Domanda di ammissione al passivo oltre il termine previsto dall'art. 201 c.c.i.i.

Giuseppina Ivone

inquadramento

L'art. 208 c.c.i.i. disciplina le domande tardive di ammissione al passivo di un credito, di restituzione o rivendicazione di beni mobili e immobili, confermando la disciplina precedente che aveva assimilato la procedura di verifica delle domande quella prevista per l'accertamento delle istanze tempestive.

In forza del principio dettato dalla legge delega (art. 7, comma 8, lett. a) della l. n. 155/2017), il termine oltre il quale la domanda è considerata “ultratardiva” e la cui ammissibilità è subordinata alla prova della non imputabilità del ritardo è stato ridotto da dodici a sei mesi dal deposito del decreto che dichiara esecutivo lo stato passivo oppure dodici mesi dal deposito medesimo ma nel solo caso in cui tale più ampio termine sia stabilito nella sentenza dichiarativa di fallimento e giustificato dalla complessità della procedura. In particolare, il comma 3 reca la disciplina delle c.d. domande supertadive e in particolare l'ipotesi in cui la domanda risulti manifestamente inammissibile, così dirimendo una serie di dubbi interpretativi, inerenti i limiti di tempo entro i quali è possibile la proposizione di domande tardive e la possibilità di dichiarare l'inammissibilità manifesta della domanda senza previa instaurazione del contraddittorio, che hanno originato contrasti giurisprudenziali.

Per la Cassazione può ritenersi dipendente da causa non imputabile al creditore il ritardo dovuto all'ignoranza «dell'apertura del fallimento per l'omissione del relativo avviso da parte del curatore». Ciò che non è possibile, invece, è ricavarne come corollario la giustificazione di un qualsiasi ritardo dell'insinuazione, ancorché l'avviso sia solo tardato, dovendo questa essere ricercata in ulteriori ragioni.

Formula

TRIBUNALE DI ....

PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE N. .... / .... DI ....

Giudice Delegato: Dr. ....

Curatore: Dr. .... /Avv. ....

DOMANDA TARDIVA DI AMMISSIONE ALLO STATO PASSIVO EX ART. 208 c.c.i.i.

* * *

La Società ...., P.I. e C.F. n. ...., con sede in ...., via ...., n. ...., iscritta nel Registro delle Imprese di ...., con n. R.E.A. ...., in persona del legale rapp.te p.t. ...., elettivamente domiciliata in ...., via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC (indirizzo di posta elettronica certificata comunicato al proprio Ordine) .... @ ...., che la rappresenta e difende come da procura in calce al presente atto (oppure a margine del presente atto)

PREMESSO CHE

– l'istante è creditrice verso la Società ...., nei cui confronti è stata aperta la procedura di liquidazione giudiziale con sentenza in data ...., per la complessiva somma di Euro ...., di cui Euro .... a titolo di interessi di mora maturati dal .... (data di messa in mora, all. ....) sino alla data della citata sentenza;

– detto credito, di natura concorsuale (all. ....), ha la sua fonte in .... ed è provato nella sua esistenza nonché nel suo ammontare mediante .... (all. ....);

(esporre in merito ai fatti ed agli elementi di diritto che costituiscono le ragioni della domanda di credito, fornendo puntuale prova degli assunti);

– la odierna istante non ha mai ricevuto sino alla data di presentazione della presente domanda, da parte del curatore, la dovuta comunicazione ex art. 200 c.c.i.i., essendo così rimasta ignara della apertura della liquidazione giudiziale del proprio debitore fino alla lettura della recente visura in data ...., effettuata presso il Registro delle Imprese (all. ....);

– si è pertanto raggiunta informazione sulla pendenza della procedura di liquidazione giudiziale e, in particolare, sullo svolgimento della fase di verifica dei crediti, soltanto dopo la scadenza del termine ultimo, in data ...., per il deposito delle domande tardive di ammissione al passivo;

– l'omissione della comunicazione ex art. 200 c.c.i.i. costituisce causa non imputabile all'istante del ritardo nella presentazione della domanda, con conseguente ammissibilità della medesima (come ripetutamente affermati dalla giurisprudenza della Suprema Corte ....);

– in ragione della non imputabilità all'istante di tale causa di ultratardività nella presentazione dell'istanza, egli ha altresì diritto, ex art. 225 comma 1 c.c.i.i., al prelievo delle quote che gli sarebbero spettate nelle ripartizioni dell'attivo già effettuate.

Tutto ciò premesso,

la Società .... in persona del legale rapp.te p.t., come in epigrafe rappresentata, difesa ed elettivamente domiciliata,

CHIEDE

che l'Ill.mo Giudice delegato, previa fissazione di udienza di esame delle domande tardive, disponga l'ammissione allo stato passivo della Liquidazione giudiziale in epigrafe, del suddetto credito nella complessiva misura di Euro ...., in via chirografaria, di cui Euro .... per capitale ed Euro .... a titolo di interessi moratori quantificati come da prospetto allegato, con sua soddisfazione, ex art. 225 c.c.i.i. anche ed innanzitutto mediante prelievo delle quote che sarebbero spettate alla Società medesima nelle già effettuate ripartizioni dell'attivo.

Ai fini della ripartizione comunica le coordinate del proprio conto corrente sul quale il Curatore potrà effettuare l'accredito delle somme oggetto di riparto in suo favore.

Si dichiara la propria indisponibilità a far parte del Comitato dei creditori.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

(allegare i documenti richiamati nel ricorso e dimostrativi del diritto dell'istante)

PROCURA ALLE LITI (SE NON APPOSTA A MARGINE)

commento

Causa di ritardo non imputabile all'istante – e quindi adeguata ad evitare la pronuncia di inammissibilità sulla domanda “ultratardiva” – è la mancata ricezione della comunicazione ex art. 200 c.c.i.i. su esistenza, modalità di svolgimento e termini della fase procedimentale della verifica del passivo. Pertanto, sarà onere del creditore istante, ai fini della presentazione della domanda “ultratardiva”, provare che il ritardo è dipeso da causa a lui non imputabile. Non potrebbe bastare una giustificazione che non comprenda tutto il ritardo: l'ignoranza dell'apertura della liquidazione giudiziale viene meno col ricevimento dell'avviso tardivo. In tale senso potrebbe rilevare l'eventuale dimostrazione, da parte del curatore, della conoscenza da parte del debitore di tali informazioni acquisite aliunde.

Comunque, pare chiaro che l'eventuale presentazione della domanda senza previa attendibile informazione circa esistenza e quantità dell'attivo fallimentare da ripartirsi, sarebbe inopportuna rischiando di risolversi in una attività procedimentale vana per l'istante ed inutilmente onerosa per gli organi della procedura fallimentare chiamati dalla legge ad esprimersi sulla pretesa.

Il contenuto della domanda è naturalmente quello stesso della domanda tardiva di ammissione al passivo, a sua volta presumibilmente identico a quello della domanda tempestiva, dato che il comma 2 dell'art. 208 richiama il precedente art. 201 c.c.i.i. ove, tra l'altro, è prescritta l'esposizione minima dovuta.

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