Ricorso per la dichiarazione dello stato di insolvenza dell'impresa del gruppo ai fini dell'estensione dell'amministrazione straordinariainquadramentoDalla data del decreto che dichiara aperta la procedura di amministrazione straordinaria dell'“impresa madre”, e fino a quando la stessa è in corso, le imprese del gruppo soggette a fallimento, che si trovano in stato di insolvenza, possono essere ammesse all'amministrazione straordinaria indipendentemente dal possesso dei requisiti previsti nell'art. 2 d.lgs. n. 270/1999. Le imprese del gruppo sono ammesse all'amministrazione straordinaria qualora presentino concrete prospettive di recupero dell'equilibrio economico delle attività imprenditoriali, nei modi indicati dall'art. 27 d.lgs. n. 270/1999, ovvero quando risulti comunque opportuna la gestione unitaria dell'insolvenza nell'ambito del gruppo, in quanto idonea ad agevolare, per i collegamenti di natura economica o produttiva esistenti tra le singole imprese, il raggiungimento degli obiettivi della procedura. L'accertamento dei presupposti e delle condizioni per l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria dell'impresa del gruppo è effettuato dal tribunale del luogo in cui essa ha la sede principale anche su iniziativa del commissario straordinario della procedura madre. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] SEZ. SPEC. CRISI DI IMPRESA .... RICORSO [2] La Società .... in amministrazione straordinaria, C.F. ...., P.I. ...., con sede in ...., via ...., n. ...., iscritta nel Registro delle Imprese di .... con n. REA ...., in persona del Commissario straordinario, Dott. ...., rappresentata e difesa dall'Avv. ...., C.F. ...., PEC (indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio Ordine) .... @ ...., fax ...., ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in ...., come da procura in calce al presente atto (oppure a margine del presente atto) PREMESSO CHE Con ricorso depositato in data ...., la Società .... ha chiesto al Tribunale di .... di accertare il proprio stato di insolvenza. Con sentenza in data ...., il Tribunale di .... ha accertato lo stato di insolvenza della Società ...., nominando Commissario giudiziale il Dott. .... Quest'ultimo ha depositato in data .... la relazione relativa all'esistenza delle cause dello stato di insolvenza e delle condizioni previste per l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria. In data .... l'ill.mo Tribunale adito ha dichiarato l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria della Società .... e, successivamente, è stato nominato commissario straordinario il dott. ..... La Società ...., la quale appartiene al gruppo di cui la Società .... in a.s. è la capofila, si trova in una situazione oggettiva di insolvenza, ossia di incapacità a far fronte regolarmente al pagamento dei propri debiti; ciò emerge documentalmente da una serie di indici presuntivi quali: i) l'esistenza di n. .... pignoramenti immobiliari promossi su immobili di proprietà della debitrice (cfr. all. ....); ii) lo stato di liquidazione volontaria in cui si trova la Società sin dal .... a causa della perdita del capitale sociale (all. ....). La predetta Società è inoltre soggetta al fallimento in quanto .... In ragione delle circostanze esposte, appare chiara, nel caso di specie, l'opportunità di estendere la procedura di amministrazione straordinaria della Società .... in amministrazione straordinaria alla Società .... Tutto ciò premesso, la Società .... in persona del legale rappresentante pro tempore...., come in epigrafe rappresentata, difesa e domiciliata CHIEDE che l'Ill.mo Tribunale di ...., Sezione specializzata imprese, previa convocazione delle parti, voglia: – accertare lo stato di insolvenza della Società .... (C.F. ....; P.I. ....) con sede in via n. ....; – per l'effetto, estendere la procedura di amministrazione straordinaria della Società .... in amministrazione straordinaria alla Società ..... Con vittoria di spese e compensi professionali [3]. Si depositano in allegato al presente atto i seguenti documenti: 1) ....; 2) ....; 3) ..... Si dichiara che il presente procedimento è relativo all'accertamento dello stato di insolvenza di un'impresa assoggettata ad amministrazione straordinaria e, dunque, il contributo unificato è dovuto nella misura fissa di Euro .... [4]. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA ALLE LITI Io sottoscritto Dott. ...., nella qualità di Commissario straordinario della Società ...., C.F. ...., P.I. ...., con sede in ...., delego a rappresentare e difendere la predetta Società ai fini della redazione del presente atto l'Avv. ...., eleggendo domicilio nello studio dello stesso in ...., via ...., n. ...., e conferendo al medesimo ogni più ampia facoltà di legge. Firma Sig. .... Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]La competenza spetta al tribunale sede della sezione specializzata in materia di impresa territorialmente competente di cui all'art. 1 d.lgs. n. 168/2003 (cfr. art. 27 c.c.i.i.). [2]Sui criteri redazionali dell'atto cfr. d.m. n. 110/2023. [3]È controverso se le spese legali affrontante per la presentazione della richiesta di apertura di una procedura concorsuale debbano essere ammesse allo stato passivo e, in caso di risposta positiva, se esse debbano essere ammesse in prededuzione, in privilegio o in chirografo (per l'ammissione in via privilegiata, v. Cass. I, n. 26949/2016). [4]Cfr. circolare del 1° aprile 2016 del Ministero della Giustizia - Dipartimento per gli Affari di Giustizia. commentoAttraverso l'appartenenza ad un “gruppo” un'impresa viene assoggettata in estensione all'amministrazione straordinaria anche se già fallita (ovvero sottoposta a liquidazione giudiziale) o comunque non risanabile, a condizione che un'altra impresa del gruppo sia stata preventivamente dichiarata insolvente e sottoposta ad amministrazione straordinaria. Non contrasta con la ratio della disciplina dell'amministrazione straordinaria l'ammissione alla procedura di un gruppo di imprese che, sebbene separatamente considerate non presentino il requisito occupazionale di cui all'art. 2 d.lgs. n. 270/1999, lo raggiungono invero cumulativamente, con riferimento quindi a tutte le imprese nel loro complesso (Trib. Cuneo 14 febbraio 2000). Una parte della giurisprudenza di merito ha consentito l'ammissione alla procedura anche laddove solo una o più Società del gruppo, singolarmente considerate, siano in possesso dei suddetti requisiti (Trib. Nuoro 22 settembre 2008), mentre un'altra parte si è espressa nel senso che per quanto riguarda il conteggio dei lavoratori subordinati, debbano essere considerate esclusivamente le singole imprese del gruppo (Trib. Lucca 3 maggio 2001). Secondo una recente pronuncia di legittimità, il requisito dimensionale andrebbe peraltro accertato con riguardo alla singola impresa richiedente, e non al gruppo del quale la medesima impresa faccia parte (Cass. I, n. 6648/2013). Affinché possa parlarsi di “gruppo”, l'art. 82 d.lgs. n. 270/1999, alla lett. b), declina due criteri fondamentali, rappresentati dal “controllo” (attivo e passivo: nn. 1 e 2) e dalla “direzione comune” (n. 3). Il primo coincide sostanzialmente con quello di cui all'art. 2359 c.c. (espressamente richiamato dal comma 2), ma ne risulta in realtà più ampio sia in virtù dell'assoggettabilità all'amministrazione straordinaria anche di imprese individuali (che possono essere sia capogruppo, sia soggetto passivo di controllo attraverso vincoli contrattuali), associazioni o fondazioni laddove fallibili, persone fisiche legate da un rapporto societario di fatto (Trib. Roma 21 novembre 2011), sia alla luce del fatto per cui la propagazione della procedura può coinvolgere in senso orizzontale anche le “Società sorelle” di quella colpita dalla procedura madre. In parallelo, la nozione di “direzione comune” viene fatta perlopiù coincidere con quella di “direzione unitaria” di cui al successivo art. 90, vale a dire una gestione centralizzata ed omogenea per tutte le imprese appartenenti al gruppo, diretta a perseguire un indirizzo unitario, fatto proprio da ciascun soggetto raggruppato e sottoposto ad un'azione di coordinamento da parte del vertice (Cass. I, n. 21250/2010; Trib. Roma 7 giugno 2007). Un indizio esteriorizzante della direzione unitaria, recepito dal n. 3 dell'art. 82 d.lgs. n. 270/1999, è rappresentato dalla coincidenza soggettiva tra i membri del consiglio di amministrazione delle varie Società del gruppo, che peraltro in concreto debbono pur sempre presentare una sostanziale comunanza di orientamento gestorio. Vale tuttavia il reciproco, poiché la mera diversità soggettiva dei componenti degli organi amministrativi non è sufficiente ad escludere l'esistenza di una direzione unitaria, laddove quest'ultima è ravvisabile alla luce di circostanze concrete. Il n. 3 ricollega la direzione unitaria anche alla presenza di “altri concordanti elementi”, che normalmente assumono le sembianze di politiche finanziarie comuni alle varie imprese del gruppo, di gestioni finanziarie e di tesoreria accentrate (il c.d. cash pooling), di servizi o segni distintivi comuni, di finanziamenti e prestazioni di garanzie infragruppo, di patti parasociali. Nel disciplinare le condizioni per l'ammissione di un'impresa del gruppo all'amministrazione straordinaria, l'art. 82 d.lgs. n. 270/1999 individua lo scopo di tale estensione in una migliore liquidazione delle varie imprese insolventi, come la relazione al d.lgs. n. 270/1999 ha modo di puntualizzare laddove menziona la necessità di ampliare le chance di salvataggio e di recupero dell'equilibrio economico delle attività imprenditoriali. Pertanto, una volta aperta la procedura madre, l'impresa del gruppo può essere assoggettata all'amministrazione straordinaria in presenza di due requisiti: la sua fallibilità e la sua insolvenza. In relazione al primo, sono quindi escluse dalla procedura le entità non commerciali e quelle commerciali, ma piccole, nonché quelle sottoposte in via esclusiva alla liquidazione coatta amministrativa, come banche ed assicurazioni; con riferimento al secondo, il primo comma dell'art. 82 cit. richiede espressamente la presenza dello stato di insolvenza, essendo inconcepibile che un'impresa solvibile venga posta in una situazione concorsuale con evidente pregiudizio per la propria integrità (nonché per gli interessi dei suoi soci e dei suoi creditori). Ciò non toglie, peraltro, che l'impresa non insolvente possa indirettamente subire conseguenze negative dall'assoggettamento ad amministrazione straordinaria di altre Società del gruppo, trovandosi esposta alle azioni di cui agli artt. 88,89,90 e 91 d.lgs. n. 270/1999 da parte del commissario straordinario. Non è invece necessario che il soggetto insolvente sia in possesso dei requisiti dimensionali di cui all'art. 2 (si veda il comma 1), né che presenti concrete prospettive di recupero dell'equilibrio economico, poiché il secondo comma pone quest'ultimo obiettivo in alternativa rispetto all'opportunità di gestire in modo unitario l'insolvenza nell'ambito del gruppo (App. Torino 20 gennaio 2012): in sostanza, perché l'amministrazione straordinaria venga estesa alle altre realtà del gruppo (sempre nel rispetto procedimentale della sua struttura bifasica: App. Torino 20 gennaio 2012) è sufficiente che le concrete prospettive di riequilibrio riguardino l'impresa della procedura-madre, e che risulti opportuna la gestione unitaria dell'insolvenza in seno al gruppo, alla luce dello scopo prefissato dal secondo comma, cioè il buon esito della procedura-madre. Ciò accade, in particolare, quando le imprese interessate presentano tra loro una stretta connessione sotto il profilo economico-operativo, tale da far apparire antieconomica la gestione atomistica del loro dissesto, e da fare per contro ritenere auspicabile, secondo una valutazione in qualche misura discrezionale, la dismissione coordinata dei relativi complessi aziendali in quanto più conveniente, sia per i creditori, sia per l'insieme degli interessi di ordine pubblico (tenuta dei livelli occupazionali e del comparto economico di riferimento) tipicamente sottesi all'amministrazione straordinaria (Trib. Roma 7 giugno 2007). Elementi che esteriorizzano tale connessione sono, tipicamente, la sussistenza di partecipazioni azionarie reciproche e di esposizioni finanziarie o di garanzia infragruppo; peraltro, anche la segmentazione di un ciclo produttivo tra le varie entità raggruppate, la presenza di rapporti di fornitura o di approvvigionamento di beni e servizi comuni, l'esistenza di articolati rapporti negoziali tra le imprese appartenenti al gruppo possono avere l'effetto di sconsigliare la trattazione “singolare” dell'insolvenza-madre, rispetto alla quale il programma dell'impresa “ancillare” presenterà carattere accessorio e non autonomo. Circa l'orizzonte temporale dell'estensione, se è vero che l'art. 82 d.lgs. n. 270/1999 si limita a consentire quest'ultima fino a quando la procedura madre “è in corso” (App Bari 17 novembre 2004), è altrettanto innegabile che la fase di avanzamento della procedura madre, se non rileva in termini di ammissibilità o meno dell'impresa del gruppo alla procedura, è destinata ad incidere nell'ipotesi in cui non sussistano le condizioni indicate dall'art. 27 d.lgs. n. 270/1999 ed occorra valutare l'opportunità di una gestione unitaria delle insolvenze. In definitiva, la ratio dell'istituto dell'estensione della procedura di amministrazione straordinaria sembra essere quella di porre il recupero dell'equilibrio dell'impresa assoggettata alla procedura-madre quale fine cui sacrificare, ove necessario, un analogo obiettivo per le altre imprese del gruppo, le cui rispettive procedure vengono viste in una chiave ancillare rispetto alla prima, prescelta in chiave di risanamento attraverso il ricorso al c.d. principio di selettività. D'altro canto, l'estrinsecazione di una simile sussidiarietà trova una plastica rappresentazione nell'effetto di trascinamento che la procedura-madre esplica rispetto alla sorte delle altre imprese, sia laddove queste ultime siano già state dichiarate fallite (con la conseguente conversione in amministrazione straordinaria di cui all'art. 84), sia nel caso in cui sia la stessa procedura-madre a venire convertita in fallimento (cfr. art. 87), determinando un analogo esito a carico delle altre. Una conferma di tale regime di subalternità si trae da Cass. I, n. 5526/2015, secondo cui la domanda di estensione della procedura di amministrazione straordinaria al gruppo di imprese non comporta una valutazione con efficacia di giudicato in ordine alla sussistenza dei presupposti per l'applicazione della procedura ed è anzi liberamente riproponibile, sicché il decreto con cui la corte d'appello respinge il reclamo avverso il rigetto della relativa domanda non ha carattere decisorio e definitivo e non è impugnabile con ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. La verifica dei presupposti per l'estensione viene effettuata dal tribunale del luogo in cui l'impresa del gruppo ha la propria sede effettiva (Trib. Parma 8 gennaio 2004; Trib. Rimini 6 aprile 2004). Quando tutte le imprese del gruppo hanno sede all'interno del medesimo circondario di tribunale, l'accertamento dello stato di insolvenza viene in genere condotto contemporaneamente per tutte, onde concentrare i tempi, e si conclude con la riunione dei ricorsi e l'emissione di una pronuncia unica di insolvenza, da cui traggono origine procedure distinte, ma gestite da un unico organo commissariale, in un'evidente ottica di economicità e celerità (Trib. Roma 7 agosto 2003). Legittimati a chiedere l'accertamento dell'insolvenza sono i soggetti di cui all'art. 3, oltre al commissario straordinario della procedura-madre, in quanto osservatore ovviamente privilegiato da un punto di vista cognitivo in ordine all'esistenza di eventuali collegamenti infragruppo. La delibazione da parte del tribunale ha ad oggetto, oltre all'insolvenza, la sussistenza dei requisiti per l'appartenenza al gruppo indicati alla lett. b) dell'art. 80; laddove questi ultimi non sussistano, ma vi sia dissesto, andrà dichiarato il fallimento (o l'apertura della liquidazione giudiziale). Dopo la dichiarazione di insolvenza (resa con sentenza impugnabile ai sensi dell'art. 9), nel rispetto della natura bifasica dell'amministrazione straordinaria comincia anche in questo caso il c.d. periodo di osservazione, imprescindibile e propedeutico alla verifica delle condizioni previste dall'art. 81, comma 2, per fare effettivamente luogo all'amministrazione straordinaria anche sulla base della relazione del commissario giudiziale. Intuibili ragioni di opportunità e di razionalità nella gestione inducono a ritenere preferibile la nomina a commissario giudiziale (o a commissario straordinario, laddove la fase di osservazione sia già terminata) del medesimo soggetto già investito dell'analoga carica nell'ambito della procedura-madre. |