Atto di impugnazione dei crediti ammessi nello stato passivo dell'impresa in liquidazione coatta amministrativainquadramentoSalvo che le leggi speciali stabiliscano un maggior termine, entro novanta giorni dalla data del provvedimento di liquidazione, il commissario forma l'elenco dei crediti ammessi o respinti e delle domande dei creditori e dei terzi titolari di diritti su beni mobili posseduti dall'impresa, accolte o respinte, e lo deposita nella cancelleria del tribunale che ha accertato lo stato di insolvenza. Il commissario trasmette a mezzo posta elettronica certificata l'elenco dei crediti ammessi o respinti a coloro la cui pretesa non sia in tutto o in parte ammessa. Con il deposito in cancelleria l'elenco diventa esecutivo. Le impugnazioni sono disciplinate dagli artt. 206 e 207 c.c.i.i., sostituito al curatore il commissario liquidatore. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] RICORSO [2] per la Società ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, dott. ...., con sede in ...., alla via ...., P.I. ...., rappresentata e difesa dall'Avv. ...., C.F. ...., PEC (indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio Ordine) .... @ ...., fax ...., ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ...., come da procura in calce al presente atto (oppure a margine del presente atto) CONTRO la Società ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, Dott. ...., con sede in ...., alla via ...., P.I. .... la Società .... in liquidazione coatta amministrativa, in persona del Commissario liquidatore, dott. ...., con sede in ...., alla via ...., P.I. .... PREMESSO CHE l'esponente .... in data .... ha depositato istanza di riconoscimento di un proprio credito chirografario di Euro .... derivante da .... nei confronti della Società .... in liquidazione coatta amministrativa; nell'elenco formato dal commissario liquidatore e depositato in cancelleria il .... il predetto credito è stato ammesso sul presupposto per cui ....; nel medesimo elenco risulta ammesso in via privilegiata anche il credito vantato dalla Società .... per l'ingente importo di Euro ....; il suddetto credito della Società .... non sarebbe dovuto essere ammesso al passivo per i seguenti motivi ..... Tutto ciò premesso, la Società ...., come sopra rappresentata, difesa e domiciliata CHIEDE che l'Ill.mo Tribunale di ...., ogni contraria eccezione e difesa respinta, fissata l'udienza di comparizione delle parti, escludere dal passivo della Società .... in liquidazione coatta amministrativa il predetto credito di Euro .... della Società ...., con vittoria di spese e compensi professionali. Si offrono in comunicazione e depositano in cancelleria i seguenti documenti come da indice del fascicolo di parte: Ai fini del versamento del contributo unificato, si dichiara che il valore della presente controversia è pari a Euro ..... Luogo e data .... Firma Avv. .... [1]La competenza è attribuita al tribunale che ha dichiarato lo stato di insolvenza della Società in liquidazione coatta amministrativa. [2]Sui criteri redazionali dell'atto cfr. d.m. n. 110/2023. commentoA seguito del deposito dello stato passivo i creditori possono proporre tutte le azioni disciplinate dagli artt. 206 e 207 c.c.i.i. e quindi sia le impugnazioni al provvedimento di esclusione parziale o totale del loro credito ovvero di ammissione di un credito vantato da altri, sia la contestazione per l'eventuale mancato riconoscimento della domanda di rivendicazione proposta. Il commissario liquidatore è parte necessaria in ogni fase e grado del giudizio di opposizione allo stato passivo in quanto, una volta convenutovi, conserva tutte le facoltà inerenti alla posizione processuale così acquisita (eccetto, naturalmente, il diritto di impulso all'azione), sì da essere legittimato a svolgere, nell'interesse della massa, attività, iniziative e conclusioni pertinenti al thema decidendum (Cass. I, n. 16494/2012). È stato precisato che l'introduzione dell'opposizione (e, dunque, dell'impugnazione dei crediti ammessi) allo stato passivo con ricorso rivolto, anziché al presidente del tribunale, al giudice delegato ai fallimenti e la trattazione della causa da parte di questi in mancanza del decreto presidenziale di nomina, non dà luogo ad un vizio di costituzione del giudice, ma ad una mera irregolarità di carattere interno, non configurabile come causa di nullità del giudizio o della sentenza, in difetto di espressa sanzione (Cass. I, n. 3315/2000). Con il deposito in cancelleria, lo stato passivo formato dal commissario liquidatore non acquista efficacia di atto giurisdizionale, assolvendo il deposito ad una mera funzione di pubblicità; ma da quel momento può aprirsi una fase giurisdizionale in caso di proposizione di uno dei ricorsi previsti dall'art. 310 c.c.i.i.; pertanto, all'opposizione allo stato passivo (e, quindi, all'impugnazione dei crediti ammessi) non si applica, in difetto di qualsiasi richiamo esplicito od implicito, il termine annuale (ora semestrale) previsto dall'art. 327 c.p.c., che ha sì carattere generale, ma nell'ambito del sistema delle impugnazioni di provvedimenti giurisdizionali, mentre nel caso di specie, attraverso la presentazione del ricorso, il ricorrente esercita per la prima volta dinanzi ad un giudice l'azione a tutela dei propri diritti asseritamente pretermessi dall'operato del commissario liquidatore (Cass. I, n. 21216/2017; Cass. S.U., n. 25174/2008). Si è ritenuta sufficiente, ai fini dell'opposizione all'esclusione dallo stato passivo, la procura alle liti già in precedenza conferita al difensore per la presentazione della domanda di ammissione al passivo (Cass. I, n. 21216/2017). Anche nei giudizi di opposizione allo stato passivo relativi a una procedura di liquidazione coatta amministrativa si applica la norma che ha stabilito, nel regime del fallimento, la riduzione a metà del termine per la proposizione del ricorso per cassazione (Cass. I, n. 20291/2014). |