Richiesta del commissario straordinario al tribunale di dichiarazione della cessazione dell'esercizio dell'attività di impresaInquadramentoNei casi in cui è stato autorizzato un programma di cessione dei complessi aziendali, se nel termine di scadenza del programma è avvenuta la integrale cessione dei complessi stessi, il tribunale, su richiesta del commissario straordinario o d'ufficio, dichiara con decreto la cessazione dell'esercizio dell'impresa. Il decreto è affisso e comunicato al Ministero dello sviluppo economico e all'ufficio del registro delle imprese a cura del cancelliere. Contro di esso chiunque vi abbia interesse può proporre reclamo alla corte di appello nel termine di dieci giorni dall'affissione; la corte di appello provvede in camera di consiglio, sentito il commissario straordinario. Il reclamo non ha effetto sospensivo. A far data dal decreto di cessazione dell'esercizio dell'impresa l'amministrazione straordinaria è considerata, ad ogni effetto, come procedura concorsuale liquidatoria. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] SEZ. ... ISTANZA [2] per il commissario straordinario, Dott. ..., della società ... in amministrazione straordinaria, C.F. ..., con sede in ..., PREMESSO CHE Con ricorso depositato in data ..., la società ... ha chiesto al Tribunale di ... di accertare il proprio stato di insolvenza. Con sentenza in data ..., il Tribunale di ... ha accertato lo stato di insolvenza della società ..., nominando Commissario giudiziale il Dott. .... Quest'ultimo ha depositato in data ... la relazione relativa all'esistenza delle cause dello stato di insolvenza e delle condizioni previste per l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria. In data ... l'ill.mo Tribunale adito ha dichiarato l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria della società ... e, successivamente, lo scrivente è stato nominato commissario straordinario. Nei termini di legge è stato predisposto il programma ex art. 54 d.lgs. n. 270/1999, il quale è stato successivamente depositato presso l'adito Tribunale per gli adempimenti di legge. Il programma di cessione dei complessi aziendali è stato completamente eseguito in data ... e, dunque, sussistono le condizioni di legge affinché l'ill.mo Tribunale adito disponga la cessazione dell'esercizio dell'attività di impresa della società .... Tanto premesso, lo scrivente CHIEDE all'ill.mo Tribunale adito di voler: - disporre la cessazione dell'attività di impresa della società ... in amministrazione straordinaria; - ordinare alla cancelleria di comunicare il suddetto provvedimento al Ministero dello sviluppo economico e al Registro delle imprese di .... Luogo e data ... Il commissario straordinario ... 1. La competenza spetta al tribunale che ha dichiarato l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria della società. 2. Sui criteri redazionali dell'atto cfr. d.m. n. 110/2023. COMMENTOBenché inserito nella Sezione II relativa alla “chiusura della procedura”, l'art. 73 d.lgs. n. 270/1999 non si occupa in realtà della chiusura vera e propria dell'amministrazione straordinaria, bensì della cessazione dell'esercizio dell'impresa che consegue al completamento nei termini del programma di cessione integrale dei complessi aziendali. Ovviamente, non si tratta di una cessazione tout court dell'attività di questi ultimi, poiché essa prosegue sotto la guida dei cessionari: quella che viene a terminare è solo la gestione dell'imprenditore o comunque commissariale, vale a dire l'attività che perseguiva il fine principale dell'amministrazione straordinaria, raggiunto il quale la procedura non può tuttavia ancora essere chiusa, laddove vi siano altri incombenti da espletare, quali la vendita di beni aziendali non strategici, le azioni di responsabilità da coltivare giudizialmente e, ovviamente, il riparto: nel primo caso, il quarto comma dell'articolo in esame richiama per la liquidazione dei beni residui gli artt. 42,62,64 e 65 d.lgs. n. 270/1999, mentre il terzo comma ricorda opportunamente che, a far data dal decreto di cessazione, l'amministrazione straordinaria è considerata ad ogni effetto come procedura concorsuale liquidatoria, alla stregua del fallimento/liquidazione giudiziale (App. Bari 20 dicembre 2005; Trib. Bari 16 marzo 2005). Ancora, l'emissione del decreto segna il dies a quo finale per la prededucibilità dei costi inerenti all'esercizio dell'impresa, che da questo momento in poi non potranno più gravare sulla massa. Il decreto del tribunale viene emesso su richiesta del commissario straordinario o d'ufficio (Trib. Cuneo 2 febbraio 2001), e benché rappresenti la naturale conseguenza dell'ultimazione del programma di cessione, deve essere comunque motivato, data la sua importanza, la sua immediata esecutività e la sua natura di provvedimento in camera di consiglio. Peraltro, non si inserisce in un'ottica contenziosa (non sussistendo un interesse in senso contrario rispetto alla sua emissione da parte del commissario, del debitore o del Ministro) ed ha contenuto ordinatorio, pur essendo reclamabile dinnanzi alla Corte di appello. Oltre ad essere affisso, il decreto viene comunicato al Ministero dello sviluppo economico ed all'ufficio del registro delle imprese per la sua iscrizione, per una doverosa forma di tutela nei confronti dei terzi. Il reclamo va proposto nel termine perentorio di dieci giorni dalla sua affissione (unico per tutti gli interessati) ed ha necessariamente ad oggetto la contestazione del completamento del programma di cessione entro il termine previsto o prorogato (non, invece, la prosecuzione dell'amministrazione straordinaria, la proroga del termine o l'adozione di un piano di risanamento). La decisione della Corte di appello ha a sua volta natura camerale e sommaria, e viene presa dopo l'audizione del solo commissario straordinario, oltreché del reclamante. |