Reclamo contro il provvedimento di diniego delle misure protettivaInquadramentoIl codice della crisi di impresa prevede che il provvedimento di concessione o di diniego delle misure protettive è reclamabile ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c. Pertanto, i provvedimenti emessi dal giudice monocratico possono essere oggetto di reclamo ad iniziativa della parte interessata dinanzi al Tribunale in composizione collegiale. FormulaTRIBUNALE DI ... [1] RECLAMO [2] Per la Società, in persona del suo legale rappresentante pro tempore Dott. ..., elettivamente domiciliata presso lo studio dell'Avv. ..., che la rappresenta e difende come da procura in calce alla memoria di costituzione nella prima fase del procedimento; -ricorrente- PREMESSO CHE - Con ricorso ex art. 40 c.c.i.i. l'odierna ricorrente, nell'ambito della procedura di concordato preventivo [3] nei propri confronti ha fatto istanza, ai sensi degli artt. 54-55 c.c.i.i., per la concessione di misure protettive consistenti nella sospensione degli effetti di alcuni rapporti giuridici pendenti; - Con provvedimento del ..., non comunicato [4], il giudice designato ha revocato le misure protettive richieste, ritenendo che le stesse non rientrassero nel novero di quelle che possono essere concesse ai sensi dell'art. 2 lett. p), c.c.i.i., atteso che tale norma avrebbe il proprio riferimento, rispettivamente per il concordato preventivo e per gli accordi di ristrutturazione dei debiti, negli artt. 168 e 182-bis l.fall., e dovrebbe quindi ritenersi che le misure in esame si esauriscano nell'inibizione alle azioni esecutive e cautelari, nella neutralizzazione dei tempi per il decorso di prescrizioni e decadenze e nella inoffensività delle cause di prelazione non concordate; -Tale provvedimento è illegittimo in quanto in vista dell'obiettivo di evitare che azioni dei creditori possano porre a rischio le iniziative per l'accesso ad un concordato o ad un accordo, anche le misure protettive dovrebbero avere un contenuto atipico [5] e poter essere concesse ove funzionali alla presentazione del piano concordatario; -Nella specie, le misure richieste si rendevano necessarie poiché ... [6]; Tutto ciò premesso, la società ..., come sopra rappresentata, difesa e domiciliata, RICORRE al Tribunale di ... in composizione collegiale [7] affinché in accoglimento del ricorso ed in riforma dell'ordinanza impugnata, previa comparizione delle parti [8], confermi le misure protettive richieste con il ricorso ex art. 40 c.c.i.i., con vittoria di spese. Si allegano: 1 ... 2 ... 3 .... Luogo e data ... Firma Avv. ... 1. Ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c. il reclamo contro i provvedimenti monocratici del Tribunale deve essere proposto al collegio. 2. Il reclamo si propone con ricorso. 3. Cfr., in sede applicativa, Trib. Trieste 8 settembre 2023, in dejure.giuffre.it, la quale ha evidenziato che sebbene l'art. 54 c.c.i.i.— che prevede il potere del Tribunale di emettere misure cautelari e protettive nel corso del procedimento per l'apertura della liquidazione giudiziale o della procedura di concordato preventivo o di omologazione di accordi di ristrutturazione e del piano di ristrutturazione soggetto a omologazione — non sia richiamato dall'art. 25-sexies c.c.i.i. relativo alla procedura di concordato semplificato per cessione di beni, alla luce della costante giurisprudenza deve ritenersi che tali misure siano applicabili anche al concordato semplificato, trattandosi di misure connaturate e funzionali ai procedimenti per l'accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza. In questo senso dispone ora espressamente l'art. 54, comma 1 c.c.i.i., come modificato dal d.lgs. n. 136 /2024. 4. Le relative indicazioni sono opportune a fronte delle prevedibili eccezioni della parte resistente sul rispetto per la proposizione del reclamo. 5. Cfr. Fabiani, Le misure cautelari e protettive nel codice della crisi di impresa, cit., 849 ss., per il quale, di conseguenza, il debitore potrebbe richiedere che non producano effetti, rispetto ai creditori concorsuali, atti e attività dei contraenti, quali potenziali creditori, che incidano sui rapporti giuridici pendenti e ciò anche al di fuori delle inibizioni di cui all'art. 95 e 97 c.c.i.i. 6. È opportuno articolare anche difese subordinate circa l'insussistenza dei presupposti di fatto per l'emanazione della misura per l'ipotesi nella quale il Tribunale ritenga invece ammissibile la nomina di un amministratore giudiziario. 7. Ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c. del collegio non può fare parte il giudice che ha emesso la misura cautelare. 8. Ha previsto l'art. 55, comma 1, terzo periodo, c.c.i.i. che l'udienza deve celebrarsi preferibilmente mediante in videoconferenza. Il procedimento segue le forme in camera di consiglio di cui agli artt. 737 e ss. c.p.c., richiamati dall'art. 669-terdecies c.p.c. COMMENTOAi sensi dell'art. 55 c.c.i.i. le misure protettive spiegano effetti immediati dalla domanda di concessione pubblicata nel registro delle imprese ma, una volta depositata presso il tribunale la domanda di apertura della procedura di crisi accompagnata dalla richiesta delle stesse, è designato un magistrato cui è affidato il compito di procedere all'istruzione della domanda ed, in particolare, di verificare la legittimità dei provvedimenti disposti, il cui effetto protettivo viene meno se il giudice li revoca ovvero se entro trenta giorni dalla domanda non emette la relativa decisione (cfr. Fabiani, Le misure cautelari e protettive nel codice della crisi di impresa, cit., 849 ss., secondo il quale l'effetto viene meno ma ex nunc visto il tenore letterale della formula «cessano gli effetti »). Il comma 3 dello stesso art. 55 c.c.i.i. stabilisce, in particolare, che il giudice provveda con decreto a confermare ovvero a revocare le misure protettive assunte, ove necessarie, sommarie informazioni. Dalla formulazione letterale della norma sembra quindi doversi evincere che il modello sia mutuato da quello del procedimento cautelare delineato dall'art. 669-sexies, comma 2 c.p.c. per il modulo eccezionale cd. a contraddittorio differito, senza che, tuttavia, sia prevista una convocazione, anche successiva alla conferma o revoca della misura, delle altre parti. Peraltro, il contraddittorio sembra in parte recuperato dal comma 4 dell'art. 55 c.c.i.i., per l'ipotesi in cui il commissario giudiziale, le parti del procedimento o il pubblico ministero, propongano istanza di revoca o modifica delle misure protettive adducendo la ricorrenza di fatti di frode. In questo caso, infatti, il tribunale provvede all'esito del contraddittorio tra le parti. Analogamente il tribunale può disporre – sembra doversi ritenere con il medesimo procedimento e quindi sentite le parti – quando accerta che l'attività intrapresa dal debitore non è idonea a pervenire alla composizione assistita della crisi o alla regolazione della crisi e dell'insolvenza. Sul piano processuale è significativo evidenziare che, se la concessione delle misure protettive, costruita come una sorta di verifica della legittimità delle stesse la cui efficacia si produce sin dall'iscrizione nel registro delle imprese, è demandata al giudice monocratico, la revoca è rimessa al tribunale in composizione collegiale. Le misure protettive sono reclamabili ai sensi dell'art. 669-terdecies c.p.c. Riteniamo che la strumentalità, anche delle misure protettive, alla conservazione del valore dell'impresa in vista del buon esito di una procedura di crisi implichi che le stesse siano prive di quel connotato di decisorietà che consentirebbe la ricorribilità per cassazione ai sensi dell'art. 111, comma 7 Cost., dei provvedimenti resi in sede di reclamo. |