Comunicazione del commissario straordinario ai creditori e ai titolari di diritti reali o personali su beni mobili o immobili dell'imprenditore insolventeInquadramentoA seguito dell'ammissione della società alla procedura di amministrazione straordinaria, l'accertamento del passivo prosegue sulla base delle disposizioni della sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza, secondo il procedimento previsto dagli artt. 93 ss. l.fall. (ora artt. 201 ss. c.c.i.i.), sostituito al curatore il commissario straordinario. Se è ammessa all'amministrazione straordinaria una società con soci illimitatamente responsabili si applicano altresì le disposizioni dell'art. 148, commi 3, 4 e 5 l.fall. (ora art. 257, commi 3, 4 e 5 c.c.i.i.). FormulaEgregio Sig. / Spett.le ... Via PEC all'indirizzo: ... OGGETTO: comunicazione exartt. 92 l.fall. [o art. 200 c.c.i.i.] e 50 d.lgs. n. 270/1999. Il sottoscritto ..., nella qualità di Commissario straordinario della società ..., come da provvedimento del ..., comunica che dall'esame della documentazione sociale risulta in proprietà del destinatario della presente il bene di seguito descritto ... (segue la descrizione del bene) / un credito di importo pari a .... Tale bene si trova attualmente nel possesso della suddetta società e, stando alla documentazione esaminata, è collocato ... (indicare il presunto luogo di collocazione del bene). Si comunica, altresì, che l'indirizzo di posta elettronica certificata della procedura è .... L'udienza in cui si procederà all'accertamento del passivo è stata fissata alla data ..., ore ..., presso i locali della Sezione (ovvero dell'Ufficio) fallimentare del Tribunale di ... alla via .... Le domande di ammissione allo stato passivo nonché quelle di rivendicazione o restituzione di beni, insieme ai relativi allegati, dovranno essere trasmesse al commissario straordinario, nei modi di legge, entro la data ..., cioè almeno trenta giorni prima della predetta udienza (fissata in sentenza) per l'accertamento del passivo. Ove tali domande siano inviate al curatore oltre il suddetto termine, saranno considerate tardive e pertanto da esaminarsi in successiva udienza, che sarà comunicata, da parte del curatore medesimo, unicamente all'indirizzo PEC indicato nella domanda trasmessa. Si precisa che, ai sensi dell'art. 112 l.fall. (art. 225 c.c.i.i.), i creditori ammessi in via tardiva concorreranno solo alle ripartizioni successive alla loro ammissione in proporzione al rispettivo credito, salvo il diritto al prelievo delle quote che avrebbero dovuto ricevere nelle precedenti ripartizioni ove il credito sia assistito da diritto di prelazione ovvero il ritardo nella presentazione della domanda sia dipeso da cause ad essi non imputabili. Modalità di invio della domanda La domanda, insieme ai relativi allegati, dovrà essere inviata, entro il suddetto termine, all'indirizzo di posta elettronica certificata della procedura concorsuale. Non è ammissibile alcuna diversa forma di presentazione della domanda. La domanda può essere proposta anche dall'istante personalmente, cioè senza valersi della assistenza tecnica di un legale; in tal caso, evidentemente, il ricorso dovrà essere sottoscritto dall'istante. La domanda deve contenere: - indicazione della procedura concorsuale alla quale si intende partecipare; - cognome e nome ovvero denominazione, regione sociale e il codice fiscale dell'istante; - indicazione della somma che si intende insinuare al passivo ovvero descrizione del bene i cui si intende chiedere la restituzione o rivendicazione; - succinta esposizione dei fatti e degli elementi di diritto che costituiscono ragione della domanda; - indicazione dell'eventuale titolo di prelazione nonché descrizione del bene sul quale la prelazione si esercita se questa ha carattere speciale; - indicazione dell'indirizzo PEC al quale si intende ricevere le comunicazioni inerenti alla procedura. Dovranno essere allegati alla domanda tutti i documenti comprovanti il credito e, comunque, quelli considerati utili per la sua ammissione al passivo, nonché tutti quelli volti alla dimostrazione del diritto alla restituzione dei beni. L'omessa indicazione di un indirizzo PEC valido dove ricevere le comunicazioni inerenti al procedimento, o la mancata comunicazione delle sue eventuali variazioni, comporta che tutte le comunicazioni poste dalla legge a carico curatore saranno effettuate attraverso deposito dell'atto da comunicarsi nella cancelleria del Tribunale. Ne discende l'invito all'istante di verificare la capienza e l'effettivo funzionamento della casella di posta elettronica certificata indicata nella domanda di insinuazione allo stato passivo, oltre che di prontamente comunicare al curatore (esclusivamente via PEC) le sue eventuali variazioni. Ove la domanda di insinuazione sia basata su titoli di credito (cambiali, assegni, vaglia cambiari, ecc.), essi dovranno essere allegati in copia alla domanda medesima, trasmessa via PEC; mentre gli originali dovranno essere depositati nella cancelleria del Tribunale dopo il deposito del progetto di stato passivo e prima dell'udienza di verifica dei crediti. Si avvisa che il commissario straordinario depositerà il progetto di stato passivo nella cancelleria del Tribunale almeno quindici giorni prima dell'udienza fissata per la verifica e lo comunicherà a tutti gli istanti. Le credenziali necessarie per l'accesso al portale delle procedure concorsuali saranno comunicate, dal curatore agli istanti, insieme alla trasmissione della copia del progetto di stato passivo. Sempre e soltanto mediante PEC destinata al commissario straordinario, gli istanti potranno inviare osservazioni scritte ed ulteriore documentazione fino a cinque giorni prima dell'udienza di verifica dello stato passivo. Le osservazioni devono, naturalmente, essere sottoscritte al pari delle domande di ammissione al passivo. Quale oggetto del messaggio di posta elettronica certificata è opportuno indicare il numero della procedura, il contenuto inerente ad osservazioni scritte e/o produzione di documenti, le generalità dell'istante ed il numero di cronologico attribuito alla domanda. Luogo e data ... Il Commissario ... COMMENTOL'art. 53 d.lgs. n. 270/1999 ha completamente adottato un'impostazione giudiziaria di accertamento del passivo della procedura attraverso il rinvio integrale alla disciplina della verifica in sede fallimentare (ovvero di liquidazione giudiziale), sostituito al curatore il commissario straordinario. L'accertamento del passivo “prosegue”, secondo il primo comma dell'art. 53, poiché esso ha inizio con la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza ai sensi del precedente art. 8, e continua successivamente in una dinamica unitaria, dinnanzi al medesimo giudice delegato, sia che si apra effettivamente l'amministrazione straordinaria, sia che tale procedura non abbia inizio. Non solo: la prosecuzione delle operazioni di verifica ha luogo tanto nel caso in cui venga adottato l'indirizzo di cessione dei complessi aziendali, quanto in quello di ristrutturazione, dove una fase di riparto nemmeno esiste, poiché i creditori devono essere integralmente soddisfatti dal debitore una volta tornato in bonis. La scelta legislativa di affidare in ogni caso al giudice l'accertamento del passivo si spiega, quindi, con l'intento di apprestare una più penetrante tutela dei diritti dei creditori e di contenere l'inevitabile dilatazione dei tempi laddove l'amministrazione straordinaria si converta in fallimento, soprattutto alla luce di un possibile esito liquidatorio della procedura. Il richiamo alla disciplina della verifica del passivo in materia fallimentare omologa a quest'ultima l'accertamento regolato dall'art. 53 d.lgs. n. 270 cit.: il commissario straordinario (e prima di lui quello giudiziale, al quale egli subentra), collocato nella medesima posizione di terzietà caratteristica del curatore, prima ancora di sindacare l'esistenza, l'ammontare o il rango di un credito attraverso la contestazione dei suoi fatti costitutivi, potrà eccepirne dinanzi al giudice delegato l'eventuale inopponibilità alla massa dei creditori perché, ad esempio, privo di data certa ex art. 2704 c.c. (si vedano Cass. I, n. 17080/2016; Cass. I, n. 21273/2015; Cass. I, n. 19656/2015) e, comunque, i fatti estintivi, modificativi o impeditivi (senza che alla comunicazione inviata ai sensi dell'art. 93 l.fall. possa venir attribuita natura confessoria circa l'esistenza del credito: Cass. I, n. 23816/2011). Egli redige un progetto di stato passivo equiparabile a quello previsto dall'art. 95 l.fall., rispetto al quale ciascun creditore è legittimato a svolgere le proprie osservazioni prima che il giudice delegato decida sulle rispettive domande, formando lo stato passivo e rendendolo esecutivo con decreto. Esaurita questa fase “necessaria”, può aprirsene una “eventuale”, costituita dal sistema delle impugnazioni previsto dalla normativa fallimentare: opposizione allo stato passivo, impugnazione o revocazione di crediti ammessi, tutte dirette ad instaurare un procedimento camerale che può concludersi con la conferma o la modifica dello stato passivo esecutivo. Il termine per l'opposizione decorre dalla comunicazione della declaratoria di esecutività dello stato passivo, salva comunque la sua preventiva conoscenza (così Cass. I, n. 16493/2013). Laddove la società ammessa all'amministrazione straordinaria sia caratterizzata dalla presenza di soci illimitatamente responsabili, l'espresso rinvio all'art. 148, commi 3, 4 e 5 l.fall. (art. 257, commi 3, 4 e 5 c.c.i.i.), fa sì che il credito ammesso al passivo nei confronti della società venga automaticamente ammesso anche nello stato passivo dei singoli soci; per contro, i creditori particolari di questi ultimi concorreranno esclusivamente nella procedura del loro debitore. Inoltre, il richiamo agli artt. 93 ss. l.fall. (artt. 201 ss. c.c.i.i.) fa sì che, in caso sentenza di ammissione o rigetto di un credito nei confronti dell'impresa ammessa all'amministrazione straordinaria dopo la sua pubblicazione, l'impugnazione della pronuncia in questione debba avvenire nelle forme ordinarie (Cass. I, n. 15796/2015). Si ritiene che lo stato passivo dichiarato esecutivo in sede di amministrazione straordinaria mantenga la propria definitività anche nel successivo fallimento (o liquidazione giudiziale), sia perché l'accertamento giurisdizionale del passivo nella procedura in esame è anche volto ad eseguire una verifica dei crediti per l'ipotesi di risultato liquidatorio della procedura, sia perché il fallimento costituisce un esito negativo cui l'amministrazione straordinaria può approdare ove non siano realizzabili le finalità conservative della stessa. La tardività dell'insinuazione si declina in modo peculiare con riferimento all'amministrazione straordinaria, in quanto l'art. 8 d.lgs. n. 270/1999 prevede termini diversi da quelli della sentenza di fallimento per la presentazione delle domande di ammissione al passivo. Mentre la sentenza di fallimento (ovvero di apertura della liquidazione giudiziale), infatti, deve indicare l'udienza di verifica ed il termine perentorio di trenta giorni prima per la presentazione delle domande, nell'amministrazione straordinaria con la sentenza dichiarativa dell'insolvenza è fissato un termine non inferiore a novanta né superiore a centoventi giorni dalla data della pronuncia per la presentazione delle domande, mentre la data dell'udienza di verifica è fissata nel termine di trenta giorni da quello previsto per la presentazione delle domanda. Poiché tale termine di trenta giorni è funzionale all'esame delle domande da parte del commissario, l'eventuale deposito della domanda quando questo ha già cominciato a decorrere comporta la tardività della domanda stessa. Il richiamo agli artt. 93 ss. l.fall. (artt. 201 ss. c.c.i.i.) induce a ritenere che la verifica del passivo nell'amministrazione straordinaria non è limitata all'accertamento dei crediti, ma si estende altresì a quello dei diritti reali mobiliari ed immobiliari, attraverso la delibazione delle domande di restituzione e rivendicazione di cui all'art. 103 l.fall. Non risulta di ostacolo a tale conclusione il tenore letterale dell'art. 13 il quale eccettua le azioni reali immobiliari dalla competenza funzionale del tribunale che ha dichiarato lo stato di insolvenza (contrariamente a quanto previsto dall'art. 24 l.fall. dopo l'ultima modifica), poiché il rinvio formale all'accertamento del passivo disciplinato dalla legge fallimentare, operato dall'art. 53d.lgs. n. 270/1999, ha l'effetto di prevalere sul citato art. 13 laddove esso si ponga in contrasto con gli artt. 93 ss. l.fall. |