Domanda di ammissione al passivo per credito vantato da impresa artigiana

Giuseppina Ivone

Inquadramento

Ferma la disciplina sul contenuto del ricorso contenuto nell'art. 201 c.c.i.i., la tipologia di credito da insinuare incide, in sede di predisposizione della domanda, sia sulla collocazione del credito (prelazionario o chirografario) sia sulla documentazione probatoria che dovrà supportare la domanda.

Con riferimento al credito vantato da imprese artigiane occorre tenere conto della disciplina speciale dettata dal d.l. n. 5/2012 conv., con modif., dalla l. n. 35/2012 che ha modificato l'art. 2751-bis c.c. n. 5 per cui è impresa artigiana quella definita “ai sensi delle disposizioni legislative vigenti”. Il privilegio viene quindi riconosciuto alle imprese che possano qualificarsi come artigiani in base ai criteri dettati dalla legge speciale n. 443/1985 (Legge quadro sull'artigianato), riconducibili a tre.

Un primo criterio di carattere soggettivo integrato dalla iscrizione nell'apposita sezione del Registro Imprese (art. 5, comma 1 e 5, l. n. 443/1985), avente carattere costitutivo, e per l'Imprenditore Individuale (art. 2, l. n. 443/1985), dall'esercizio personale, professionale e in qualità di titolare dell'impresa, dell'attività assumendo la piena responsabilità nella direzione e nella gestione della stessa nonché partecipando personalmente al processo produttivo; per l'Impresa Collettiva (art. 3, commi 2 e 3, l. n. 443/1985), nei limiti dimensionali della Legge in oggetto, costituita anche in forma societaria, con esclusione delle società per azioni ed in accomandita per azioni, dalla condizione che la maggioranza dei soci, ovvero uno nel caso di due soci, svolga in prevalenza lavoro personale, anche manuale, nel processo produttivo.

Il secondo criterio (art. 3, comma 1, l. n. 443/1985) prevede che l'impresa artigiana abbia per scopo prevalente lo svolgimento di un'attività di produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazioni di servizi (escluse le attività agricole, le attività di prestazione di servizi commerciali, di intermediazione e di somministrazione al pubblico bevande e alimenti). Va tuttavia verificato che la singola fornitura, oggetto di esame, non costituisca attività meramente commerciale ovvero, nel caso di fornitura composita, occorre distinguere la mera cessione di beni dalla trasformazione dei beni stessi e di prestazione di manodopera.

Il terzo criterio (art. 4, l. n. 443/1985) individua: a) a seconda del settore di attività della ditta, il numero massimo di dipendenti che possono prestare la propria opera sotto la direzione personale dell'imprenditore o dei soci dell'impresa artigiana, prevedendo anche il mantenimento dei requisiti nel caso di superamento solo temporaneo del predetto limite (art. 5, comma 6, l. n. 443/1985); b) la relazione tra lavoro e capitale investito nella gestione caratteristica, prevedendo che il primo prevalga sul secondo (art. 3, comma 2, l. n. 443/1985).

Occorre altresì verificare che non si tratti di mera vendita dovendo sussistere anche l'attività di trasformazione. Va verificato pertanto che la singola fornitura, oggetto di esame, non costituisca attività meramente commerciale ovvero, nel caso di fornitura composita, occorre distinguere la componente di mera cessione di beni da quella inerente la trasformazione dei beni stessi e di prestazione di manodopera.

Ai sensi dell'art. 2751-bis n. 5-bis c.c. il presupposto per il riconoscimento del privilegio che assiste cooperative agricole e loro consorzi, per quanto concerne i crediti derivanti dalla commercializzazione di beni prodotti o trasformati dagli stessi, è nell'essere tali beni oggetto, eventualmente di produzione ma necessariamente di commercializzazione (previa eventuale trasformazione) nella quale si esplica l'attività economica realizzata dalla cooperativa. In particolare la giurisprudenza di Cassazione ha affermato che la tutela creditizia privilegiata non solo abbraccia la vendita dei prodotti che siano riconducibili all'attività dei soci della cooperativa, quale che sia l'entità del loro apporto lavorativo personale, e l'attività di trasformazione delle imprese consorziate, ma può anche estendersi ad operazioni commerciali caratterizzate da acquisti presso terzi di prodotti destinati ad essere rivenduti, se tali attività siano funzionali allo scopo mutualistico, purché, trattandosi di operazioni corrispondenti ad atti di mercato posti in essere a scopo di lucro, sussiste e sia dimostrabile il nesso di strumentalità con la finalità cooperativa (cfr. Cass. n. 21652/2010).

Formula

TRIBUNALE DI ...

PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE GIUDIZIALE N. ... / ... DI ...

GIUDICE DELEGATO: DOTT. ...

CURATORE: DOTT. ... /AVV. ...

UDIENZA ESAME STATO PASSIVO: ...

DOMANDA DI AMMISSIONE ALLO STATO PASSIVO

[CREDITO DI IMPRESA ARTIGIANA]

La società ..., con sede in ..., C.F. e P.I. ..., Reg. Soc. n. ..., Tribunale di ..., in persona del ... rappresentata e difesa dall'Avv. ..., con studio in ..., PEC ..., presso il cui indirizzo - anche PEC - elegge domicilio, giusta procura in calce al presente atto, espone quanto segue.

La società svolge attività di ... [descrivere l'attività svolta] ed è impresa artigiana come dimostra la documentazione che si produce, la quale, oltre a confermare la iscrizione nel Registro delle Imprese nella apposita sezione (all.), attesta che il lavoro è svolto prevalentemente dai due soci, personalmente (all._).

In forza di contratto stipulato in data ... la società ha reso le seguenti forniture [descrivere le forniture] in favore della debitrice emettendo le seguenti fatture ..., solo parzialmente soddisfatte ...

Con la conseguenza che alla data di apertura della liquidazione giudiziale l'istante vanta un credito di euro ..., di cui euro a titolo di capitale ed euro a titolo di interesse.

Il credito è provato per documenti:

(i) dall'ordine [indicare estremi dell'ordine] effettuato dalla debitrice, in data ... e accettato dall'istante in data ...;

(ii) dal documento di trasporto sottoscritto dalla società debitrice per avvenuta ricezione dei beni;

(iii) da copia delle fatture emesse dall'istante e non soddisfatte, come del resto confermato dall'estratto delle scritture contabili che si allega in copia conforme di cui il Notaio ha reso attestazione di regolare tenuta.

Sussiste prova documentale circa l'anteriorità della fornitura rispetto alla pronuncia di fallimento, essendovi corrispondenza telegrafica in merito successiva alla consegna e precedente alla apertura della procedura concorsuale (all. ... ).

Il credito, per capitale e interessi calcolati sino alla data di apertura della liquidazione giudiziale è chiesto con collocazione in privilegio generale ex art. 2751-bis n. 5 c.c. come dimostrato non solo dal certificato rilasciato dalla C.C.I.A.A. di iscrizione all'albo delle imprese artigiane ma dal “Modello Unico” relativo agli anni in cui sono sorte le ragioni del credito; dichiarazione attestante il numero dei dipendenti all'epoca in cui sono sorte le ragioni del credito; dichiarazione attestante l'uso di beni strumentali nell'esercizio dell'attività imprenditoriale (all. ti ... ).

Tutto ciò premesso,

CHIEDE

all'Ill.mo Giudice delegato ammissione al passivo della liquidazione giudiziale n. ... / ... di ... come segue:

(i) Euro ... per capitale ed Euro ... per interessi legali calcolati dalla data di ricezione della diffida di pagamento inviata alla società sino alla data di apertura della procedura di liquidazione giudiziale con collocazione in privilegio generale mobiliare ex art. 2751-bis n. 5 c.c.;

(ii) oltre interessi successivi alla data di apertura della liquidazione giudiziale.

Ai fini del riparto l'istante comunica di seguito gli estremi del conto corrente su cui il curatore potrà effettuare l'accredito delle somme oggetto di riparto in suo favore.

Inoltre, dichiara la propria indisponibilità a partecipare al comitato dei creditori.

(allegare i documenti richiamati nel ricorso e dimostrativi del diritto dell'istante)

PROCURA ALLE LITI (SE NON APPOSTA A MARGINE)

COMMENTO

Il sesto comma dell'art. 201 c.c.i.i. nel disporre che «Al ricorso sono allegati i documenti dimostrativi del diritto del creditore ovvero del diritto del terzo che chiede la restituzione o rivendica il bene», chiarisce al di fuori di ogni possibile dubbio che l'onere della prova della pretesa, per an e quantum, grava rigorosamente ed unicamente in capo all'istante, con la conseguenza per cui, in difetto di suo assolvimento, la domanda dovrà essere respinta.

Né l'istante può raggiungere la prova del dedotto attraverso mero richiamo alle presumibili risultanze delle scritture contabili nella disponibilità materiale del curatore: ciò perché quest'ultimo è soggetto terzo rispetto al rapporto negoziale che ha dato luogo alla formazione delle scritture medesime con conseguente irrilevanza probatoria di esse nei suoi confronti, al di là della frequente eventualità secondo cui nemmeno si tratti di contabilità regolarmente tenuta, così risultando perfino inattendibile.

La specifica natura del dedotto credito si riflette sulla tipologia dei documenti da allegare alla domanda di ammissione al passivo affinché ne sia raggiunta la prova. Così, per quanto attiene alla prova del credito da prestazione di fornitura, in ipotesi di carenza di titolo giudiziale opponibile alla massa dei creditori, dovrà allegarsi copia del contratto (ovvero dell'ordine) di fornitura, copia del documento di trasporto e consegna dei beni firmato anche dalla società fallita nonché copia della fattura.

Tale documentazione dovrà avere data certa anteriore a quella della apertura della procedura di liquidazione giudiziale (ad esempio, in quanto asseverata da timbro postale ovvero da avvenuto deposito in sede processuale). In linea generale si ricorda che:

- la sola fattura non costituisce prova del credito, trattandosi di documento proveniente unilateralmente dal soggetto che assume di essere creditore;

- il documento di trasporto dovrà essere necessariamente sottoscritto anche dalla parte destinataria della consegna, risultando altrimenti anche esso documento inidoneo alla prova siccome unicamente proveniente dal preteso creditore.

In mancanza della suddetta documentazione, potrebbe prodursi estratto autentico notarile di scritture contabili dell'istante da cui risulti il preteso credito, comprensivo di attestazione di regolare tenuta.

Ai fini del riconoscimento del privilegio ex art. 2751-bis n. 5 c.c. l'istante avrà cura di depositare anche il certificato rilasciato dalla C.C.I.A.A. di iscrizione all'albo delle imprese artigiane; copia del “Modello Unico” relativo agli anni in cui sono sorte le ragioni del credito; dichiarazione attestante il numero dei dipendenti all'epoca in cui sono sorte le ragioni del credito; dichiarazione attestante l'uso di beni strumentali nell'esercizio dell'attività imprenditoriale; ogni ulteriore documentazione volta a dimostrare il carattere di “Artigianalità” della propria produzione; calcolo analitico degli interessi maturati ante dichiarazione di fallimento.

Qualora si tratti di società cooperative di produzione e lavoro, poiché oltre alla qualifica risultante dall'iscrizione della società nell'apposita sezione del registro prefettizio, occorre dimostrare che il principio della mutualità sia prevalente e che nel periodo in cui è sorto il credito le prestazioni di lavoro dei soci risultino in modo prevalente rispetto a quello dei salariati esterni e all'apporto di capitale; e che il lavoro sia prevalente sul capitale investito, da valutarsi con riferimento al rapporto tra valore delle attrezzature e ammontare dei salari corrisposti.

A tale fine sarà opportuno allegare ai fini del riconoscimento del privilegio: certificato prefettizio e della C.C.I.A.A. attestante la qualifica di cooperativa di produzione e di lavoro; copia integrale dell'atto costitutivo e dello statuto sociale in vigore al momento dell'insorgere del credito, con l'elenco dei soci dipendenti della cooperativa; copia integrale del bilancio, con nota integrativa e relazione degli amministratori, relativo al periodo in cui è insorto il credito; copia del libro matricola per la verifica della natura del rapporto di lavoro dei soci; copia del “Modello Unico” relativo agli anni in cui sono sorte le ragioni di credito; calcolo analitico degli interessi maturati ante dichiarazione di fallimento.

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