Opposizione alla dichiarazione dello stato di insolvenza dell'impresa di rilevanti dimensioni

Giacinto Parisi

inquadramento

Contro la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza può essere proposta opposizione da qualunque interessato, davanti al tribunale che l'ha pronunciata, nel termine di trenta giorni. Il termine decorre per l'imprenditore dalla data della comunicazione e, per ogni altro interessato, dalla data dell'affissione. L'opposizione è proposta con atto di citazione notificato al commissario giudiziale e a chi ha richiesto la dichiarazione dell'insolvenza, nonché all'imprenditore dichiarato insolvente, se l'opponente è soggetto diverso da quest'ultimo. L'opposizione non sospende l'esecuzione della sentenza.

Formula

TRIBUNALE DI .... [1]

SEZ. SPECIALIZZATA CRISI D'IMPRESA ....

ATTO DI CITAZIONE [2]

La Società ...., C.F. ...., P.I. ...., con sede in ...., via ...., n. ...., iscritta nel Registro delle Imprese di .... con n. R.E.A. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore...., rappresentata e difesa dall'Avv. ...., C.F. ...., PEC (indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio Ordine) .... @ ...., fax ...., ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ...., come da procura in calce al presente atto (oppure a margine del presente atto)

CONTRO

il dott. ...., nella qualità di commissario straordinario della Società ...., in amministrazione straordinaria, domiciliato in ...., via ...., n. ....;

la Società ...., C.F. ...., P.I. ...., con sede in ...., via ...., n. ...., iscritta nel Registro delle Imprese di .... con n. R.E.A. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore...., rappresentata e difesa nel procedimento di dichiarazione dello stato di insolvenza dall'Avv. ....

AVVERSO

la sentenza del Tribunale di .... n. ...., emessa in data ...., depositata il ...., notificata il .... (oppure non notificata), con la quale è stato accertato lo stato di insolvenza della Società ...., che si allega in copia autentica (all. ....)

FATTO

Con ricorso depositato in data ...., la Società .... ha chiesto al Tribunale di .... di accertare lo stato di insolvenza della Società .....

Con atto del ...., tale ultima Società si è costituita nel predetto procedimento, rappresentando e dimostrando che ....

Con sentenza in data ...., il Tribunale di .... ha accertato lo stato di insolvenza di .....

La sentenza è ingiusta e va revocata per i seguenti

MOTIVI

(illustrare i motivi di opposizione)

Tutto ciò premesso, la Società ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, come in epigrafe rappresentata, difesa ed elettivamente domiciliata,

CITA

...., C.F. ...., residente in ...., alla via ...., n. ...., Commissario della Società .... in amministrazione straordinaria; e la Società ...., C.F. ...., P.I. ...., con sede in ...., via ...., n. ...., iscritta nel Registro delle Imprese di .... con n. R.E.A. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore.... a comparire innanzi al Tribunale di .... all'udienza del ...., ore di rito, dinanzi al Giudice istruttore che sarà designato ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., con l'invito a costituirsi nel termine di almeno settanta giorni prima della suddetta udienza ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c., con l'avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c., che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'art. 86 c.p.c. o da leggi speciali, che esso convenuto, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e che, in difetto di costituzione, si procederà in sua contumacia per sentir accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia l'Ill.mo Tribunale di ...., Sezione fallimentare, ogni contraria difesa ed eccezione disattesa, revocare la sentenza del Tribunale di .... n. ...., emessa in data ...., depositata il ...., notificata il .... (oppure non notificata), con la quale è stato accertato lo stato di insolvenza della Società .....

Con vittoria di spese e compensi professionali [3].

Si depositano in allegato al presente atto i seguenti documenti:

1) ....;

2) ....;

3) .....

Si dichiara che il presente procedimento è relativo all'accertamento dello stato di insolvenza di un'impresa assoggettata ad amministrazione straordinaria e, dunque, il contributo unificato è dovuto nella misura fissa di Euro .... [4].

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA ALLE LITI

Io sottoscritto Sig. ...., nella qualità di legale rappresentante pro tempore della Società ...., C.F. ...., P.I. ...., con sede in ...., delego a rappresentare e difendere la predetta Società ai fini della redazione del presente atto l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via ...., n. ...., e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge.

Firma Sig. ....

Per autentica della sottoscrizione ....

Firma Avv. ....

[1]La competenza spetta al tribunale che ha dichiarato lo stato di insolvenza della Società.

[2]Sui criteri redazionali dell'atto cfr. d.m. n. 110/2023.

[3]È controverso se le spese legali affrontante per la presentazione della richiesta di apertura di una procedura concorsuale debbano essere ammesse allo stato passivo e, in caso di risposta positiva, se esse debbano essere ammesse in prededuzione, in privilegio o in chirografo (per l'ammissione in via privilegiata, v. Cass. I, n. 26949/2016).

[4]Cfr. circolare del 1° aprile 2016 del Ministero della Giustizia - Dipartimento per gli Affari di Giustizia.

commento

Contro la sentenza dichiarativa dello stato d'insolvenza può essere proposta opposizione da parte di qualunque interessato davanti al tribunale che l'ha pronunciata nel termine di trenta giorni. Il sistema di impugnazione della decisione sull'insolvenza è dunque analogo ai rimedi previsti contro la sentenza di fallimento prima della riforma attuata con il d.lgs. n. 5/2006, che attraverso il vigente art. 51 c.c.i.i. ha devoluto la cognizione del reclamo alla Corte di appello (Cass. I, n. 8248/2013).

Il termine in questione decorre dalla comunicazione della sentenza dichiarativa dello stato d'insolvenza per il debitore e dalla sua affissione per gli altri interessati (Trib. Roma 10 marzo 2008, n. 5382).

Non vi è alcun onere di comunicazione nei confronti degli ex amministratori, e ciò ancorché gli stessi ben possano essere coinvolti dalle conseguenze di responsabilità civile e penale scaturenti dalla procedura e rientrino quindi tra i soggetti astrattamente legittimati a promuovere l'opposizione (Cass. I, n. 7943/1997).

L'opposizione può essere proposta da qualsiasi interessato, vale a dire da tutti coloro i quali risultino avere risentito un pregiudizio, diretto o anche riflesso, dal provvedimento che intendono impugnare: pertanto, viene riconosciuta la legittimazione attiva anche a soggetti che non hanno partecipato alla fase prefallimentare. La nozione di “qualunque interessato” può essere mutuata dall'elaborazione che ha caratterizzato l'art. art. 51 c.c.i.i., con la conseguenza per cui rientra nel novero dei legittimati chiunque sia portatore di un interesse anche morale, senza la necessità di una specifica valenza patrimoniale effettiva o potenziale. Legittimato in primo luogo è ovviamente il debitore dichiarato insolvente, il quale non abbia chiesto egli stesso la dichiarazione di insolvenza; laddove egli sia persona fisica, come per l'opposizione alla sentenza di fallimento sono legittimati anche i suoi parenti ed il coniuge, purché abbiano un apprezzabile interesse morale alla rimozione della dichiarazione di insolvenza. La legittimazione ad impugnare, peraltro, va astrattamente riconosciuta anche al pubblico ministero ed al Ministro dello sviluppo economico.

Sono legittimati passivamente il commissario ed i creditori ricorrenti, la loro partecipazione al giudizio ha carattere di litisconsorzio necessario, poiché questi ultimi sono direttamente interessati alla decisione, la quale sarebbe inutiliter data se non fosse pronunciata in confronto di entrambi (Cass. I, n. 21721/2005; Cass. I, n. 10693/2005).

Quanto al contenuto dell'atto di opposizione, questo può avere anzitutto ad oggetto vizi procedimentali, quali il difetto di giurisdizione e l'incompetenza territoriale, la mancata audizione del debitore o comunque la violazione del contraddittorio, l'insufficienza o la contraddittorietà della motivazione. Per quanto poi concerne i vizi di merito, vengono soprattutto in rilievo l'inesistenza del presupposto soggettivo (natura di imprenditore commerciale del debitore), di quello oggettivo (sussistenza dello stato di insolvenza) e dei requisiti dimensionali previsti dall'art. 2 d.lgs. n. 270/1999. La loro specifica sindacabilità in questa fase della procedura comporta, necessariamente, che in quella successiva di vera e propria amministrazione straordinaria l'eventuale giudizio di impugnazione non potrà nuovamente avere ad oggetto i requisiti in questione, bensì esclusivamente la ricorrenza delle effettive prospettive di risanamento dell'azienda (Cass. I, n. 3729/2009; Cass. I, n. 13120/2004).

Il giudizio di opposizione si propone con atto di citazione ed è regolato secondo la disciplina del processo ordinario di cognizione, anche se si tratta pur sempre di un mezzo di impugnazione a carattere devolutivo. Secondo l'opinione prevalente, inoltre, esso è caratterizzato dal principio inquisitorio (Cass. I, n. 18629/2003), con la conseguenza per cui il tribunale, pur nel rispetto del principio del contraddittorio, può procedere ex officio ad acquisire ogni elemento documentale utile ai fini della decisione, quali, ad esempio, la relazione del commissario giudiziale e le risultanze dell'istruttoria pre-declaratoria d'insolvenza, laddove non prodotti dalle parti. Non sembra escluso, quantomeno in linea di principio, il ricorso alle prove costituende (in particolare quella testimoniale e la consulenza tecnica d'ufficio).

Poiché la sentenza di cui all'art. 8 d.lgs. n. 270/1999 è provvisoriamente esecutiva, l'opposizione non ne sospende l'esecutività, ragion per cui non può nemmeno essere richiesta la sospensione in corso di causa. Si ritiene che l'esecutività permanga sino al passaggio in giudicato di un eventuale sentenza di revoca, in analogia con quanto previsto per la procedura fallimentare.

La sospensione dei termini processuali non è applicabile a tale giudizio, sulla falsariga di quanto previsto per il reclamo contro la dichiarazione di fallimento (Cass. I, n. 10350/1996).

Il rimedio dell'opposizione previsto all'art. 9 l.fall. è esperibile anche per le procedure di cui al d.l. n. 347/2003 (c.d. legge Marzano), in forza del richiamo generale previsto dall'art. 8, comma 1, del medesimo d.l.

A seguito della sentenza dichiarativa dello stato d'insolvenza, gli interessati possono proporre anche il regolamento di competenza di cui all'art. 43 c.p.c., il quale concorre con l'opposizione. (Cass. I, n. 19926/2006).

La legittimazione a proporre il regolamento di competenza spetta a qualsiasi interessato (Cass. I, n. 2783/1994). Tuttavia, il socio di una Società di capitali, ammessa dietro propria richiesta alla procedura di amministrazione straordinaria, nei confronti della quale sia stato dichiarato lo stato d'insolvenza, non è legittimato a proporre regolamento di competenza avverso la decisione adottata, posto che il regolamento può essere proposto dagli stessi soggetti legittimati ad opporsi alla dichiarazione di fallimento, ai sensi dell'art. 9 d.lgs. n. 270/1999 e che da tale novero è escluso colui che abbia chiesto l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria: in tal caso, infatti, il socio non può essere considerato portatore di un autonomo interesse, poiché la delibera assembleare che esprimeva la volontà societaria di chiedere l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria ha efficacia vincolante per tutti i soci, a meno che lo stesso abbia proposto opposizione avverso tale delibera, manifestando in tal modo il proprio dissenso.

Il d.lgs. n. 270/1999 non prevede espressamente la possibilità di impugnare la sentenza di revoca della dichiarazione di insolvenza. Deve tuttavia ritenersi che ciò sia possibile, ed in particolare che la sentenza del tribunale sia appellabile e quella della Corte di appello sia ricorribile per cassazione ai sensi dell'art. 297 c.c.i.i., in forza del richiamo generale alla normativa sulla liquidazione coatta contenuto nell'art. 36 d.lgs. n. 270/1999. I termini di impugnazione, secondo l'interpretazione preferibile, sono quelli ordinari per la proposizione dell'appello e del ricorso per cassazione, non essendovi alcun espresso rinvio alla dimidiazione dei termini previsto in materia fallimentare.

La sentenza che dispone la revoca della dichiarazione dello stato di insolvenza non è provvisoriamente esecutiva, in quanto, trattandosi di sentenza costitutiva che rimuove gli effetti della sentenza dichiarativa dell'insolvenza, diviene esecutiva soltanto all'atto del suo passaggio in giudicato. Una conferma di carattere sistematico, in tal senso, si ricava dal comma 2 dell'art. 11 d.lgs. n. 270/1999, il quale dispone la conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento al momento del passaggio in giudicato della sentenza che accoglie l'opposizione.

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