Memoria di costituzione del debitore nel procedimento di dichiarazione dello stato di insolvenza anteriore alla liquidazione coatta amministrativa

Giacinto Parisi

Inquadramento

Prima di provvedere all'accertamento dello stato di insolvenza anteriore alla liquidazione coatta amministrativa di un'impresa esclusa dal fallimento (ovvero dalla liquidazione giudiziale) il tribunale deve sentire il debitore, con le modalità di cui all'art. 15 l.fall. (ora, art. 41 c.c.i.i.), e l'autorità governativa che ha la vigilanza sull'impresa.

Formula

TRIBUNALE DI ...

SEZ. ...

MEMORIA DI COSTITUZIONE [1]

La società ..., C.F. ..., P.I. ..., con sede in ..., via ..., n. ..., iscritta nel Registro delle Imprese di ... con n. REA ..., in persona del legale rappresentante pro tempore ..., rappresentata e difesa dall'Avv. ..., C.F. ..., PEC (indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio Ordine) ... @ ..., fax ..., ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ..., come da procura in calce al presente atto (oppure a margine del presente atto)

ESPONE

I. IN FATTO

Con ricorso depositato in data ..., l'istante ... ha chiesto al Tribunale di ... di accertare lo stato di insolvenza in cui verserebbe l'odierna esponente.

Con decreto del ... è stata fissata l'udienza di convocazione delle parti per il giorno ... avanti a codesto Tribunale; di seguito sono stati notificati alla odierna convenuta il ricorso di ... e il suddetto decreto.

Con il presente atto si costituisce la società ..., per contestare la sussistenza dello stato di insolvenza in capo alla medesima.

II. IN DIRITTO

Stabilisce l'art. 5 l.fall. (art. 2, lett. b), c.c.i.i.) che l'insolvenza del debitore si manifesta con inadempimenti od altri fatti esteriori, i quali dimostrino che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.

Orbene, nel caso di specie è evidente l'inconsistenza del quadro probatorio inerente al dedotto stato di insolvenza.

In effetti, nessuno degli usuali indici dello stato di insolvenza è allegato, e tanto meno provato, da parte dell'istante.

Non risultano protesti di titoli di credito; nemmeno constano azioni esecutive pendenti; né viene data notizia di ulteriori ricorsi per dichiarazione di fallimento; l'imprenditore (cioè l'amministratore unico della società) è inoltre agevolmente reperibile; non risulta la chiusura dei locali della impresa, né la cessazione dell'attività e tanto meno lo stato di liquidazione della società.

È quasi superfluo sottolineare infine, che il bilancio, seppur in perdita, per sé stesso considerato non costituisce documento sufficiente alla prova dello stato di insolvenza, per l'ovvia ragione per cui la mera perdita d'esercizio non implica necessariamente incapacità di adempiere regolarmente le obbligazioni.

[Paragrafi eventuali: ad es., sul difetto di legittimazione per insussistenza del credito azionato.

L'istante assume di essere creditore verso la società ...

Il preteso credito tuttavia non sussiste in quanto (descrivere le ragioni della contestazione)]

Stante tutto quanto precede, la domanda appare sfornita del benché minimo fondamento; pertanto, la società ..., come sopra rappresentata e difesa,

CHIEDE

che l'Ill.mo Tribunale adito respinga la domanda di accertamento dello stato di insolvenza proposta dalla società ..., con condanna della medesima alle spese e competenze del presente procedimento.

Luogo e data ...

Firma del legale rappresentante pro tempore ...

Firma Avv. ...

PROCURA ALLE LITI

Io sottoscritto Sig. ..., nella qualità di legale rappresentante pro tempore della società ..., C.F. ..., P.I. ..., con sede in ..., delego a rappresentare e difendere la predetta società ai fini della redazione del presente atto l'Avv. ..., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ..., via ... e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Firma Sig. ...

Per autentica della sottoscrizione

Firma Avv. ...

1. Sui criteri redazionali dell'atto cfr. d.m. n. 110/2023.

COMMENTO

La legge non detta specifiche regole di carattere processuale per il procedimento di accertamento dello stato di insolvenza anteriore alla liquidazione coatta amministrativa, limitandosi a precisare che detto stato di insolvenza debba essere dichiarato con sentenza, mentre il provvedimento che respinge la domanda assume la forma del decreto motivato impugnabile ai sensi dell'art. 22 l.fall. (ora, art. 50 c.c.i.i.). È prescritto che il tribunale senta il debitore e l'autorità amministrativa secondo le modalità previste dall'art. 15 (ora, art. 41 c.c.i.i.). Il tenore di quest'ultima disposizione induce a ritenere che il tribunale, nel dichiarare lo stato di insolvenza, debba seguire la procedura prevista per la dichiarazione di fallimento (o, nel c.c.i.i., liquidazione giudiziale).

Il procedimento per la dichiarazione dello stato di insolvenza si svolge secondo il rito camerale ed impone l'audizione del debitore e, quindi, del legale rappresentante, se il debitore è una società (App. Roma 19 marzo 2001), nonché dei soci illimitatamente responsabili, e invece dell'ultimo commissario governativo in carica, se la società era già stata in precedenza commissariata dall'autorità di vigilanza (Cass. I, n. 24547/2010), che espressamente deve essere reso edotto della finalità del procedimento e sentito ad una udienza fissata almeno quindici giorni dopo la notifica del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza che può essere emesso dal presidente del tribunale o dal giudice relatore delegato all'audizione delle parti.

Nella stessa udienza, o ad una successiva, deve essere altresì convocata anche l'autorità amministrativa che esercita la vigilanza. Nulla esclude, però, che il parere dell'autorità amministrativa possa essere espresso anche per iscritto.

Poiché lo stato d'insolvenza si riferisce alla attività di gestione anteriore alla nomina del commissario liquidatore e quindi alla società, il contraddittorio deve costituirsi nei confronti degli ultimi titolari dell'organo della società investito del potere di rappresentanza, indipendentemente dal fatto che, alla data del relativo decreto ministeriale, le loro funzioni siano cessate, perché la legittimazione a interloquire su vicende che attengono alla gestione sociale anteriore alla liquidazione stessa non può che attribuirsi a coloro che hanno posto in essere tale gestione (Cass. I, n. 16746/2013).

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