 14/2019, in quanto ....;» - «il debitore aveva determinato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave o malafede o con frode in quanto ....;» - «il piano presentato non era concretamente realizzabile, essendo carente il requisito della fattibilità giuridica ed economica del medesimo, in quanto ....; - «il piano presentato non risultava conveniente per il creditore poiché il proprio credito poteva essere maggiormente soddisfatto attraverso la procedura di liquidazione controllata dei beni del debitore ex art. 268, comma 1, d.lgs. n. 14/2019, in quanto ....». commentoCon l'espressione membri della famiglia, a mente dell'art. 66, comma 2, del d.lgs. n. 14/2019, si fa riferimento al coniuge, ai parenti entro il quarto grado, agli affini entro il secondo grado nonché alle parti dell'unione civile e ai conviventi di fatto di cui alla l. n. 76/2016. La definizione normativa in questione individua i soggetti che possono accedere congiuntamente alle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, ma in virtù del principio generale della responsabilità patrimoniale le masse attive e passive di ciascun debitore restano totalmente distinte tra loro. L'ammissibilità delle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento “familiari” è giustificata da chiare esigenze di economia sostanziale e processuale, posto che, ad esempio, i costi di accesso alle procedure sono suddivisi proporzionalmente tra i vari soggetti sovraindebitati appartenenti al nucleo familiare. Nella relazione illustrativa del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza sono indicate giustificazioni di carattere socio-economico, tra le quali il fatto che i componenti della famiglia sono non raramente indotti ad attingere alle proprie risorse e all'indebitamento per far fronte all'insolvenza di altri membri (v. Bonaccorsi-De Santis, L'ambito soggettivo di applicazione delle “nuove” procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, in Pellecchia-Modica, La riforma del sovraindebitamento nel codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, 2019, Pisa, 47 ss.). Orbene il nuovo art. 66 d.lgs. n. 14/2019 stabilisce che i membri della famiglia possono presentare un unico progetto di risoluzione della crisi da sovraindebitamento in due ipotesi specifiche: 1) quando i familiari sono conviventi; 2) quando il sovraindebitamento ha un'origine comune. In primo luogo si è presupposto che a fronte di una situazione di convivenza sia pressoché inevitabile che le difficoltà economiche di un membro si ripercuotano negativamente sull'intero nucleo familiare. La seconda ipotesi prospettata dalla norma citata, ossia l'origine comune del sovraindebitamento (su cui si veda Trib. Pisa 12 luglio 2023), pare invece fare specifico riferimento al caso in cui la situazione debitoria sia stata determinata da successione ereditaria, evidentemente rivelatasi poco conveniente per gli eredi. Va detto che la questione dell'ammissibilità delle procedure familiari non costituisce una novità assoluta del codice della crisi d'impresa e che infatti, già in passato, nel vigore della l. n. 3/2012, la giurisprudenza aveva ritenuto ammissibili tali procedure, seppur subordinandole al verificarsi di specifiche condizioni. In diverse pronunce era stato rilevato che il concetto di debitore dovesse essere inteso in senso estensivo, ovvero anche quale ente collettivo costituito dai debitori appartenenti alla famiglia in crisi da sovraindebitamento, in special modo quando lo squilibrio finanziario fosse stato originato dalla gestione della vita in comune dei suoi membri (Trib. Novara 10 settembre 2018; Trib. Bergamo 26 settembre 2018; Trib. Mantova 8 aprile 2018; Trib. Napoli Nord 18 maggio 2018; Trib. Livorno 21 marzo 2018; Trib. Torino 24 dicembre 2017; Trib. Mantova 22 dicembre 2017; Trib. Milano 6 dicembre 2017). Facendo tesoro dell'esperienza giurisprudenziale, il nuovo codice della crisi ha innanzitutto chiarito che le masse attive e quelle passive di ciascun membro della famiglia devono rimanere distinte e che pertanto, nell'ipotesi in cui siano state presentate più richieste di risoluzione della crisi da sovraindebitamento, riguardanti membri della stessa famiglia, il giudice adotta i necessari provvedimenti per assicurarne il coordinamento. Per una delle prime applicazioni della giurisprudenza rispetto al progetto presentato da familiari conviventi si veda Trib. Verona 5 ottobre 2022 e Trib. Crotone n. 14/2024. Si consideri peraltro che per una parte della giurisprudenza ha ritenuto non ammissibile la proposta proveniente dai familiari nel caso di liquidazione controllata. Ad esempio Trib. Lucca 27 febbraio 2024 ha escluso che l'istanza proposta dai familiari ai sensi dell'art. 66 c.c.i.i. possa essere riferita anche alla liquidazione controllata, posto che tale norma riguarda soltanto le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, che la stessa fa riferimento agli strumenti di composizione che hanno base negoziale (a differenza della liquidazione controllata) e che l'art. 65 c.c.i.i. parimenti non fa riferimento a tale possibilità. Vi si fa peraltro notare che in alcune delle pronunce che si sono espresse a favore dell'applicazione dell'art. 66 c.c.i.i. alla liquidazione controllata si finisce poi contraddittoriamente per disporre l'apertura di distinte procedure quanti sono i familiari coinvolti. Il d.lgs. n. 136/2024 è intervenuto nel dibattito inserendo nell'art. 66 c.c.i.i. un riferimento espresso alla liquidazione controllata. Ulteriore profilo d'interesse attiene alla competenza per le procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento. Infatti, ai sensi e per gli effetti del comma 2 dell'art. 27 c.c.i.i., è competente il Tribunale nel cui circondario il debitore ha il centro degli interessi principali e che coincide, per la persona fisica non esercente attività d'impresa, con la residenza o il domicilio nonché, se questi sono sconosciuti, con l'ultima dimora nota o, in mancanza, con il luogo di nascita. Nel caso di piano congiunto presentato da più membri della stessa famiglia, il legislatore della riforma ha stabilito che la competenza appartiene al Tribunale adito per primo, purché almeno uno dei debitori abbia il proprio centro di interessi principale nell'ambito di tale foro. Per quanto interessa, poi, la liquidazione del compenso spettante all'Organismo di composizione della crisi, anche in questo caso il legislatore, all'ultimo comma dell'art. 66 c.c.i.i., prevede espressamente che la liquidazione del compenso sia ripartita tra i membri della famiglia, in misura proporzionale all'entità dell'attivo di ciascuno. Con riguardo, nello specifico, alla domanda di liquidazione controllata presentata nell'ambito di una procedura familiare, può essere avanzata sia da soggetti che rivestano la qualifica di consumatori, sia dal professionista, dall'imprenditore minore, dall'imprenditore agricolo, dall'imprenditore di start-up innovative. |